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Non è un paese per giovani… Cap. 4


di Pulcia
01.07.2021    |    7.227    |    8 9.6
"“Presto” gli sussurro impaziente e scendo dalla porta..."
La strada in salita verso casa di Franco ed Emma era stupenda, un panorama mozzafiato. L’avevo già percorsa alcuni giorni prima, ma oggi mi sembrava un’altra cosa. I colori più vivi, i versi degli animali, il cantare degli uccelli.
Stavo ancora stringendo le mutandine tra le mani quando controllo l’ora sul cruscotto. Le 12.25. Perfetto direi.

“Quanto manca Giuseppe?” Chiedo per conferma.
“Cinque minuti e ci siamo Bea, in perfetto orario!” Mi risponde sorridendo “ti conviene metterti le mutandine e sistemarti..”

“Credo che siamo decisamente in anticipo, Laura ha detto l’una al massimo!” Non ci credo, lo sto dicendo sul serio, sono veramente una troia allora! “Abbiamo tempo per sistemare un’altra cosa prima di arrivare dai Percelli. La mia mano sinistra si sposta fra le gambe di Giuseppe e le mie dita non faticano a trovare la sua enorme erezione. Era tutto il viaggio che continuavo a osservarla, non potevo resistere.

Mi giro verso di lui, i nostri sguardi si incrociano.
“Effettivamente mi sembra brutto arrivare così in anticipo!” E mette la freccia a sinistra entrando in un sentiero per trattori in mezzo al bosco.

Si ferma dopo una curva del sentiero. Spegne il motore.
Le mie dita sempre ad accarezzare il suo cazzo attraverso i pantaloni.
“Presto” gli sussurro impaziente e scendo dalla porta. Mi aggrappo al sedile con il culo all’insù sollevando il vestito.
Giuseppe fa il giro della macchina ed arriva già con il cazzo fuori. È viola da quanto è stato eccitato. E ci credo, si è guardato tutta la performance mia e di Roberto.

“Dai sbrigati” lo invito nuovamente
E in un istante si posiziona dietro di me. Con le dita mi frega tra le gambe, fino a trovare quello che cerca. Ci punta il cazzo duro e scivola dentro. Sono un lago. Sembra quasi che la mia micina lo risucchi dentro, come a constatare che sta meglio dentro che fuori!
Non ci sono sguardi, parole, niente. Solo puro ed animalesco istinto. E piacere, sempre, sempre di più…
Mi tengo stretta al sedile con le mani mentre Giuseppe, aggrappato ai miei fianchi, mi pistona senza remore, quasi trattenendo il fiato per lo sforzo. I colpi del suo bacino sulle mie chiappe risuonano secche nel bosco silenzioso.
Sento la sua mano destra ravanare con il mio seno, cercando di sfilarlo dal vestitino per prenderlo. Mi tengo ancora più saldamente con la sinistra al sedile e, con un movimento fluido della destra, sfilo la spallina, scoprendo il seno che Giuseppe stava bramosamente cercando.
La sua mano finalmente lo trova libero. Lo racchiude a coppa per un istante, come a soppesarlo, a gustarlo, ma poi le sue dita si chiudono sul mio seno, stringendolo e facendolo suo. Facendolo diventare punto di leva per il suo movimento ondulatorio costante.

L’effetto delle sue unghie, seppur corte e curate, sulla pelle del mio seno, mi manda una scossa tremenda lungo la spina dorsale, esplodo letteralmente in un orgasmo fragoroso, sento i miei umori schizzar fuori e colpire un indefesso Giuseppe, e poi colarmi lungo le cosce lisce fini a terra.
Non so perché ma godo mordendomi le labbra, quasi a trattenere i miei mugolii.
Giuseppe invece viene in un crescendo di “versi” gutturali di piacere, inondandomi per la seconda volta nella stessa mattina.

Il silenzio del bosco, rotto dai nostri respiri affannosi, ci circonda mentre riprendiamo fiato. Mi accorgo che sto ancora stringendo con forza il sedile del furgone. Mi rilasso e sposto tutto il peso sulle gambe mentre sento il cazzo di Giuseppe ammorbidirsi e scivolare fuori dalla mia fighetta, che continua a contrarsi nei postumi dell’ultimo orgasmo.

