Vacca si nasce o si diventa ?

A parte le adolescenziali curiosità in materia di sesso, la scoperta dell’hard iniziò per me introno ai 15-16 anni scoprendo i fumetti porno che leggeva mio fratello maggiore. Già i soli fumetti mi appassionarono nella visione delle varie pratiche sessuali facendomi scoprire eccitazioni e discreti autoerotismi.
Ma fu quando passai a leggere le riviste pornografiche che capii la mia indole di trasgressiva ragazza preludio, a rivedere oggi la cosa, a ciò che poi sarei stata e avrei apprezzato e goduto in tema di sesso e trasgressione.
Mi appassionai quindi alla visione delle foto vedendo ed imparando posizioni, pratiche e tecniche nonché quanto una donna poteva essere elastica e dilatata…ma ancor di più mi eccitava leggere i racconti che accompagnavano le foto. Nel leggerli mi facevo trasportare dentro la storia fino ad immaginare di essere io al posto della donna protagonista. Ed apprezzavo, con un pizzico di stupore e meraviglia, le dimensioni che potevano raggiungere i cazzi e le dilatazioni che potevano subire gli orifizi femminili.
A differenza di qualche amica con cui avevo parlato di ciò e che avevo provato a coinvolgere nella lettura (già manifestavo forse il mio piacere anche bsx ?) a me non faceva ribrezzo leggere e vedere certe situazioni anche molto hard (profonde inculate, gang, doppie, etc). Anzi mi facevano provare eccitazioni e brividi con notevole invidia per le protagoniste di cui invidiavo la possibilità di essere al centro di tali attenzioni. E già allora, forse per la reazione anche delle amiche, la mia fantasia erotica mi portava ad immaginare di essere la sola donna al centro di più uomini, altre “concorrenti” non mi ispirava proprio partecipassero.
Fu così che presa dalle eccitazioni e dal volere simulare anche certi servizi incentrati su una sola donna in autoerotismo cominciai a conoscere meglio il mio corpo, a capire come reagiva e soprattutto a provare orgasmi. Pertanto dal giocare sui capezzoli resi turgidi con le dita, la saliva, la lingua (li ho sempre avuti molto sensibili facendoli diventare due duri chiodi) fino ad usare il ghiaccio…..passai al piacere di giocare col clitoride (capii poi di essere fondamentalmente clitoridea anche se pure l’orgasmo vaginale mi fa fare faville). Finchè passai a giocare col buco del culetto in cui, dopo avere sperimentato giochi con le dita, imparai a sodomizzarmi coi manici delle spazzole per i capelli che chissà perché comincia a comperare sempre più grossi …fino ad usare il pestello del mortaio o il pressacarne del tritacarne (e quando mia madre li usava in cucina mi prendevano i bollori ormonali…specie vedere e sentire pestare nel mortaio…e ogni riferimento ad Opus Pistorum di Arthur Miller è voluto !)
Imparai quindi molto sul mio corpo, sulle mie voglie e fantasie, sui miei gusti sessuali e le mie primordiali trasgressioni comunque predittive di ciò che sarei stata da adulta…ed imparai a provare e gestire i miei orgasmi che sebbene giovane e limitati a tali pratiche si dimostravano già molto coinvolgenti, spossanti e violenti.
Arrivai così ai 17 anni compiuti età in cui ebbi il mio primo rapporto ma come spesso capita deludente. Che dire, visto quanto sopra non lo avevo certo enfatizzato…anzi fu proprio il contrario. La mia esperienza, per quanto “solitaria”, mi aveva portato ad una buona conoscenza sia del sesso sia del mio corpo e quindi il compagno del momento non fu all’altezza nel senso che risulto non solo imbranato rispetto a me ma pure si intimorì nel vedere una 17enne così intraprendente. Cosa che mi illuminò rispetto le mie future scelte. Ma questo sarà oggetto di un prossimo racconto….