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L'incantesimo della Strega (4° parte): sconfitta


di Ermesincuriosito
12.02.2022    |    5.404    |    1 8.5
""Adesso hai sete" continua con la voce diabolica..."
Quella notte abusammo più volte di Beatrice, che continuava ad aver orgasmi come in preda ad un demone della lussuria.
Le nefandezze di quella notte sotto la guida perversa di Giulia sono impossibili da raccontare, per quanta la vergogna che provo ogni volta che ci ripenso.
Io ero lì col corpo, ma non con la mente, ero come in trance, come se la mia anima avesse lasciato il corpo e lo guardava schifata mentre strappavamo l'innocenza di Bea.
Giulia la violò analmente e vaginalmente più volte con i sui vibratori, prendendole ogni verginità.
Il primo ricordo lucido che ho è quello dell'orologio in bagno che segna le 8:05, di me che mi faccio la doccia e come un automa mi vesto per uscire e riprendere la normale routine.
Giulia uscì dalla stanza ancora assonnata, venendomi incontro. Indossava una semplice camicetta da notte, nessun intimo. Dal suo intimo proveniva un insopportabile odore di umori, urina, saliva, sangue. Mi fece schifo.
Non avevo il coraggio di guardarla. Davo a lei la colpa di tutto, quasi credendo mi avesse stregata per davvero.
Provò a toccarmi.
Con uno schiaffo scansai la mano.
"Tutto ok?" Mi apostrofò parecchio infastidita.
Con gli occhi in lacrime, trovai la forza di vomitare addosso la mia frustrazione "No! Quello che abbiamo fatto, che mi hai fatto fare è sbagliato, orribile. Io non sono così, non voglio esserlo! Non voglio mai più vederti" le vomitai addosso.
"Dai, che dici, abbiamo passato una serata piacevole" ghignò Giulia.
Il suo sorriso mi mandò ai nervi. Scattai. E le diedi uno schiaffo sul viso.
Non avevo mai alzato un dito in vita mia. Non avrei mai voluto farlo..non sapevo cosa mi avesse preso.
Mi vergognai ancora di più di me stessa.
Prima che potesse aggiungere altro corsi via, in lacrime, diretta in università provando a cercare rifugio nello studio.
La mattinata non fu affatto proficua. Invece che pensare al diritto internazionale, non facevo altro che pensare a quello che avevo fatto e a mia cugina.
Oddio Bea..l'avevo lasciata lì da sola. Ma cosa avrei potuto dirle? Con che faccia potevo chiederle perdono?
Simona, la mia tutor universitaria, mi vide scossa, provo ad aiutarmi posandomi una mano sulla spalla e chiedendomi se andasse tutto bene. Scattai anche con lei urlandole contro, per poi rendermi conto della stupidità del mio comportamento. Corsi via dall'università, anche da lì in lacrime, mente sentivo qualche voce dire "Ma che ha?" "Ma è pazza?"

Inebetita da questo turbinio di emozioni negative e fallimenti, mi trovavo a girovagare per la città, senza una meta, persa la cognizione del tempo e dello spazio.
Ferma al semaforo senti un clacson ed una voce chiamarmi "Marta? Ma che ci fai qui? Tutti bene"

Era Giulia

"Oddio ma che è successo?" Mi chiese vedendo il volto segnato dalle lacrime. "Dai salta su!" Mi invitò.
Stupidamente accettai.