Do uno sguardo all’orologio sul cruscotto, sono passati appena tre minuti.
Mi giro verso Giuseppe sorridendo soddisfatta :”Emma sarà contenta, saremo puntualissimi!”
“Scema” mi apostrofa sorridendo “ora sbrigati!” Si rinfila il cazzo nei pantaloni e mi da uno schiaffetto sul sedere ancora scoperto, prima di avviarsi verso il lato di guida.
Mi pulisco velocemente con delle salviettine detergenti e siamo di nuovo in marcia!

Non appena Giuseppe suona due volte il clacson, lungo il vialetto di casa dei Percelli, Emma esce di fretta dalla porta salutandoci con entrambe le mani in alto e un sorriso enorme sul volto.
Sorrido anche io, salutandola con la mano fuori dal finestrino.

Scendo dal furgone di slancio, con il motore ancora acceso, e faccio solo a tempo ad allargare le braccia che Emma mi avvolge con le sue, dopo essermi corsa in contro.
“Non sai quanto sono felice di tutto!” Mi dice con le lacrime agli occhi “Non sai quanto significa per noi! Ci abbiamo provato in tutti i modi… ma io… io..” e comincia a singhiozzare lasciandosi andare fra le mie braccia.
La stringo forte per un istante lunghissimo quando veniamo interrotte da Giuseppe.
“Io raggiungo Franco e lo aiuto con il pranzo!” Dice a voce alta “ho una fame…” mimando il gesto con la mano sullo stomaco e strizzandomi l’occhio mentre Emma non vede.
Gli faccio l’occhiolino anche io e torno a concentrarmi sulla mia nuova amica, ancora con il volto affondato nella mia spalla.

Le poggio le mani sulle spalle e la allontano da me, guardandola dritta in faccia: “Emma, amica mia, stai tranquilla, ora ci sono io.” E le prendo le mani spostandole dai miei fianchi al mio ventre.
“Sono sicura che tu e Franco sarete degli ottimi genitori” la rassicuro convinta delle mie parole
“Oh Bea!” Mi risponde con voce roca “sei un Angelo. Il nostro angelo!” E mi stampa un bacio sulle labbra con schiocco.
Istintivamente scoppiamo a ridere entrambe, abbracciandoci e godendoci il momento. Dopo poco però Emma ritorna silenziosa e di getto le chiedo “che succede Emma? Perché di nuovo triste”
“Non triste” mi risponde lei con voce diversa a prima “preoccupata..”
“Preoccupata? Raccontami tutto..”

