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Gay & Bisex

Mai Fidarsi di Chi Arriva nella Penombra


di VersusMax
27.12.2022    |    15.095    |    19 9.4
"Non ci volle molto prima che il piacere fuoriuscisse dal mio pene finendomi tutto sulle gambe e in parte nei pantaloni..."
Racconto di Storie Vere e Realmente Avvenute.
Mai fidarsi di chi arriva nella penombra.

Era un maggio inoltrato dell'ormai lontano 2019. L'inverno, ormai terminato, era stato il mio 26esimo; ma si prestava ad essere l'ultimo prima del mio ulteriore cambiamento riguardo i miei orizzonti sessuali.
Erano ormai alcuni anni che, spesso e volentieri, intraprendevo lunghi vagabondaggi notturni a fari ben accessi verso le mie frequenti e tanto agognate esperienze bisex. Il buio della notte mi faceva sentire più sicuro e protetto, rispetto alla luminosità del giorno; bagliore che non mi poteva nascondere agli occhi del mondo e delle persone che di aperta mentalità ne erano assai sprovvisti.
Non potevo immaginare che proprio quella sera, che si mostrava come tante altre passate, sarebbe stata diversa da tutte le precedenti; una buia notte che mi porto ancora dentro con un po' di paura, ma allo stesso tempo con un po' di lussuria e immagine di molteplici solleciti individuali di soddisfacimento.
Verso le 21.30, quando ormai la sera era calata e le ombre si facevano buie e intriganti, decisi di avviarmi con la mia auto verso una zona che avevo frequentato in quegli orari da ormai molte lune addietro. Una zona boschiva, che di giorno ospitava famiglie e spensieratezze, ma di notte si trasformava in veri e propri bordelli sparsi qua e là nel buio delle piante e della vegetazione.
Arrivai al solito dei cinque parcheggi, che costeggiavano questo enorme e immenso parco naturale a pochi chilometri dalla città, e fermai il mio veicolo in un punto abbastanza facile da individuare dagli altri passanti, ma allo stesso tempo molto semplice da raggiungere in caso di fuga per qual si voglia fantomatico pericolo che mi passasse per la testa.
Aspettai diversi minuti prima di avere il coraggio di scendere a avviarmi verso il sentierino che si snodava verso il verde e buio boschetto. Strano a pensarci, facevo quella stessa cosa ormai da diversi anni, ma ancora non mi veniva naturale e mi metteva ancora tanto di quel timore addosso che non me lo so spiegare nemmeno adesso.
La tattica era una: aspettare che si avvicinasse un'auto e che mi puntasse addosso i fari, per farmi vedere nel mentre mi avviavo per il sentiero; cosi da attirare l'attenzione del guidatore, che come tutti era li per lo stesso motivo. L'obiettivo era lo stesso per tutti, cercare soddisfazione sessuale con persone del proprio sesso, ma non necessariamente dello stesso orientamento.
Il mio piacere ricercato consisteva nel sentirmi dominato, sentirmi come si sentiva una donna nel momento dell'atto sessuale. Sentirmi preso con forza e trattato come se fossi la più avida delle donne; arrapata e vogliosa di carne genitale dentro di sé.
In quel luogo non era difficile trovare tutto ciò, ma la qualità non sempre faceva sognare. Personaggi di tutte le età vagavano in cerca in quel parco; spesso mi accontentavo e a volte, invece, riuscivo a trovare ciò che stavo cercando.
Quella notte mi avviai verso un tavolo in pietra che sapevo di trovare poco lontano dal sentierino principale. Era provvisto anche di due panchette laterali, comode per potersi accovacciare o sedere nel caso la situazione lo richiedesse.
Ancora prima di avvistare il tavolo in pietra, notai che una figura scura mi stava seguendo a distanza e con passo tranquillo. Sicuramente stava cercando di capire quali fossero i miei piani e cosa stessi cercando. Capii che aveva voglia quanto me, perché non sembrava indeciso o impaurito. Sembrava solo attendere un mio deciso cenno per fargli capire che le danze potevano iniziare.
