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LA SCHIAVA


di AntonellaTrav6
25.02.2024    |    4.045    |    10 9.1
"Venivo inculata e riempita tra le labbra..."
Su un sito di incontri BDSM avevo conosciuto questo medico di origini veneziane che abitava a pochi isolati da me. Nei contatti precedenti era stato molto gentile e dolce: sembrava davvero un signore educato e distinto tanto che mi convinsi ad avere un incontro con lui. Fu solo perentorio sul come avrebbe voluto trovarmi nel lettone al primo incontro: a culo in aria con perizoma, reggicalze,  minisottoveste trasparente e autoreggenti. Dovevo indossare una cavigliera in segno di schiavitù, le unghie dei piedi dovevano essere smaltate di rosso e le mie natiche dovevano portare una frase umiliante che mi sarei scritta con il rossetto "ROMPIMI IL CULO". Era alto circa 185 cm, massiccio, barba incolta e capelli neri mossi, occhi scuri penetranti. Le gambe mi tremavano quando entrò e la prima cosa che fece fu quella di mettermi la mano in mezzo le cosce. "Apri le cosce puttana!!!..." Rimasi un po sorpresa dall'atteggiamento molto diverso da quello che mi aveva fatto credere prima. Mi girò e poi mise le gambe sulle sue spalle e mi prese quasi con violenza, stringendomi forte la gola con una mano e con l'altra mi mise delle dita in bocca, mentre mi sbatteva in culo... parlando a voce alta continuava a dirmi che nel culo avevo una figa e che ero non degna del suo cazzo. Non avevo fatto in tempo a vedere se si era messo il preservativo ma dal calore che sentivo dentro di me era facile presumere di no. Per un quarto dora continuò a sbattermi dicendo delle frasi sconnesse e volgari del tipo... "le puttane come te vanno fecondate tutte" " sei nata per prendere cazzo". Alla fine venne totalmente dentro di me. Cambiò di nuovo atteggiamento ritornando educato e quasi timido mentre io invece sentivo quel senso di colpa per avere permesso a quell'uomo di possedermi completamente e, di vergogna nel sentire la sborra colarmi fra le cosce. Pian piano cominciò a essere più disteso e ad accarezzarmi le cosce ed io, dopo qualche minuto, mettendomi a quattro zampe lo succhiai fino a farlo venire nuovamente. "Ora ti ricomponi, metti su un giaccone e dei pantaloni e andiamo in un bar a bere qualcosa." Mi sembrò molto strana quella richiesta. Ma obbedii. Per strada mi mise una mano attorno le spalle come fossimo vecchi amici e, incurante che qualcuno potesse sentire che si indirizzava a me come ad una femmina, entrammo in un bar. Ero molto silenziosa e impaurita.
"Che c'è sei timida? Rispondi e rivolgiti a me come tuo Padrone da questo momento in poi. Chiaro?"
"Sì,Padrone" - risposi in un sussurro.
Mi fece segno di sedermi al tavolo che ad ordinare ci pensava lui. Vidi che parlava col banconiere mentre ordinava, ed entrambi scoppiarono in una sonora risata.
Il cameriere arrivò con uno strano sorriso servì un cappuccino e una brioche al mio Padrone e a me un "cannolo".
"Padrone sussurai io stupita, a me niente da bere? E perchè quella risata prima? "
La sua risposta fu come un pugno allo stomaco. "Per questa volta ti accontento troia! La risata era rivolta a te perchè ho detto al banconiere che per te andava benissimo un cannolo perchè ne sei pazza visto che sei una checca! Per quanto riguarda il fatto che non ho ordinato nulla da bere per te, lo capirai dopo." Mi aveva sputtanato per tutto il locale; unica consolazione che non mi conoscevano. Quando il cameriere tornò il mio padrone disse: " Cercavo appunto qualcuno che desse da bere alla mia puttanella, le andrebbe di farsi fare un pompino con l'ingoio? Poverina ha mangiato senza bere!!!!"
E via risate anche dal bancone!
"ALZATI E VIENI CON NOI CAGNA" 
Mi portarono in uno sgabuzzino e mi venne ordinato di inginocchiarmi e di aprire la patta del cameriere.
