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La Prima Esperienza Di Una Fantasia In Famiglia. (I Parte)


di BluePink
23.10.2015    |    30.261    |    1 9.4
"Non so perché lo facesse esattamente, forse per portarmi via da quei tre perché preoccupata di una mia reazione di gelosia o perché voleva restare sola con..."
(Tengo a precisare che è una storia veritiera e priva di fantasia).
Nel lontano 2003 ero fidanzato con una bella ragazza riccia, la sua capigliatura era così folta che quando stava con le sue amiche era la prima ad essere notata, ma non solo per i suoi ricci. Quando camminava per strada era impossibile non far cadere gli occhi sul suo fondoschiena.
Era alta, slanciata, magra, fianchi pronunciati, vita stretta, seno all'insù (aveva una scarsa terza), mani sottili e ben curate, gambe lunghe e piedi molto graziati e delicati; quando usava i tacchi le sue caviglie valorizzavano i sandali che calzava.
Ogni angolo del suo corpo era degno di essere maliziosamente guardato; le sue movenze sprigionavano tanta sensualità, tutto era così armonioso.
Seduta, sdraiata, all'impiedi, e anche quando assumeva posture buffe, era un bel vedere, soprattutto perché i suoi indumenti erano sempre succinti e attillati, quindi, spesso faceva intravedere la lingerie che portava: il merletto del reggiseno e, soprattutto, l'elastico del perizoma che usciva fuori dai jeans e si perdeva tra le forme pronunciate dei suoi glutei. I pantaloni più datati si consumavano spesso nella parte circostante delle sue natiche, punto forte del suo didietro.
Non si preoccupava affatto se parte del suo intimo, quando si sedeva o si abbassava, venisse scoperto, anzi, dava l'impressione che lo facesse apposta per farsi notare e desiderare dagli altri, ed era anche un modo per farmi ingelosire. Sì, perché le piaceva vedermi geloso.

Quando a casa mia stavamo sul letto e ci coccolavamo, capitava alcune volte che ci raccontavamo delle fantasie erotiche, nella maggior parte eravamo noi i personaggi principali, ma non sempre lo eravamo.
A letto io ero sempre molto libero e deciso, sia nel linguaggio che nelle iniziative; mentre lei all'inizio non era totalmente disinibita e libera, ma solo quando raggiungeva una certa eccitazione sprigionava il suo vero istinto e desiderio sessuale e si aprivano ogni volta scenari passionali inediti, nulla era mai scontato o monotono.
Tuttavia, non ci sdraiavamo sulle coperte col pensiero di raccontarci qualcosa di provocante, avveniva tutto occasionalmente ed istintivamente: quando vedevamo un film con scene di sesso, uno di noi stuzzicava l'altro dicendo: "IMMAGINA SE QUELLA PERSONA NEL FILM FOSSI IO E ...". Da lì iniziavamo a raccontarci qualche storiella spinta, frutto di fantasia o realmente vissuta in passato. A volte era solo un pretesto per tirar fuori un desiderio proibitivo.

Mi piaceva raccontarle quello che mi passava per la testa, naturalmente cose più piccanti possibili. Le dicevo che andavo in estasi quando non tratteneva le sue voglie più nascoste. Quando perdeva il controllo ci sapeva davvero fare e per far accadere ciò spesso le appellavo aggettivi da "donnaccia", così mi trovavo davvero ad avere a letto una di quelle donne senza limiti. La donna che tutti avrebbero voluto in una notte di pura passione.
Anche se tutto questo la faceva godere molto, alla fine mi diceva sempre: “STORIE DI LETTO SONO E STORIE DI LETTO RIMARRANNO”. Trasformarle in realtà per lei non esisteva. Credo che avesse timore di perdermi o si preoccupava di cosa potevo pensare se avessimo realizzato una di quelle fantasie trasgressive.

Un mercoledì sera mi telefonò e mi comunicó che, prima di venire su da me, doveva far un salto da sua cugina, perché la madre aveva fissato un appuntamento con un rappresentante che arrivava da Roma insieme al nipote.
