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Lui & Lei

I monti di cristallo - il mattino


di alcazar63
17.03.2019    |    503    |    0 9.6
"La penetrai profondamente spingendo la mia passione più a fondo..."
Il sole della prima aurora tingeva di fuoco le vette dei monti di cristallo. Il primo chiarore evidenziava anche le curve di L. cariche di erotismo.
Mi sveglio sempre presto…. La guardai sdraiata prona accanto a me, questa volta era completamente nuda, i glutei violati alcune ore prima gareggiavano per spettacolarità con le vette alpine.
Mi alzai e mi avvicinai nudo all'ampia finestra, attirato da quello spettacolo naturale.
Stirai il mio corpo portando in alto le braccia ed inarcando la schiena, cercai di inalare quanta più aria possibile dilatando il torace.
Non ho delle braccia possenti ma l’assiduo esercitare alcuni sport, come lo sci, la corsa o il nuoto, mi ha tornito delle gambe muscolose e spalle e torace ampi, risultato di una notevole capacità polmonare.
Evidentemente anche L si era svegliata e si stava godendo lo spettacolo. Probabilmente era stata anche lei attratta dalla fiammeggiante alba e dall'inaspettata messa in mostra del corpo di colui che durante notte appena trascorsa era stato il suo padrone.
Senza dubbio non poté non cogliere l’erezione mattutina che contraddistingue il risveglio di ogni maschio di razza umana….
Udii il fruscio del suo corpo sulle lenzuola, un suo respiro sonoro molto simile ad un gemito di piacere, quindi il lieve camminare dei suoi piedi nudi sul pavimento di legno.
L si interpose tra la finestra ed il mio corpo, si fermò davanti a me e si appoggiò al mio corpo.
-Buongiorno!- le sussurrai sul collo, appena sotto l’orecchio, sfiorando la sua pelle con le labbra intenzionalmente e provocatoriamente umettate.
-Buongiorno!- Rispose L, facendosi cingere dalle mie braccia e appoggiando le sue natiche al mio pene di nuovo pronto.
La strinsi forte e le strizzai i grandi e turgidi seni. Percepii i capezzoli erigersi e titillare il palmo delle mie mani.
L ondeggiò sapientemente i suoi glutei ed accolse la mia verga tra di essi, incominciò a masturbarmi…
Senza lasciare la forte presa sul suo seno con l’altra mano afferrai il mio pene e lo piegai verso il basso infilandolo tra le sue cosce. Col glande già gonfio mi insinuai tra le sue grandi labbra: L, gemendo, divaricò leggermente le gambe e me lo inondò con la sua traboccante voglia.
Nonostante la grande eccitazione che mi faceva trasalire riuscii a vedere la borsa che L aveva portato con se.. era piena di interessanti giochi.
Avevo già adocchiato i morsetti legati da una catenella, la sera, prima; mi avevano dato il coraggio di osare quando incominciai a mangiarle letteralmente i capezzoli… i suoi gemiti di piacere ed il crescere della sua eccitazione durante questa piacevole tortura confermarono i miei sospetti e mi spinsero ad insistere. Ora era il momento di osare di più.
Mentre L ondeggiava cercando di inghiottire il mio glande nella sua figa afferrai i morsetti e li applicai ai suoi capezzoli già eccitatissimi. Feci passare la catenella dietro la sua schiena e la usai come le redini di una selvaggia giumenta.
Tirai la catenella verso di me con un movimento soave ma nel contempo intenso e continuo, senza strappi. Vidi i suoi seni dividersi tirati dai morsetti che afferravano i capezzoli facendoli allungare.
L si sentì come una selvaggia puledra, appoggiando le palme delle mani al vetro della finestra si chinò offrendomi così la vista della sua grondante passera incorniciata dal suo culo rotondo.
Tenendola per le redini capezzolari la penetrai con foga. Il mio pene entrava ed usciva da quell'antro caldo ed accogliente. Vedevo il mio glande dilatarle le labbra e scomparire per poi riemergere con un rumore di risucchio. La mia verga seguiva la penetrazione sempre più ricoperta da una schiuma bianca, Il nettare del suo fiore.
L gemeva eccitata, inebriata da quelle continue penetrazioni e dai capezzoli tirati dai morsetti.
La sua eccitazione bagnava il pavimento copiosamente.
La penetrai profondamente spingendo la mia passione più a fondo.
Volli sentire la mia eccitazione dentro di lei… umettai quindi le dita della mano destra, con la sinistra continuavo a usare le redini.
Appoggiai il polpastrello dell’indice al suo ano ed incominciai l’esplorazione, L ebbe il fiato sospeso per un istante, sorpresa da quella mossa inaspettata ma non le lasciai il tempo di pensare ed anche il medio seguì il suo destino…
Le mie dita attraverso il retto sentivano il mio glande godere all'interno della sottostante vagina.
L venne più volte, lo notai dal tremolio delle sue gambe che ritmicamente parevano cedere e non essere più in grado di reggere.
Decisi di cogliere a mia volta l’ambito premio… divaricai le due dita nel suo retto in modo di afferrare la mia verga che scorreva nel canale vaginale adiacente. Aumentai cosi l’eccitazione con una masturbazione particolare.
Venimmo insieme…. Una esplosione unisona delle nostre due passioni. Crollammo entrambi esausti e venimmo entrambi avvolti dal morbido piumino …. E dalle nostre reciproche braccia.
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