Emma comincia a raccontarmi mentre ci avviamo sulla panchina sotto il porticato della casa, mentre attendiamo che gli uomini ci chiamino per il pranzo.
Nonostante la spensieratezza del momento ascolto attentamente lo sfogo di Emma, che mi racconta, senza troppi giri di parole, la loro storia. Da quando ha conosciuto Franco, ancora alle superiori, di come il loro amore è sbocciato fino a farli sposare ancora diciannovenni fino alla loro incredibile scoperta, il fatto che assieme non erano compatibili per avere figli.
Hanno passato mille peripezie per cercare di coronare il loro sogno, mettendo in pratica qualsiasi consiglio, sensato o meno. Ma nulla, nemmeno spendendo tutti i soldi che potevano sono riusciti a trovare una soluzione.
Per loro, da giovani, il sesso era il “pane quotidiano”, Franco era un’amante focoso e Emma, anche se lo avevo già intuito da sola, una vera porcella!
Tutte le loro peripezie però avevano minato le loro sicurezze e con il passare del tempo anche il sesso era venuto meno.
Emma, stupita, mi ha confermato quanto mi aveva già detto Laura poche ore prima. Franco, dalla sera prima l’aveva scopata già due volte! Le ultime due volte che l’avevano fatto, prima di ora, risalgono agli ultimi due anniversari del loro matrimonio!
Rimango scioccata dalle sue affermazioni ma la lascio continuare perché sento che ancora manca qualcosa e infatti, con un ultimo sforzo, confessa che prima di ieri sera nessuno dei due era mai stato con un altro partner.
Ora capisco perché Franco si era comportato a quel modo, quasi schivo e in imbarazzo.
Emma, ormai a suo agio dopo essersi lasciata andare, continua dicendomi che è molto preoccupata che Franco non riesca a “fare il suo dovere” con me, ha paura che si blocchi per l’imbarazzo.
Ovviamente cerco di tranquillizzarla e, con una fiducia nelle mie capacità seduttive che non sapevo di avere, le dico di essere sicura che riuscirò a non far "bloccare" Franco sul più bello.
Emma non sta in se dalla gioia, mi abbraccia strettissima e quasi si commuove nuovamente, prima di riprendersi e rivelarmi che, nonostante tutto quello che avevano fatto durante la loro vita Franco non l'aveva mai presa con cosi tanta foga, passione e trasporto come dopo averlo fatto con me e mi confessa di aver pensato ad una piccola sorpresa per lui...
L'ascolto attentamente e mettiamo assieme un piano d'azione per evitare imbarazzi a Franco e raggiungere comunque il nostro scopo.
Il pranzo vola via veloce e tranquillo, tutti e quattro attorno al tavolo in cucina ridiamo e scherziamo anche se notiamo, sia io che Giuseppe, la sottile tensione che trasmette Franco.
Istintivamente entrambi, con l’aiuto di Emma, cerchiamo, con battute e frivolezze, di mantenere l’atmosfera tranquilla e gioiosa.
Dopo aver bevuto il caffè Emma prende l'iniziativa :"Allora signori, il pranzo è stato perfetto" dice con tono un po' canzonatorio "ora se permettete le signore hanno bisogno di rinfrescarsi mentre voi sparecchiate e mettete in ordine!"
Mi prende per un braccio e mi trascina con lei, sghignazzando come una ragazzina, verso le scale che portano al piano superiore.

Non appena entriamo nella loro camera da letto chiude subito la porta dietro di noi. Noto subito il grande letto matrimoniale a baldacchino, la stanza profuma di lavanda e le tende coprenti sono socchiuse per non far entrare troppa luce.
"Comincia a spogliarti Bea, non possiamo metterci troppo tempo altrimenti si insospettiranno" mi dice fiondandosi verso un grandissimo armadio a 4 ante.
La sento parlare tra se mentre rovista all'interno di alcune scatole, io nel frattempo mi spoglio completamente, rimanendo nuda.
Un pensiero mi passa per la testa, più che un pensiero una considerazione. Mi hanno vista più persone nuda negli ultimi tre giorni che negli ultimi tre anni, io che avevo pudore a farmi la doccia in palestra e mi portavo sempre il costume per farla!

"Esattamente dove l'avevo lasciato!" sento Emma esclamare gioiosa mentre si gira verso di me con una grossa scatola beige tra le mani.
"Wow Bea" mi dice squadrandomi dalla testa ai piedi "sei veramente un angelo! Ma soprattutto credo di aver fatto bene i calcoli e dovresti essere esattamente della mia taglia, quando avevo la tua età" e si sposta sul letto per poggiare la scatola.
Mi avvicino a lei e la osservo mentre con molta cura apre la scatola.
"Emma, sei sicura?" le chiedo esitante "sono sicura che posso..."
"Non dirlo neanche per scherzo Bea, ci tengo moltissimo a questa "sorpresa" per il mio uomo, se la merita!"

Dieci minuti di preparativi veloci, con l'aiuto di Emma, e sono pronta per la sorpresa a Franco. Emma non sta nella pelle dall'eccitazione e mi fa cenno con le dita di fare silenzio mentre scendiamo le scale, cosa non facile con i tacchi che mi ha fatto indossare, e di aspettare il suo via libera.

"Oh bene, avete finito di sparecchiare" esordisce rientrando in cucina "giusto in tempo! Giuseppe, avrei bisogno di un favore, potresti venire a controllare le rose rampicanti sul pergolato del vialetto? Secondo me hanno preso qualche parassita ma non vorrei sbagliarmi"
"Certo Emma, andiamo subito" risponde Giuseppe e, anche se potrei essermelo immaginata, nel suo tono di voce c'era ben più di semplice disponibilità ad aiutare un'amica, sembrava quasi che fosse anche questo già organizzato.