In macchina non le rivolsi la parola. E anche lei fu al quanto silenziosa ma il tragitto fu stranamente breve. Entrammo nel parcheggio di un condominio due isolati dopo.
Salimmo al sesto piano, e Giulia aprì la porta di un grazioso appartamento invitandomi ad entrare.
Fu solo in quel momento che le chiesi spiegazioni "Ma tu vivi qui?" Fu l'unica cosa che riuscì a chiederle.
"No no, è di una amica che..bè diciamo che le piaccio così tanto che mi lascia le chiavi del suo appartamento facendomelo usare a mio piacere".
Un'altra vittima del suo incantesimo, pensai.
"Ah ma l'hai vista, Barbara, era in camera mia l'altra notte" aggiunse come se nulla fosse.
"Ah.." fu l'unica cosa che riuscì a dire, rossa dall'imbarazzo.
"Vieni questo è il bagno degli ospiti. Perché non ti rilassi un po' nella vasca? Lì in quel cassetto ci sono degli oli e sali da bagno e qui trovi gli accappatoi puliti. Io preparo qualcosa da sgranocchiare".
Spaesata, feci quello che mi diceva, ritrovandomi di nuovo, sola con me stessa, questa volta nuda in una vasca di un'estranea che avevo visto una notte perdersi nelle perversioni di Giulia, le stesse perversioni in cui mi ero persa anch'io.
Imbarazzata e in preda ai sensi di colpa per quello a cui mi ero lasciata andare la notte prima, mi chiedevo in che modo approcciare Giulia e soprattutto allontanarla dalla mia vita e da quella di Bea. "Sicuramente mi starà aspettando di là mezza nuda, pronta a sedurmi in qualche subdolo modo, come al suo solito" pensai.
Fui sorpresa invece nel trovare Giulia così come l'avevo lasciata, senza nemmeno essersi data una rinfrescata, come se non avesse più alcun desiderio nei miei confronti. Come se, ottenuto quello che cercava da me e da Bea, fosse passata oltre, in cerca ormai della prossima preda.
Credendo di trovare anche lei uscita dalla doccia, mi imbarazzai ulteriormente per averla raggiunta in sala in accappatoio con i capelli raccolti in un asciugamano.
"Barbara è via per lavoro per un paio di giorni" mi tranquillizzò, "non arriva nessuno, stai serena".
Mi sedetti sul divano accanto a lei, ma a distanza. Sgranocchiai un po'di patatine facendo finta di seguire la TV.
"Cosa hai, Marta?"
Provai a spiegarle, tra un singhiozzo e l'altro, il mio turbamento, che non volevo continuare su quella via di perdizione. Non ero lesbica, non volevo essere lesbica, e diedi a lei la colpa di tutto, forse colpe che non aveva, ma lei continuava ad ascoltarmi senza aggredire. Singhiozzando la incolpai anche di ciò che avevo fatto a Bea, aneddoto che le strappo una risatina che mi infastidì non poco.
"Hai voluto provare qualche giochino nuovo con la tua cuginetta, e la colpa sarebbe mia?" Disse Giulia divertita. "Io non ti ho forzato in nessun modo, Marta. Se vuoi darmi la colpa di tutto ciò, fa pure. Ma la verità è un'altra." e aggiunse "La cosa in realtà che più mi ha ferito, non sono le tue parole, ma lo schiaffo che mi hai dato stamattina. Immotivato, senza una ragione reale, e per di più sei corsa via senza nemmeno scusarti." Aggiunse Giulia alzandosi.
Mi colpì e affondò.
Sprofondai di nuovo nella vergogna più nera. Volevo solo morire in quel momento.
Ancora chiusa nei miei pensieri, mi ridestò Giulia con un bicchiere di vino bianco in mano.
"Dai, beviamoci su" disse dolcemente "non c'è altro da fare, no?".
Lo buttai giù, cercando nell'alcool la forza per scusarmi di quanto fossi patetica.
"Giulia..io.." iniziai a balbettare "mi dispiace" riuscì a dire prima di scoppiare in lacrime, nuovamente.

Mi abbracciò dolcemente e mi portò la testa sul suo petto, consolandomi "Tranquilla, non è successo nulla..".

"Non avrei mai...dovuto darti quello schiaffo" continuai singhiozzando "io..non sono così..".

"Lo so lo so...non è nulla stai tranquilla" provava tranquillizzarmi.

"E non voglio fare più quelle cose con te.." riuscì finalmente a dire singhiozzando tra le sue braccia
"Lo so lo so" disse Giulia, "se non vuoi non succederà altro."

La strinsi forte e tornai a piangere su di lei.
In quel momento iniziai a sentire il suo odore. Non era lo stesso di ieri notte, era diverso, non profumava, aveva addosso l'odore di chi ha lavorato tutto il giorno negli stessi vestiti, ma non era del tutto sgradevole.

Mi staccai da lei ricomponendomi.
"Vieni facciamoci un altro bicchiere!" mi disse.
Balbetto qualcosa per provare a declinare, ma Giulia non mi lascia il tempo di formulare una frase compiuta e mi ritrovo con un altro bicchiere di vino.
Bevo di nuovo, e i freni inibitori iniziano a cedere.

Continuiamo così, a parlare del più e del meno e tra battutine, risatine, l'alcool inizia a fare il suo pericoloso effetto.

"Un altro bicchierino? O forse..vuoi bere altro.." mi chiede d'un tratto Giulia con fare languido e seducente posando una mano sulla mia gamba.
Ogni volta che Giulia parla di sesso, la sua voce cambia, i suoi modi cambiano, diventa più magnetica, ti penetra nel profondo
"No Giulia smettila, per favore, ti ho già detto.." le rispondo seccata

"Guardami" mi dice sensuale ma autoritaria Giulia
Voglio provare a me stessa di poterle resistere
Cado nella trappola e guardo i suoi occhi neri come la notte.

