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Prima Lui, poi Lei...


di Membro VIP di Annunci69.it Daiquiri
14.09.2013    |    9.974    |    5 9.7
"Lei, ad occhi chiusi lasciava che io esplorassi il suo corpo, divaricando un pò di più le sue cosce per consentirmi di inebriarmi del profumo della sua..."
Lo ammetto: Adoro i piaceri della tavola almeno quanto quelli sotto le lenzuola. E così, poichè a tutto si può resistere tranne che alle tentazioni, quasi tutte le mattine di buon’ora sono al parco a smaltire correndo quel che avevo accumulato durante la cena precedente.

Ed è proprio correndo al parco che giorno dopo giorno mi sono scoperto molto solidale verso quelle signore con qualche chilo di troppo che come me inanellano faticosamente giri su giri nella spesso vana speranza di perdere qualche chilo di troppo.

Nel tempo, mattino dopo mattino, proprio con una una di queste signore ho iniziato a scambiare qualche frase di cortesia, il più delle volte sulle nostre reciproche fatiche mattutine.

Quella mattina, dopo qualche giro intorno a parco, ci siamo ritrovati a fare un pò di stretching, appoggiati alla stessa staccionata ed a scambiarci qualche battuta un pò più personale, rispetto alle solite frasi di circostanza.

Ho scoperto così che Elisa fa la traduttrice, lavorando il più delle volte da casa, un pò come accade a me in questo periodo. Ci raccontammo un pò di cose sui nostri rispettivi lavori e fu piacevole constatare tanta reciproca simpatia.

Elisa mi disse che in mattinata avrebbe dovuto cercare qualcuno che le riparasse il suo pc, perché prima di sera avrebbe dovuto assolutamente consegnare un lavoro. Mi chiese se conoscessi un posto in zona che potesse occuparsene e le risposi che in quella zona, per lo più villini residenziali, non mi risultava l’esistenza di negozi o laboratori attrezzati per quel tipo di servizio.

Poi, la parola “servizio”, suscitò in me quel tanto di impertinenza da farmi osare un “... guarda, se è un portatile e torni quì al parco, magari ci sediamo mezz’ora su una panchina e vediamo qual’è il problema...”.

Elisa sembrava aver apprezzato la mia cortesia, ma mi disse che purtroppo era un pc da tavolo, ringraziandomi comunque per la mia disponibilità.

Poi, dopo un momento d’incertezza e non senza una punta d’imbarazzo, mi chiese : “Non è che potresti venire da me ? Abito proprio in quelle case lì, a pochi metri...”

Per la prima volta la guardai con lo sguardo tipico del maschio che prende le misure e valuta le sue chance di successo : 45 anni circa, non alta e decisamente formosetta, pelle chiara e soda ed un musetto dolce e sorridente. Accettai l’invito, curioso di scoprire qualcosa in più su quella donna, che forse un pò ingenuamente mi stava invitando a casa sua.

Durante il breve tragitto verso il gruppetto di case che proprio sul parco s’affacciavano, parlammo per di più dei problemi che aveva avuto con il suo pc. Poi, arrivati al portoncino di casa, girò la chiave, avvisandomi che avrei di li a poco conosciuto anche il suo gatto. Poi, appena entrati in casa e chiusa la porta alle mie spalle, disse ad alta voce : “SONO IO, C’E’ UNA PERSONA CON ME !!!”.

Non ero affatto preparato a quell’evenienza, dando chissà perché per scontato che vivesse da sola e non con i genitori, ma non feci in tempo a finire il pensiero che dalla porta della cucina si affacciò un uomo sui cinquanta, troppo giovane per essere suo padre...

Mi sentii terribilmente in imbarazzo, erano da poco passate le otto di mattina ed io in pantaloncini corti e tshirt da jogging, un pò sudato, ero in casa di una coppia, nel tentativo di riparare il loro computer... Che fesso, pensai, mentre stringevo la mano a quell’uomo, decisamente più magro di lei.

“Vittorio, piacere davvero, stavo giusto preparando il caffè...”, mi disse, mentre Elisa m’invitava ad entrare nel grazioso soggiorno, dove in un angolo c’era una piccola scrivania antica sulla quale stonava un moderno monitor.

Elisa, ringraziandomi ancora per la mia disponibilità, mi chiese quanto tempo avevo da dedicarle ed io le risposi che quella mattina avevo deciso di dedicarla a me. Nel frattempo, Vittorio (che lei mi confermerò essere suo marito) armeggiava in cucina preparando i caffè affacciandosi sulla porta per chiedermi se avessi gradito una fetta di ciambellone fatto in casa.

