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Gay & Bisex

Weekend - parte 2


di gayms79
10.09.2012    |    4.954    |    0 8.7
"Il nick è abbastanza anonimo, è “chenesoio”..."
Dopo un pomeriggio goliardico come quello appena trascorso, la sera ero abbastanza stanco da andare a letto presto, ma non prima di un gelato nella zona ricreativa del campeggio. Dopotutto ero con i miei parenti e dovevo passare un po’ di tempo anche con loro. Ben presto ero assai stanco e decisi di ritirarmi, anche perché la mattina successiva mi sarei dovuto svegliare presto, percorrere 200 km per tornare a casa, e poi a lavorare nel pomeriggio.
Così, in effetti, fu. Sveglia alle 8.30; una fugace colazione in famiglia; saluti e baci; partenza. Presi con molta calma la strada di ritorno, tanto sapevo che in 2 ore circa sarei arrivato a destinazione. Mi fermai anche a un autogrill per prendere un caffè; una sigaretta; un capatina al bagno per vuotare la vescica; e via diretto verso la destinazione.
Arrivai a casa che ancora non erano le 12.00. Dopo una doccia, e dopo aver disfatto e riposto i bagagli, mi misi sul letto con il computer sulle gambe a navigare un po’ su internet. Mia meta fissa quando sono i rete è un sito di incontri dedicato ai gay. Solite facce, stessi volti, nessuno di nuovo. Rimango, quindi, collegato al sito, ma comincio a navigare altrove, un po’ di facebook, per controllare i nuovi commenti e le ultime novità, mi ascolto un po’ di musica, passo del tempo in attesa che arrivi l’ora per andare a lavoro.
A un certo punto, sento il richiamo di un messaggio dal sito d’incontri. Torno su quella pagina. Vedo che mi è arrivato un messaggio. Apro la casella di posta. Il nick è abbastanza anonimo, è “chenesoio”. Guardo il profilo, prima di leggere il messaggio. Non ci sono fotografie. Questo mi fa un po’ arrabbiare sempre. Leggo i dati, 21 anni, 170x70, glabro, capelli castani come gli occhi, pircing, tatuaggi, non fuatore, in cerca di sesso. “Va be” penso io “diamogli una possibilità”. Leggo il messaggio: “Ciao come stai? Cosa cerchi?” Bhè in effetti non dice niente. Rispondo: “Tutto bene. Cosa cerco? Quello che viene!”
Lui: “allora cerchi me.. io vengo”
Io: “ardito però!, anche abbastanza diretto! Certo che se alla tua età non venissi, avresti dei problemi U.U”
Lui: “hahahah”
Io: “comunque piacere tommaso, e tu?”
Lui: “Andrea, piacere mio. Io ho una gran voglia. Che fai stasera?”
Io: “ non lo so. Ma come sei? Hai una foto?”
Lui: “si, certo” ed ecco arrivare le foto allegate. Mi si presenta davanti un ragazzo, veramente carino, un bel portamento, un bel faccino, un bel culetto, e soprattutto un cazzo da urlo!
Io: “wow, che vorresti da me?”
Lui: “ Avrei proprio voglia di farmelo succhiare a lungo.”
Io: “allora hai trovato la persona giusta! A me piace succhiare, e piace bere…”
Lui:” Bene perfetto, io potrei affogarti per quanto sborro”
Io: “Esagerato!”
Lui: “Vedrai quando ci incontriamo…”
Io: “Stasera, lo voglio stasera… scambiamo il numero?”
Ci scambiammo il numero di cellulare, ci salutammo e fissammo per la sera, era arrivata l’ora per la quale io dovevo prepararmi andare a lavoro.
Il pomeriggio lavorativo fu veramente impegnativo. Ma non di questo voglio parlare, ma di come andò a finire la mia serata.