Giulia si fa sempre più vicina, e sempre più forte sento il suo odore, carico del sudore di una mattinata di lavoro e della perversione della notte precedente, ma alle mie narici non è spiacevole..è..perverso..come sempre. Inalo, iniziando ad inebriarmi più che col vino.

Mi sfiora la fessura. Un tremore mi investe, tremo ed un gemito soffocato mi sfugge..
"Però non te lo meriti." si bloccò Giulia ritraendosi.
Mi sento spiazzata, non capendo che sta succedendo.

Si adagia all'angolo del divano Giulia, lontana da me con il bicchiere in mano e le gambe accavallate.
"E poi anche se mi volessi, hai molto da farti perdonare, Marta" mi rimprovera.
"Facciamo così, fammi un bel massaggio ai piedi, e ti perdono per oggi" mi invita "per lo schiaffo dico" colpendomi nella mia vergogna, dove più mi fa male.

Nera in viso per i sensi di colpa, assecondo la sua richiesta. È incredibile come sia così facile per lei manipolare le persone.

Mi inginocchio davanti a lei, le tolgo le scarpe da tennis ed inizio a massaggiare il primo piede.
Le calzine sono ancora umide dal sudore di una giornata nelle scarpe, ma non mi arreca fastidio.
"Togli pure il calzino" mi suggerisce Giulia in tono autoritario. E così faccio.
Mentre massaggio, spinge il suo piede verso il mio viso, accarezzandomi. Istintivamente assecondo quel movimento con il capo inebriandomi del suo odore.
"Mi hai ferita, Marta..non devi farlo mai più" e dicendo questo infila l'altro suo piede tra le mie gambe, accarezzandomi nell'intimo.
Mi inizia a masturbare così, con il suo piede, mentre con l'altro continuano le carezze sul mio viso. Dolcemente, dalla guancia passa al mento e poi al labbro, già schiuso per il piacere che mi dava con l'altro piede. Le dita cercano la mia lingua, già pronta a riceverle.
Inizio ad ansimare fortemente per il piacere che sto ricevendo, mentre la mia bocca inizia a disobbedirmi e cercare sempre più un contatto intimo con i suoi piedi.

"Vuoi godere, Marta?" mi chiede bruscamente Giulia mentre il suo alluce si fa strada tra le mie labbra inguinali, facendomi sussultare di piacere.
Ho paura a rispondere, ho paura di quello che la mia bocca potrebbe dire. E intanto socchiudo gli occhi per godere al meglio delle sue carezze.
Sento le sue gambe muoversi, ma continuo a godermi le attenzioni del suo piede. Sento il suo bacino che si inarca, il pantalone che scivola giù. Un odore forte e pungente raggiunge le mie narici. Il suo piede si ferma, negandomi il piacere, nuovamente.
Apro gli occhi.
Mi ritrovo inginocchiata davanti a Giulia, tra le sue gambe, la sua vulva a pochi centimetri dal mio viso.
"O vuoi godere di lei?" chiede suadente Giulia, mentre con le dita accarezza la sua figa aprendola davanti ai miei occhi.
Una nuova ondata di quell'odore pungente mi investe. È sgradevole, ma allo stesso tempo inebriante.

Mi perdo di nuovo nella bellezza dei suoi genitali.

"Ti sta aspettando" mi invita Giulia, mentre con un dito si penetra lentamente. "voglio venire nella tua bocca, Marta.."
"No voglio.." dico in lacrime "voglio smettere di cedere a queste perversioni" riesco a dire, senza però trovare la forza di alzarmi. Gli occhi non si staccano dalla sua fessura.