Sembrava tutto molto naturale, lui, gentile, affabile, per nulla sorpreso dalla mia presenza in casa loro, lei che abbracciava un bel gattone dal pelo lungo e me lo presentava come fosse un parente stretto. Ed io che mi chiedevo ancora cosa ci facessi in quella casa, nel tentativo un pò goffo di fare il provolone con una donna che diversamente dalle mie “intuizioni”, non era affatto single.

Vittorio si presentò con un vassoio con due fumanti tazzine di caffè ed una sola ricca fetta di profumato ciambellone. Elisa disse che lei aveva già preso il caffè un’ora prima, che nel frattempo si sarebbe ricomposta un po e che ci avrebbe messo un minuto soltanto.

Vittorio, un uomo mite e sorridente, fresco di rasatura, ben vestito anche se in stile un pò informale, mi raccontò che stava recuperando una settimana di ferie arretrate, vergognandosi un pò per non esser riuscito a risolvere il problema al loro pc.

Passarono pochi minuti ed Elisa entrò nel soggiorno con un bell’accappatoio lilla ed i capelli raccolti dietro la nuca. Profumava di talco e per la prima volta mi accorsi quanto fosse più graziosa, rispetto alla tuta grigia con cui la vedevo tutte le mattine.

Mi accorsi anche di non essere più imbarazzato, anzi divertito da quella insolita circostanza.

Ci avvicinammo finalmente al computer ed accendendolo compresi rapidamente quale fosse la natura del problema, avviai l’operazione di ripristino e li avvisai che il sistema ci avrebbe messo almeno una decina di minuti, prima di riavviarsi.

Mi chiesero entrambi se avevo altri impegni e se fossi stato così gentile da attendere il corretto ripristino del sistema, offrendomi di darmi anch’io una rinfrescata. Accettai ed Elisa mi guidò sino al bagno degli ospiti, pulito e profumato e mi disse di fare con comodo, anche una doccia, se l’avessi voluto. E lo disse con un sorriso tra i più biricchini che potesse sfoggiare, sottolineando che avrebbe fatto piacere anche a suo marito.

Ora mi era tutto chiaro: Non sapevo se avessero progettato tutto questo, ne se lo avessero immaginato proprio con me, ma sicuramente la mia presenza nella loro casa era molto stimolante per loro. Decisi così di stare al loro gioco, senza altre attese se non scoprire sin dove saremmo arrivati.

Tornai nel soggiorno ancora con l’abbigliamento da “runner”, ma a parte gli abiti, ora sapevo di fresco anche io. Li trovai che guardavano lo il monitor, che iniziava finalmente a dare i primi segni di vita del loro computer.

Mi lasciarono accomodare sulla poltroncina, anch’essa di un bel legno antico e presi i comandi del loro pc per eseguire qualche altra operazione di manutenzione straordinaria. Loro, alle mie spalle, seguivano con sincera incompetenza le mie alchimie informatiche.

Quando finalmente il pc riparti, si aprì su di me una visione a dir poco stupefacente: Come salvaschermo, un primissimo piano di una doppia penetrazione, dentro una fica ed un culo che compresi immediatamente essere della timida Elisa.

Rimasi qualche secondo senza parole, godendo di quei dettagli a tutto schermo e sapendo finalmente come sarebbe andata a finire, quella stana mattina di settembre.

Mi accorsi allora di avere una mano di Vittorio sulle spalle, mentre mi chiedeva: “Ti piace ?”. Elisa intanto era passata al mio fianco ed il suo accappatoio era ora completamente aperto su davanti, lasciando scoperto il suo bel decoltè, la sua pancia, le sue cosce paffutelle e un ciuffetto castano che dall’inguine si tuffava lì, tra le sue cosce chiare, tonde e morbide.

“Ti piace ?” mi chiese ancora suo marito, mentre io non sapevo più se guardare quel primissimo piano di sua moglie penetrata da due robusti cazzi, o posare lo sguardo sull’ampia apertura dell’accapatoio di Elisa, ora ancora più generosamente aperto.

“Mi piace da impazzire”, risposi, con la voce un pò strozzata, mentre lasciavo scivolare una mano suo fianchi tondi e morbidi di sua moglie. Lei per tutta risposta si avvicinò così tanto a me, che oltre il profumo di pulito del talco, ora sentivo per la prima volta l’odore di quella fighetta, a pochi centimetri dal mio volto...

“Ti vuoi prendere cura di lei”, mi sussurrò ancora Vittorio, mentre sfilava l’accappatoio di sua moglie, scoprendo del tutto i suoi bei seni, maturi e sodi come un frutto tropicale.

