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Infedeltà Inaspettata


di VersusMax
23.01.2024    |    10.805    |    11 9.9
"In breve tempo qualsiasi timore o imbarazzo legati al mio carattere scomparvero, grazie a lei..."
Non sono mai stato una persona troppo socievole o espansiva. Quando prendo confidenza senza dubbio divento molto espansivo, questo è vero; ma partendo da zero, con persone che non conosco, sono la persona meno loquace al mondo.
Quindi fui del tutto impreparato, quando all'età di 18 anni mi ritrovai fidanzato con una bellissima e simpaticissima ragazza: Ginevra.
In breve tempo qualsiasi timore o imbarazzo legati al mio carattere scomparvero, grazie a lei. Addirittura mi resi conto di essere anche abbastanza bravo ad intavolare conversazioni intelligenti con i suoi genitori senza la minima esitazione.
Nel giro di pochi mesi conobbi praticamente tutta la sua famiglia: a partire dai genitori, fino ad arrivare a nonni, zii e cugini. L'unica che mi mancava all'appello era sua sorella Francesca, che in quel momento si trovava in Erasmus in Inghilterra. La mia ragazza si toglieva circa quattro anni con sua sorella e quindi avevo un po' di timore che conoscendomi avrebbe voluto farmi rifare dritto con l'obiettivo di proteggere sua sorella. Quindi le mie ansie nei confronti di quella conoscenza mi stavano uccidendo.
Passarono circa dieci mesi prima che ci fu l'opportunità di presentarci ufficialmente, proprio durante le vacanze natalizie. Francesca sarebbe tornata un paio di settimane per la sospensione delle lezioni.
La data fissa nella mia testa e circondata da ansie e paranoie era il 24 dicembre sera: finalmente avrei conosciuto sua sorella e mi sarei tolto quel grosso peso sullo stomaco. Nella mia mente mi ripetevo che dal giorno successivo tutto sarebbe tornato alla normalità e che quella nuova conoscenza mi avrebbe solo fatto fare una grossa risata per le ansie ingiustificate.
Finalmente arrivò la sera della Vigilia e, come ogni anno, la famiglia della mia ragazza organizzava un super cenone con tutta la famiglia. Quest'anno circa 18 invitati. Fortunatamente li conoscevo tutti, tranne ovviamente Francesca.
Arrivai verso le 19.30 e ad aprirmi la porta non fu la sorella della mia ragazza, come un banale film da quattro soldi, ma fu il suo ragazzo. In effetti rimasi un attimo stupito, perché nessuno mi aveva mai parlato di lui, me che meno mi avevano detto che sarebbe stato anche lui presente. Era una ragazzo della stessa età di Francesca, quindi 22 anni; era abbastanza robusto, ma non troppo da sembrare sovrappeso; diciamo abbastanza in carne ma non troppo grasso. Le nostre altezze si equivalevano e la sua voce era molto stridula rispetto alla mia, ma comunque dava l'impressione di essere una persona pronta a scherzare e a farsi trasportare. Durante la serata, infatti, ebbi la conferma di questa intuizione sul suo carattere: persona davvero molto piacevole. Ma torniamo a noi.. Poco dopo essere entrato in casa, andai in stanza dei genitori della mia ragazza per posare la mia giacca sul loro letto e fu proprio lì che incontrai finalmente Francesca.
Entrai nella stanza e lui rimase come sorpresa di vedermi e allargò le sue labbra in un enorme sorriso accompagnando un abbraccio per salutarmi con una frase che mi lasciò spiazzato: "Troppi muscoli per mia sorella". Si lasciò andare anche ad una grossa risata.
