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Alessia... l'amica di ELENA


di papiporcello
30.06.2020    |    18.195    |    8 9.9
"La signora andò via dicendo di aver capito, questa cosa mi sorprese come se sapesse già quello che stava accadendo dentro..."
Terza parte del racconto
Io, elena e... suo padre

Erano trascorsi appena due giorni da quella stupenda cena a casa del mio amico, avevo ancora nella mente quella gran porca della figlia che mi aveva reso felice permettendomi di penetrarle il suo culetto fantastico che tanto mi piaceva leccare. Per loro ero diventato come un compagno di giochi con il quale condividere appena possibile attimi di puro sesso.
Il loro rapporto incestuoso proseguiva alla grande e per dimostrarmi tutto ciò, la mattina di quell'inizio settimana avevo ricevuto nella mia mail alcuni scatti privati che avavo fatto la sera precedente.
Nella descrizione di ogn'uno c'erano dettagliatamente scritte tutte le oscenità di cui lei era capace compiere. La foto che più mi aveva colpito era quella in cui Elena aveva la lingua completamente ricoperta di sperma e con la mano teneva il pollice alto in segno di gradimento,
ad evidenziare l'abbondanza di liquido che il padre le aveva dato da bere. Per dimostrargli di aver gradito le splendide fotografie, mi recai al bagno dell'ufficio e immortalai anche io con una foto lo stato della mia eccitazione per lei. Un cazzo enorme avevo nello slip ed anche una pazza voglia di volermi masturbare dedicandole una sega. Poco dopo arrivò la sua risposta e mi chiese se poteva inviare lo stesso scatto, che aveva appena ricevuto, ad una sua amica che come lei adorava quelle musure extra a discapito dei loro coetanei che lo avevano la metà del mio e di quello del padre. La cosa però destò la mia curiosità, inizialmente accettai subito ma poi le chiesi in cambio anche io un qualcosa che ritraeva questa sua amichetta. La foto che ricevetti mi mandò fuori di testa, la ragazzina che appariva sul monitor era la fotocopia esatta di mia nipote, sarà perchè al giorno d'oggi si vestono tutte uguali ma alla prima occhiata notai quella somiglianza che mi intrigava e non poco.
Mi arrivò dopo un'altra mail con la descrizione esatta dell'amica, una certa Alessia di anni 18 e compagna di classe di Elena, bona e con quegl'occhi da gatta mi fece ulteriormente eccitare più di quanto lo fossi già. Per avere ulteriori informazioni la cercai sui social, non fu difficile trovarla, aveva tanti amici nella lista e dalle foto si capiva il perchè. Immagini al limite della decenza erano ricoperte di like, alcune erano in costume da bagno da dove si notava un seno prosperoso, altre invece con pose studiate risaltava la bellezza delle sue gambe e di un paio di piedini stupendi rinchiusi in scarpe aperte con tacco che la rendevano uno schianto. Avrei voluto contattarla subito per presentarmi, anche se non credevo che una tipa con molto meno dei miei anni poteva tranquillamente ascoltarmi, così chiesi ad Elena come dovevo comportarmi con la sua amica. Mi rispose poco dopo dicendomi di non avere timore a farlo anche se avrebbe preferito esserci anche lei presente per una eventuale conoscenza più intima. Stavo proprio impazzendo in quell'ultimo periodo, con mia moglie non sono mai stato un traditore seriale ma quell'ultima settimana mi aveva messo nelle condizioni di iniziare a farlo. Poco dopo in ufficio si presentò il papà di Elena, era riuscito a capire dove lavoravo dalle mie indicazioni ed era passato a prendermi per consumare un caffè insieme prima di andare a scuola per riprendere la figlia. L'occasione si presentò subito favorevole, senza neanche chiederlo mi stava portando proprio lì dove magari avrei potuto conoscere Alessia. Presi un permesso e scappammo via in auto, usai la mia per andare così magari potevo anche imparare il tragitto. Nei pressi del loro istituto consumammo insieme una birra in un bar poco distante e mentre la sorseggiavamo aprii il solito discorso sul sesso, commentando gli ultimi giorni che ci avevano visti protagonisti insieme ad Elena. Gli spiegai che quello che mi stava accadendo con lui era qualcosa si meraviglioso, non mi aspettavo assolutamente che nel giro di due incontri mi sarei scopato praticamente tutto di sua figlia, la ragazza era ed è veramente una gran troia. Senza controbattere acconsentiva a tutte le parole che stavo dicendo, anche lui pensava a lei come una gran porca e aggiunse che nel garage l'ultima volta era rimasto sorpreso dalla richiesta di Elena di farsi scopare il culo, in fondo lui ancora non aveva avuto l'occasione di farlo. Forse sarà stato che le ero simpatico