THE MIRROR

Era arrivato finalmente il giorno del trasloco nella loro nuova casa per Mirko e Nicòl, il giorno in cui prendevano finalmente possesso del super mega attico nel centro di Milano dopo aver atteso impazienti i lunghi tempi di conclusione dei lavori.

Mirko, brillante esponente della elìte finanziaria meneghina, era stato molto meticoloso nella scelta degli arredi e finiture, particolarmente costosi, sebbene le ingenti finanze per la realizzazione del super attico di ben 507 mq. fossero pervenute dal suocero, il padre di Nicòl, anch’egli molto benestante.

Mirko e Nicòl si erano conosciuti circa vent’anni prima ad una festa universitaria e dopo dieci anni decisero di sposarsi, ritenendosi fatti l’uno per l’altra. Nicòl era sempre stata attratta da quest’uomo alto, bello, intrigante, sicuro di sé e anche molto sexy e si convinceva sempre più che, col passare del tempo, suo marito diventava ancor più affascinante, sarà per via dei suoi primi capelli brizzolati. Parimenti Nicòl, anche se di primo acchito non si notasse in modo evidente, era la classica bella donna, ben proporzionata, molto curata nell’aspetto e ricercata nel vestire e dai bei lineamenti eleganti, quasi aristocratici, tutti aspetti della sua intensa femminiità che tuttavia preferiva non ostentare, lasciando l’ammirazione di sé solo ai quegli attenti osservatori dal palato fine.

Su imperativo ordine di Nicòl, Mirko si era occupato della scelta delle finiture e degli accessori della splendida casa nuova, mentre lei si era riservata il veto e ogni scelta sulla planimetria interna e la suddivisione degli spazi, anche grazie ai suoi studi in architettura.

Nicòl, che adorava suo marito e per il quale provava ancora una forte attrazione fisica pur sospettando che, nei vari viaggi all’estero del consorte, lui potesse avere relazioni con altre donne anche occasionali, disse subito: “Tesoro, oggi è il coronamento di uno dei nostri sogni, nei prossimi giorni dobbiamo dare una festa di inaugurazione ma non ti preoccupare, penso a tutto io”.

Passarono due settimane e due viaggi di lavoro di Mirko: quella sera Mirko tornava dall’aeroporto giusto per l’avvio della festa della nuova casa dove si aspettava di trovare i loro soliti amici di sempre, provando solo un senso di fastidio e disagio davanti immaginando le prevedibili domande dei curiosi tese a conoscere la spesa complessiva sostenuta.

Quando Mirko entrò in casa, vide il grande soggiorno illuminato a penombra con sottofondo di musica d’ambiente già popolato da almeno una decina di persone intente a sorseggiare aperitivi ma lui corse subito in cerca della sua Nicòl che lo abbracciò con passione, baciandolo e dicendogli “Tesoro: nuova casa, nuovi amici…”.

Mirko guardò meglio gli ospiti ed effettivamente si accorse che non conosceva nessuno dei presenti, guardando con aria interrogativa Nicòl che gli disse prontamente “Sono amici particolari, mettiti a tuo agio con loro e dai il via alle danze, ricordati solo che per loro tu ti chiami Sergio e io Marina”, cui seguì un occhiolino malizioso di lei. Mirko, un po’ incredulo, stette al gioco e disse a gran voce verso gli ospiti “Signori, è arrivato Sergio, si dà il via alle danze!”.

Come per magia, dopo quell’esordio di Mirko, le sette donne presenti e i tre uomini iniziarono a riporre i loro bicchieri e a mutare il proprio atteggiamento: i tre maschietti non si fecero pregare due volte prima di appoggiare le loro mani sui glutei e sui seni delle signore ospiti, mentre le altre donne iniziavano lentamente a disfarsi degli abitini da sera che avviluppavano i loro corpi. Mirko assisteva a questa scena strabuzzando gli occhi, mentre Nicòl restava sempre un po’ defilata, vicino alla porticina della cabina armadio aggiuntiva che si era fatta costruire: in quelle due settimane era riuscita a contattare, tramite un sito di annunci per singole e scambisti, tre coppie e tre donne singole, tutti accuratamente selezionati.