Ero ancora seduto, ora con la poltroncina voltata verso di lei e le mie mani che le accarezzavano i seni ed i fianchi. I miei aderenti pantaloncini da running, non riuscivano più a nascondere il mio cazzo gonfio e duro. Vittorio si mise in ginocchio ed iniziò a massaggiarlo dolcemente. Poi, senza dire una parola, mi guidarono di là, in camera da letto.

Nella penombra fresca della camera da letto, Elisa si adagiò sul letto ed io accanto a lei iniziai ad accarezzarle le sue belle, morbide rotondità. Vittorio mi sfilò la tshirt ed iniziò a massaggiarmi le spalle, poi, pian piano iniziai a baciare il collo di Elisa, il decoltè, i suoi seni maturi e prosperosi, poi la pancia, scivolando pian piano verso quel suo ciuffetto castano. Lei, ad occhi chiusi lasciava che io esplorassi il suo corpo, divaricando un pò di più le sue cosce per consentirmi di inebriarmi del profumo della sua fighetta, mentre suo marito mi sfilava i pantaloncini aderenti.

Quando la mia lingua arrivò a sfiorare le sue labbra, la sua fighetta era già gonfia e bagnata, lasciando che io godessi anche del suo buon sapore. Iniziali a baciare quella succulenta patatina, alternando la lingua ora sul clitoride, ora sprofondandola dentro di lei, mentre lui infilava una mano sotto la mia pancia alla ricerca del mio cazzo duro e voglioso.

Elisa era pronta per ricevermi ed io a darle quel che la sua fighetta era pronta a ricevere. Sollevai la testa dal suo ciuffetto, mi misi in ginocchio tra le sue cosce, presi il mio cazzo e lo puntai su quel paradiso che mi aspettava, quando lei, con molta dolcezza si ritirò un pò, cambiò posizione e con un sorriso malizioso mi disse : “Prima voglio che prendi lui...”.

Vittorio intanto si era sdraiato sul letto e mi accorsi in quel momento che si era denudato anche lui. Aveva un corpo asciutto e gradevole, ma non mi aspettavo di dedicare a lui le mie attenzioni. Fu lei a favorire quel momento, con la sua maliziosa dolcezza e la sua naturale capacità di rendere semplice tutto quello che sembrava impossibile.

Dal comodino del letto tirò fuori una piccola e discreta confezione nera, le tolse il tappo e versò sul palmo della sua mano un po di lubrificante, di quelli speciali, per penetrazioni “difficili”. Lo spalmò con amorevole cura sul buchino di suo marito e massaggiò con altrettanta amorevole cura il mio cazzo, ancora duro. Giocò così per un pò, lasciando che un dito aprisse un pò il buchino stretto del marito, provvedendo con l’altra sua mano anch’essa abbondantemente lubrificata, a massaggiare su e giù il mio cazzo.

Nel frattempo Vittorio, in silenzio, si era messo in ginocchio e con le mani si teneva i glutei ben aperti, mentre lei, avvicinandomi tra le cosce aperte di suo marito, puntò la mia cappella sul buchino ben lubrificato del marito e con l’altra mano spinse i miei glutei finché la mia cappella non iniziò a a scivolargli dentro.

Elisa, invitandomi a fare piano, perché era la prima volta che Vittorio prendeva dentro un uomo, spinse i miei fianchi ancora un po più dentro suo marito, fino a quando gli fui tutto dentro e lo sentimmo gemere di dolore misto a piacere.

Lei allora cambiò posizione, si mise sotto di lui e capii che glie lo stava prendendo in bocca, mentre io, lentamente, lasciavo che il mio cazzo scivolasse dentro di lui. Poi, quando capii che il piacere era più del dolore, cominciai a scoparlo con maggiore vigore, mentre lei, sotto di lui, glie lo baciava e succhiava con maggiore determinazione.

Ci volle poco perché lui iniziò ad ansimare, a muovere i fianchi e capii che di lì a poco avrebbe goduto, forse come mai prima d’ora, con il suo cazzo nella bocca dell’amata moglie ed il cazzo di un uomo dentro di lui. Ansimò ancora di più e si lasciò andare in un lungo sospiro misto ad un “siiiiiii.....”, mentre godeva, così...

Per quanto io fossi eccitato dalla situazione, riuscii a trattenermi ed il mio ritmo dentro di lui si fece via via più lento, fino a quando lei si sfilò da sotto di lui ed io uscii dal suo culo, ora decisamente meno chiuso di come lo fosse prima. Ero ancora molto eccitato ed il mio cazzo duro e gonfio.

Elisa, mentre dalle sue labbra scendeva ancora un rivolo del piacere di suo marito, si sdraiò finalmente supina, dischiuse con dolcezza le sue cosce, voltò a me quel suo musetto dolce e sbarazzino e mi disse: “Ora finalmente potrò essere tua..."

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