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Gay & Bisex

Sono etero....se vuoi provare...


di sportivobsx
13.07.2022    |    24.131    |    10 9.6
"Sorrido prima di fare quei due passi per andare a casa mia..."
Andrea è stato il mio vicino di casa quando ero adolescente. Io 15enne bazzicavo spesso a casa sua, stesso pianerottolo, porta a porta, balconi delle camere comunicanti. Lui aveva superato i 30 anni da un pochino, bello, moro, alto, fisicato. Impazzivo e gli dedicavo un sacco di seghe. Il massimo era vederlo in slip da cui si notava un gran bozzo o una volta che vidi le mutande usate per terra, le presi nascondendole e poi le sbaciucchiai per bene sentendo per la prima volta l’odore di maschio, di cazzo. Era fidanzato e un paio di anni prima aveva avuto un figlio da un’altra ragazza, ma lo vedeva pochissimo. Poi purtroppo si sposò e andò ad abitare via.

Negli anni lo ho sempre visto quando veniva a trovare i suoi ma ovviamente i rapporti erano saltuari e non più come prima. Ora mi ritrovo io più o meno alla sua età e lui un bel 50 enne, ha mantenuto pressoché tutto del fisico, sarà anche per il lavoro da preparatore atletico che fa, tanto che tutti gli danno del 30enne. Succede che a inizio anno divorzia e avendo lasciato la casa dove viveva all’ex moglie lui è tornato ad abitare dai suoi, ossia attaccato a me. E i nostri rapporti sono tornati quelli di un tempo, anzi più stretti visto che all’epoca ero solo un adolescente.

Complice il fatto che i suoi l’estate la passano sempre in montagna, lui è a casa solo e mi son ritrovato diverse sere a passarle da lui, tra tv, chiacchierate e qualche bevuta. Ed è stata proprio una sera di quelle a “tradirmi”, difatti parlando di figa gli dissi apertamente di esserne disinteressato e di avere ormai altri gusti, chiedendogli di mantenere la cosa per sè. La prese molto bene, mi ci vollero diversi giorni ma alla fine riuscii a convincerlo a sostituire la sega solitaria con la mia di mano e di bocca.

“Ciao Andre”, entrando a casa sua mentre entrambi ci tocchiamo il braccio in segno di saluto. “Sai sono un po’ agitato, non so se....”. “Non ti preoccupare, stai tranquillo, qualunque cosa resta tra me e te e se proprio non dovesse piacerti interrompiamo”, gli rispondo rassicurandolo. “Ok va bene. Mi spoglio”. “No, lo faccio io, resta così”, gli dico. Piedi scalzi, indossa una maglietta grigia e un paio di pantaloncini corti leggeri da tuta azzurri. Andiamo in camera, mi accovaccio leggermente per abbassargli i pantaloncini. Sotto ha un paio di slip grigi abbastanza aderenti che segnano bene la forma di un generoso cazzo, molle.

“Sdraiati nel letto, e apri la tua gamba sinistra”, gli dico, non prima di avergli tolto anche la maglietta e aver visto quel petto così allenato, con pochi peli concentrati giusto intorno ai capezzoli e dall’ombelico in giù. Si sdraia, apre la gamba sinistra, io resto in maglietta e pantaloncini e mi distendo tra le sue gambe, col cazzo già durissimo che pulsa a contatto con il letto e con il cuore che batte all’impazzata. Gli tocco, o meglio palpo, gambe e petto per la prima volta. Meno male che prima di venire mi ero segato già due volte in previsione del fatto che altrimenti sarei venuto subito. Dopo poco gli tolgo gli slip liberando quella meraviglia di cazzo, seppur ancora molle. Peloso ma con i peli ben accorciati, la cappella semicoperta e un’asta di tutto rispetto già nella lunghezza e anche nello spessore.

Lo guardo, gli dico di stare tranquillo. Mi abbasso, appoggio la guancia sulla sua coscia aperta e il sentirne i peli e quella gamba contro viso e corpo mi eccita da impazzire, con l’altra gli dò una massaggiata al petto e avvicino le labbra al cazzo. Vorrei iniziare a sbaciucchiarlo, ma la foga fa si che una volta vicino apro la bocca e lo accolgo tra le labbra, ancora moscio.

Un brivido mi pervade la schiena, forte, enorme. Credo di svegliarmi da un momento all’altro e che tutto sia un sogno, invece no, è tutto vero. Faccio su e giù con la bocca un po’ di volte finché sento che sta iniziando a crescere, dentro la mia bocca. Continuo finché diventa davvero duro, lo tolgo dalla bocca, lo guardo e dico “che meraviglia”. Un gran palo che svetta sopra due palle pelose, belle possenti e piene e che termina con una cappellona ormai quasi completamente scoperta. Un’opera d’arte, più che un cazzo.

“Come sei delicato”, mi dice dopo tutto quel silenzio. “Grazie, merito suo”, gli rispondo mentre avvicino le labbra all’asta e la sbaciucchio. Uno, due, tre baci e ogni volta che le mie labbra vanno a contatto con l’asta mi provocano un brivido. Che bello e soprattutto che buono. Tenendolo con una mano scendo con la bocca e la affondo su quel bel paio di coglioni grossi e pelosi, li bacio, li prendo in bocca e me li succhio a dovere. Lo sento che inizia ad ansimare. E mi eccito ancora di più.

Piano piano salgo percorrendo l’asta con labbra e lingua cercando di non tralasciarne nemmeno un angolino, finché raggiungo la cappella. La avvolgo con le labbra, la coccolo con la lingua, alternando leccate a baci. Me lo tolgo dalla bocca, lo guardo negli occhi. “Sei bravissimo, una bocca morbidissima”. Gli sorrido e gli dico “è buonissimo”.

E riprendo il mio lavoro stavolta leccandolo tutto come se fosse un gelato e facendo dei giochini con la lingua, che devono farlo impazzire sentendo come gode e che fanno impazzire anche me. Continuo così per un po’ finché arriva il momento del pompino vero e proprio. Apro bene la bocca e mi infilo dentro tutto quel nerchione, grosso, duro, possente e inizio a pompare a dovere, prima piano per farlo godere e per godere bene, poi sempre più forte fino a ciucciarlo come un forsennato.

Ormai anche lui ha perso la timidezza iniziale e mi fa capire vuole assumere lui il comando della situazione. Lo lascio fare e in breve mi trovo giù dal letto, in ginocchio con lui in piedi che mi scopa la bocca come si deve. Si ferma quando sta per venire. Gli dico di continuare ed ecco che a breve quel cazzone inizia a sborrare inondandomi letteralmente viso, capelli e bocca. Gli bacio le palle, svuotate, e me lo rimetto in bocca ancora un pochino prima di farlo tornare a riposare.

Passa un attimo di imbarazzo in cui nessuno dei due sa cosa dire, finché sono io a rompere il silenzio “Allora che ne dici?”. “Non cambio idea sui miei gusti ma sei veramente bravo, troppo”. Sorrido prima di fare quei due passi per andare a casa mia. Ripenso alla gran pompa appena fatta e mi dico che si, lui è uno di quelli a cui darei anche il culto per la prima volta. E anche un’altra cosa, suo figlio, che ora ha quasi 21 anni, scopa la bocca proprio come il padre, ha letteralmente preso da lui...

Racconto di un fatto realmente accaduto, ho solo modificato qualcosa sulle tempistiche nella narrazione...
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