Mi sembrò subito una ragazza molto cordiale e complice in battute e risate. Fisicamente era molto simile a sua sorella: molto magra, gambe slanciate, fondo schiena piccolo e sodo; l'unica differenza con la sorella era il seno e la voce leggermente più calda. Sarò sincero, la mia ragazza aveva un bel seno, circa una terza, ma sua sorella andava ben oltre il doppio della sua taglia ed erano stranamente molto compatte e tondeggianti. Di primo acchito pensai che fossero rifatte, ma non mi era mai stato detto nulla a riguardo. Pensai che quella sera sarebbe stata dura mantenere il mio sguardo ad altitudini abbastanza elevate da non beccarmi schiaffi a destra e a manca. Soprattutto perché l'outfit di Francesca era mozzafiato. Indossava una gonna molto corta, ma non tanto da esser definitiva minigonna, di sicuro era molto aderente; collant scuri e scarpe col tacco non troppo vertiginoso. Il problema era la parte superiore: una maglia decisamente difficile da dimenticare con una scollatura che andava da spalla a spalla. Nella mia mente era un attimo prendere quel pezzo di cotone color avorio e tirarlo giù per scoprire quell'immenso décolleté.
Mi feci coraggio e faticando riuscii ad arrivare a fine serata senza dare troppo nell'occhio; una sbirciata qua e là la diedi molte volte, ma senza farmi beccare da nessuno.
Arrivano molto velocemente le undici di sera, molti dei parenti si erano spostati nel salone per giocare a qualche gioco di società con i bambini che urlavano ad ogni nuovo gioco tirato fuori dalla scatola. Io, Ginevra, Francesca e il suo ragazzo ci spostammo sulla veranda riscaldata dalla stufa con qualche birra e liquore. Passammo una bella mezz'ora a bere e a ridere, raccontandocene di ogni.
Penso fosse per l'alcol, ma iniziai a pensare che Francesca, seduta di fianco a me, continuasse ad accavallare le gambe con l'intento di fare venire a contatto le nostre gambe più e più volte. Avevo bevuto abbastanza, questo è certo. E anche tutta la ristretta comitiva non scherzava con le bevute.
Arrivai al punto di dovermi alzare per correre in bagno a darmi una rinfrescata. Fortunatamente non mi girava la testa però ero molto accaldato, soprattutto in volto. Mi diedi una grossa sciacquata in faccia con acqua ghiacciata e feci qualche gargarismo per mandare via un po' il gusto dell'alcol.
Uscii dal bagno e invece di prendere la terza porta a destra per poi scendere le scale, imboccai la seconda e mi ritrovai in una camera da letto. Era quella dei genitori delle ragazze. Lì mi resi conto che forse ero leggermente brillo e mi feci una bella risata. Non feci nemmeno in tempo ad accendere la luce che quella si accese pochi istanti prima di premere l'interruttore. Mi girai e vidi che, non avevo acquisito poteri sovrannaturali, ma era semplicemente stata opera di Francesca.
Mi guardò e si mise a ridere dicendomi: "Perché stai qui al buio? Sei diventato un soprabito?". Battuta molto infelice, ma ridemmo come dei matti comunque.
Feci per superarla ed uscire dalla stanza e lei mi spinse leggermente indietro e iniziò a squadrarmi dalla testa ai piedi per poi dirmi: "Decisamente troppo per mia sorella!".
Mi spinse nuovamente e mi fece cadere sul letto matrimoniale dei genitori imbastito da una montagna di giacchette e giacconi.
Al mio " Ma che fai?", lei mi si stese sopra e mi infilò la lingua in bocca con una passione che in dieci mesi di relazione con la sorella non mi era mai capitato.
La spinsi un po' indietro, ma al suo insistere successivo cedetti clamorosamente e ricambiai un secondo limone, poi un terzo, un quarto e così via.
Mi sentii come se in quel momento importasse solo di ciò che stava accadendo in quella stanza e tutto il resto non importasse. La mia mano ci mise davvero poco a ritrovarsi su uno dei suoi enormi seni per stringerlo e godermelo in tutta la sua grandezza. Capii che erano rifatte in pochi secondi. Le dissi: "Non sapevo avessi il se o rifatto", e lei: "Perché non ti piacciono?". La mia risposta penso fu per lei davvero inaspettata, non si tratta a di parole banali o scontate, ma di un gesto che ripensandoci adesso mi viene ancora il duello. Gli tirai giù la maglietta e presi in bocca il capello iniziando a leccarglielo e strizzarglielo come se fosse il gioco più bello che avessi mai avuto. Lei accompagnò questo mio gesto con una mano sulla nuca come per dirmi di proseguire e non fermarmi, cosa che ovviamente non feci. Mentre passavo da un capezzolo all'altro, mi accorsi che il mio pene che stava diventato più duro del pomello del letto, non si inseriva molto facilmente tra le gambe di Francesca, ma trovava una sorta di impedimento.
