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LA MIA PRIMA DONNA MATURA


di gino31f
01.09.2011    |    25.097    |    0 8.6
"Appena dentro mi abbracciò baciandomi sulla guancia e iniziò a ringraziarmi per quello che avevo fatto con i figli; restai di sasso, non capivo come poteva..."
Il liceo era finito, gli esami erano andati bene ed avevo preso un bel voto anche se mi ero molto “rilassato” negli ultimi tempi; infatti avevo a disposizione 2 bocche, 2 culi, 4 mani e 1 figa; veramente non avevo da lamentarmi a volte studiavo a casa loro e mentre lo facevo mi succhiavano il cazzo e la cosa mi rilassava molto, solo nel momento vicino alla sborrata e subito dopo non capivo niente, ma per il resto era come se il pompino potenziasse la mia capacità di apprendimento.
Ci eravamo spostati in provincia per le vacanze e anche loro, che avevano una villetta abbastanza vicino alla nostra, insomma si prospettava una bella estate. Purtroppo avevo fatto male i conti, la nonna in prov di Messina si era ammalata, e il papà, che era figlio unico, li mandò da lei per assisterla. Non è che mancava la figa nella zona, anzi c’erano molte ragazze in cerca di cazzo ma avrei dovuto perderci un po’ di tempo e poi la possibilità di scopare la frocetta non mi dispiaceva. Mi misi il cuore in pace e preparai la mia mente alla caccia.
Passai la mattina in spiaggia per vedere cosa offriva quell’anno la zona. Non era male ma ero un po’ in ritardo, le più carine e le più facili erano già tutte impegnate, ma bisognava accontentarsi o farsi le seghe, cosa che evitavo se potevo, e da quello che vedevo si poteva evitarlo. Era quasi ora di pranzo e stavo ritornando verso casa, passando davanti la villetta dei miei amici vidi le imposte aperte, che fossero tornati? Ero strafelice e suonai con insistenza, si affacciò la loro mamma: era uno schianto, indossava una mini e sotto il costume. invece di arrabbiarsi per la mia scampanellata mi aprì il cancelletto e mi invitò ad entrare. appena dentro mi abbracciò baciandomi sulla guancia e iniziò a ringraziarmi per quello che avevo fatto con i figli; restai di sasso, non capivo come poteva una madre ringraziare la persona che aveva rotto il culo ad entrambi. Subito dopo mi disse che senza il mio aiuto, forse salvatore sarebbe stato rimandato (oggi debito formativo) allora capii che i ragazzi aveva giustificato il mio essere presente in casa loro quasi tutti i giorni con fantomatiche lezioni di ripasso; be lezioni erano state e potevano anche laurearsi in pompinologia e scopatologia.
Facendo il modesto dissi che non avevo fatto nulla di che (ed era vero), ma lei continuò dicendomi che voleva ringraziarmi magari con un regalo e fece per offrirmi soldi; rifiutai un po’ violentemente, mi aveva fatto sentire un marchettaro, ma lei non poteva saperlo. Si scusò immediatamente dicendo che non intendeva offendermi, ma era un modo come un altro per ripagare il mio tempo; le dissi che l’avevo fatto con molto “piacere”,(ed era vero), allora
”permettimi di prepararti qualcosa” mi disse
”almeno che tu non abbia di meglio”, lo disse senza nascondere il velo di malizia di quelle parole e confermandolo con l’espressione del viso. La guardai e risposi “e dove potrei trovare di meglio?”. Lei si girò di scatto e fece strada verso l’interno, io la seguii e rimasi ipnotizzato dal suo ancheggiare che non ricordavo così accentuato arrivati in cucina mi fece sedere e mi offrì un aperitivo poi mi disse che andava a mettersi più comoda, sorrisi e lei pure aprì la porta della camera e lasciandola socchiusa si spogliò con estrema lentezza sapendo che da dove ero io lo spiraglio mi avrebbe fatto vedere tutto, fece cadere tutto a terra standomi di fronte poi si girò e raccolse tutto, se questo non era provocare allora non avevo capito niente delle donne. Aprì l’armadio prese un vestitino bianco e l’indosso senza intimo. Tornò in cucina e ressi il suo gioco, il vestito era anche molto scollato oltre che abbastanza trasparente, con lo sguardo di fuoco mi disse “adesso ti preparo qualcosa di buono” e mi passò davanti in modo di mettersi in mezzo tra me e la luce di fuori e darmi la possibilità