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IL TRENO


di Membro VIP di Annunci69.it paolatrav
28.05.2023    |    707    |    6 9.7
"Mi tolsi la pelliccia, e la riposi sul portaoggetti sopra al sedile, dopo poco vidi due ragazzi aprire la porta dello scomparto, erano due neri, due ( vu..."
Una sera mi trovai a Genova in stazione, ero andata in treno causa il cattivo tempo, parlavano di possibili nevicate, e visto che quel giorno avevo ormai da tempo un’ appuntamento con una coppia molto birichina e porcellina e che non ci volevo assolutamente rinunciare avevo optato per il treno.
Arrivai in stazione con poco anticipo, comprai al volo un giornale e mi precipitai al treno, sentivo gli sguardi indagatori della gente, forse si vedeva che ero un maschietto, forse no, ma visto che questo tipo di cose a me hanno sempre fatto incazzare decisi di cercare uno scompartimento vuoto, e lo trovai verso la fine del treno, ero li sola soletta, nessuno che guardasse per poi giudicare, il treno partì quasi subito e altrettanto quasi subito arrivò il controllore, vidimò il biglietto e se ne andò.
Mi tolsi la pelliccia, e la riposi sul portaoggetti sopra al sedile, dopo poco vidi due ragazzi aprire la porta dello scomparto, erano due neri, due ( vu cumprà) che facevano ritorno a casa, chiesero educatamente se era libero e poi entrarono, io mi stavo fumando una sigaretta, finita questa decisi di leggere il giornale che avevo preso, mi alzai e girando loro le spalle alzai le braccia per prendere il giornale che si trovava sul ripiano insieme alla pelliccia, ma così facendo non pensai che alzando le braccia di conseguenza pure il vestito si sarebbe alzato, dando la possibilità a chi mi era seduto di fronte in quel momento di vedere un bel panorama, due chiappette che sbucavano da sotto il vestito, le le autoreggenti.
Preso il giornale tornai a sedere,e con disinvoltura accavallai le gambe iniziando a leggere il giornale e a fantasticare, pensavo a ciò che loro avevano visto, mi chiedevo se il trovarsi li soli, con una bella donna, che volendo già in parte si era svelata loro, li avesse eccitati, e fantasticavo su cosa si sarebbe potuto fare in quelle due o tre ore, il tempo passava, loro chiacchieravano, io fantasticavo, ogni tanto accavallavo e scavalcavo le gambe, e vedevo che i loro occhi puntavano sempre li.
Mi venne allora un’idea, tanto cosa vuoi che succeda pensai, presi la borsetta ed andai in bagno, alzai un filino il vestito strinsi la cintura in modo che restasse alzato come volevo io, in pratica il bordo del vestito era pari al bordo delle calze, tornai verso lo scomparto, mi soffermai in corridoio a fumare, in modo che loro da dentro potessero guardarmi, entrai, mi girai loro di schiena, e alzai le braccia verso il mio borsone facendo finta di cercare qualcosa, ( in quel momento il treno era fermo in una stazione) accentuai il tutto in modo che il vestito si alzasse molto più di prima, fu in quel frangente che uno dei due si alzò chiedendomi se avevo bisogno, e così facendo mi si avvicinò da dietro, appoggiandosi leggermente a me, ma quel tanto che bastò per farmi sentire cosa si nascondeva sotto i suoi calzoni, mi prese lui un giornale dalla borsa, tornai a sedere, e a leggere il mio giornale, loro però non facevano niente, non capivo, quello che mi sembrava di aver sentito sotto ai clzoni, non era un qualcosa di uno indifferente, anzi…ma loro li, come se fossero soli.