Il rumore della porta che si richiude è il mio segnale.
Faccio un profondo respiro, farfalle nella pancia. Tutto mi passa nella mente in un istante. Come sono arrivata fin qui, mi chiedo nervosa. Dall’offrirmi volontaria per “ripopolare” un borgo semi disabitato ad essere “agghindata” in questo modo per un uomo che deve scaricare il suo seme nella mia fighetta fertile?
Sollevo la testa e faccio un altro respiro profondo. Sento la mia micina pulsare in attesa, di sicuro lei non si fa problemi. E seguendo lei faccio un passo in avanti, per entrare in cucina.

Con il cuore che batte ad un ritmo insostenibile faccio il mio ingresso in cucina, anticipata dal rumore dei tacchi sul pavimento in terracotta.
Franco si gira verso di me e la sua reazione sarebbe da riprendere, sicuramente la sorpresa è riuscita in pieno.
Emma mi ha fatto indossare il suo completo intimo della prima notte di nozze, insistendo che avevamo esattamente la stessa taglia, ed aveva ragione!
Décolleté bianche con tacco a spillo, calze e reggicalze avorio, “mezzo” reggiseno, sempre avorio, che lascia scoperto praticamente tutto il seno, sostenendolo e basta. Niente mutandine, “non sarebbero servite”, e per concludere mi ha fatto indossare il suo velo da sposa, per dare quel senso di illusione, di vedo non vedo….
“Emma?” È la prima cosa che Franco riesci a dire dopo svariati secondi di imbarazzo e io ovviamente sto al gioco.
“Si Franco”
“Perché sei…” ma lascia morire la frase quando mi vede spostare la mano sul ventre accarezzandolo.
“Sento che è il giorno giusto Franco” dico sottovoce, come mi ha suggerito Emma “vieni?” Gli chiedo allungando la mano verso di lui.
Impacciato e sicuramente conscio che non posso essere Emma, si avvicina a me fino a stringermi la mano tesa.
“Andiamo” gli sussurrò avvicinandomi all’orecchio e, con la mano libera, gli accarezzo il bozzo che ormai è abbastanza evidente nei pantaloni.
Mi giro dandogli le spalle e, mano nella mano, ci dirigiamo al piano superiore verso la loro camera da letto.

Una volta entrati le nostre mani si separano, avevo già pianificato tutto nella mia mente ma, come spesso accade, il mio istinto mi dice di fare altro. Perché mi sembra giusto così.
Mi inginocchio a terra davanti a Franco e freneticamente gli apro la patta dei pantaloni, liberando il suo cazzo che ormai è duro come il marmo e sta già lasciando fuoriuscire piccole quantità di “lubrificante”.
Non so perché, non dovrei farlo, alla fine mi devo solo far venire dentro, ma è più forte di me. Sollevo a metà il velo, rimanendo comunque coperta, e glielo prendo in bocca.
Perché lo sto facendo? Non lo so. Forse mi sto spingendo troppo in là. Non mi interessa, mi piace, mi piace da impazzire questa nuova me!
E giudicando dai mugolii di piacere che Franco si lascia scappare quando comincio a stimolargli il cazzo con la lingua credo che piaccia anche a lui.

Era tantissimo che non assaggiavo un cazzo e devo dire che quello di Franco non è affatto male. Mi lascio prendere dalla voglia e dal desiderio e comincio a succhiarglielo con passione, con una mano alla base lo sostengo e con le labbra, la lingua, la bocca lo spompino.
Sono concentrata nel piacere di assaporare il bel cazzo di Franco da non so quanto tempo quando sento le sue mani posarsi sulle mie spalle, come un brivido mi percorre tutta, e mi impegno ancora di più in quello che sto facendo.
La mano destra di Franco ora mi prende per la nuca e sento che inizia a muoversi lentamente per amplificare il movimento della mia bocca.
So che sto sbagliando tutto ma non importa, lo assecondo e lo lascio fare.
Dopo poco sento il suo cazzo che inizia a pulsare sulla mia lingua e il suo respiro farsi più affannoso.
Sapevo che mi sarei dovuta fermare ma non ci riuscivo, presa dal momento, da tutta la pianificazione e preparazione, mi abbandono al puro istinto e stringo le labbra attorno a quel cazzo pulsante, la sua mano che mi spinge ancora più vogliosa verso di lui.

