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Non è un paese per giovani... Cap.3


di Pulcia
04.06.2021    |    6.918    |    6 9.0
"Istintivamente si ferma per lasciarmi rifiatare e forse anche per non venire visto che esce da me e dai miei muscoli, che non hanno ancora smesso di contrarsi..."
Rieccomi con il terzo capitolo di questo racconto, originariamente avevo pensato di suddividere la prima parte del racconto in tre capitoli ma credo di essermi fatta prendere la mano... quindi al momento non so da quanti capitoli sarà composta la prima parte di questo racconto.
Le avventure di Bea mi hanno presa così tanto che continuano a venirmi nuove idee!
Stay tuned per i prossimi capitoli!

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"Sbrigatevi, altrimenti non riuscirete a passare dal Sig. Roberto prima dei Perselli!" Ci urla dietro Laura, scuotendo la testa con un sorriso allegro, mentre ci affrettiamo verso il furgone da "postino" di Giuseppe. Mi giro per salutarla con la mano con un sorriso ancora più grande del suo e poi salto in macchina mentre il motore del vecchio furgone romba, pronto per fare il suo giro della posta, solo che questa volta non deve consegnare nessuna lettera, bensì un passeggero speciale, la sottoscritta.
Giuseppe parte sgommando e scende dal vialetto di casa molto più velocemente di quanto mi aspettassi, mi reggo alla maniglia della portiera, con i capelli al vento dovuti al finestrino aperto.

Con gli occhi chiusi mi godo la brezza, i capelli sciolti e scompigliati, ripensando a tutti gli ultimi avvenimenti. Incredibilmente, nonostante siano passati solo 3 giorni, mi sembra che la mia vecchia vita sia distante anni luce da tutto questo. Mi rattrista addirittura il pensiero che domani dovrò tornare in città per sbrigare le pratiche burocratiche del mio licenziamento e per organizzare il trasloco delle mie cose. Così presa dai miei pensieri quasi non sento il cellulare di Giuseppe squillare.

"Si Roby dimmi" Sento Giuseppe rispondere e mi desto dai miei pensieri.
"Si hai ragione siamo in ritardissimo, poi ti spiego.." e lo vedo annuire mentre il Sig. Roberto gli parla.
"Ok perfetto, ancora meglio, ci metto meno ad arrivare, saremo li fra 5 minuti al massimo. A fra poco" e chiude la comunicazione.

"Piccola deviazione Bea, Roberto doveva accudire le mucche alla stalla e si era fatto troppo tardi quindi ci sta aspettando la, spero non sia un problema" mi informa sorridendo mentre con due mani sul volante prende una stradina sterrata laterale, stretta stretta ai margini della strada.
"Nessun problema" Rispondo sorridente mentre la strada dissestata mi fa sobbalzare sul sedile "effettivamente abbiamo fatto un po' tardi" dico confermando la nostra "poca organizzazione" e scoppiando a ridere.

Dopo pochi minuti, in lontananza, Giuseppe mi indica un'edificio incastonato ai piedi di una collina dove alcune mucche pascolano beatamente.
La visione della meta mi riattiva i sensi, tutti assieme in un istante, e mi fa sentire le farfalle nello stomaco. Istantaneamente sento dentro di me il familiare "formicolio" dell'eccitazione, come se non avessi scopato meno di due ore fa!!
Il furgone "romba" nel vicolo di ingresso all'appezzamento e, sentendoci arrivare, vediamo Roberto uscire dalla stalla.

“Beppe!! Ma dove eravate finiti?” esordisce Roberto allargando le braccia e facendo il gesto dell’orologio. “Lo sai come sono Emma e Franco...”
“Lo so lo so! Solo che ci siamo svegliati tardi” risponde Giuseppe imbarazzato “e poi ci siamo persi un po’ in chiacchiere...”

“E poi mi sono fatta scopare!” Intervengo io, scendendo dal furgoncino, per togliere Giuseppe dall’impasse.
I due si girano verso di me e scoppiano a ridere assieme, seguiti subito a ruota dalla sottoscritta. Credo di non aver mai riso così tanto e così di gusto come negli ultimi giorni, sembra quasi che, più passo il tempo in questo piccolo angolo di paradiso, più la mia indole introversa e timida sparisca lasciando spazio a quella che credo, a questo punto, sia la vera me...
Infatti, senza neanche pensarci due volte, continuo con naturalezza: “Ma non eravamo in ritardassimo?” Rivolgendomi a Roberto, notando la sua Enorme (con la E maiuscola) Erezione sotto la tuta da lavoro e, contemporaneamente, con una mano appoggiata al cofano del furgone mentre con l’altra mi sfilo da sotto il vestitino estivo le mutandine già fradice dei miei umori.