In realtà tra questa cugina e lei non c’era molto legame di parentela, perché sua cugina era figlia del cugino del padre e il ragazzo che scendeva col rappresentate, era il cugino di questa "presunta" cugina, quindi tra la mia ex ragazza e questo ragazzo non c’era nessun legame di sangue. Da bambine loro due stavano sempre insieme, perché il padre della mia ex era molto legato al padre di questa presunta cugina.
La mia ex fidanzata dovette accettare per forza di cose questo favore che le chiedeva “sua zia”, perché quest’ultima le disse che per motivi imprescindibili non poteva restare a casa e non voleva rimanere la figlia sola quel pomeriggio.
Io le feci capire che non ero molto entusiasta che andasse lì, perché sapevo che questa “cugina” era un po' “libertina”, anzi forse un po' troppo. Infatti, la mia lei mi raccontò alcune avventure che ebbe questa lontana parente, “la cuginetta”.
A telefono mi riferì che la prova del rappresentate sarebbe finita verso le ore 22.30 e poi mi avrebbe raggiunto a casa e quella sera sarebbe anche rimasta a dormire da me, perché a sua madre aveva detto che sarebbe rimasta a dormire da questa cugina.

Così venendo a sapere di questa magnifica notizia, cioè che potevamo approfittare di dormire insieme, e, pensando che alla dimostrazione di quel rappresentate c'era molta gente, quindi, non poteva mai succedere nulla di equivoco, acconsentii ben volentieri.
Devo dire che a quel tempo ero molto geloso di lei, ma soprattutto anche lei di me.

Ormai erano le ore 23.15 ma lei ancora non era arrivata a casa mia. Le inviai un “sms”, chiedendole aggiornamenti.
Dopo circa 20 minuti mi telefonò, la sua voce era un po' fiacca e mi riferì che l'auto non le partiva ed era risalita da “sua zia” e mi chiese se potevo passare a prenderla. Le dissi di farsi trovare giù al palazzo, così non avrei perso tempo a salutare tutti.
Non vedevo l’ora di restare solo con lei, non volevo perdere un minuto di quella serata che stavamo per trascorrere insieme io e lei.

Arrivai sotto al palazzo dove abitava la “cugina”, ma lei non c’era, così parcheggiai vicino alla sua auto e attesi un paio di minuti, ma non arrivava, allora le inviai un “sms”. Dopo 3-4 minuti mi chiamò e mi chiese di salire, perché i suoi parenti volevano salutarmi.
Scocciato e un po’ infastidito presi l’ascensore, arrivai al piano superiore, uscii e chiusi la porta dell’ascensore e mi accorsi che mi avevano lasciato la porta di casa socchiusa. Entrai dentro senza suonare e vidi che la casa era illuminata da una sola lampada che stava posizionata tra il salone e il disimpegno dell’entrata principale, c’era luce soffusa. Chiusi la porta dietro di me, feci giusto un passo avanti e, guardando oltre il disimpegno di quell’entrata, non riuscii a credere quello che mi era apparso davanti ai miei occhi: la mia ex rideva e scherzava con il rappresentate (un uomo di 40 anni di bella presenza) e il nipote di “sua zia” (un ragazzo di 22 anni di media altezza, ma robusto) seduti sul sofà. Tutti e tre stavano molto appiccicati, c’era molto contatto fisico.
Il rappresentate, che sedeva alla sua destra, indossava un abito blu scuro e camicia bianca, sbottonata fino al petto, quasi fiero a mostrare parte del suo pettorale virile; l’altro ragazzo, alla sua sinistra, aveva una t-shirt bianca, un paio di Jeans strappati molto aderenti e scarpe ginniche; lei, tutta in nero, che sedeva al centro dei due, si presentava con un vestitino corto, calze a rete e stivaletti di pelle con borchie.
Sapevo già come si era vestita, perché il giorno prima espressi il desiderio di vederla “total black”.