Sarà stato l'alcol ma iniziai a strusciarmici per comprendere di cosa si trattasse, poteva essere una parte di un giaccone su cui eravamo coricati o chissà cos'altro. Il mio strusciare, mi fece capire chiaramente di cosa si trattava. Contro il mio c'era un altro pene che pian piano si stava ingrandendo ed eccitando grazie a me.
A quel punto mi bloccai e la spostai di lato, ci fissammo per qualche istante e lei vedendomi strabuzzare leggermente gli occhi e con aria chiaramente confusa, mi disse: "Davvero Ginevra non ti ha detto mai nulla?". Non ci vollero spiegazioni, entrambi stavamo capendo tutto. Lei sapeva che, anche se velocemente, avevi capito tutto senza alcuna spiegazione e io capii che lei aveva compreso.
Non vedendomi reagire bruscamente, lei decise di cambiare marcia: scese dal letto e quasi come un fulmine a ciel sereno mi sfilò i pantaloni e prese in bocca il mio pene che nonostante gli ultimissimi accadimenti non stava assolutamente diminuendo di portata.
Iniziò a spompinarmi come mai nessuno prima di allora. Pensai immediatamente che Ginevra era un'incompetente al suo confronto. Ero ancora confuso, non sul fatto di voler tradire la mia ragazza, ma sul fatto se accettare quella situazione con una transessuale. Il mio dubbio durò circa una decina di secondi, poi iniziai a prenderle la testa e a spingerla molto più a fondo di quanto già non stesse facendo. La trovai molto accondiscendente nel prenderlo così tanto in profondità nella gola, le piaceva proprio che il mio pene le arrivasse fin laggiù. Sentivo la sua saliva che mi colava giù fino ai testicoli e ogni tanto la sua lingua fuori usciva dalla sua bocca e giocava con le palle da vera maestra.
Lei era visibilmente molto eccitata e ad un tratto si ritrasse e si tirò su in piedi.
Sicura che la stessi guardando, iniziò a sfilarsi le scarpe, poi i collant e infine le mutandine. Il suo cazzo grosso e turgido ci mise poco a sbucare dalla gonna che ormai gli arrivava ben oltre alla sua ideale collocazione. Non ebbi nemmeno il tempo di fare qualche ragionamento su quella situazione che lei si accovacciò su di me al contrario e riprese a succhiarmi il cazzo.
Era palese quale fosse il suo proposito. Mettendosi a 69 voleva che anche io facessi la mia parte su di lei. Esitai, ma non servì a nulla perché lei con la prima mano si prese il cazzo e con la seconda mi prese per il mento e mi spinse nella bocca quel grosso membro che si ritrova fra le gambe.
I miei dubbi e le mie inibizioni sparirono quando realizzai che la mia bocca si era aperta da sola e che stavo succhiando avidamente il suo pene senza pressioni alcune da parte sua.
La situazione di quel momento mi fece venire quasi istantaneamente. Le riempii la bocca di così tanto sperma che la sentii un attimo sussultare. Pensai di aver superato il limite e che mi sarei preso una grossa sgridata da parte sua, ma in men che non si dica mi accorsi che stava ingoiando tutto quel ben di dio e stava raccogliendo con la lingua tutto il restante colato fuori.
Le uscirono solo due parole: "Grazie Tesoro!" e una frazione di secondo dopo cominciò a riempirmi la bocca di così tanto sperma che pensai di avere in bocca il cazzo di un cavallo.
Inizialmente ero schifato, ma lo schifo venne sostituito da un nuovo rinvigorente stato di eccitazione estrema. Quasi come a competere con lei decisi di buttare giù il boccone, ma ne sputai un pochino fuori non riuscendo a proseguire.
Quello stato di eccitazione mi fece ricominciare ad infilarle i cazzo in bocca come se il tutto non mi fosse ancora bastato.