Roberto e Giuseppe rimangono nuovamente di stucco alla mia affermazione e, con mia grande sorpresa, noto che anche sotto i pantaloni di Giuseppe si è risvegliato qualcosa.
Roberto, ancora più eccitato e impaziente, esita un secondo e poi, quasi in imbarazzo, mi dice “Pensavo di riceverti a casa e non qui alla stalla, non ci sono molti posti dove stare comodi...” facendomi segno con la mano rivolto all’entrata della stalla.
Divertita dalla situazione surreale mi avvicino allegra ai due uomini e, prendendo la mano di Roberto mi avvio verso la stalla. Prima di entrare mi giro verso Giuseppe: “Beppe tieni caldo il furgone che poi dobbiamo schizzare da Emma e Franco!” E gli strizzo l’occhiolino.

Il contrasto fra il sole e il tepore esterno e la penombra all’interno della stalla mi fa strabuzzare gli occhi per qualche secondo. La prima cosa che mi assale è l’odore pungente degli animali ma, quando finalmente il mio sguardo si adatta all’oscurità, noto con stupore che la stalla è molto ordinata e “pulita” per quello che può essere una stalla.
Mi guardo attorno e noto subito un box vuoto alla mia sinistra con della paglia fresca a terra e, d'istinto, mi giro verso Roberto e, sorridendo maliziosamente, gli sussuro:
"Pronta per essere montata..." gli lascio la mano ed entro nel box.
Mi chino e mi metto a gattoni in mezzo alla paglia, sollevando l’orlo del vestito, lasciando così scoperto il mio sedere e la mia fighetta già luccicante della mia eccitazione.
Mi giro verso Roberto, guardandolo dal basso verso l’alto, con uno sguardo carico di desiderio, puro e semplice desiderio.
“Oh Bea” esclama Roberto, aprendo la lunga zip della tuta da lavoro, “non aspettavo altro da quando mi sono svegliato” tradendo una voglia animale di montarmi che mi stupisce e mi lusinga.
Quasi non fosse solo ed esclusivamente la voglia di ripopolare il “nostro” amato borgo, bensì pura voglia di sesso! Distolgo questo pensiero dalla mia mente, concentrandomi sull’accogliere dentro di me quanto mi “spetta”!
Il suo cazzo duro e arrossato dall’eccitazione svetta in aria non appena viene liberato dalla costrizione. Senza proferire parola si posiziona dietro di me e, dopo aver appoggiato la punta pulsante alle labbra bollenti della mia micina, mi afferra con le sue mani callose, stringendomi per i fianchi e, con un movimento del bacino deciso e secco, mi penetra con tutto il suo arnese.

"Mmmm Roberto" non riesco a fare a meno di mugolare quando lo sento tutto dentro. "Mi stavi proprio aspettando eh?" gli sussurro con voce roca.
"Non sai quanto!" mi risponde lui immediatamente e sento la sua presa farsi ancora più stretta sui miei fianchi. Quasi me lo aspettassi, per istinto, mi posiziono meglio sul pagliericcio a terra. Giusto in tempo per "contrastare" la successiva mossa del mio amante del momento.
Come preso da un raptus Roberto comincia a scoparmi con una foga inimmaginabile, ad ogni spinta quasi esce del tutto dalla mia fighetta per poi riaffondare dentro con un sonoro schiocco. Dopo pochi affondi sento già dentro di me montare l'orgasmo, stringo con le dita la paglia sul pavimento, mi mordo il labbro inferiore come per non urlare ma, rendendomi conto che non devo nascondere il mio piacere, esplodo in un urlo di piacere che mi scuote tutta, tremante sotto i colpi del cazzo di Roberto che mi sta montando proprio come se fossi una delle vacche chiuse in uno degli altri box affianco al nostro. Incredibilmente questo pensiero mi fa venire i brividi... una vacca da monta.
Istintivamente si ferma per lasciarmi rifiatare e forse anche per non venire visto che esce da me e dai miei muscoli, che non hanno ancora smesso di contrarsi....
Per un attimo mi sembra che il tempo rallenti, sento i nostri respiri affannosi che riempiono il box, l’incredibile gocciolio dei miei umori sul pagliericcio, il distante respiro regolare dei pochi bovini rimasti nella stalla.