Ero quasi per disdire l’appuntamento con Andrea. Ma la voglia di vedere quel biscio da vicino con tutto “quel veleno” che avrebbe dovuto sputare era veramente abbondante.
Tornato a casa, cenai; stanco mi buttai sul letto. Non passarono neanche 5 minuti che mi squillò il cellulare. Era un messaggio di Andrea, che mi chiedeva conferma. Lo rassicurai sul fatto che sarei andato a prenderlo. Mi chiese l’ora e mi disse il luogo dell’incontro. Fissai per le 22.15.
Calcolai che avevo una mezz’ora di tempo per riposare e la sfruttai tutta. Doccia veloce, poiché me ne ero già fatta una dopo il lavoro, e poi mi misi in viaggio per il luogo dell’appuntamento, dopo aver impostato il navigatore. Una mezz’ora di strada, e fui li. Lo chiamai al cellulare per farmi individuare.
Salito in auto, scambiati i convenevoli, ripartii per casa mia. Durante il viaggio scambiammo due parole di formalità, dove stai, che fai, frequenti i locali, che ti piace fare, insomma le solite cose, e così il viaggio fu veloce. Prima delle 23 eravamo già in casa. Gli offrii del vino, giusto per rompere gli indugi. Misi un bel filmino porno gay. Glielo feci scegliere tra i miei molti. E poi iniziammo a baciarci. Le labbra, le sue labbra morbide e calde, veramente belle. Le baciai a lungo, mi piaceva, gli piaceva, era uno scambio di fluidi intenso e sentito da entrambe le parti. Gli feci i miei complimenti per come baciava e per la lingua e le labbra, entrambe arroventate. Sorrise e ricominciò con il bacio. Mi prese la testa e mi spinse la bocca verso il suo orecchio sinistro. Iniziai a lavorarmi quel punto che amo leccare, mentre lui sorseggiava il vino che aveva nel bicchiere, come se non gli fregasse niente di me, ma così non era, e lo faceva trapelare.
Posò il bicchiere. Così lo presi in collo, mentre continuavo a leccargli il collo, era minuto, e con facilità lo portati in camera. Lo appoggiai sul letto, con dolcezza. Gli tolsi la maglia, e iniziai a leccargli quel petto come piace a me, completamente glabro, e ben definito, così la natura aveva voluto, aiutato anche da una dieta vegetariana. Gustai i pettorali, i capezzoli, gli addominali. Trovai gli unici peletti che aveva che andavano dall’ombelico fin giù alla zona pubica. E lì mi soffermai più a lungo, poiché vedevo che ad Andrea piaceva molto essere lambito in quel punto. Ne approfittai per sbottonargli i pantaloni. Già sentivo la bestia agitarsi. E da quel che percepivo, doveva essere un bestione, con due grosse palle.
L’aspettativa non fu delusa. Un grosso pisellone di almeno 20 cm di lunghezza e 16 di circonferenza, e con due palle grosse come limoni, si presentò ai miei occhi, ma soprattutto alla mia bocca.
“WOW!” fu quello che mi uscì dalla bocca.
“Te l’avevo detto che avevo un bel cazzone!”
“Cazzone va bene, ma con un affare così sto bene un mese almeno!”
“Haahahah! Succhia succhia, che vedrai come ti piace!”
E non mi opposi al suo consiglio. Mi apprestai a spogliarlo del tutto, e poi mi misi in bocca quel coso mostruoso. Spalancai le mie fauci più che potevo. Ma la cappella era veramente enorme. Andrea spinse un po’ e allora entrò la capocchia nella mia boccuccia. Feci del mio meglio per accoglierne il più possibile, ma la dimensione era tale che non ne potevo ingoiare più che di mezzo. Aveva ragione Andrea, succhiarlo mi piaceva, e molto. Lo spinsi ancor più dentro di me e i conati m’imposero di rilasciarlo. “ahahahh” rise “non esagerare o affoghi! Sei proprio una troia!” disse lo stonzetto; ma mi piaceva che mi dicesse queste cose. Iniziai allora a leccargli quelle grosse palle e anche il buchetto del culo. Come era bello leccare le palle di Andrea, due palle belle grosse e giovani, ed un culetto veramente duro e sodo, che conteneva un buchetto bello rosa. Adoro leccare il buchetto bello rosa con due chiappe sode.
Andrea piaceva molto, e iniziò a masturbarsi, e più leccavo quel buchetto, più si masturbava, ad un certo punto mi prese la testa e mi infilzò con violenza il cazzo in bocca, e iniziò a scoparmela con violenza, fregandosene dei miei conati.
Era così eccitato che voleva solo venire.
“sono cinque giorni che non mi sego, e ho le palle pienissime ti affogo!”
Riuscii a fargli lasciare la morsa dalla mia testa e mi spostai qualche centimetro indietro. Iniziai anch’io a masturbarmi. La mia eccitazione era al massimo. Mi ero toccato pochissimo, ma dopo poche manipolazioni mi schizzai quasi sulla faccia da quanto ero eccitato.
Andrea non resistette più e mi inondò con la sua sborra, mi riempì la faccia, i capelli sembravano ingelatinati con brillantina bianca. “Tieni puttana, dissetati del mio seme, l’ho tenuto in serbo per la più troia delle bagasce!” Esultò Andrea infilandomi nuovamente il cazzo in bocca, continuando a schizzare quella gelatina golosissima. Non mi dette modo, e non ne volevo, di oppormi al suo desiderio, che era anche il mio. E bevvi uno sorso di quel succo bianco, e poi un secondo, ed un terzo e poi tutto quello che aveva dentro. E continuai a succhiare quel boa che lentamente tornava essere di una dimensione normale.
Sfinito dall’esecuzione il mio esecutore si lasciò cadere sul letto, mentre io, come una troia mi assaporavo la sborra che mi aveva lasciato sul viso.
Andai poi in bagno a darmi una sistemata, non potevo certo rimanere così. Una volta tornato in camera vidi Andrea che si stava toccando, nel sonno. Il cazzo era tornato nuovamente barzotto. Forse stava sognando me, la sua puttana, che beveva il suo dolce sciroppo. La tentazione fu troppa. Era bello, era nudo e aveva il cazzo nuovamente inturgidito. Iniziai così a succhiarglielo, avidamente, così il sul uccello si risvegliò del tutto, e poco dopo si ridestò pure Andrea, che prendendo la mia testa spinse dentro il suo cazzo. Lo lasciai fare, volevo che mi soffocasse con quel suo cazzone, l’eccitazione era molta.
Mi scopava forte, anche lui era eccitatissimo. Il tempo che ci mise a tornare pronto per sborrare di nuovo fu breve, e anche la portata del fiume fu minore, anche se sempre abbondante, ma il sapore fu altrettanto buono, probabilmente grazie alla sua dieta vegetariana.
Ci lavammo, ci rivestimmo e lo riaccompagnai a casa.
Che magnifica serata!
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