Allora decisi di dar fondo a tutte le malizie di DONNA, feci finta di addormentarmi, e così facendo lasciai leggermente divaricate le gambe, li guardavo da sotto gli occhiali, sapevo che loro non potevano sapere che li guardavo, li vedevo agitati, uno in particolare quello proprio di fronte a me, forse pensando di non esser visto si toccava spesso il pacco, e che pacco da veder così, tutto questo però non produceva nessun effetto, allora decisi di allargare ancora di più le gambe, così facendo però cadde il giornale, lui si precipitò a raccoglierlo, mentre io facevo la bella addormentata con le gambe leggermente larghe, e mi disse: signora le è caduto il giornale, io feci finta di svegliarmi e vedendo che lui era ancora li chinato, mi spostai in avanti verso lui x prendere il giornale, ma così facendo il vestito si sposto ancor di più, e lui si ritrovò la mia micetta li davanti.
Ci furono un paio di interminabili secondi di silenzio, lui mi guardava dritto in mezzo alle gambe, gli slip di pizzo bianchi lasciavano intravedere i miei peli, ma non il pistolino che avevo posizionato in mezzo alle gambe, poi lui se ne uscì con questa frase: “ molto belle le tue mutandine bianche” io per tutta risposta, e sinceramente non so da ove mi uscì, ribattei dicendo: “si ma a volte non le porto”, e lui “ noi non le portiamo mai” ed io “ davvero “e lui “ certo non ci credi ? vuoi vedere?” io non risposi, ma lui non ebbe bisogno di una mia risposta, fu un’ attimo ed erano entrambi fronte a me con i calzoni calati, e due pali della luce in mezzo alle gambe.
Io ebbi un attimo d’esitazione, poi allungai le mani iniziando ad accarezzarli in modo molto dolce, poi mi avvicinai con le labbra, dando loro dei leggeri colpi di lingua, loro mi fecero alzare, mi presero in mezzo , e mentre uno da dietro mi baciava il collo, e mi sbottonava il vestito, l’altro mi accarezzava i seni, poi le loro mani si fecero molto più audaci, ed iniziarono a scendere fino alle mutandine, per infilarvisi senza ritegno, vi fu un momento di stop, quando si sentii in mano non una fighetta ma un pistolino già bello che duro, mi guardò, io feci un sorriso, lui ricominciò da dove si era fermato, io stavo scoppiando, non vedevo l’ora di sentire quei cazzoni dentro di me, e fu così che me ne uscii con un “ DAI SCOPATEMI “.
Uno si sedette, l’altro mi mise supina, spingendomi la testa verso il cazzo del suo amico, e mentre io iniziavo a fargli un pompino, si accovaccio dietro di me ed inizio a leccarmi, la sensazione era indescrivibile, ed ancor oggi al pensiero mi bagno, mentre io proseguivo nel pompino sentii qualcosa di grosso appoggiarsi nel mezzo delle mie chiappette, poi lo senti spingere, spingere, e finalmente lo senti entrare dentro, il ritmo era molto lento, voleva farmelo gustare, sentivo le pareti del mio culetto allargarsi, e qualcosa di grosso e nodoso che vi entrava e usciva, poi il ritmo si fece più veloce, ad ogni colpo sentivo il mio corpo vibrare dal piacere, a quel punto, quello seduto mi disse di sedermi su di lui, io mi girai e mi sedetti sul suo cazzo, mi dette un paio di colpi, e poi mi disse: “ma due cazzi neri insieme non li hai mai provati?”
Mi rialzai, lui mi bagno con la saliva il buchetto, ed infilò un dito, poi un’altro,ed un altro ancora, ero talmente infoiata che quasi non me ne accorsi, adesso puoi sederti mi disse, e tenendomi per i fianchi mi accompagnò verso il suo cazzo, sentii la cappella appoggiarsi al buchetto, e poi adagio adagio sentii la sua bega entrare dentro di me, iniziai in modo ritmico a salire e scendere, e nel frattempo iniziai a spompinare l’altro, che dopo poco, mi prese le gambe ed alzandomele mise in bella vista il mio culetto con già dentro un cazzo, mi si avvicino, e mi mise il cazzo vicino al buco, con due dita mi allargò il buco e cercò di metterlo dentro.