Dio mio. Questa cosa mi stava sfuggendo di mano. Stavo gocciolando i miei umori, dopo essere venuta, sul pagliericcio di una vera stalla! Non ho memoria di essere venuta così “copiosamente” da gocciolare... non credo di essere mai stata così eccitata, come lo ero stata nelle ultime 48 ore, in vita mia!
Al diavolo! Che mi sfugga di mano!

Mentre Roberto pensa ancora a farmi rifiatare, come quasi per non “rompermi, io cambio posizione, mi giro e mi siedo a terra. Allargo le gambe oscenamente e poi, con “foga”, mi sfilo entrambe le spalline del vestito, liberando entrambi i miei seni, ma contemporaneamente troppo di fretta per prendermi il tempo per togliermi del tutto il vestito.
Come una posseduta dal piacere abbasso la mano fra le gambe e stringo tra indice e medio il mio piccolo bottoncino gonfio e arrossato, cominciando un lento movimento circolatorio.

“Ne voglio ancora” sussurro con voce roca, lo sguardo carico di lussuria e desiderio di godere ancora.

Roberto perde il controllo. Si china e si fionda sul mio seno, comincia a leccarlo, a succhiarmi i capezzoli con voracità, con le mani callose mi stringe lo stringe entrambi... tutta questa sua mascolinità mi manda i brividi lungo tutto il corpo!
Non aspetto nemmeno un istante e con la mia mano libera raggiungo il suo cazzo, lo afferro, è duro come la roccia, pulsa tra le mie dita. Lo voglio! Lo stringo e lo spingo verso di me.
Roberto si lascia guidare dalla mia mano fino a quando non si trova esattamente appoggiato alle labbra pulsanti e arrossata della mia manina.
A quel punto comincia a spingere. Lascio la mia mano attorno al suo cazzo, mentre lui mi penetra lentamente, io stringo le dita attorno alla sua carne finì a quando non sento che non può andare più a fondo a meno che io non tolga la mano “di mezzo”, ma non lo faccio.

Come stupito dalla cosa Roberto smette di dedicarsi al mio seno. E si solleva tenendosi sulle braccia, guardandomi con aria perplessa.
Beh, a dir poco perplessa! Ero distesa sotto di lui e mi stavo masturbando con la mano sinistra mentre, con la destra, gli “impedivo” di entrare dentro di me del tutto. Tutto questo con un’espressione di puro piacere sul mio viso.

Cambiando improvvisamente espressione, ora più “giocosa”, sento che ricomincia a spingere con il bacino, cercando di entrare, ma io resisto!
“Ti piace... tutto questo?” Mi chiede allora, riferendosi chiaramente alla situazione degli ultimi giorni.
“Si, da impazzire!” Gli rispondo sospirando e aumentando il ritmo delle mie dita sul mio clito in fiamme.
“Anche a me” mi risponde carico di voglia!
In quell’istante tolgo le dita dal suo cazzo e lui finisce di penetrarmi, entrandomi dentro tutto con uno schiocco.
Mi manda praticamente ad un millimetro dall’orgasmo... ma resisto, non ora.
Riapro gli occhi e vedo che anche lui si sta trattenendo per non esplodere dentro di me, li riapre anche lui e, con uno sguardo carico di “sfida” mi sussurra:”Troia!” E io, immediatamente gli rispondo, scandendo bene le parole, lentamente, “SI, ora scopami! Cazzo!”