Lei si ritrasse, si spostò di lato e si mise a carponi sui giubbotti che stranamente ancora non si erano minimamente macchiati. Con le dita della mano raccolse lo sperma che le avevi sputato sul pube e se lo spalmò sul buchetto del culo infilando le dentro una decina di volte come a lubrificarlo e prepararlo. Non esitai un attimo e la presi per i fianchi e dopo avergli sbattuto la cappella un paio di volte sul buchetto, ci premetti forte sopra e con mio sommo stupore "la porta" del suo didietro si spalancò così facilmente che mi sembrò di infilarlo in una vagina. Entrava e usciva così facilmente che iniziai a pensare che quello era il più bel buco che avessi mai scopato. E senza mezzi termini, lo era davvero.
La scopai vigorosamente per alcuni minuti sentendola anche trattenere diverse volte qualche gemito e vedendola segarsi il cazzo cercando di andare a tempo col mio ritmo.
Arrivai quasi al limite e appoggiando il mio petto alla sua schiena le sussurrai all'orecchio: "Sto per venire", lei "Fallo!". Accelerai per concludere il mio godimento e le venni come se non fossi venuto pochi minuti prima. Non mi era mai successo prima di allora, rimasi quasi stranito dalla cosa.
Ma il susseguirsi di azioni e contro azioni non era finito lì. Si estrasse il mio pene dal culo e corse in bagno, ma portandomi con lei tirandomi per la mano. Arrivò sul bidè, mi fece sedere sopra e avvicinando il suo ano alla mia cappella ancora barzotta, spruzzò fuori gran parte dello sperma che poco prima le avevo donato. La situazione non mi fece nemmeno accorgere della ceramica ghiacciata del bidè su cui ero seduto: avevo il pene pieno di sperma spruzzato fuori dal suo culo. Lei mise sopra di me, fronte a me e mi ficcò nuovamente un po' di lingua in bocca, mentre di soppiatto iniziò a strofinare i nostri due peni tra di loro con le sue mani.
In pochi istanti il suo cazzo si lubrificò con lo sperma che poco prima risiede a sul mio membro. Il restante sperma lo ripulì con la bocca, ma il suo intento ancora non era chiaro. Lo fu nel momento in cui si alzò e con forza mi indusse ad accovacciarmi a terra a quattro zampe. La assecondai come il bravo schiavo asseconda il suo carceriere per paura di esser seviziato. In quel momento, a quanto pare, era il mio desiderio.
Avvicinò le sue labbra al mio ano e risputò fuori quel po' di sperma che aveva succhiato poco prima dalla mia cappella.
Infilò senza avvertimenti o altro il suo indice nel mio culo. Sentii un dolore mai provato prima, ma quando iniziò ad inserire anche il dito medio e a farli entra ed uscire insistentemente, mi sentii quasi stupito da quella sensazione. A quel punto non aspettavo altro se non quello che fece pochi istanti dopo. Spinse, decisa e senza esitazione alcuna, il suo cazzo dentro al mio culo.
Provai una sensazione di dolore iniziale seguita da progressivo aumento di eccitazione. Tanto che le dissi "Dai scopami!".
Non si fece pregare e per i successivi interminabili 3/4 minuti usò il mio culo come io avevo usato per mesi la figa di sua sorella.
Il mio cazzo era di nuovo in tiro e mentre mi scopava sentii che di nuovo stavo per venire. Glielo dissi nuovamente e lei iniziò ad accelerare. Capii che voleva venire anche lei mentre lo facevo anche io, quindi non mi trattenne e inizia a schizzare a terra tutto quello sperma che ancora avevo.
Lei venne copiosamente un po' nel mio culo e un po' sulla mia schiena.
Al tutto fece seguito una manciata di minuti in cui non proferimmo mezza parola, ma ci limitammo a ripulirmi e rivestirci.
Con un po' di ansia mi avviai, qualche minuto dopo di lei, verso la veranda dove i nostri partner ci stavano aspettando. Eravamo stati via almeno una ventina di minuti in totale, ma al mio ritorno trovai Francesca col ragazzo che ridevano davanti al telefono e Ginevra che dormirà beatamente sul divanetto.
Non sto a rimarcare che quella fu la scopata più bella della mia vita fino a quel momento e che da lì in avanti cercai di trovare molte più occasioni per incontrare la bella sorella transessuale della mia fidanzata.
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