o magari perchè la dimensione del mio cazzo la soddisfava, intanto dietro non era più vergine già da quando lo aveva concesso allo zio e magari il sesso anale le piaceva di più. Concluso il nostro break ci recammo fuori scuola, all'uscita c'erano lei e Alessia che insieme, stavano uscendo dal portone e vedendoci si stavano avvicinando a noi. Un bacino veloce e casto al papà e poi venne verso di me e quasi sfiorandomi le labbra mi salutò affettuosamente, intanto l'amica senza esitare allungò una mano per presentarsi. I miei occhi incrociarono subito i suoi, come potevo non incantarmi, erano di un verde su quei lunghi capelli neri, il suo abbigliamento non mostrava tanto ma dalla maglietta si intravedeva benissimo l'enormità del suo seno. Chiese se fosse stato possibile darle un passaggio, come potevo dire di no, così ci avviammo in strada e la prima tappa la facemmo sotto casa sua. Abitava poco distante da casa mia, facile anche da raggiungere a piedi, scendendo passò per il mio finestrino a ringraziarmi, abbassandosi la maglietta si allargò e mi offrì la vista integrale di quel bel paio di tette nude e senza reggiseno. Guardandola andare via notai con piacere che oltre a quelle aveva anche un bel culetto, proprio da scopare. Quando arrivammo fuori l'ufficio, Elena passò a salutarmi anche lei alla portiera, allungò una mano sul mio pacco e dopo una breve tastatina accostò le sue labbra alle mie per un bacino veloce, il padre non si accorse di nulla perchè era già sceso e lei prima di raggiungerlo all'auto ne approfittò per lasciarmi il reggiseno di Alessia che aveva dimenticato sul mio sedile, lo aveva tolto apposta per me prima di arrivare a casa, mi disse che se potevo avevo la possibilità nel primo pomeriggio di andare a casa sua a riconsegnarlo personalmente, lo voleva per conoscermi meglio. Era un chiaro segnale di quello che mi aspettava, forse la foto del mio cazzo la mattina aveva fatto effetto sulla sua amica. Non ritornai proprio in ufficio, chiesi un permesso e dopo un oretta ricevetti anche un messaggio di Alessia sul telefonino per dirmi che mi stava aspettando. Bussai il citofono, ero ansioso ed eccitato di rivederla, alla porta mi aprì lei, non sapevo ancora fin dove potevo spingermi. Quando la vidi aveva gli stessi jeans di prima ed una felpa, mi sarei aspettato già una scena da porno ma non si poteva perchè in casa era presente anche la mamma. Mi fece entrare e anticipandomi si mise avanti a me facendomi strada. Arrivati nei pressi della cucina si fermò di scatto, urtai contro di lei, il mio cazzo nel pantalone era leggermente barzotto e si accorse di questa cosa.
Con la mano dietro la schiena provò leggermente a sfiorarlo mentre alla madre annunciò il mio arrivo a voce alta dicendo che ero quello della scuola per le ripetizioni da fare. Io rimasi stranito dalla sua scusa ed intanto lei continuava a tastarmi il pacco. Appena giungemmo nella sua cameretta chiuse la porta e girandosi dalla mia parte tirò giù la lampo della felpa chiedendomi di restituirle ciò che era suo. Apparve così un seno grande e sodo che mi lasciò basito, senza volerlo mi sentii come se una calamita mi attirava verso quei capezzoli che aspettavano solo di essere leccati completamente. Alessia fermò il movimento della mia testa con la sua mano raccomandandomi di fare prima dell'arrivo di sua madre che a breve avrebbe portato il caffè, mise le sue braccia intorno al mio collo e mi baciò con passione. La lingua mia unita alla sua si muovevano freneticamente, la piccoletta ci sapeva fare, mi baciava con trasporto e passione, il mio cazzo era duro nel pantalone e per farle sentire quanto fossi eccitato iniziai ad appoggiarlo sulla fica ancora chiusa nel suo jeans. Lei portò giù una mano da dietro la mia testa e scostandomi un pò per fare spazio, con decisione la strofinava sul mio pacco. Per alcuni istanti mi concesse il piacere di assaggiare la sua pelle, prima un bacio al collo e poi quella leccata tanto desiderata sui suoi capezzoli duri. Mi dava del maiale fingendosi sconvolta mentre io mantenevo ancora un finto rispetto commmentando con edicazione la bellezza del suo corpo. Un rumore proveniente dalla cucina ci fece staccare per il timore di essere sorpresi dalla mamma, che stava arrivando con il caffè, appoggiò il vassoio sulla scrivania e si presentò a me. Aveva un aspetto da porca come la figlia, avevo anche capito da chi Alessia aveva ereditato l'abbondanza del suo seno. Ero come imbambolato, la guardavo con piacere mentre lei continuava a parlare. Quando ci lasciò soli per fare le finte ripetizioni fui ripreso del mio atteggiamento da Alessia, che