Racconti Erotici > Prime Esperienze > Confession dangereuse
Prime Esperienze

Confession dangereuse


di filosofetto
11.07.2016    |    3.626    |    2 6.0
"Il coro delle loro promesse m’invade..."
C'era un tempo in cui sapevo che erano mie; sapevo che, camminando per le vie, portavano eleganti un sorriso al centro del sedere.
Erano gentili verso tutte le cose, curiose di tutti i sapori.
Ora che sono bloccato, disteso in questa posa dritta e semplice, non so proprio arrestare questa forza che mi porta a ricordare. Non posso muovermi, non posso oppormi al pensiero che m’invade. Risale lungo le mie gambe, m’allaccia i polsi e mi prende le braccia, senza fermarsi.
Ha preso la mia mente e io le rammento.
Camminavano per il mondo. Com’erano felici!
Potessi, m’arrotolerei su me stesso per non perdere nemmeno una briciola di questo piacere.
Soltanto io so intuire le geniali prodigalità della loro anima e non voglio che nessuno mi scopra qui intento a ripensare.
Potessi ancora esplorarle tutte, di nuovo, sino nel profondo! Potessi amarle ancora e riaverle ancora! Le ritrovo nei miei occhi, scolpite dentro immagini perfette, nate nell’intensa ammirazione delle loro anime nude, strette fra le mie braccia, possedute dal desiderio di cantare la libertà che io riuscivo a restituir loro.
Ho il loro sapore che preme una volta ancora sulle mie labbra e m’impreziosisce la bocca. Com'erano profumate! Di sapori, di odori, posso quasi tornare a respirare.
Sono tutte qui che cantano nella mia mente. Il coro delle loro promesse m’invade.
Eccomi, sono ancora io il vostro Devoto; eccomi, consacrato alle vostre illusioni!

Dolci prigioni


M’ero addormentato pregando così come non mi era mai capitato prima. Ero felice. Felice di essermi sorpreso a confondere Dio con una Femmina. Soddisfatto e sciocco e blasfemo avevo pregato che lei fosse, non dico felice quanto me, ché spesso la felicità è uno stato piuttosto breve e inutile, ma piena. Volevo che lei fosse piena. Satura di piacere, colma di vita, insomma, volevo che fosse presa!
Mi aveva sorpreso rapito da sciocche immaginazioni. Un assorto bambinetto poco più che quattordicenne, costretto dentro la sua pelle morbida e leggera. Lei era adulta, semplicemente adulta e bella. Aveva il viso avvolto fra i ricci castani e biondi e gli occhi d'un color nocciola caldo e ferrigno a impreziosire la prodigalità dei suoi sorrisi. Ma io intendevo che, per lei, non ero nulla; lo leggevo nel suo tenere le palpebre tutte dischiuse, come chi non cova né speranze, né timori.
Io, invece, mi perdevo fra i riccioli castani e biondi dei suoi capelli e allacciavo i loro capricci ai miei capricci. La cercavo a ogni ora del giorno, ovunque si dirigesse, fiero di saperla sempre ritrovare.
Eccola venirmi incontro, io la sento, non posso muovermi ora, ma la sento. Abbiamo ballato insieme, mi ha condotto nella pineta, fra i tavoli e i giochi dei bambini. Ha due perle per orecchini, incastonate in sottilissimi fili d’oro giallo che le avvolgono a spirale.
Le accarezzo un graffio che porta timidamente sul collo.
“Il mio ragazzo mi ha strappata la collana”
Lei dice. Io non capisco; immagino un uomo banale, incapace d’accorgersi che ha rovinato il suo gioiello.
Lei mi bacia. Non so che fare. Ascolto le sue labbra, anche loro sembrano raccontare di qualche graffio, le trovo eccessivamente veloci, distratte. Baciandomi s’appoggia su di me e io sento la sua anima pulsare dentro il calore che m’affida.
Le mie mani vanno da sole sotto il bordo della sua minigonna.
“Ho dell’olio. Vuoi provare?”
La luna era rotonda, piena, argentea. Ci illuminava intensa, solleticata dai sottili aghi dei pini che intessendo la notte puntavano dritto a noi che eravamo ormai nudi, distesi sui tavoli rugosi dove al mattino avrebbero giocato i bambini. Dall’alto dei suoi diciott'anni lei gemeva sapiente e io tenevo gli occhi fissi al cielo per distrarmi e non venire.
La sentivo, la stringevo. Assaporavo la sua carne, il calore dei suoi fianchi fianchi, l’umida pelle delle sue gambe che si perdeva nella notte. Non osavo avventurarmi sino al suo collo, respinto da quel graffio che m’aiutava a infastidirmi e distrarmi. Non volevo cedere. Ma lei chissà da quanto cercava un amante segreto per provare ciò che le mancava e, distratta dal suo fantasticare, stringeva sempre di più i muscoli del sedere. M’accorsi che godeva davvero. Il suo calore e la sua bellezza mi divorarono come un fiume in piena.
Sentii la mia calda corrente risalire dentro di lei e ne arrossii, timidamente.
Non avevo mai conosciuto nulla di una donna prima. L’avrei baciata ancora, io credo, se lei non fosse sparita dopo un luminosissimo sorriso.
Mi avviai lentamente verso la spiaggia, mi spogliai e feci un bagno nell’acqua muta del mare. Non c’era una sola onda che s’infrangesse sugli scogli.
Nuotai inseguendo la luna:
“Sa che parto domani.”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 6.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Confession dangereuse:

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni