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La nascita di Virna: ti tengo d'occhio


di Virnissima
02.05.2016    |    9.723    |    6 9.7
"Sento il suo pene già in tiro sotto le mie dita e una strana eccitazione inizia a pervadere il mio corpo; sposto lo slip e comincio a succhiarlo..."
Premetto che questo racconto è frutto solo della mia fantasia, forse più in la racconterò alcune delle cose che mi sono realmente accadute. Buona lettura.

La crisi degli ultimi tempi ha colpito anche me. Avevo un lavoro che, seppure precario, mi consentiva di vivere da solo e di soddisfare a tutti i mie bisogni. Poi il fatidico giorno; il mio contratto a tempo determinato era scaduto e, a causa di una riduzione del personale, non sarebbe stato rinnovato.
Cercai in tutti i modi di non scoraggiarmi, ero riuscito a mettere qualcosa da parte che mi permetteva di tirare avanti ancora per qualche mese. Il gruzzoletto però stava per estinguersi e la mia ricerca di lavoro non portava ad alcun risultato. Un pomeriggio, leggendo gli annunci sul giornale, mi colpisce un trafiletto in cui si cerca una segretaria per uno studio medico. Il fatto che venga richiesta una figura femminile mi porta inizialmente a scartare l’annuncio. Dopo diverse e infruttuose telefonate in risposta ad altrettante proposte di lavoro, mi decido a chiamare lo studio medico, ho bisogno urgente di lavorare e di soldi.
Il giorno del colloquio decido di mettere giacca e cravatta nella speranza di fare un’ottima impressione. Mi riceve un uomo sotto i 50. Indossa un camice bianco con uno stetoscopio appeso al collo. È alto circa 1,80, ben messo, capelli brizzolati. Mi fa accomodare nel suo studio e, dopo aver attentamente preso visione del mio curriculum, alza gli occhi verso di me dicendomi che è disposto ad assumermi ma che c’è ancora da chiarire qualche dettaglio. Sentendomi dire che vado bene il mio volto si illumina, del resto quasi non ci speravo e mi ero recato lì più per la disperazione che con la speranza che potesse andare a buon fine, sorvolando velocemente sui dettagli da chiarire.
La sua faccia diventa seria e, con decisione, mi spiega che la sua clientela è composta tutta da uomini e che è in cerca di una figura femminile. Non mi dà neppure il tempo di replicare e mi dice che se voglio il lavoro devo adeguarmi, poiché la mansione da svolgere è quella di “intrattenere” i clienti durante le attese in sala.
Rimango basito per la richiesta, non so cosa dire, ma lui mi toglie subito dall’imbarazzo dicendomi che non dovevo confermare subito e che se avevo intenzione di accettare l’indomani mi sarei dovuta presentare vestita da infermiera.
Ancora senza parole, mi alzo per andare e, quando sto per varcare la soglia, mi ferma e dice:
- mi raccomando.... mi aspetto un’infermiera molto sexy!!
Tornando a casa rifletto sull’incontro. Mi dico di essere stato uno stupido, l’annuncio era chiaramente rivolto ad una donna e che non avrei dovuto proprio presentarmi. È chiaro, dovrò cercare altro! Ma come? Ho bisogno di lavorare, questo è fuor da ogni dubbio!!!
Sulla strada di casa vedo un negozio che vende divise da lavoro e, con un po’ di riluttanza, decido di entrare. La commessa mi chiede se può essermi d’aiuto ed io chiedo una divisa da infermiera. Alla richiesta della taglia, con molto imbarazzo dico:
- la mia!!
Lei più imbarazzata di me, mi guarda e dice:
- dovrei avere qualcosa che fa per lei
Esce dal retrobottega con in mano la divisa e mi chiede se voglio provarla. Sempre con molto imbarazzo le dico di si e mi avvio nello spogliatoio. Ne esco tra l’eccitazione per quanto ho indosso e la vergogna.
Lei mi guarda e dice:
- aggiungendo delle calze bianche, e un po’ di trucco diventerà proprio sexy.
Il mio volte si tinge di rosso intenso, mi rivengono in mente le parole del dottore: “mi raccomando.... mi aspetto un’infermiera molto sexy!!”
- va bene, la prendo!
