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incesto

Ania pt.2


di Pulcia
29.12.2015    |    24.986    |    9 9.5
"Quando si girò lo vide assorto che le osservava il sedere, con un enorme erezione che spingeva contro la tuta da lavoro..."
Ania era completamente immobilizzata poco oltre l'ingresso di camera sua, mentre si stava toccando il Sig. Giancarlo l'aveva spiata e si era masturbato fino a godere!
Ania era sorpresa da se stessa...la cosa le faceva piacere, non voleva ammetterlo, ma i capezzoli turgidi le facevano male da quanto erano rigidi e fra le gambe aveva un fuoco... Nonostante lo stupendo orgasmo che si era appena concessa la sua voglia era decuplicata e si trovava un "lago" tra le cosce.
Cosa poteva fare ora?
Non poteva sottrarsi ora e, dopo aver fatto 4/5 lunghi e profondi respiri per calmarsi un po’, si incamminò lungo il corridoio e raggiunse la sala dove il Sig. Giancarlo si stava ancora togliendo il giaccone.

A: “E’ rientrato presto oggi, vuole che prepari subito la cena?”
G: “Non ti preoccupare cara, oggi ero un po’ stanco, vorrei farmi un bagno caldo e rilassarmi per vedere se mi passa questa sensazione”
A: “Allora vado a prepararle subito un bagno caldo”

Ania si diresse verso la stanza da bagno del proprietario di casa e mentre gli dava le spalle senti i suoi occhi percorrere la sua schiena scendendo fino al sedere praticamente in bella vista e poi giù giù lungo le gambe. Un brivido le percorse tutta la schiena fino a fermarsi al centro del suo piacere.
Finalmente fuori dalla vista Ania cercò di concentrarsi sulla preparazione del bagno per il Sig. Giancarlo che la raggiunse a breve mentre lei era intenta a versare i sali da bagno profumati nella vasca, dando le spalle alla porta. Quando si girò lo vide assorto che le osservava il sedere, con un enorme erezione che spingeva contro la tuta da lavoro. La ragazza in quel momento pensò solo al fatto che lo aveva nuovamente duro anche se si era masturbato pochi minuti prima spiandola.
Senza accorgersene Ania parlò prima di pensare a quello che stava dicendo: “Lasci che l’aiuti con la tuta” e mentre parlava si avvicinò a lui e inizio a far scendere la zip della tuta da meccanico, aiutandolo a spogliarsi. Rimasto solo con gli slip Giancarlo era abbastanza imbarazzato dalla sua prepotente erezione e Ania stessa non riusciva a distogliere lo sguardo dal membro enorme che si vedeva sotto gli slip. Era sicuramente il più grande che la ragazza avesse mai visto. Decisa a non farsi sopraffare dalle emozioni la ragazza si concentrò sui suoi compiti e riprese a dosare i sali e le essenze, nel mentre la presenza dietro di lei si mosse per sfilare gli slip e si diresse verso la vasca.
Ania vedendo vicino a lei quel membro eretto non resistette più e disse:
“Sig. Giancarlo, il bagno è pronto, ha bisogno di altro? Se vuole posso rimanere ad aiutarla”
“Non credo che serva…” rispose lui ma non si diede per vinta, ormai il suo corpo e la sua mente non ragionavano più. L’aiutò ad entrare nella grande vasca idromassaggio e nonostante tutto il pene del sig. Giancarlo era ancora in piena erezione. Con tutta la naturalezza di cui era capace Ania prese spugna e sapone e cominciò a insaponargli la schiena, percepiva il suo imbarazzo ma ormai non riusciva più a fermarsi e, abbandonata ogni esitazione, fece scendere le mani fino all’inguine del proprietario di casa e senza tentennamenti afferrò il pene eretto con una mano mentre con l’altra cercava di insaponarlo. Cercava, appunto, perché al contatto con la sua mano il membro ebbe un sussulto e divenne un palo di marmo che la ragazza non riusciva a stringere interamente con la mano.
Giancarlo cerco di fare qualcosa per interrompere il contatto ma Ania fece cadere la spugna, chiuse gli occhi e cominciò lentamente a masturbarlo senza dire una parola. Lui dopo poco desistette e si abbandonò al suo tocco. Ania era completamente rapita dalle sensazioni che provava nel tenere fra le dita quel pezzo di carne incredibile. Il momento non durò a lungo, dopo pochi minuti di “massaggio” il respiro dell’uomo si fece più pesante e dopo pochi istanti la ragazza senti Giancarlo godere intensamente e percepì i sussulti dei suoi muscoli che davano il via ad una copiosa eruzione di sperma, visto che la ragazza era sempre rimasta seduta sul bordo della vasca con il Sig. Giancarlo che le dava le spalle.
Mentre sentiva il membro ammorbidirsi Ania lasciò la presa e sussurrando imbarazzata che doveva andare a imbastire la cena usci dal bagno e si allontanò verso la cucina.
Ormai Ania non si riconosceva più, fin da quando aveva sbirciato nell’armadio della madre le era scattato qualcosa dentro che l’aveva portata a superare i limiti del decoro. Ora era sola in cucina mentre cercava di preparare la cena, ma non riusciva a concentrarsi. Sentiva ancora vivo in lei il ricordo di pochi minuti prima. Il silenzio della stanza da bagno interrotto solo dal rumore della sua mano che masturbava lentamente il sig. Giancarlo, il suo respiro affannoso e poi rotto dall’orgasmo e la naturalezza con la quale lei si era prestata a cotanta situazione.
Fu distratta dal rumore di passi provenienti dalla sala e si rese conto che era pronta la cena e che doveva sbrigarsi a servirla.
In casa c’era un silenzio innaturale, Giancarlo sedeva a tavola mangiando visivamente pensieroso mentre Ania aveva lo sguardo basso perché aveva paura di dover dare delle spiegazioni al suo gesto.
La cena era finita e Ania aveva una voglia pazzesca di potersi ritirare in camera per sfogare il suo eccitamento ma proprio mentre stava finendo di rassettare la cucina si senti chiamare dal salotto.
Il sig. Giancarlo la stava aspettando e le fece segno di accomodarsi nella poltrona vicino alla sua.