Non mi serve il suo grugnito di piacere per capire che stava per inondarmi la bocca con il suo caldo seme, la mia lingua aveva già sentito pulsare lungo tutto il suo cazzo fino ad esplodermi in gola.
Serro le labbra ancora di più per non far uscire niente e, continuando a muovermi avanti e indietro ingoio tutta la sua sborra calda e sapida senza fermarmi, anche quando la sua mano abbandona la mia nuca.

Come in trance non mollo il suo cazzo, e con l’aiuto della mano continuo a segarlo e a leccarlo con la lingua, come a non perdermi nemmeno una goccia del suo seme. Incredibilmente Franco non si ammoscia e rimane duro e rigido fra le mie labbra calde.

Non so da quanto sto succhiando il suo cazzo ma all’improvviso la sua voce mi desta.
“Bea?”
Sentirlo chiamarmi per nome mi fa fermare, sollevo lo sguardo verso di lui senza scoprirmi il volto.
“Tu ed Emma le avete proprio pensate tutte eh” mi apostrofa con un sorriso soddisfatto e compiaciuto stampato in volto “cosa ne diresti di impegnarci seriamente per il bene della comunità ora?”
"Ne hai ancora?" lo provoco per vedere se, con le idee di Emma, siamo riuscite a sbloccare le sue paure definitivamente.
Scoppia a ridere e, chinandosi verso di me per prendermi sotto le ascelle, mi canzona a sua volta "Tu che ne dici?" sollevandomi e appoggiandomi sul letto.
“Direi proprio di sì!” Gli rispondo entusiasta, girandomi e mettendomi a carponi.
Neanche il tempo di aggiustarmi un attimo sul letto che sento il cazzone di Franco appoggiarsi alla mia micina, ormai grondante.
"Non perdi tempo eh?" lo provoco nuovamente.
Non mi risponde nemmeno e con un colpo di reni mi entra tutto dentro. Non me l'aspettavo e mollo un urlo di piacere.

Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe bastato così poco a sbloccare il timido e vergognoso Franco? Emma aveva proprio ragione a dirmi che non me ne sarei pentita. Serro le dita sulle lenzuola per cercare di contrastare la forza di colpi di Franco. Uno stantuffo incredibile, rabbia, foga, forza e passione in ogni colpo. Il suo bacino sbatte contro il mio sedere con forza, i colpi riecheggiano nella stanza da letto.
Cerco di trattenermi mordendomi le labbra ma duro ben poco. La voglia accumulata e la tensione dei preparativi con Emma mi hanno snervata. Sento montare dentro di me l'orgasmo, voglio venire, voglio urlare di piacere.
Inarco leggermente il sedere per far entrare Franco ancora più a fondo e, come se lo facessimo assieme da anni, lui aggiusta la "mira" e, con un affondo secco e profondo, fa arrivare la punta del suo cazzo fino al mio punto magico.
Esplodo. Esplodo letteralmente. Caccio un urlo di piacere come un'amazzone e nel contempo la mia fighetta spasma, si contorce ed erutta tutto il mio piacere che schizza sul cazzo instancabile e inonda le lenzuola candide e profumate.

Nonostante le mie contorsioni di piacere Franco non smette di prendermi, sembra un animale in astinenza da quanto mi sta scopando con foga. Sembra quasi di vedere un film porno!
"Dio mio Franco sei un animale!" riesco a dirgli fra un respiro affannoso e l'altro.
Le mie parole non fanno altro che stimolarlo ancora di più e, divaricandomi le natiche con le mani, cerca di entrare ancora più a fondo.
Io amo letteralmente quando mi prendono con forza per le chiappe, sono un mio punto erogeno, non capisco più nulla. Franco senza volerlo mi ha spinta oltre ogni mia possibile resistenza e, con questo semplice gesto, mi porta ad un nuovo orgasmo. Dio sto godendo come una maiala!