Tornado a casa mi fermo ad acquistare un paio di autoreggenti bianchi e lungo la strada mi chiedo come fare per le scarpe.
“Non riuscirò mai ad entrare in un negozio per acquistare un paio di scarpe da donna mi dico”.
Trafelato nei miei pensieri, sento una voce da lontano che mi chiama. Mi volto e vedo mia zia che agita una mano come per salutarmi.
- ciao
La saluto anche io ma con aria molto distratta. Lei si accorge subito che qualcosa non va; mi conosce da quando sono nato e sa bene che ho sempre il sorriso sulle labbra.
- che hai?
- Nulla!
- Ma dai, a me non mi prendi in giro ti conosco, hai qualche problema e non me lo vuoi dire.
Dopo tante insistenze e con molto imbarazzo le racconto ciò che mi è successo.
- non c’è nulla che non si possa risolvere, ti aspetto domani a casa alle 8, tu zio è fuori per lavoro, porta quello che hai comprato!!
Non riesco neppure a controbattere che mi saluta e si infila rapidamente in un taxi.
L’indomani di buon’ora mi presento a casa di zia, lei mi apre, mi fa accomodare sul divano e mi prepara una tazza di caffè.
- allora, prendi le tue cose, vai in bagno ed indossale.
- mah.....
- non voglio sentire mah, qui c’è un problema e va risolto immediatamente!!!!
Prima di uscire dal bagno mi guardo allo specchio; collant bianchi e camice....mi sento ridicolo. Apro appena la porta e sbircio fuori.
- dai non fare lo stupido, vieni fuori!!
Mi faccio coraggio ed esco.
- zia, mi sento ridicolo
Le mi guarda e dice
- beh..... si lo sei!!!!
E scoppia in una fragorosa risata. Abbasso la testa, sto quasi per scoppiare in lacrime.
- non mi interessa, non ci vado, preferisco morire di fame piuttosto che rendermi ridicolo.
- da non fare così, ci pensa zia!! Intanto hai bisogno di indossare della biancheria sotto quel camice.
Entra in camera da letto e ne esce con in mano una sottoveste.
- togliti il camice ed anche quei ridicoli boxer, noi donne non li indossiamo
- e cosa mi metto?
- Nulla, vedi neppure io indosso mai le mutandine
Si alza la vestaglia e mi mostra il suo sesso tutto depilato. Io sgrano gli occhi, ma lei riabbassandola mi dice
- eh no, tu dei diventare una donna e io non sono lesbica.
Mi scappa una risata, comincio a spogliarmi e indosso la sottoveste che mi passa.
- ora ci vuole del trucco e una parrucca, siediti.
Dopo circa mezz’ora di intenso lavoro, mi prende per mano e mi porta davanti allo specchio.
- che ne dici?
Mi guardo e quasi non riesco a crederci. Non sono io, o meglio non mi sembra di vedere me stesso allo specchio. Sono talmente sexy che mi viene duro da solo. La mia figura alta e magra e il lavoro della zia hanno completamento rivoluzionato il mio aspetto. Lei guarda tra le mie gambe e
- vedi che senza mutandine è meglio?!?!?!!
e mi strizza l’occhio.
- Dai indossa il camice che ti accompagno.
- E come esco?
- Stai talmente bene che nessuno ti riconoscerà, tranquilla.
- Zia, ma sono scalza!!!!!
Lei guarda prima i miei piedi nudi e poi me.
- Che numero hai?
- 41
- Io il 39, ti andranno un po’ strette ma dovrebbero entrare
Mi passa un paio di scarpe nere con un tacco che a me sembra vertiginoso. Me le fa indossare e mi dice di camminarci un po’ per farci l’abitudine. Tutto sommato non sembrano farmi male ma barcollo e per poco non cado a terra.
- Zia non riesco proprio a camminare su questi tacchi, non hai delle scarpe più basse?
- No, vanno benissimo, tanto alla fine starai più a quattro zampe che in piedi!!!!
La guardo terrorizzata, ma lei con molta calma mi sussurra:
- Che vuoi che sia, tuo zio mi incula un giorno si e l’altro pure. Andiamo ora, altrimenti fai tardi.
