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Oggi é nata Trilly


di Trilly70
28.11.2023    |    87    |    1 9.0
"È una sera preso dalla noia, più che dalla curiosità, decisi di andarla a trovare..."


Vi avviso subito se volete eccitarvi leggendo acrobatiche storie di sesso questo non è il vostro racconto. Leggete gli altri miei racconti o quelli che trovate sul sito. Ma solo una piccola storia personale che ci tengo a rendere pubblica sul giorno in cui nasce Trilly.
"Se vuoi puoi passare a trovarmi un giovedi sera, così lo vedi". Mi risuonavano in testa le parole di Camilla. Camilla era la cameriera nel bar dove mangiavo nella pausa pranzo di solito. Nel corso degli anni avevamo stabilito amicizia e confidenza. Col mio lavoro non vedevo molte persone e Camilla era una delle poche che vedevo tutti i giorni. Le chiacchiere con lei scandivano la mia giornata e rendevano la pausa pranzo un momento un po' più lieto. Quel giorno però la nostra conversazione mi aveva lasciato stupito. Avevamo fatto alcune battute piene di doppi sensi con un cliente poi uscito dal locale ed eravamo finiti sul discorso del sesso e delle sue forme molteplici. E mi aveva confidato, che alcune sere, come secondo lavoro, lavorava come barwoman in un cruising bar nell'unico giorno bisex. Io fino a quel giorno neppure sapevo cos'era un cruising bar. E non avendo capito se mi prendeva in giro o cosa ero andato a cercare cosa fosse e se esistesse il locale su Google. Dovete sapere che quello era il periodo più difficile della mia vita. Dopo molti anni di matrimonio ero separato. I continui litigi, i mesi a dormire sul divano tentando di recuperare la situazione, mi avevano sfinito. Ero finito fra lettere di avvocati a dormire su un divano letto in ufficio. Ma non era certo la scomodità del divano a pesarmi quanto la sensazione del fallimento e la perdita di tutti gli amici per il mio presunto e non avvenuto tradimento. Le serate in quella piccola stanza erano lunghe e tristi, passate davanti al PC. Avevo fatto un profilo falso femminile su alcuni social per spiare cosa faceva nel frattempo la moglie. Con foto finte. E ogni sera mi meravigliava la quantità di richieste di amicizia e messaggi e rispondevo divertita. Divertita si! Dovevo concentrarmi per rispondere al femminile. Passavano così i miei giorni e quell'idea, per me balzana, essendo stato sempre etero, di andare in un bar gay, mi rimbalzava in testa. È una sera preso dalla noia, più che dalla curiosità, decisi di andarla a trovare. Il locale era molto particolare con un sotterraneo enorme buio pieno di anfratti e zone completamente scure e un pianterreno dove c'erano gli spogliatoi il bar, delle gabbie e una grande sala. Trovai una Camilla molto diversa da quella a cui ero abituato. Indossava un abito a rete molto sexy che le stava benissimo, fu sorpresa di vedermi. Scherzai sul suo vestito, chiacchieriammo un po' e mi bevvi un drink alcolico per darmi coraggio. Infine vedendola necessaria al suo lavoro seguii il suo consiglio di andare a dare un'occhiata in giro e nella parte bassa, il privè. Non so quali preferenze ed esperienze abbiate voi che leggete. Ma di certo io fui abbastanza scioccato. Non ero certo inesperto di privè. Ma in quelli che frequentavo con la mia oramai quasi ex moglie, vigeva un certo machismo, avevo visto molte donne bisex ma l'uomo manteneva una ferrea mascolinità. Li invece per la prima volta vedevo davanti a me uomini che facevano sesso fra loro. Con esibizionismo, mandandomi sguardi maliziosi. Più di uno mi approcciò. Ed io pur declinando guardavo curioso. Rimasi così per un bel po' e stranamente mi accorsi che guardando mi eccitavo molto. Mentre pensavo a queste mie sensazioni decisi di ritornare al piano superiore e sulle scale incontrai Vanessa. Vanessa era una delle sissy presenti, una sorellina, una trav. Il giovedì, la sera in cui vi lavorava Camilla in quel locale la serata era aperta ai trav trans bisessuali e coppie nel locale di solito riservato ai soli