"SPOMPINALO E INGOIA TUTTO CHIARO? Supplicai invano. Mi ritrovai piangente a eseguire il suo ordine, eccitata ma umiliata. Tenevo gli occhi aperti mentre la carne riempiva la mia gola. Vidi un flash: mi stavano fotografando, riprendendo, e quello che era peggio avevano il mio cellulare in mano, tutti i miei contatti,
Il mio numero e tutto il resto era nelle loro mani. Dietro di me il mio Padrone armeggiava con il mio giubotto, lo aprì e lo sfilò. Subito dopo le scarpe e i pantaloni fecero la stessa fine, lasciandomi in intimo. Il cameriere mi scopava la bocca e il mio Padrone mi stava infilando il suo cazzo nel culetto, senza nemmeno un pò di saliva . Il banconiere a cazzo duro guardava e riprendeva. Capii dalla sintonia che si conosceva molto bene e quello era solo un copione che si ripeteva.Venivo fottuta e ripresa, mostrata e dovevo sorridere con la gola piena...venivo inculata e riempita tra le labbra. Il mio Padrone fece un cenno al cameriere e questo annuì.
" Spalanca la bocca cagna". Obbediii e mentre mi veniva intimato di bere ogni goccia di sborra, il tipo del banco mi riprendeva in primo piano e il Padrone mi riempiva l'intestino di caldo sperma. Quando ebbero finito i loro comodi il mio Signore mi disse di vestirmi ridendo del fatto che il suo sperma sarebbe ricaduto sulle mie mutandine e sui miei pantaloni.
Stavo uscendo dal locale mentre il mio Padrone continuava a parlare col cameriere. Sentii risate e ancora risate di scherno, poi uscì anche Lui.
" Mi ha detto che vorrebbero usufruire dei tuoi servigi, gli ho detto che con un pò di preavviso potranno farti ciò che vogliono. " Mi girava la testa un senso d'ansia mi penetrava il cervello. La mia vita non sarebbe stata la stessa mai più.
"Dimmi una cosa troia" ....
"Cosa padrone?
"Mi devi portare in un luogo dove eseguono i tatuaggi."
"Ok, signore"
"Brava!" Rispose Lui dandomi una manata sul culo che attirò gli sguardi della gente attorno a noi. Dopo circa un quarto d'ora arrivammo in un piccolo negozio dove sapevo esserci un tatuatore. Entrammo e mentre io stavo salutando il mio Padrone mi fece cenno di stare zitta.
"Buongiorno, la mia amichetta qui deve farsi un tatuaggio " - io trasalii. - "Ma una cosa particolare! " Si appartarono e non riuscii a sentire cosa si stessero dicendo finchè il mio Padrone mi chiamò usando il mio nome femminile,  Antonella.
Mi portarono nell'altra stanza e il padrone del negozio, un tipo anziano piuttosto brutto e pieno di tatuaggi, mi disse che il tatuaggio che mi sarebbe stato fatto era piuttosto particolare e che ci sarebbero dovute più sedute. Il prezzo solitamente piuttosto alto in questo caso lo avrebbe barattato con dei piacerini da parte mia come pattuito con il mio Padrone. Io sbottai piansi e supplicai, ma non ci fu nulla da fare ormai non ero più mia: corpo volontà e anima erano del mio Padrone e quindi obbedire ai suoi ordini perchè il tatuaggio fosse eseguito sul mio corpo fu l'unica cosa da fare. Mi spogliai completamente, eccezion fatta per la biancheria, mi venne indicato un seggiolino: dovevo inarcarmi e mettere in mostra le chiappe. "il tatuaggio che ti verrà imposto indicherà cosa sei di chi sei e cosa vuoi,verrà eseguito il disegno di un pene gocciolante verso il tuo buchino, il tuo nuovo nome, la tua essenza e i tuoi desideri. Perciò un bel cazzo con su scritto "INCULATEMI " e la dicitura  ANTONELLA SCHIAVA
"PIEGATI ANTONELLA E LASCIAMI LAVORARE.....DOPO MI DOVRAI SODDISFARE PER BENE E IO SONO PIUTTOSTO PERVERSO" esclamò il tatuatore mentre il mio Padrone al telefono organizzava un'incontro con un non ben definito medico suo amico. Il tatuatore non pretese nulla quel giorno ma sapevo benissimo che sarei dovuta tornare parecchie volte e parecchie volte avrei dovuto accontentarlo. Stavo per tirarmi su i pantaloni quando il mio Padrone mi fermò. "Devi ancora avere la seconda parte....apriti il culo veloce....quello che ti metterò ora è un buttplug...lo dovrai tenere sempre ad eccezione di quando andrai al bagno"  - E mentre parlava mi inseriva il fallo senza alcun problema trovandomi bagnata del suo sperma. Ero diventata una schiava a tutti gli effetti.
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