Oh Mio Dio! Non l’avessi mai detto! Un animale scatenato.
Senza dire altro, rimanendomi sempre ben piantato dentro, sempre spingendo, mi prende con le sue mani, e facendo base sul mio corpo, comincia a scoparmi. Con una forza, con una potenza, con una foga, che non credevo fosse possibile.
Perdo ogni inibizione o remora e divaricò ancora di più le gambe e lo sento ancora più a fondo.
Urlo di piacere.... non posso più resistere. Mi sento esplodere.
Se ne accorge anche Roberto che si ferma all’istante ed esce da me.
Istintivamente raccolgo le gambe aumentando ancora di più il ritmo delle mie dita che stringono spasmodicamente il mio clito.
Sento il piacere pervadermi... come un’ondata di calore elettrizzante che parte dal mio grembo e si irradia. Comincio a tremare ed, urlando a squarciagola il mio piacere, esplodo in un fragoroso orgasmo. Schizzo violentemente sulla tuta di Roberto all’altezza del petto. E poi continuo a venire, sento il pagliericcio bagnarsi completamente mentre i tremiti di piacere si fanno via via più lievi.

Chino la testa di lato per respirare aria più fresca e vedo subito Giuseppe, che ci sta guardando appoggiato allo stipite del fienile.
Gli faccio l’occhiolino e poi torno a concentrarmi su Roberto che mi sta ancora sovrastando.
“Ancora?” Mi chiede
Annuisco sorridendo senza parlare.

Si china e mi solleva con le mani. Ma quanto è forte??
Una volta in piedi mi fa appoggiare le mani alla parete della stalla mentre lui si posiziona dietro di me.
Mi giro a guardarlo mentre si sfila la salopette da lavoro, rimanendo a torso nudo. E che torno nudo! Altro che fisico da pensionato Roberto!
Le sue mani mi afferrano il sedere per posizionarmi, mi divarica le natiche e poi lo pianta senza fiatare dentro la mia micina, facendomi sobbalzare sul posto dalla forza.

Dopo i primi colpi affannosi Roberto si stabilizza, facilitato dalla copiosa quantità di lubrificante prodotto dalla mia fighetta, e il suo ritmo animale mi fa cacciare un riletto ad ogni affondo. Non capisco più se sto venendo o solo godendo continuamente. So solo che è paradisiaco.

Roberto comincia a dare segni di “cedimento” e faccio la mia mossa.
Una alla volta prendo le sue mani e le metto a coppa sui miei seni, sballonzolati dalle sue spinte. Sento le sue mani vogliose stringerli, fino ad aggrapparcisi con forza.

“‘Mmmmm” mugolo di piacere “E’ tempo di ingravidare questa Vacca.” Riesco a dire fra un esclamazione di piacere e l’altra.
Come sorpresa dalla mia stessa “troiaggine”, comincio a godere morendomi le labbra, un orgasmo meno dirompente del precedente ma non meno intenso. I miei muscoli interni si contraggono spasmodicamente e questo è troppo anche per lo “stallone” Roberto!

“Eccolooooo” lo sento urlare mentre mi assesta un ultimo e violento colpo, che mi coglie impreparata e mi manda a sbattere contro la parete. Dove Roberto mi schiaccia mentre, tenendosi aggrappato ai miei seni, inarca la schiena scaricandomi un fiume di sborra dentro l’utero.
Sento il suo cazzo pomparmi tutto il suo piacere più a fondo possibile, svuotandosi dentro di me.
Il fine ultimo, la procreazione, soddisfatto a pieno! E che indescrivibile piacere per raggiungerlo.

Dopo pochi secondi, o un’eternità, Roberto mi molla il seno e si lascia cadere fra la paglia. Respirando affannosamente per riprendersi.
Scivolo a mia volta a terra sorreggendomi alla parete, una volta a terra mi giro a guardare Roberto.
I nostri sguardi si incrociano e rimaniamo a guardarci a lungo, senza parlare, consci del piacere immenso che avevamo provato entrambi. Non c’era bisogno di condividere nulla più di quello che avevamo già fatto, con una sintonia quasi innaturale.

Il rumore del motore del furgone che si avvia mi riporta alla realtà.
“Il modo di Giuseppe di dir.ci che sei in ritardo” mi dice sorridendo Roberto.
“Mi sa di sì!” Gli rispondo mentre mi alzo in piedi sistemandomi il vestitino.
“Corri! Io resterò ancora qui un po’ a riprendermi” mi fa cenno Roberto respirando ancora affannosamente.
Mi chino e gli do un bacio sulla guancia e poi scappo via.

A passo spedito mi avvio verso il furgone, sento la sborra di Roberto colarmi tra le cosce mentre cammino, ma sono felice, felice e soddisfatta, come non mai!
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