Per la seconda volta oggi mi prende un raptus, mi sfilo da sotto lo "stantuffo" di Franco, con un gesto veloce mi tolgo il velo e lo lancio a terra e, senza nemmeno parlare, prendo Franco per le spalle e lo spingo sul leggo.
Sono indemoniata! "Ora sto sopra io!" e gli salgo sopra a cavalcioni. Con una mano punto il suo cazzo sulla mia fighetta ormai completamente aperta e mi calo con forza sul suo palo.

"Ahhhhh" sospiro soddisfatta quando lo sento di nuovo dentro.
Scuoto la testa per scostarmi i capelli dal viso, appoggio le mani sul suo petto e facendomi forza con le gambe comincio a cavalcarlo. Dio santissimo, sto godendo veramente come una troia. La faccia di Franco è un misto fra sorpresa e piacere, non riesce quasi a parlare e vederlo così mi stimola ancora di più.
Inarco la schiena pregustando un nuovo orgasmo quando, con la coda dell'occhio, vedo la porta della camera socchiusa ed Emma che ci sta "spiando" o forse dovrei dire controllando.
Senza neanche pensarci due volte mi sollevo fino a far uscire quel palo dalla mia fighetta e lo sostengo con una mano per non farlo “cadere”.
Franco mi guarda perplesso ma non gli do tempo di parlare girandomi sopra di lui e calandomi di nuovo sul suo cazzo.
Dandogli la schiena ora guardo direttamente la porta e di conseguenza Emma, che mi sorride e mi strizza l’occhio. Dopo essermi posizionata, ricomincio a cavalcare suo marito.
La posizione amplifica ancora di più la penetrazione e, allenata dalle centinaia di squat fatti in palestra, comincio a sbattermi Franco come una amazzone.
Non sto capendo più nulla. Emma che mi guarda mentre mi faccio riempire dal marito e il bel cazzo di Franco che mi arriva fin dentro lo stomaco sono veramente troppo.
Ad ogni colpo caccio un urletto di piacere. Ormai sto per arrivare, i miei movimenti si fanno meno fluidi e più irregolari.
Non resisto più. Mi aggrappo con le mani alle caviglie di Franco e con un ultimo sforzo mi calo su di lui due, tre, quattro volte… sento l’orgasmo che mi sta per sconquassare e non resisto più.

“Ohhh siii Franco! Vienimi dentro! Fammi godere! Voglio sentire la tua sborra dentro di me. Mettimi incinta! Oraaaaaahhhhhh” non appena sento Franco esplodere dentro di me vengo. Urlando, pervasa dal piacere mi accascio sul materasso con il cazzo di Franco che sta ancora scaricando un enorme quantità di sborra calda dentro la mia patatina vogliosa.

Con gli occhi chiusi mi gusto gli ultimi attimi di piacere mentre la mia fighetta, ormai piena, si continua a contrarre sul cazzo di Franco che, questa volta, pian piano si ammorbidisce.

Sollevo lo sguardo dal materasso verso Emma che mi sta sorridendo. Nonostante la spossatezza noto che Emma è accaldata e arrossata, neanche avesse fatto lei tutta quell’attività fisica!
I nostri sguardi si incontrano e lei mi sussurra con le labbra “grazie, ti amo!” Prima di scostarsi dalla porta e scomparire.


Quando, finalmente ripresami dallo “sforzo”, raggiungo Giuseppe, Franco ed Emma in soggiorno li trovo a chiacchierare tranquilli attorno ad una caraffa di acqua, ghiaccio e limone.
“Grazie Emma” le dico mentre prendo il bicchiere fresco che mi passa appena mi siedo “ci voleva proprio!” E lo finisco con un solo lungo sorso.
In un istante scoppiano tutti e tre a ridere di gusto!
Li guardò sorridendo e commento ad alta voce “Beh, scusate se sono assetata! Sono le tre di pomeriggio e ho perso il conto di quante volte sono venuta da questa mattina! Sono un po’ disidratata!” E scoppio a ridere fragorosamente anche io, con Emma che mi abbraccia e mi stringe a se dandomi un bacione sulla fronte
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