Stavo per prendere il controllo, perché non solo trovai la mia ragazza in mezzo a quei due uomini, ma il nipote di “sua zia”, oltre a starle seduto così intimamente vicino alla sua sinistra, aveva un’enorme protuberanza in mezzo alle gambe, sembrava che nascondesse un arnese.
I miei pensieri si mescolavano tra loro, la mia gelosia stava per venire fuori con una grande scenata. Non capii più nulla, non mi sembrava vero vedere lei così intima con quei due.
Mi diede molto fastidio, il sangue mi stava salendo alla testa.
Ad un tratto, dietro di me, una voce mi fa: “HAI CHIUSO BENE LA PORTA?”. Mi voltai, impallidito dalla delusione della mia lei, era la “cugina”, vestita con un pantacollant grigio molto aderente che le delineava nei minimi particolari il basso ventre. I suoi capezzoli, grandi e turgidi, si "spingevano" sotto la sua canotta di colore blu navy, le andava così stretta che sembrava la sua seconda pelle. Le sue scarpette, bianche con logo dell’Adidas rosa, la rendevano tremendamente sexy anche se era vestita sportiva.
I miei occhi non potettero far a meno di notare da subito la sua femminilità così dirompente anche vestita in quel modo.
"CHE DICI, SALUTIAMO E ANDIAMO VIA O CI INTRATTENIAMO CON MIA CUGINA FINO A QUANDO NON RIENTRA SUA MAMMA?". Era la mia ex che con una voce ironica e calda, e come se nulla fosse, mi faceva prospettare che qualcosa bolliva in pentola. Il suo tono di voce ad un tratto mi fece rasserenare e la sua mano, che poggiava proprio in quell'istante sulla gamba di quel rappresentate, non mi recò fastidio, anzi mi diede una certa adrenalina. Guardai ancora per un attimo quella mano che accarezzava quasi l'interno coscia di quell'uomo, alzai lo sguardo e vidi lei che mi fissava con gli occhi da gatta e con un accenno di sorriso. Capii la sintesi di quel suo sguardo e il continuare a massaggiare delicatamente l’interno coscia di quell’individuo..
Il ragazzo alla sua sinistra mi invitò di rilassarmi.
Sua cugina mi chiese di seguirla in cucina per scegliere una bottiglia di vino da bere. Mi prese per mano e mi tirò dietro di lei per seguirla.
Quel pantacollant era come se non l'avesse: da dietro le avvolgeva tutto il fondoschiena, quel bel vedere era invitante. Mi venne fame, fame di ciò che avevo davanti agli occhi, quel culetto così tondo che mi sculettava davanti, mi fece perdere il senno, non pensai nemmeno più alla mia ragazza che la lasciavo con quei due uomini.
Le emozioni negative e positive che provavo erano così tante che si mescolavano fra loro, ero confuso, ma sentivo solo che ad un tratto ero eccitato.
Mi teneva la mano molto stretta, come se non volesse che mi allontanassi da lei e questo mi diede un enorme piacere. Non so perché lo facesse esattamente, forse per portarmi via da quei tre perché preoccupata di una mia reazione di gelosia o perché voleva restare sola con me, ma sinceramente del perché non me ne importava, ma questa sua azione mi faceva sentire sicuro di poter osare.
Appena varcato l'uscio della cucina, mi lasciò la mano ed aprì la porticina di un pensile dove c'erano le bottiglie di vino. Con la punta dei piedi cercava di alzarsi per allungare di più il braccio per afferrare una bottiglia. Guadai quella sua postura intrapresa in quel momento, così ingenua e sensuale, più la guardavo più avevo desiderio di averla, di abbracciarla, di toccarla, di sentire il suo odore e soprattutto il suo calore su di me.
Si spingeva in su con piccoli salti, facendo così ondulare e vibrare le sue natiche vistose come anche il suo seno abbondante (una scarsa quarta).