Bestiale due cazzi insieme e per giunta due neri, il sogno inconfessato ed inconfessabile di quasi tutte le donne, e certamente pure il mio, ma tale restò, lui ci provò e riprovò ad infilarlo, ma due beghe del genere insieme non vi era verso, insieme non ci stavano, era ormai una mezz’oretta che dandosi il cambio mi stavano scopando, ma di sborrare niente, allora gli dissi che mi piaceva molto farmi sborrare in viso, e se quando venivano, gi stava bene sborrarmi in viso, dopo qualche minuto dissero che stavano per venire, io mi accovacciai li di fronte a loro, ed in un men che non si dica mi ritrovai il viso inondato di sperma.
La sentivo colare giù lungo il collo, mi strizzavo il seno impregnato dei sperma, mi masturbavo come una pazza, e ricominciai a spompinarli, non volevo che nemmeno una goccia di quel nettare andasse persa, ricominciammo quasi subito a fottere, io a gambe larghe con le mani sul divano e loro dietro che dandosi il cambio a ripetizione mi inculavano, ma purtroppo come tutte le cose belle, anche quella era finita, loro dovevano scendere di li a poco per prendere la coincidenza per Milano, eravamo arrivati, ricordo che il treno si fermò in stazione che io avevo ancora un cazzo in culo e uno in bocca.
Ci salutammo, loro di fretta e furia scesero, io andai in bagno a sistemarmi, il treno riparti, arrivata scesi e mi diressi alla macchina e mentre tornavo a casa sentivo impellente il bisogno di cazzo, ad ogni semaforo, ad ogni stop, coglievo l’attimo per toccarmi in mezzo alle gambe, non ne potevo più,feci così un rapido giro attorno al parco, ma non si vedeva anima viva, allora osai il tutto per tutto, mi sfilai il vestito, restando solamente con il reggicalze e le calze, e gli slip, più naturalmente la pelliccia.
Parcheggiai l’auto e scesa feci un giro, nessuno, stavo tornando all’auto quando vidi una persona passare in mezzo ai giardini e dirigersi verso i bagni pubblici, lo seguii da lontano, e lo vidi entrare nei bagni, io allora feci il giro da dietro, in prossimità dell’ingresso mi lasciai scappare due colpi di tosse, speravo di incuriosirlo, e di indurlo a guardare, e così fu, lo vidi nella penombra che mi osservava, io feci cadere il pacchetto delle sigarette, mi chinai a raccoglierle sapendo che la pelliccia aperta avrebbe messo in mostra tutto… .
Raccolsi il pacchetto, e poi come se non mi fossi accorta di lui andai verso il bagno, entrata nel buio quasi totale mi soffermai un ’attimo nell’atrio, mi appoggiai al muro e accesi una sigaretta, sperando che la luce dell’accendino gli facesse vedere la Paola, due tiri, e lui sbucò subito dal buio, aveva già il cazzo in mano, nessuno dei due disse niente, mi chinai a spompinarlo, lui mi fece alzare, mi girò contro al muro a gambe larghe, mi sollevo il bordo della pelliccia e iniziò a strusciarmi il cazzo sulle mie chiappe, lo presi con la mano, e me lo portai verso il buchetto, e lui spinse, dentro, tutto dentro…., non era certamente come quelli appena ricevuti, ma sempre un cazzo era, ci mise circa cinque minuti a venire, minuti in cui io mi masturbai arrivando così pure io all’orgasmo.
Lui svuotò sulle mie chiappe tutto il suo seme, bello lo sentivo colare verso le gambe, si tirò su i calzoni, mi disse un mezzo ciao, e se ne andò, avrei voluto andar alla ricerca di altri cazzi, ma il posto e l’ora tarda non lo consigliavano, me ne tornai a casa, feci una doccia, e andai a dormire, col desiderio in corpo di tanto altro cazzo.
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