Mirko iniziò a capire e dopo qualche minuto Mirko fu prelevato e accompagnamento per mano da due donne a partecipare alla festa: ma guardò prima sua moglie che gli disse con un sorriso sincero “Forza, vai, fai gli onori di casa, divertiti con loro”.

Nessuno si accorse che, dopo quella frase, Nicòl scomparve dentro la porticina della cabina armadio che, di fatto, non era altro che l’accesso ad un vano segreto, una sorta di intercapedine fatta costruire su sua indicazione e all’insaputa del marito, che si estendeva parallela ai muri del soggiorno; una grande parete in vetro consentiva inoltre, senza essere visti dall’altro versante, di guardare all’insaputa degli occupanti del soggiorno quello che accadeva nel salone delle feste.

Nicòl camminava lenta dentro questo angusto camminamento, guardando i giochi ormai avviati e sorseggiando svogliatamente un cocktail: due delle coppie si erano scambiate tra loro, rimanendo tuttavia vicine, l’altro uomo di coppia era intento a leccare con dovizia la vulva di una delle quattro donne singole che, seduta sul tavolo, teneva le proprie gambe in aria ben divaricate per facilitare l’abile linguista, la donna della coppia ormai spaiata era intenta a limonare un’altra singola, infilandole delicatamente due dita dentro la fichetta. Mirko, dopo un’inziale imbarazzo, era invece già oggetto delle attenzioni delle altre due donne rimaste, una delle quali stava già tastandogli i testicoli per poi passare a succhiargli con voluttà la cappella già gonfia di lui.

Anche Nicòl si stava eccitando nel guardare quella scena, essendo molto dibattuta se prender anche lei parte alla festa o se assistere silente come spettatrice da quella posizione privilegiata: tirò fuori i suoi seni dal tubino nero che indossava e si mise a strizzarsi i capezzoli mentre guardava senza distogliere l’attenzione il suo amato Mirko che stava iniziando a penetrare la donna che appena prima lo stava spompinando: la mise a novanta sul bracciolo del divano di pelle nera e inserì la sua verga nella vagina, allargandole con le mani le natiche curioso di vedere com’era fatto l’ano della concubina di turno, mentre l’altra donna si era accovacciata alle spalle di lui per offrirgli un anal rimming.

Nicòl sentiva ormai le sue mutandine di seta bordeaux fradicie, eccitandosi sempre di più, forse ancor di più rispetto ad una sua eventuale partecipazione attiva ai giochi. Si stava rendendo conto che il suo più alto godimento lo raggiungeva vedendo il suo Mirko godere con altre donne. Ebbe conferma di questo quando, dopo aver assistito a diverse evoluzioni e scambi di partners, Mirko era sul punto di venire mentre in piedi in mezzo al soggiorno, con le gambe lievemente divaricate, si faceva menare il cazzo da tre donne inginocchiate che, a turno, smanacciavano con forza l’asta dell’uomo, si infilavano il membro nelle rispettive bocche irrorandolo delle loro saliva, gli succhiavano gli scroti e lo invitavano vicendevolmente a inondarle del suo caldo seme con termini alquanto pepati.

Nicòl non riuscì ad assistere alla fine della scena, si era infatti già diretta nel bagno in marmo color crema, riempendo la Jacuzzi da mille e una notte: denudatasi, si accorse di non essere mai stata bagnata come in quella circostanza e, con ancora i capezzoli eretti per l’eccitazione, si immerse nella grande vasca e iniziò a masturbarsi con vigore, aiutandosi col getto dell’idromassaggio che putava verso il suo sfintere, guardandosi e rimirandosi nello specchio tondo posto sul soffitto del bagno.

Sarà il sesto senso femminile, sarà l’amore, fatto sta che Nicòl raggiunse il suo orgasmo, emettendo un gridolino soffocato di piacere, proprio nel preciso, identico momento in cui il suo Mirko ricoperse il viso e le lingue goduriose delle tre nuove amichette con i suoi primi schizzi di sperma caldo.