Mi tira così forte che quasi non cado di nuovo da quei tacchi sottilissimi e mi chiedo se mai mi reggeranno.
Saliamo in macchina e lungo la strada non pronuncio parola.
Arrivati a destinazione mi bacia sulla guancia mi infila una mano tra le gambe e mi bisbiglia nell’orecchio:
- Non sarò lesbica ma le travesta mi piacciono molto, domani ti aspetto a casa, devi raccontarmi tutto.
Scendo dalla macchina e decido di prendere l’ascensore, con quei tacchi le scale non è proprio il caso di farle. Suono al campanello, il dottore mi apre la porta e dopo avermi squadrata dalla testa ai piedi mi fa accomodare.
- sono contento che tu abbia accettato e vedo che hai seguito alla lettera le mie disposizioni. Appena arriva il primo cliente, avvisami con l’interfono.
Mentre sta per andare nel suo studio si gira e aggiunge:
- ah, ti chiamerò Virna e mi raccomando... ti tengo d’occhio!!!!
Mi guardo intorno non sapendo cosa fare. La sala d’attesa è molto ampia, ci sono delle sedie disposte lungo la parete, un divanetto rosso molto ampio e in un angolo quello che presumo sia il mio posto con una scrivania, una sedia, un telefono, un pc e l’interfono indicatomi dal dottore.
Quando sto per andarmi ad accomodare sento bussare alla porta. Quasi mi viene un colpo; il cuore mi batte a mille ed ho le gambe che mi tremano, un po’ per la paura un po’ per i tacchi alti. Apro la porta.
Entra un signore sulla quarantina che mi squadra dalla testa ai piedi e poi mi fa un sorriso a 32 denti. Con la testa bassa gli dico:
- avviso il dottore, se intanto desidera accomodarsi...
Cercando di tenere un passo normale mi dirigo verso la scrivania. Premo l’unico tasto che c’è sull’apparecchio per parlare e appena lo rilascio sento un voce metallica uscire dal piccolo altoparlante.
- lo faccia attendere, sono un attimo impegnato...
Alzo la testa per comunicarlo al cliente e lui, con il solito sorriso, mi fa cenno di aver ascoltato.
Accendo il pc e comincio a far finta di armeggiare con la tastiera per nascondere l’imbarazzo dovuto a quel silenzio. Dopo una decina di minuti alzo gli occhi e mi accorgo che il paziente mi sta osservando. Il sangue mi sale velocemente alla testa, mi sento le guance in fiamme e non so cosa fare, giro il viso verso il monitor e di nuovo verso di lui. Provo a dire qualcosa
- penso che ci vorrà ancora poco, mi spiace per l’attesa.
- non si preoccupi l’attesa in sua compagnia è molto piacevole, perché non viene a sedersi vicino a me.
Non riuscendo a trovare una scusa per rifiutare l’invito mi siedo sul divano e lui, senza tanti convenevoli, mi allunga una mano sulla coscia. Vedendomi tremare, cerca di rassicurarmi con una carezza, che è appena accennata visto che subito dopo mi infila un dito nella bocca.
- perché non me lo succhi un po’?!?!?!!!!
Neppure il tempo di finire di parlare e afferra la mia nuca spingendomi la testa sulla sua patta.
Provo a divincolarmi ma la sua presa me lo impedisce. Con l’altra mano prende il mio polso e porta la mia sulla sua zip invitandomi ad abbassarla. Sento il suo pene già in tiro sotto le mie dita e una strana eccitazione inizia a pervadere il mio corpo; sposto lo slip e comincio a succhiarlo. Dopo appena qualche affondo lo sento arrivare con fiotti caldi ed abbondanti tanto che non riesco a contenerne tutto il liquido nella mia bocca che comincia a colare.
Il suono dell’interfono mi fa trasalire e, ancora con il suo seme che mi scivola lungo il mento,rispondo. Di nuovo la voce metallica:
- Virna, fai entrare il paziente
Mi giro verso il paziente e lo vedo già varcare la sogli dello studio. Mi ricompongo alla meglio e sento di nuovo bussare alla porta.
Il secondo cliente mi chiede di fargli una sega, il terzo di masturbarlo con i piedi, il quarto mi mette una mano tra le cosce ed inizia a giocare con il mio sesso. La giornata passa tra clienti che vanno e vengono transitando dalla sala d’aspetto intrattenuti da me prima di entrare nello studio.