G:” Ania, credo di doverti delle scuse, avrei dovuto fermarti prima in bagno, è come se avessi approfittato della mia posizione per…. Insomma, capirai benissimo che sono un uomo solo, e immagino anche che tu abbia capito, visto che sei una ragazza molto intelligente, che tua madre ed io… beh come dire, ci teniamo compagnia vicendevolmente visto che le nostre vite ci hanno portato via gli affetti… Ma questo non significa che tu debba fare quello che fa tua madre.
Avrei dovuto capirlo quando l’altro giorno ti sei presentata vestita come lei ma, sai, sono un uomo e l’assenza di tua madre rende le cose molto più difficili...”
Ania continuava ad essere imbarazzatissima e guardava il pavimento anziché la persona che le stava parlando
A:” Sig. Giancarlo, non si senta in colpa, capisco benissimo la situazione e credo che sia mio dovere sopperire all’assenza di mia madre come posso. Se le creo imbarazzo smetterò immediatamente.”
G:” Ania, ragazza mia, non mi crei imbarazzo ma non voglio approfittare di te in un mio momento di debolezza, ti prego considera chiuso questo argomento e scusami per la mia mancanza di controllo”

Ania annuì leggermente con un cenno del capo e si allontanò verso la cucina, con piacere notò che Giancarlo continuava comunque a mangiarla con gli occhi e questo la fece sentire incredibilmente bene.
Decisa a calmare l’eccitazione che la pervadeva si ritirò subito nella sua stanza per dar sfogo alle voglie accumulate durante le ultime ore.
Non appena la ragazza fu uscita dal salotto Giancarlo si rilassò lasciandosi andare sul divano e cercando il telecomando del televisore, guardandosi attorno notò una cosa che lo lasciò abbastanza sconvolto. Al centro del cuscino dove era seduta Ania fino a poco prima era ben visibile una macchia umida, sicuramente causata dall’eccitazione che la ragazza provava, visto che non portava alcun intimo sotto il vestitino trasparente vedo/non vedo che indossava. Giancarlo ebbe immediatamente l’ennesima prepotente erezione della giornata.

La mattina seguente Ania si svegliò prima del suono della sveglia, non aveva dormito molto nonostante si fosse concessa ben due intensissimi orgasmi ripensando a quanto accaduto.
In piedi e completamente nuda davanti all’armadio non sapeva cosa indossare. Sentiva ancora le parole del sig. Giancarlo dentro la sua testa ma soprattutto era ancora eccitatissima tanto quanto la sera prima se non di più. Senza fermarsi a pensare indossò un altro completino di quelli che aveva acquistato in precedenza. Aveva deciso di mettersi un’altra variante, questa volta il vestitino non era trasparente ma la gonnellina era così corta che non copriva nemmeno il suo sedere. La schiena era scoperta e il davanti rimaneva su perché si allacciava dietro al collo con un nodo.
Non indossò intimo e nemmeno le calze, solo un paio di sandali neri col tacco e il davantino “d’ordinanza”.
Anche se era molto presto andò ugualmente subito in cucina e, visto che aveva tempo, decise di prepararsi una grade moka di caffè per scacciare il sonno che non era riuscita a recuperare durante la notte.
Con suo sommo stupore quando entrò in cucina vi trovò il sig. Giancarlo che indossava ancora la vestaglia da camera.