Non riuscivo a credere che cosa stesse accadendo e soprattutto cosa stessi vivendo in quella serata, sembrava tutto così irreale, non riuscivo ancora a crederci, temevo anche che tutto ad un tratto potesse finire, o col ripensamento della mia ex per gelosia o con l'arrivo dei suoi genitori da un momento all’altro.
Mi avvicinai a lei e feci sentire il mio corpo dietro di lei: "ASPETTA, LA PRENDO IO!", le dissi.
Si voltò solo con la testa, mi sorrise e in un attimo mi baciò.
Mi spinse in bocca tutta la sua lingua, che la gustai e ci baciammo con grande foca. Ci gustammo le nostre lingue piene di desiderio.
L'abbracciai da dietro stringendola a me e le feci sentire quanto la desiderassi. Mentre continuavamo a baciarci passionalmente, con ripetuti morsi sulle labbra, lei spingeva il suo fondoschiena sul mio pube e, con movimenti circolari, mi sprigionava tutto il calore della sua vogliosa vagina. Quel pantacollant era davvero come se lei non avesse nulla addosso, era come stessimo facendo petting nudi.
Lei strofinava la sua fica e i suoi glutei sopra al mio pantalone, le mie mani le stringevano i suoi seni, provai a cacciarli fuori dalla canotta che indossava, ma era strettissima. Gliela sollevai scoprendo tutto il suo seno e gliela rimasi tra lo sterno e il petto. Le andava così stretta che il suo seno appariva ancora più gonfiò, perché la canotta glielo comprimeva.
Da sotto, le mie mani presero i suoi seni accarezzandoli fino ad arrivare a toccarle i capezzoli, così grandi e scuri.
Il suo corpo era molto accaldato.
La feci voltare e la ristrinsi al mio corpo, le stringevo le natiche spingendo il suo bacino sul mio sesso. La zip dei miei pantaloni iniziava a darmi fastidio quando lei premeva con la sua intimità sulla mia, perché ormai il mio sesso stava sul punto di scoppiare.
Mi fece fare due passi indietro, poggiai le mani sul tavolo e bruscamente mi tirò fuori dai pantaloni la camicia, la sbottonò strappandomi alcuni bottoncini, me la tolse da addosso e la buttò a terra. Iniziò a baciarmi e farmi sentire la sua lingua per tutto il mio petto liscio, fino a scendere per l'addome. La sua lingua giocava dentro al mio ombelico; una sua mano mi teneva la cintura del pantalone e l'altra mano la tirava per sfilarmela. Sbottonò il pantalone e di bottò me lo abbassò e me lo tolse.
Avvicinò il suo viso al mio slip dove c’era la sagoma del mio membro e ci strusciò sopra le sue guance per poi darci dei baci e morsi con le sue carnose labbra.
Senza scostarsi e facendomi sentire la lingua sopra al mio intimo, me lo abbassò e appena il mio glande uscì fuori lo fece scomparire dentro la sua bocca, più abbassava lo slip più gli entrava dentro fino a sentirle la gola.
Lo tirò fuori inumidito e continuò a baciarlo e a leccarlo con convinzione, lo afferrò con una mano e, stringendolo molto forte, iniziò a scappellarlo, muovendo velocemente la sua mano su e giù. Me lo teneva così stretto che quanto veniva scappellato provavo un po' di fastidio, ma anche questo in quel momento faceva salire la mia eccitazione.
La presi con braccio e la feci alzare e la girai di spalle. Le tolsi completamente la canotta. Avevo davanti a me la sua schiena, sembrava il collo di un cigno. Le presi tra le mani di nuovo i suoi seni baciandola il collo e poi giù per la schiena; le mie mani accarezzavano tutto il suo busto fino ad abbassarmi e arrivare all'altezza del suo fondoschiena.
Afferrai ai suoi fianchi l'elastico del pantacollant e fu così che mi accorsi che non portava gli slip.
Ero convinto che avesse un perizoma.