di ammirare nuovamente il suo corpo, senza voltarsi mi chiese se avevo dei desideri che lei poteva soddisfare ed io “in effetti uno ci sarebbe...” e lei “dimmi farò di tutto per accontentarti. mi alzai feci i 2 passi che ci separavano la girai e la baciai mi butto le braccia intorno al collo e prese a succhiare la mia lingua, il mio cazzo voleva sfondare il bermuda da mare lei allungò la mano e lo toccò, poi risalì sciolse il laccio e lo abbassò, si staccò per vederlo bene e con gli occhi beati disse “finalmente, questa si che è una minchia come si deve” si abbasso e provò a prenderlo tutto in bocca, cosa che non le riusciva con tutta la buona volontà non riusciva a farne entrare più di tre quarti, ed era già un gran bel risultato. iniziò a lavorarlo con la lingua saliva e riscendeva lentamente quando arrivava alla punta succhiava con forza la cappella, era veramente molto brava, lo dissi e lei con molta semplicità mi rispose che qualche pompino l’aveva fatto, ma a quel cornuto del marito non ne faceva mai. Povero “becco” (il marito della pecora, che ha sempre un bel paio di corna) non sapeva cosa si perdeva; mi portò alla sborrata in pochissimo tempo, le dissi che stavo venendo e lei velocizzò i movimenti, feci una sborrata colossale e lei, seppure a fatica, ingoio’ tutto. Continuò fino a che il cazzo non era del tutto pulito, insomma lavato a saliva, a quel punto alzò gli occhi e mi guardò e con un sorrisetto da troia mi disse “buona”. Fece come volesse andar via, la presi dalla vita e la portai sul divano le tolsi il vestito non aveva niente sotto, le spalancai le cosce e iniziai a leccarle la figa, ogni leccata spingeva il bacino in avanti, risalii fino al bottoncino e le ricambiai il pompino soltanto che lei prese a mordere un cuscino del divano fino a strapparlo, pur di non gridare venne almeno 2 volte, ed io sempre li a leccarla, scoparla con la lingua, volevo che fosse lei a chiedermi di scoparla, cosa che avvenne poco dopo, mi chiese di scoparla di farle male di fare di lei tutto quello che volevo, mi fermai, alzai gli occhi e le dissi “sei sicura?” e lei “si, puoi farmi quello che vuoi”. appoggiai la cappella alla figa e senza fatica con un sol colpo fui dentro, il fatto che nei giorni precedenti avevo sborrato almeno 2 volte per giorno e che poco prima mi avesse fatto il pompino mi permise di non venire subito, anche se ero eccitatissimo e lei caldissima. iniziai a stantuffarla molto profondamente ma lentamente, questo la fece impazzire di più, veniva di continuo ma non dava segni di resa, ma ormai era questione di poco, infatti con un grido rauco chiuse gli occhi ed allargò le braccia, le gambe scivolarono dalle mie spalle e con una vocina che appena si sentiva mi disse “mi hai distrutta” ed io - ma veramente non avrei ancora finito -. strabuzzò gli occhi - allora mi vuoi morta - mi disse ed io - no, voglio solo il tuo culo... -; in tutto questo io da dentro di lei non ero uscito, le diedi un bacio sulle labbra e le dissi ”adesso girati che ti rompo il culo” mi sfilai lei mi guardò un istante si girò e si mise a pecora, appoggiai la cappella all’apertura anale e spinsi. entrò subito, tanto il cazzo era pieno di umori, mi fermai soltanto quando ero arrivato in fondo e sentii le palle sbattere, non mi interessava se provasse dolore o altro, ormai volevo solo sborrare, farcirle il culo di sborra. iniziai a cavalcarla e lei a godere più godeva più violenti erano i miei colpi fino a che una marea bianca uscì dal mio cazzo e si riversò nel suo condotto anale, lei venne diverse volte e alla fine aprì le braccia poggiando la faccia sul divano.
Mi alzai e sedetti sulla poltrona lasciandola li, aperta e felice, man mano che l’ano tornava in posizione usciva la mia sborra, era uno spettacolo niente male in fondo. Si rialzò e senza una parola si diresse in bagno, la seguii poco dopo era seduta sul bidet e aveva indirizzato lo schizzo dell’acqua al culo, per poi cambiare posizione e innaffiarsi la figa, mi avvicinai e le dissi “sbrigati che poi devi pulire me e finire di cucinare perché adesso ho fame davvero".

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