colta da un pizzico di gelosia mi aveva ricordato che in quella casa ero per giocare con lei e non con la mamma. Aveva ragione, intanto andò a richiudere la porta ma questa volta con la chiave e raggiungendomi al centro della stanza, mi stava sbottonando il pantalone. Voleva vedere dal vivo ciò che la mattina aveva sbirciato in foto, era molto lenta nei suoi movimenti, con il palmo della mano accarezzava delicatamente la mia erezione ancora dentro lo slip ma che sentiva benissimo al tatto della sua mano. Mi chiese di fare silenzio e di non emettere suoni, voleva solo che mi godessi la sua bocca da abile pompinara quale era la sua nomea a scuola. Tara i banchi la chiamavano la bevitrice, a lei non è mai dispiaciuto mandare giù nella stomaco un bel pò di sperma. Scopri il mio cazzo e mi fece un complimento sulla grossa misura, io le ricordai che era dovuta forse ai tanti anni che avevo in più a lei. Dal basso verso l'alto mi guardò maliziosamente negl'occhi dicendomi di essere abituata a quelli con l'età del padre. Mi stava facendo morire, quell'attesa mi sembrava interminabile, desideravo follemente che lo prendesse in bocca. Scoprì il mio glande e come fece elena qualche giorno prima, lo baciò con devozione, ed io ero sempre lì aspettando eccitato il contatto con la sua lingua. Aggiunse ancora qualche parolina poi lo portò dentro la sua calda bocca. Con aria da maturo volevo comandare io questa volta piuttosto che lei, la sua amichetta nelle ultime scopate decideva tutto da sola e ora invece desideravo essere io a condurre il pompino. Alessia sotto mi appariva invitante, la felpa era aperta ed aveva scoperto le sue grandi tette, forse avrei dovuto scoparle ma adesso mi interessava solo riempirle la bocca della mia crema bianca. Portai le mani dietro la sua testa, feci prima qualche carezza ai suoi capelli neri poi con un lento movimento di bacino le feci capire di volerla scopare proprio lì mentre lei mi succhiava. Era brava e ci sapeva fare, mandava giù per la gola tutta la mia lunghezza e senza tossire e nemmeno sbavare. Sottovoce iniziai a sussurrare frasi senza senso come a voler far uscire fuori quello che il mio cervello stava pensando di quella gran troietta. Presi dalla foga non ci accorgemmo della madre fuori la porta della sua cameretta che trovandola chiusa iniziò a bussare, mi venne un attimo un pò di panico, ebbi paura di essere stato quasi scoperto, invece Alessia per un attimo ebbe la fermezza di staccarsi dal mio cazzo e con la vocina da bimba avvertì la mamma che avrebbe portato lei le tazzine in cucina. La signora andò via dicendo di aver capito, questa cosa mi sorprese come se sapesse già quello che stava accadendo dentro. Rivolsi nuovamente lo sguardo verso quella troietta in calore che adesso invece del pompino mi stava dedicando una dolce leccata di palle, per avere solo diciotto anni si stava rilevando una gran professionista. Quando stavo per venire le feci un piccolo cenno, il momento della mia goduria si stava avvicinando, era quasi imminente, così Alessia mirò la punta verso la sua lingua e continuò a segarmi fino ad esplodere in un orgasmo di una tale potenza da lasciarmi sorpreso. Un paio di schizzi finirono sulla sua lingua, colava di lato tanto ne era. Poco dopo con maestria mandò nello stomaco tutto ciò che aveva bevuto, la restante parte che le era scappata di bocca finì per cadere sulle sue tette e con la mano la spalmò sulla sua pelle. Mi affrettai a ricompormi per l'ansia della presenza in casa della mamma, invece Alessia mi bloccò chiedendomi di pulire prima il mio cazzo nella tazzina ancora piena di caffè che avrebbe bevuto poco dopo. Eseguii alla lettera quello che mi aveva chiesto, immergendo dentro la mia cappella ancora lucida di sperma. Pensavo che tutta quella magia fosse già finita, tornai a sedermi alla scrivania come se nulla fosse accaduto, lei andò a riaprire la porta e la mamma era lì per riprendersi il vassoio. La figlia le disse che era rimasto ancora del caffè e se voleva poteva anche berlo, non se lo fece ripetere due volte e mandò giù quel mix perfetto che avevo corretto io poco prima con il mio cazzo. La signora andò via sorridendo, avevo ragione prima a pensar male, forse sapeva già di quanto fosse troia la figlia ed magari era anche consapevole di quello che aveva fatto prima. Alessia l'accompagnò alla porta e la richiuse nuovamente a chiave, si voltò a me e abbassò in un solo colpo leggins e mutandina e indicandomi la sua fica con un dito mi chiese come ultimo favore di portarla all'orgasmo leccandola per bene sul suo letto.
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