Lentamente glielo abbassai per godermi appieno quello che sarebbe venuto fuori sotto a quell'indumento, così scoprivo l'incavatura formata dai suoi glutei prosperosi fino ad arrivare all'estremità delle natiche che si dividevano tra loro formando una curva arguta a sinistra e a destra, sode e ben formose. In questo punto del suo sedere l'indumento che indossava fu più difficile abbassarlo, dovetti allargarlo di forza e quando ci riuscì i suoi glutei vibrarono e lì mi venne d'istinto darle un forte ceffone sulla natica destra lasciandole il segno della mia mano. Si girò di scatto ed ebbe un'espressione di piacere mordendosi il labbro inferiore della bocca.
Me la trovavo davanti a me completamente nuda, come l'avevo sempre immaginata quando a letto raccontavo qualche fantasia erotica su di lei alla mia ex. Non credevo ai miei occhi, il cuore mi batteva alla all'impazzata.
Lì in fondo ai suoi glutei, in penombra, compariva tutto il suo "fiore" completamente depilato, liscio e dannatamente invitante. I suoi due glutei erano come un guscio che custodiva all'interno il frutto pregiato, la sua candida vagina.
Le diedi dei baci e dei morsi sulle natiche, le afferrai con le mie mani e, con movimenti circolari, le facevo toccare fra loro, per poi divaricarle per farmi mostrare tutta la sua più proibita intimità.
Portai la mia testa ad un centimetro dalla sua vagina per sentire quel suo odore più intrinseco di donna, ed era proprio un odore che seduceva ancora di più la mia voglia e la mia fantasia. Le leccai il buchino dell'ano, perché era come se lei lo stesse desiderando, visto come si era posizionata col bacino. Scesi più profondamente in mezzo ai suoi glutei e le baciai la vulva per bagnarmi le labbra del suo sapore. La trovai così umida che quando feci pressione con la lingua mi accorsi che era tutta un lago.
La voglia cresceva senza limite, iniziai a leccargliela con passione, le stringevo le natiche e le tenevo sollevate in modo che potessi godermi bene quella visione.
Il suo frutto di passione vampava di calore e di umori, fremeva per essere posseduta.
Qualcosa cadde a terra nel salone, ci fu un tonfo che ci fece sbalzare.
Mi preoccupai dell’arrivo dei suoi genitori, ma mi rassicurò che la madre prima di arrivare a casa l’avrebbe chiamata perché non avevano con sé le chiavi di casa.
Quel rumore mi fece ricordare della mia ex e di quei due ragazzi che stavano seduti sul salotto dall'altra parte della parete.
Mi alzai e le poggiai il mio sesso marmoreo tra i suoi glutei, schiacciai le sue natiche su di esso per comprimerlo ed iniziai a strofinarlo su e giù per godermi quelle sue chiappe. Lo feci incanalare un po' più giù, dove il mio glande le strisciò sul buco del culetto per poi fermarlo sulla parte più calda ed umidiccia, sulla sua vagina. Tenendo ferma la mia cappella, ormai gonfia, tra le grandi labbra e l'inizio del tunnel della sua vulva, da dietro la nuca l'afferrai con i capelli raccolti con un elastico rosa fluorescente, le strinsi, con l'altra mano, il suo seno sinistro e iniziai a farle sentire la pressione del mio membro che la stava per penetrare prepotentemente. Volevo farle capire quanto ardore bramava dentro di me per lei.
Si voltò e mi chiese di fermarmi.
Non riuscivo a capire perché.
Mi disse, con voce flebile e con le guance arrossate: "ANDIAMO DI LA', QUI STIAMO SCOMODI, NEL SALONE CI DIVERTIREMO DI PIU'”
Mi prese di nuovo per mano e mi tirò per seguirla di là.
La fermai chiedendole di metterci qualcosa addosso perché io ero "in tiro" e non sapevo come potesse prenderla la mia ex vedendoci svestiti e desiderosi di passione, mi rispose di stare sereno e pensare solo a divertirci tutti insieme.
"..tutti insieme", non avevo ancora capito cosa avesse in mente.

(PRIMA PARTE...)
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