A fine giornata sono a pezzi, guardo l’orologio e mi rendo conto che è il momento di andar via.
Premo il tasto dell’interfono per avvisare il mio principale:
- dottore, io andrei via se non ha più bisogno di me.
- d’accordo Virna, ma prima vieni un attimo nello studio
- va bene, dottore.
Appena entro, lo vedo seduto mentre sta armeggiando al computer e mi chiedi di avvicinarmi. Io faccio il giro intorno alla scrivania e mi fermo di fianco a lui.
Con fare deciso, ma delicato, mi infila una mano sotto la gonna, afferra il mio cazzo e stringendolo tra le mani mi dice:
- ti ho tenuta d’occhio sai? Guarda!!
Rivolgo il mio sguardo al monitor e mi accorgo che con una telecamera a circuito chiuso ha registrato tutto ciò che accadeva nella sala d’aspetto. Con voce decisa mi dice:
- Guarda, è così che si fa un pompino a un cliente? Neppure una sega sai fare!!
Man mano che le immagini scorrono continua a rimproverarmi e tra un passaggio e l’altro mi schiaffeggia la natica a mano aperta. Io, con voce timida e tremante:
- Ma per me è la prima volta, ed io....
- Io un cazzo!!! Ora ti insegno io come si fanno certe cose. Mettiti in ginocchio!!
Mi fa infilare sotto la scrivania e allarga le gambe.
- sbottona i pantaloni!!!
Costretta nel poco spazio a disposizione, abbasso la cerniera e tiro fuori il suo membro.
- inizia a leccarlo, TROIA!!!!
Apro leggermente la bocca e infilo la sua cappella tra le mie labbra.
- devi prima leccare e poi prenderlo in bocca!!! Ora infilatelo fino in gola!!!
Sento il suo membro irrigidirsi mentre faccio scorrere dentro e fuori lungo tutta la mia gola, è lungo, anche se non larghissimo, e con una lieve curvatura verso l’alto.
Mi sento confusa, il mio cazzo inizia ad avere un’erezione e il desiderio si impossessa di tutto il mio corpo.
Mi fa alzare e mi dice di appoggiarmi al muro, lievemente piegata in avanti, vicino al lettino su cui visita i pazienti. Afferra il mio cazzo da dietro dicendo:
- ti sei eccitata eh, Troia!! Ti insegno io a spompinare.
Si abbassa e si infila il mio cazzo in bocca. Lo ingoia così avidamente che sento quasi subito che sto per venire. Con un colpo secco mi dai uno schiaffo sul sedere
- Non ti permettere di venire, che ti licenzio. Te lo devo ancora mettere nel culo!!!
Il solo pensiero di essere sodomizzata mi terrorizza e mi eccita al tempo stesso. Mi strappa la calze, sputa più volte sul buco e con un gesto veloce ed energico me lo infila dentro. Lancio un urlo che probabilmente sarà arrivato fino all’attico del palazzo. Lui si ferma dentro di me per far abituare i miei muscoli alla nuova presenza e poi inizia ad entrare ed uscire lentamente e successivamente con fare più veloce.
Il dolore iniziale pian piano si trasformar in piacere, ondeggio ad ogni suo colpo e sento il mio buco lacerarsi.
- muoviti avanti e indietro, non devo mica fare tutto io, Troia!!!
Le mie gambe iniziano a cedere sotto i suoi colpi tanto che cado riversa a pancia in giù sul lettino da visita. Quando è sul punto di venire, mi dice di girarmi e masturbarmi. Lui prende il suo membro tra le mani e comincia a segarsi in modo frenetico.
All’improvviso sento degli spruzzi caldi e densi che inondano il mio glande e la mia mano che scivola più facilmente con il suo seme che fa da lubrificante.
Mi afferra per i capelli, mi infila il suo cazzo in bocca ed io, presa dall’eccitazione, vengo copiosamente sul pavimento.
Sono esausta ma mi sento sessualmente appagata e riesco appena a sentire la sua voce
- ci vediamo domani Virna e.... mi raccomando “TI TENGO D’OCCHIO!!!!!”

Virna
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