G:” Allora non sono l’unico che ha avuto difficoltà a dormire ieri notte” disse a mo’ di battuta…
A:” Mi spiace sig. Giancarlo, non credevo fosse già sveglio, se mi avesse chiamata le avrei preparato la colazione.”
G:” Nessun problema, ti verso del caffè, è ancora caldo.” E mentre lo faceva cerco di non osservarla, era stupenda. La visone delle sue gambe nude gli fece venire l’ennesima erezione, oramai il cazzo gli faceva male da quanto stava in tiro.
Ania notò ovviamente la sua erezione e cercò di dissimulare la sua eccitazione.
G:” Vedo che il mio discorso di ieri non è servito a molto.”
Ania lo interruppe prima ancora che finisse la frase:” Credo sinceramente che il problema non sia mio Sig. Giancarlo – disse la ragazza indicando la sua erezione – come le ho detto ieri sera sono qui per non farle sentire l’assenza di mia madre…”

Giancarlo era vicino ai fornelli con la tazza di caffè ancora in mano quando vide la ragazza alzarsi dalla sedia del tavolo della cucina e avvicinarsi verso di lui. Non sapeva cosa fare sinceramente ma poi lei cambiò direzione, si avvicinò nuovamente al tavolo dandogli le spalle.
Ania tremava. Aveva deciso. Non sopportava più questa situazione. Nonostante il suo cervello cercasse di fermarla in tutti i modi lei aveva appena preso una decisione, anzi la decisione l’aveva già presa inconsciamente il pomeriggio precedente, non appena aveva sentito tra le sue dita la potenza del pene del Sig. Giancarlo. Ora lo voleva sentire dentro di lei.
Gli diede le spalle e, appoggiando le mani al tavolo della cucina, si volto verso di lui e lo guardò negli occhi. Sapeva benissimo che in quella posizione lui poteva vedere la sua fighetta completamente bagnata perché piegandosi in avanti la mini gonnellina era risalita agilmente fino a metà sedere.
La vestaglia faceva moltissima fatica a trattenere il membro di Giancarlo. Tutto accadde in una frazione di secondo, la tazzina di caffè fini per terra, assieme alla cintura della vestaglia che, una volta aperta, rivelò il corpo possente e nudo dell’uomo ed un erezione enorme! Lui si avvicinò fino a pochi centimetri da lei ma si fermò quasi ripensandoci per un istante ma lei ormai era completamente presa dalle sue voglie e si sporse all’indietro, sempre tenendo le mani sul tavolo, fino ad arrivare al contatto fra il suo sedere e la punta violacea del cazzo del sig. Giancarlo, mosse leggermente il sedere a destra e sinistra “accarezzando” quell’enorme pezzo di carne duro e pulsante per lei.
Giancarlo quasi non se ne accorse, mise le sue mani sui fianchi di Ania e con un colpo secco le entrò dentro fino in fondo. Ania sussultò quando sentì quell’enormità riempirla completamente.
Era sua ora.
Cominciò a scoparla, si veramente a scoparla, con foga. Non c’era nulla di romantico in quanto stava accadendo in quella cucina, solo istinti primordiali.
Ania si lasciò sfuggire un gemito e Giancarlo la penetrò con ancora più foga. La differenza di stazza era impari, lei pesava si e no 50kg mentre lui più del doppio.
I suoi colpi di bacino risuonavano nella cucina silenziosa e Ania venne urlando una prima volta.
Sentì le mani di lui stringerla ancora più forte, ad ogni suo colpo veniva sollevata leggermente da terra.
Ania venne per la seconda volta quasi immediatamente, ormai non capiva più nulla, solo istinto.
I suoi umori erano così abbondanti che le colavano lungo le cosce mentre l’enorme cazzo del suo datore di lavoro la penetrava senza sosta.
Giancarlo era un toro, non si era fermato minimamente da quando avevano iniziato, sbuffava rumorosamente e la stringeva così forte che quasi le faceva male ai fianchi.
Ania aveva perso la cognizione del tempo e aveva anche perso il conto degli orgasmi… si accorse però immediatamente del cambiamento nel respiro del sig. Giancarlo che si fece più profondo e tremolante, per istinto e presa dal momento si piegò in avnati ancora di più per agevolare la penetrazione e colta da un improvviso raptus si diede un forte schiaffo sulla natica destra… Giancarlo cominciò a mugugnare, quasi urlando il suo godimento e in pochi istanti, senza smettere di scoparla, riversò dentro la ragazza tutto il suo seme caldo e denso.
Ania fu sconquassata dall’ennesimo orgasmo non appena sentì quel liquido caldo riempirle il ventre, si accasciò tremante al tavolo della cucina e quasi venne nuovamente quando senti il cazzo di Giancarlo uscirle dalla figa mentre lui si sedeva spossato e soddisfatto sulla sedia più vicina dietro di lei.
Non voleva muoversi, non voleva che nulla interrompesse quel momento, voleva solo chiudere gli occhi e sentire il seme di Giancarlo fuoriuscire dalle sue labbra completamente arrossare e colarle lungo le gambe nude, ripercorrendo il percorso già tracciato dai suoi copiosi umori durante l’amplesso.


Continuerà?
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