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Prime Esperienze

Il sarto 2a parte


di nikole
06.02.2023    |    442    |    4 9.6
"Passarono un po’ di giorni e la zia, vedendomi annoiato, mi consigliò di andare da Carlo a vedere se il pantaloncino era pronto, ci andai al pomeriggio, ..."
Passarono un po’ di giorni e la zia, vedendomi annoiato, mi consigliò di andare da Carlo a vedere se il pantaloncino era pronto, ci andai al pomeriggio, appena mi vide mi abbracciò e mi baciò sulle guance sfiorandomi le labbra ( almeno avevo avuto questa impressione), mi chiese come mi sentivo e se ero arrabbiato, gli risposi che stavo bene e non ero arrabbiato, indossava una specie di kimono, infatti si scusò dell’abbigliamento, ma faceva caldo e stava più fresco e comodo.
Ho quasi completato il pantaloncino, lo vogliamo misurare? Mi alzai e tolsi il pantaloncino che indossavo, rimasi in mutande, lui mi guardò dalla testa ai piedi, e mi disse, sei proprio carino lo sai?
Io arrossii e abbassai la testa, mi aiutò ad indossarlo, calzava bene, me lo aggiustò un po’, palpandomi da tutte le parti, va bene così, un altro piccolo aggiusto e poi è finito, me lo sbottonò e lo tirò giù , le mutande non si calarono insieme al pantaloncino perché, memore della volta precedente , le tenevo su per i lembi, solo la parte posteriore si abbassò un po’ scoprendo parte del culo lui mi guardò e si mise a ridere, mi abbracciò e mi strinse a se, le sue mani mi accarezzavano la schiena e di tanto in tanto scendevano fino al culo, cercai di divincolarmi ma lui mi stringeva e mi diceva , sei proprio un caro ragazzo, mi stringeva a sé e continuava ad accarezzarmi, quasi di peso mi condusse sul divanetto, iniziò ad accarezzarmi le cosce e la mano saliva e saliva fino a raggiungere il cazzetto, ormai durissimo, prese le mutandine per un lembo e cercò di abbassarmele, io le tenevo strette, allora infilò la mano da sopra fino a prendere in mano il cazzetto, iniziò a segarmi, mi piaceva , godevo,e allora mi rilassai completamente, e lui approfittò per abbassarmi completamente le mutandine, cercai di coprirmi con le mani, mi bloccò dicendo di non vergognarmi, eravamo maschietti e eravamo soli, prese la mia mano e se la portò sul cazzo , sotto il kimono era nudo e il suo cazzo era durissimo, guidava la mia mano sul suo cazzo, si stava facendo una sega con la mia mano, l’altra era posizionata sul mio e me lo accarezzava, me lo segava, accarezzava la zona subito sopra il pube, poi passava alle palline, io ero in estasi, non capivo più niente, era bellissimo, mi fece alzare e mi fece sedere sulle sue cosce, continuava ad accarezzarmi il cazzo e le cosce, sentivo il suo cazzo premere sul culo, mi fece alzare un po’ il bacino e posizionò il suo cazzo in mezzo al solco del mio culo, lo sentivo tutto, era come un palo di ferro piantato tra le mie chiappe, mi prendeva per i fianchi e mi muoveva avanti e indietro, il suo cazzo andava avanti e indietro tra le mie chiappe, poi si fermava mi stringeva a sé , mi accarezzava tutta , infilava le mani sotto la maglietta e mi accarezzava il petto e pizzicava i capezzoli, mmmmm, che bello mi piaceva tanto, mi sfilò la maglietta, adesso ero completamente nudo, mi stringeva, mi accarezzava il petto e mi baciava collo e spalle, che bellissime sensazioni, mi fece alzare, si alzò anche lui e sempre tenendomi stretta a sé , mi disse andiamo di là, staremo più comodi, mi teneva stretta e mi spingeva verso la camera da letto, arrivati lì, mi spinse sul letto e lui sempre attaccato a me, si alzò un attimo per sfilarsi il kimono, aveva un bel fisico, un po’ troppi peli, sia sul petto che sulla gambe, e un cazzo che si ergeva maestoso tra le sue gambe, grosso e durissimo, si distese accanto a me, mi accarezzava , mi baciava il collo e le spalle, le sue mani non sapevano dove toccare, erano dei vortici, mi fece girare a pancia sotto, mi accarezzava tutta , partiva dalle spalle per scendere lungo la schiena e arrivare sul culetto, dove si soffermava un po’ insinuando la mano tra il solco fino a sfiorare la rosellina, al suo contatto fremevo, avevo come una scossa, poi scendeva fino alle cosce, e mi diceva sei bellissima, iniziò a parlarmi al femminile, la cosa non mi dispiaceva, sei bella, e hai un culetto bellissimo, meglio di quello di una femmina, sei tanto ma tanto bella e anche tanto bona, si distese sopra di me, posizionando il cazzo tra le mie chiappe, e continuava ad accarezzarmi e baciarmi dappertutto, infilava le mani sotto la pancia e stringeva il mio cazzetto, durissimo, e lo segava un po’, mentre mi baciava il collo, mi disse ti voglio, sei troppo bona mi fai morire,
