Lui & Lei

Sapore


di filosofetto
19.04.2017    |    1.000    |    0 7.2
"E poi, Ti rannicchiavi silenziosa, spogliandoTi tutta, dimenticando i petali e i frutti che io avevo sparso ovunque e divoravi tutti i loro profumi..."
Tremavano su la tua pelle rosseggiando più di rubini. E Tu mi costringevi a impiegare tutta la mia devozione facendoli cader non appena io te n’avessi rivestita. A volte baciavo quei miei disegni, a volte Ti mordevo. Andavo su di Te a caccia de’ Tuoi nervi per scompaginar gli arilli, tanto mi piaceva far di Te una cosa sempre nuova, carica di significati. Componevo i miei disegni sul tuo ombelico, come per trasformarlo in un fiore carnoso.
In quella notte, nella nostra prima notte, i riflessi delle candele su quei chicchi di melagrana Ti possedevano il ventre e T’assicuravano di non poter esser che mia.

Ricordi? Bevevamo il loro succo commisto al Tuo miglior sapore.
Me lo rubavi dalle labbra attraendomi verso la Tua bocca con altri arilli ancora; erano dello stesso rosso vivo di quella fonte dalla quale intendevi distrarmi.

Dimmi! Baciandomi volevi possedermi o avere Te stessa?
Baciandomi volevi provare me e bere Te stessa.

E poi, Ti rannicchiavi silenziosa, spogliandoTi tutta, dimenticando i petali e i frutti che io avevo sparso ovunque e divoravi tutti i loro profumi.
Non mi lasciasti neppur intravedere le tue mutande che già le avevi levate.

Ti ricordo già nuda, spoglia ancora prima che Ti riconoscessi, così brava e sapiente nell’illudermi, decisa a illuderTi.

Forse scriverò ancora, forse il sole mi dissolverà presto. La sabbia polverosa m'attrae e m'annulla così come i Tuoi abbracci assorbirono la mia mente in quella notte d'amore e d'attesa.
Verrà un'alba nuova?

C'era un tempo in cui sapevo che erano mie; sapevo che, camminando per le vie, portavano eleganti un sorriso al centro del sedere.
Erano gentili verso tutte le cose, curiose di tutti i sapori.
Ora che sono bloccato, disteso in questa posa dritta e semplice, non so proprio arrestare questa forza che mi porta a ricordare. Non posso muovermi, non posso oppormi al pensiero che m’invade. Risale lungo le mie gambe, m’allaccia i polsi e mi prende le braccia, senza fermarsi.
Ha preso la mia mente e io le rammento.
Camminavano per il mondo. Com’erano felici!
Potessi, m’arrotolerei su me stesso per non perdere nemmeno una briciola di questo piacere.
Soltanto io so intuire le geniali prodigalità della loro anima e non voglio che nessuno mi scopra qui intento a ripensare.
Potessi ancora esplorarle tutte, di nuovo, sino nel profondo! Potessi amarle ancora e riaverle ancora! Le ritrovo nei miei occhi, scolpite dentro immagini perfette, nate nell’intensa ammirazione delle loro anime nude, strette fra le mie braccia, possedute dal desiderio di cantare la libertà che io riuscivo a restituir loro.
Ho il loro sapore che preme una volta ancora sulle mie labbra e m’impreziosisce la bocca. Com'erano profumate! Di sapori, di odori, posso quasi tornare a respirare.
Sono tutte qui che cantano nella mia mente. Il coro delle loro promesse m’invade.
Eccomi, sono ancora io il vostro Devoto; eccomi, consacrato alle vostre illusioni!
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