uomini gay. Vanessa portava dei tacchi alti, una stuzzicante lingerie, dei seni finti e solo una camicia quasi trasparente. Fu lei a parlarmi per prima. Si presentò, mi baciò sulla bocca, mi prese il braccio, quasi a indicarmi di aiutarla a salire le scale coi tacchi. Andammo insieme in un divano della grande sala, ci sedemmo, è già dalle prime chiacchiere capii che fra noi c'era un particolare feeling. Non era bella. Era molto magra dal viso spigoloso non molto femminile e indossava una parrucca dai lunghi capelli biondi. Era la prima trav con cui parlavo nella mia vita. E sebbene non mi piacesse Era divertente parlare con lei. La mia intenzione di andare solo a dare un'occhiata al locale e tornare presto svanì fra i suoi occhioni truccati. Parlammo anzi ci confidammo per ore. Molto spesso è più facile parlare di se con chi non conosci e durante una separazione si diventa particolarmente logorroici. Pomiciammo tenendoci teneramente per mano. Fu ancora una volta lei a prendere l'iniziativa a dirmi che era tardi che dovevamo andare a casa. Fu così che scoprii il mondo trav. Erano le 3 di notte di una tiepida notte primaverile. E camminando sul marciapiede verso l'auto decisi di far fare uno step in avanti al mio finto profilo social, decisi che a rispondere ai messaggi sarebbe stata una "donna" con foto vere e un nome. Trilly. Anzi no decisi che volevo cambiare la mia vita. Volevo essere come lei. Volevo essere bella desiderata femminile. Volevo fare impazzire gli uomini. Volevo fare le cose che avevo visto. Aprirmi a un nuovo mondo. Diventare una nuova, piccola, Vanessa. O perlomeno ci volevo provare. Cominciando con le foto. Molti di voi che leggete questo racconto amate le sissy. Per questo siete qui. Ma quasi tutti non vi rendete conto di cosa ci sia dietro e delle difficoltà che comporta. Neppure io lo sapevo. Oggi ancora mi chiedo, spesso, chi sono, cosa sono, cosa voglio. Peró ora so quali fatiche costa. Sia in senso pratico fra cerette trucco e pratica. Ma sopratutto quali irte difficoltà possa presentare essere diversi agli occhi del mondo o affrontar una transizione di genere. E Ve lo dico io che non ho affrontato che i primi "scalini" e non credo terminerò mai. Ho detto "scalini", perché non è una cosa di un giorno, ma di anni o di una intera vita. Non è mettere una parrucca, ma sono tanti lunghi difficili "gradini". Quando alcuni di voi mi chiedono un incontro "subito" pensate che stia parlando col mio collega vestita così? Che stia dando le chiavi dello scooter a mio figlio in minigonna? Avete una vaga idea di cosa pensa la gente di noi quando ci vede per strada? No. Non lo immaginate neppure quanta strada c'è per diventare una vera Trans. Quante difficoltà. Di questi quasi 10 anni di Trilly la cosa più bella che ho nel cuore e aver aiutato delle ragazze a emanciparsi come donne. Ragazze che ho visto all'inizio della transizione e che ora sono donne al 100% inserite nel mondo. Io so che non le raggiungerò mai. Che la storia della mia vita mi consentirà solo di fare alcuni passi. Ma so di averne fatti molti. E difficili.
Mettere le foto è un passo. Ma diventare gradevole è molto più difficile. Metterci la faccia è un passo molto grande. Farsi un guardaroba è un passo, costosino ma è facile e divertente. Mostrarlo girando en femme per strada uno enormemente più grande e difficile.
Sono tanti passi. Camminare la prima volta in una via di periferia. Farlo in una via affollata di giorno. La polizia che ti ferma en Femme, dirlo alla ex moglie, dover tornare su un taxi per aver smarrito le chiavi, incontrare conoscenti, il vicino che ti trova così in un locale, sfilare fra migliaia di persone al pride. Passi passi passi. Da affrontare con coraggio senza la paura dell disprezzo degli altri o del sentirsi inadeguata. Questa sono io. Il sesso con voi é bello. I vostri cazzi forse la inconscia causa scatenante che mi spinge. Ma c'è molto di più. Quando mi parlate "sapevatelo".

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