si inginocchiò tra le mie gambe e iniziò a palpare il culo a due mani, io ero immobile, mi gustavo quelle carezze, mi passava le dita nel solco e mi sfiorava la fighetta, e io avevo come dei fremiti, continuava ad accarezzarmi la rosellina e io mordevo le lenzuola avevo come delle scosse , ero tutta un fremito, mi vedeva così eccitata e insisteva, fino ad arrivare con le dita a contatto completo con la rosellina, premeva e accarezzava, stavo godendo, era bellissimo, si bagnò il dito con la saliva e lo infilò dentro, ero talmente eccitata che lo sentii appena, lo muoveva avanti e indietro,poi cercò di infilarne un altro, ma non entrò , ero troppo stretta, sempre stata così, mi accarezzò ancora un po’ poi mi fece alzare il bacino e allargare le gambe, ero a pecora, aprì il cassetto del comodino e prese una crema, con questa non sentirai dolore , mi disse, me la spalmò sul buchetto e anche dentro e un po’ anche sul suo cazzo, mi tirò per i fianchi verso di lui, puntò la cappella sulla mia fighetta e iniziò a spingere, io ero immobile, aspettavo, mi piaceva tantissimo ma non lo davo a vedere, me ne vergognavo, sapevo che non era una cosa bella e regolare quello che stavo facendo, ma la voglia e il piacere erano più forti, spingeva piano, al mio primo lamento si fermava, e mi accarezzava il culo, la rosellina si stava aprendo tutta, poi riprendeva a spingere, era molto delicato, spingeva lentamente, mi sentivo dilaniata, ma contenta , una spinta un po’ più decisa e una fitta tremenda mi fece quasi gridare, si bloccò, adesso passa mi diceva mentre mi accarezzava il culo, hai un culetto bellissimo e come sei stretta , che bello metterlo dentro, dopo un po’ che era fermo, il dolore iniziale si stava affievolendo e il piacere stava prendendo il sopravento, riprese a spingere , sempre molto lentamente, non so quanto impiegò a metterlo tutto dentro,me ne resi conto quando i peli del suo pube mi solleticavano le chiappe, si fermò, mi sentivo piena, avevo un salsicciotto durissimo nel culo, e mi piaceva, stavo godendo, iniziò a tirarsi indietro, sempre lentamente, non finiva mai, era quasi fuori e poi di nuovo dentro, e le sue mani sul mio culo, di nuovo fuori lentamente e poi di nuovo dentro fino in fondo, i miei orgasmi anali non finivano più, iniziò ad aumentare il ritmo, si distese sulla mia schiena , mi prese il cazzetto in mano, durissimo , tanto da farmi male, mi chiavava e mi segava, il ritmo aumetò tanto fino a quando con un rantolo scoppiò e mi riempì il culo di sborra, intanto avevo goduto anche io con il mio cazzetto, come non mi era mai successo naturalmente senza sborrare, si fermò, accasciato sulla mia schiena e con il cazzo sempre nel culo, è stato bellissimo mi disse, sei stata splendida e mi baciò sul collo, sfilò piano piano il cazzo dal mio culo, non era più duro come all’inizio,si sdraiò accanto a me , io mi distesi a pancia sotto, avevo il culo dilaniato, in fiamme e pieno di sborra, ma ero felicissima, mi mise una mano sul culo e disse, sei stata bravissima, hai un culetto stupendo, io rossa in viso mi alzai e andai in bagno, mi lavai per bene, indossai le mutandine e sul culo misi della carta igienica, la sborra stentava ad uscire, il mio culo si restringeva subito impedendo alla sborra di uscire, mi rivestii del tutto, e uscii, lui aveva indossato il kimono e mi aspettava, vuoi una coca mi disse, no meglio un bicchier d’acqua, adesso devo andare,la zia mi aspetta, mi accompagnò alla porta, prima di aprire mi diede un bacio sulle labbra e mi chiese:quando vieni di nuovo a trovarmi? Risposi: quando sarà pronto il pantaloncino e mi misi a ridere.
Impiegai molto tempo per tornare a casa, il culo mi faceva male, ma ero felice e contenta.
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