Con camminata decisa, tenendolo sempre a dovuta distanza, lo condussi al famoso tavolino che stavo cercando da qualche minuto. Vidi che era ancora a circa quattro o cinque metri dietro di me, allora decisi di fargli quel chiaro gesto che lo avrebbe spinto ad iniziare il gioco che entrambi stavamo attendendo.
Con fare deciso, mi accovacciai con la pancia sul tavolo e il fondoschiena in bella vista e tirai giù lentamente i pantaloni all'altezza delle ginocchia, facendo attenzione di far scendere assieme anche le mutande per far sì che il mio culo gli venisse mostrato in tutta la sua natura.
La sua mano su una delle mie natiche non si fece attendere. Era fredda, ma dopo qualche carezza concentrica, che passava da una chiappa all'altra, la sentii riscaldarsi e aumentare di bramosità. Iniziò a palparmi il sedere con vigore e con forza.
Dopo pochi istanti sentii il suo membro strusciare ed appoggiarsi tra i miei glutei e poco dopo iniziò a spingere delicatamente come ad imitare una penetrazione.
Il suo strusciarsi sul mio culo fece sì che il mio membro prendesse vigore e si inturgidì tanto da iniziare a toccare la pietra fresca del tavolino.
In men che non si dica il suo cazzo fuoriuscì dai pantaloni e iniziò a spengermi sullo sfintere anale, come se volesse già penetrarmi. Ero asciutto e di sicuro non convinto di volerlo dentro di me così, senza protezioni.
Allora decisi di scivolargli agilmente tra le gambe e posizionarmi con il volto di fronte al suo discreto pene. Era gonfissimo, una dotazione non male. L'eccitazione mi spinse immediatamente a prenderglielo in bocca e ad iniziare a spompinarglielo molto voracemente.
Andai avanti cosi per un paio di minuti, poi iniziai a spingermelo sempre più in profondità, fino a sentirlo in gola. I suoi gemiti, seppur contenuti, quando sentiva che la sua cappella entrava nella mi gola, mi fecero eccitare sempre di più.
Pian piano, senza che lui se ne accorgesse stavo già da diversi minuti portando un po' di saliva sul mio ano e, prima con uno poi con due dita, stavo preparando il mio sfintere alla penetrazione che stavo sognando ormai da diversi minuti.
Tutto stava volgendo nel migliore dei modi. Quando vidi che, dietro l'uomo che stavo spompinando, si era appostato un secondo uomo che stava facendo da guardone. La cosa mi eccitò ancora di più e non mi stava turbando minimamente, anzi stavo riflettendo su quando sarebbe stato il momento giusto per dargli un cenno per farlo partecipare.
Pensai che magari si sarebbe avvicinato lui appena fossi stato penetrato dall'uomo con cui ero impegnato.
Mi alzai velocemente, mi rimisi in posizione iniziale sul tavolino e sputando sonoramente sulla mia mano, portai la saliva vistosamente sul mio ano. Chiaro cenno che invitava l'uomo, che stavo cercando di soddisfare da ormai una decina di minuti, ad iniziare a scoparmi. Nel mentre, però, feci scivolare con l'altra mano il preservativo che era nella mia tasca davanti all'uomo.
Lui non si fece pregare e lo prese. Attesi qualche secondo per permettergli di infilarsi la protezione, poi senza guardare cercai con la mano il suo membro per portarglielo in posizione per la penetrazione. Nel momento in cui sentii la sua cappella baciarmi il buco del culo, che ormai era davvero molto umido e lubrificato, mi accorsi che il profilattico non ricopriva quel turgido cazzo che tanto stavo sognando.
Non ebbi nemmeno il tempo di aprire bocca, che sentii il secondo uomo bloccarmi il busto contro il tavolo e con le mani che mi spingevano le spalle contro la fredda roccia del tavolo mi impediva di girarmi o muovermi.
Sentii dire al primo uomo: "Dai tienila ferma questa troia!"