Giulia continua lentamente a penetrarsi con il suo dito, io sempre più rapita seguo con gli occhi questa sua sensualissima masturbazione. Non riesco a muovermi, nemmeno quando Giulia strofina il suo dito carico di umori, sulle mie labbra, come a volermi mettere un rossetto invisibile.
Anche il suo sapore è pungente, non è come ieri. È più forte, molto più forte È sgradevole, ma perverso, così perverso che vorrei provarlo ancora e ancora..
"È delizioso vero?" sogghigna "Non mi lavo da ieri, sono rimasta così solo per te.voglio sia tu a pulirmi." mi seduce Giulia
"Puoi alzarti e andartene se vuoi, ma non mi rivedrai mai più" continua Giulia con tono autorevole
"..E non berrai mai più da me.."
"Baciala..." mi esorta mentre con la mano mi accarezza la testa "Leccala..." mi convince "Puliscila.." mi ordina
Sto cedendo..il suo odore mi dà alla testa e non mi permette di ragionare..Sono di nuovo in ginocchio davanti a lei, sottomessa ai suoi perversi desideri, Ma rinsavisco
"No! Non voglio Giulia..basta!" riesco a urlare destandomi d'un tratto da quell'innaturale torpore indietreggiando sul pavimento per allontanarmi da lei.
Giulia si alza e lentamente mi segue mentre io indietreggio da lei. I suoi mi guardano in modo diverso, mi scrutano, leggo eccitazione e voglia in lei e curiosità.
Potevo alzarmi e andare via, ma quella situazione aveva dell'erotico e inconsciamente mi stava eccitando provare a fuggire ma non del tutto.
Ma la mia fuga arriva al capolinea quando urto il tavolino.
Giulia mi raggiunge, i nostri sguardi fissi l'una nell'altra, senza proferire parola.
Solleva la gamba destra e la poggia sul tavolino alle mie spalle, ritrovandomi sotto il suo inguine, a terra tra le sue gambe.
"Guardala" mi dice la strega. E così feci non potendo fare altrimenti. "Adesso hai sete" continua con la voce diabolica.
Sarà stato l'alcool, o il fortissimo odore della sua intimità a pochi centimetri da me, ma effettivamente la bocca mia era secca, e iniziavo ad aver sete..
"No Giulia..aspetta.." provai a dire singhiozzando, avendo purtroppo intuito cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Ma non potei fermarla.
Posò una mano sulla mia nuca, mi afferrò per i capelli e mi fece inclinare leggermente indietro la testa, in modo da essere perfettamente frontale alla sua figa
"La pipì è deliziosa" recitò così la sua formula magica.
"La..pipì..è..no..Giulia..ti prego.." provai a supplicare in lacrime
"La pipì è deliziosa, bevila" continuva Giulia
"Eccola, la pipì è deliziosa, ripetilo" mi ordinò la strega. Non potei far altro che soccombere
"La pipì...è...deliziosa.." ripetei sconfitta

Fshhhhhh..

Il suo dolce e caldo veleno dorato mi investì il viso impregnando l'accappatoio.
Bevvi nuovamente il suo piscio.
Ormai non potevo più ribellarmi, ero sua. La verità è che ormai ero totalmente succube delle sue perversioni e non potevo vivere senza bere da lei.

Dopo essersi svuotata su di me, Giulia si sedette sul divano a gambe aperte. Non disse nulla, mi guardava solamente. Capì al volo cosa volesse: il bidet.

Gattonai verso di lei, tra le sue gambe e avidamente leccai la sua figa. Il sapore era forte, disgustoso, così disgustoso che era una droga irrinunciabile. Leccai ovunque, assimilando ogni suo sapore.
Giulia si girò stendendosi pancia sotto, in una posa di relax totale. Nuovamente senza nessun ordine, ma di mia iniziativa, mi inginocchiai tra le sue gambe, mi deliziai alla vista dei suoi glutei perfetti e ultimai il lavoro. Mi chinai sui suoi glutei, li divaricai con le mani e iniziai a leccare tra le natiche.
Leccai su e giù più volte prima di concentrarmi sulla sua rosellina. Le leccai l'ano con dovizia, prima più volte circolarmente, poi indurendo la lingua premetti sullo sfintere per entrare.
"Mmm..brava.." si complimentò con me Giulia quando riuscì ad entrare leggermente nel suo buchetto. Mi inebriai anche di questo altro suo sapore.
"Ti piace quello che fai?" Mi chiese Giulia.
"Si mi regina" le risposi sottomessa.

"Oh Marta!!" esultò Giulia di gioia abbracciandomi.
"Non sai che voglia che ho di venire nella tua bocca..Ma dobbiamo prepararci, tra poco arriverà tuo zio"
"Mio zio..?" chiesi stralunata
"Si si! ho dettoa Bea di chiamarlo e farlo venire qui a Milano"
"Ma perchè?" domandai
"Stanotte dobbiamo finire il nostro lavoro su Bea, sciocchina!" mi rispose con un grande sorriso
"Che lavoro..?" chiesi sempre più spaventata
"Ma come non hai capito? Voglio che come ultima cosa Bea sperimenti la perversione più perversa, il taboo più grande!" mi rispose mentre la guardavo interrogativa.

Con un'espressione carica di un'innocenza irreale Giulia continuò "Ma si, stasera faremo ingravidare Bea da suo padre!"
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