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Il Pacco Regalo - prima parte -


di Zackgreat
30.09.2022    |    5.730    |    3 9.1
"L’ho masturbato un po’ e poi ho cominciato ad usare la lingua..."
NB il protagonista di questo racconto è gay. Sebbene non ci siano scene esplicite, ci saranno amplessi sia etero che bisex che gay nella seconda parte.
Sono graditi i commenti o anche i messaggi privati per discutere e parlare dei miei racconti. Grazie e buona lettura :)

Mi chiamo Ale. Alessandro in realtà, ma nemmeno mia madre mi chiama per nome. Il giorno del mio trentesimo compleanno ho ricevuto un bel regalo da mia sorella. Mia sorella si chiama Alice e ha quasi 4 anni meno di me. Bellezza mediterranea, mora, occhi profondi come un pozzo in cui perdersi. Un seno alto, sodo e un sedere che sfida la forza di gravità. Un metro e sessanta di bimba sexy. Dice che le ho rubato l’altezza perché sono alto più di un metro e novanta. 1,92 per l’esattezza. Quando lo dice io me la carico sulle spalle e le faccio sfiorare il soffitto di casa fra le sue grida e le sue risate. Le voglio molto bene e credo di amarla, ma non mi attrae granché: questo perché sono gay. Alice lo sa da quando andavo al liceo e mi ha beccato in camera a spompinare un mio compagno di classe, Diego. Gran figo, nuotatore e troppo timido per provarci con le ragazze, così io ne approfittavo e gli succhiavo le palle tre volte alla settimana, dopo i suoi allenamenti. Sapeva sempre di cloro, di pulito e la sua sborra era sempre abbondante. Grande annata la quarta liceo.
Comunque, dicevo, in una di quelle occasioni Alice entrò di corsa in camera e mi trovo con la mandibola spalancata da quel gran pezzo di carne.
“Oh…scusa…la porta…” disse, e poi la chiuse. A Diego divenne ancora più duro e lo pompai fino alla sborrata finale: mai vista così tanta roba uscire dal suo cazzo. Dopo cena ne parlai ad Alice e fu tutto molto chiaro subito. Le dissi che non lo avevo ancora detto in giro per non creare problemi in casa, ma che vivevo la cosa con molta leggerezza. Anzi, poterne parlare con lei mi avrebbe di certo aiutato. Da quel giorno divenne la mia confidente, una amica anche se sorella con cui ci scambiavamo pareri sui ragazzi e gli uomini che ci piacevano. Sono gay, ma non si direbbe da fuori, così le nostre chiacchierate erano sempre molto serie, per poi sfociare nel volgare andante.
“Quello deve avere un cazzo da stirarmi il culo” dissi una sera. Alice si mise a ridere così forte che mi raccontò di un ragazzo che le piaceva, Matteo, e di come volesse provare a farlo con lui per la prima volta.
“E qual è il problema?” chiesi.
“Eh, sai, non sono capace”
“Ma certo che sei capace: baci, cazzo dritto, il buco è lì in basso”
“Dai! Lo sai cosa intendo. E se lui se ne accorge? E se non gli piace perché non sono esperta come le altre?”
“Ma ha avuto delle altre?”
“Boh. Non lo so…”
“Vabbè, facciamo così: Guardiamoci qualche porno assieme così ti fai un’idea di cosa fare e cosa no”
E fu così che diventammo spettatori di migliaia di video porno di ogni genere: anal, BB, squirting, big cock, ecc… . Alice ne fu prima divertita, forse per l’imbarazzo, poi interessata e infine si mise a studiare con impegno. Una sera prese un cetriolo dal frigo grosso come il mio polso per provare a pomparlo con la bocca.
“Un cetriolo? Guarda che non sono tutti così grandi”
“Matteo è circa così in realtà” rispose lei. Le mie labbra sussultarono un momento di troppo.
“Davvero? Ma dai”
“Hey, guarda che è il mio ragazzo, tieni le tue mani lontane” mi disse scherzando, anche se la mia passera anale prese a sudare al solo pensiero.
Sì, sono un po’ troia, senza grandi limiti, e non mi vergogno ad ammetterlo con chi mi conosce. Non ci vedo problemi a fare di tutto per godere, nel sesso. Insomma, che senso ha mettersi dei limiti che non vogliamo metterci?
Fatto sta che il discorso finì lì, ma il sabato sera successivo Alice mi raccontò della sua prima volta.
“Come è andata?” chiesi curioso di sapere i più torbidi dettagli di quel gran pezzo di carne del suo ragazzo.
“La prima parte bene. L’ho masturbato un po’ e poi ho cominciato ad usare la lingua. Alla fine gliel’ho preso in bocca. Ale, non puoi capire la fatica: mi è cresciuto fra le labbra, mi otturava la gola e per respirare dovevo sfilarlo ogni volta. Lui non voleva ovviamente, e allora era come se mi scopasse la testa”
“Facefucking, ci sta”
“No, non ci stava! Mi è arrivato in gola e ho cominciato a tossire come una lebbrosa. Che figura di merda!”
“E lui”
“Lui era super eccitato del pompino, anzi ha detto che gli piaceva vedermi così. Mi sono spogliata e ho continuato a pomparlo stesa su di lui. Intanto mi ha leccato la figa a dovere. Ecco, su questo è davvero bravo! Mi sono bagnata subito. Poi mi ha preso con le dita ad uncino, così, e fra la penetrazione superficiale e lo sfregamento sul davanti sono venuta in fretta!”
“Se venuta con un ditalino?”