Con un colpo secco e lancinante, avvertii il suo pene entrarmi tutto dentro. Mi si mozzo il fiato e tirai un grido che fece probabilmente allontanare qualsiasi fauna che si trovasse nelle vicinanze.
Un dolore davvero inaspettato. Il suo cazzo mi stava penetrando senza protezione e ad una velocità che a stento riuscivo a seguire con il mio respiro.
Provai a divincolarmi ma il secondo uomo era troppo forte e in una posizione di netto favore per impedirmi qualsiasi movimento.
Non ci girerò intorno, in quel momento due uomini mi stavano violentando. Non credevo che potesse mai accadermi una cosa del genere, ma quella era a verità dei fatti.
Dopo diversi istanti di panico, nei quali il primo uomo continuava a godersi il mio culo, iniziai a improntarmi mentalmente su una via psicologicamente favorevole per uscirne senza troppi danni emotivi e fisici.
Il timore di possibili malattie veneree pian piano svanì, sostituito da un improvviso inturgidimento del mio membro. Stavo iniziando ed eccitarmi per quella situazione.
Senza accorgermene, stavo accompagnando il movimento della sua penetrazione con un movimento del bacino che gli fece esclamare: "Che puttana! Ora si che mi piaci!".
Sentirmi trattare cosi mi stava arrapando e non poco. Sentivo che da lì a poco avrei potuto iniziare a provare un orgasmo così grande che mai mi sarei aspettato di provare facendomi solo penetrare il culo senza masturbarmi.
Incominciai a gemere ripetutamente e in più riprese ti sentii tirare degli schiaffi sui glutei, alcuni dolorosi e altri doppiamente eccitanti.
Quando la mia mano si portò sul mio pene per masturbarmi, il primo uomo iniziò a gemere e aumentando la frequenza delle spinte iniziò ad urlare di piacere e pochissimi istanti dopo la sua crema immensamente calda fioccò dentro di me, facendomi provare una sensazione mai vissuta prima. Ero a pochissimo dal venire subito dopo di lui, quando d'improvviso tirò fuori il suo cazzo da me e si allontanò di qualche metro.
Ancora prima che me ne rendessi conto era lui a tenermi con il petto contro il tavolo e il suo complice era praticamente già dentro di me.
Il timore e la paura questa volta non vennero minimamente a galla; la libidine che scorreva in me fece sì che la mia mano andasse a posarsi sui suoi testicoli per stimolargli meglio il piacere che stava provando all'interno di me, anche lui senza protezioni alcune.
La sensazione che avevo provato quando ero stato inondato dal seme del primo uomo mi fece gridare sottovoce un ordine imperativo: "Riempimi anche tu!".
Volevo anche la sia dolce crema a far compagnia a quella del suo "amico".
Questa penetrazione era molto differente dalla precedente, per il semplice fatto che lo sperma che si trovava ancora dentro il mio culo fungeva da lubrificante per il nudo pene del secondo uomo.
Ricominciai a masturbarmi con una frequenza pari a quella del mio montatore.
Non ci volle molto prima che il piacere fuoriuscisse dal mio pene finendomi tutto sulle gambe e in parte nei pantaloni.
Pochi istanti dopo venne anche il mio secondo "assalitore" e nonostante il quantitativo di sperma fosse decisamente minore rispetto al precedente, il piacere che provai nel sentirmi nuovamente pieno di liquido seminale sconosciuto mi fece quasi venire una seconda volta nel giro di pochissimi minuti.
Il suo pene si sfilò dal mio sfintere e si portò dietro un rigolo di crema che iniziò a colarmi fino ai testicoli.
Pochi secondi dopo, c'ero solo più io. Un ragazzo violentato nel corpo, ma soddisfatto nella mente. Tutti i dubbi e le paure erano volate via dalla mia testa, ma non per questo non riaffiorarono più avanti. Ancora oggi ricordo quel fatto con eccitazione, ma anche tanta paura e disgusto.
Ma si sa che in questo mondo esistono più facce della stessa medaglia.
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