“No no era una sfregata forte, ho proprio squirtato. Altra vergogna, mi sentivo un’imbranata. Ma Matte è stato carino, mi ha abbracciato, tranquillizzato e mi ha chiesto se ero pronta per il pezzo forte”
“E che pezzo!”
“Scemo. Comunque ha funzionato, così ho fatto come mi hai detto: io sotto e gambe larghe per lui. Lui è entrato piano piano e…”
“Oh, è il preservativo?”
“Ovvio che lo aveva. Un po’ strettina, ma te l’ho detto che ha un gran cazzo. In ogni modo, con la punta non ci sono stati problemi. Quando è entrato il resto invece mi ha dato fastidio all’inizio, poi tutto è filato liscio. Non è nemmeno uscito sangue”
“Forse avevi l’imene già aperto. Con tutti i ditalini che ti sei sparata”
“Forse” disse Alice tirandomi un cuscino e ridendo “Però pensavo durasse di più”
“È venuto subito?”
“Non subito, circa 20 minuti”
“Bella, ti devi considerare fortunata!”
E da quel giorno sono passati quasi 10 anni, il che ci porta al giorno del mio trentesimo compleanno. Alice mi trascina al piano di sopra di casa nostra (in realtà casa sua, io vivo altrove già da qualche anno) e mi mette le mani davanti agli occhi salendomi in groppa come una bambina. La lascio fare, anche se mi sarei aspettato il regalo questa sera assieme alla festa con gli amici.
“No, non posso dartelo stasera. Adesso o mai più” mi dice molto risoluta. Accetto senza fiatare e mi faccio trascinare nella mia vecchia camera, che è diventata la sua dato che è più grande. Chiude la porta alle mie spalle intimandomi di tenere gli occhi chiusi, perché non ha più le mani sulla mia faccia. Obbedisco. La stanza è buia, lo percepisco anche ad occhi chiusi. Poi di colpo accende la abat-jour e una luce calda illumina tutto.
“Apri!” grida. Io li apro e per un momento penso di aver visto male. C’è Matteo sul suo letto. Matteo è il ragazzo di Alice da più di dieci anni, quindi è diventato come uno di famiglia. Non è cambiato molto, anzi ha cominciato ad allenarsi sempre di più per la squadra di football del quartiere, quindi ha messo su anche un discreto fisico palestrato. Due spalle enormi e due braccia scolpite, che ora sono tese, legate alla spalliera. In bocca quella che sembra una mutandina di mia sorella e poi un foulard per non togliersela da lì. Anche le gambe sono legate da due cinture che normalmente Alice usa per uscire. Ah, dimenticavo, Matteo è nudo, ha lo sguardo allucinato e si lamenta rumorosamente.
“Ali, cosa cazzo…?” chiedo senza riuscire a fare finta di non notare il suo cazzo moscio sulla coscia: una bestia di 20 centimetri adagiata sul quadricipite leggermente peloso. Ecco che la mia fighetta anale comincia a sbavare.
-Oh insomma, non è il caso adesso, piccola zoccola!- Penso severamente, e subito l’ano si richiude in se stesso come le antenne di una lumaca. Alice saltella verso Matteo e gli prende il mento fra le mani.
“Glielo dici tu o glielo dico io? Oh già, tu non puoi dire un cazzo imbavagliato come sei! Lo stronzo mi ha tradito con Patty, quella delle cheerleader".
“Patty?”
“Lei e anche un’altra, ma non ho capito chi. Ma lo scoprirò”.
“Ne sei certa?”.
“Sì, lo ammesso lui stesso mentre gli succhiavo il cazzo qualche ora fa, vero? Mentre ti facevo credere che potevi dirmelo prima e mi sarebbe piaciuto farlo con voi. Una cosa a tre, vero pasticcino?” e gli molla uno schiaffo proprio sulle palle. Ahi. Sento male io per lui che si contorce come può, dato che è legato.
“Ok, fantastico è uno stronzo…ma questo che significa?” chiedo sempre più perplesso. Alice mi sorride.
“Non ho voglia di discutere, voglio capire se ha ancora voglia di stare con me, ma non posso fargliela passare liscia. Così ho pensato che, dato che Matte ti è sempre piaciuto , non negarlo, potresti scopartelo”
Sbatto le palpebre un paio di volte.
“Cosa?” rispondo, e anche Matteo da imbavagliato mi fa l'eco.
“Scopartelo, gli ripassi il culo come tu sai fare e se vuoi ti puoi fare pure scopare. Il coglione non lo sa me gli ho messo del Viagra nel succo poco fa. Allora, che ne dici? Tanti auguri fratellone!”
Sono senza parole e ho l’uccello che già sta partendo per altri lidi. La mia fregna anale, vabbè, non si tiene più, la sento colare lungo le gambe. È da un po’ che non batto chiodo e in effetti una scopata ci starebbe, ma mi chiedo se quello che stiamo facendo sia giusto.
“Ti stai chiedendo se quello che stiamo facendo sia giusto?” domanda Alice, come a leggermi nella mente. Annuisco e lei alza le spalle.
“Fanculo, lo riprenderò con il cellulare e lo userò contro di lui. Non credo che andrà in giro a dirlo a nessuno, vero traditore del cazzo?” ma la domanda non trova risposta se non altri mugugni e scuse ovattati dalle mutande di mia sorella.
Ci penso molto poco e comincio a spogliarmi. Sono in tuta quindi il cazzo mi salta fuori in fretta. Non è come quello di Matteo, ma un onesto 18 centimetri che svetta dritto dritto. Matteo comincia a scuotere la testa, terrorizzato. E la cosa un po’ mi eccita. Inizio ad avvicinarmi mentre mi sego l’uccello già duro.

(continua)
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