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Antonella la Puttanella


di AntonellaTrav6
29.01.2024    |    4.439    |    10 9.9
"Non me lo permise di sottrarmi, tenendomi forte per i fianchi..."
Mi piaceva indossare le mutandine e i vestitini intimi di mia mamma da quando ero poco più che adolescente, e, dopo la prima volta con l'iniziazione e lo sverginamento e un vero e proprio tirocinio da giovane puttanella schiava al seguito di un mio vicino di casa molto più grande di me, mi ritrovai in una nuova grande città a fare l'università. Le prime settimane passavo ore allo specchio a osservare quel grande difetto alla mia mascolinità: il culo. Avevo un culo da donna, me lo avevano sempre detto tutti. Rotondo, sodo, che formava una perfetta attaccatura con le cosce, un culo insomma da prendere, da violentare.
Era stato il mio “ingombrante” culo da femmina ad aprire pian piano, già da ragazzina, una voragine nella mia personalità sessuale. Nella nuova città passavo ore a fissarlo e mi eccitavo con ciò. Ma se un tempo vestivo il mio culo con perizoma, lo ingabbiavo in un reggicalze, lo valorizzavo con una sottoveste o baby-doll,qui era impossibile. Ad un certo punto però ho sentito altro, un prurito sessuale nuovo, forte sconvolgente, assolutamente innato. Mentre prima, ogni qualvolta che ero sola iniziavo ad andare a ritirare gli intimi nell'armadio personale di mia mamma, adesso avrei dovuto acquistarne di nuovi per fare la troietta alla specchio. E così feci: il cuore mi batteva fortissimo durante quegli acquisti; in cuor mio sapevo che in potenza era una femmina nata per dare piacere ai Tori. Abitavo in una casa dello studente e, dal primo giorno, condividevo l'appartamento con altri tre studenti, uno più maschio alfa dell'altro: uno era di Catanzaro e gli altri due erano siciliani di Catania; trovare un momento di intimità, tutto per me, era praticamente difficile in quegli spazi. Condividevo una delle due camere da letto con il ragazzo calabrese, Antonio, studente di agraria di due anni più grande, un moraccione dalla bellezza che toglieva il fiato. Antonio era quello che si dice essere un vero maschio virile: muscoli possenti da ogni angolo del corpo, massiccio, alto, e terribilmente peloso! E se non bastasse, tremendamente porco. Porco, ma un porco, fantastico. Al risveglio al mattino, tutte le mattine, lo spiavo mentre si vestiva e mi ero accertata che fosse proprio ben dotato e una sera, rincasato prima lo avevo sorpreso che stava scopando una sua amica, avevo sentito i rumori e li avevo spiati. Avevo avuto modo di ammirare il suo magnifico cazzo: grosso, duro, nodoso, in cima una cappella grande con una fragola. Mi ero segato fino a sfinirmi al solo pensiero di averlo dentro. Quel pomeriggio ero in preda a sensazioni uniche e, con addosso, la strana voglia di essere posseduta e riempita proprio da lui. Mentre indossavo le mie nuove mutandine di pizzo nero, un vestitino trasparente color vinaccia e finalmente un paio di scarpe tag 43 con un tacco vertiginoso, credendo di essere sola in casa, all'improvviso sento aprire la porta. Era Antonio, che vedendomi allo specchio, esclamò, senza fare una piega : "E' brava la mia Antonella la puttanella, se sei buona, vieni qui a farmi vedere quanto sei femmina...", tirandoselo fuori già durissimo. Mi disse di dare un bacio sulla cappella scoperta ed io glielo diedi. Andava a colpo sicuro con me ! "Altro bacio sulla cappella, più appassionato", mi intimò in maniera ferma e decisa! Poi mi disse di leccarla ed io esegui! Iniziai a prenderlo in mano come una indemoniata e poi iniziai un balletto leccandolo e prendendolo in bocca a ritmo frenetico. Era settembre inoltrato ma faceva ancora un caldo estivo e lui cominciò a palparmi il culetto dal buchetto sudato. Ad ogni sua spinta in gola mi faceva eccitare moltissimo. Sborrò sul mio viso mentre mi aveva infilato un paio di dita nel culo bagnatissimo !! Una sensazione da batticuore forte che mi aveva fatto godere come una vera troia di strada. Ma non ero ancora completamente soddisfatta perché, senza perdere tempo, mi sono messa a pecorina, con le mie mani mi sono aperta il culo, e lo pregai, supplicante, di spaccarmi il culo. Me lo mise nel culo senza troppi complimenti. Ero quasi vergine, dopotutto. Provai a fare qualche gridolino, cercando anche di sottrarmi, ma era solo un modo per farlo ingrifare di più. Non me lo permise di sottrarmi, tenendomi forte per i fianchi. Il cazzo durissimo e bagnato una volta che riuscì a puntarlo nel modo giusto si fece strada molto molto molto facilmente. Al calabrese gli piaceva che cercassi di scappare, lo eccitava, ma lui mi teneva forte e spingeva, e quasi subito fu tutto dentro, e senza aspettare che il mio buchetto si abituasse al suo cazzone, uscì quasi completamente e riaffondò, poi, fino alla pancia. Così tre o quattro volte, e ogni volta io emettevo dei gridolini eccitantissimi da troietta. "Adesso ti spacco il culo, puttanella" mi disse a un certo punto e prese a sbattermi fortissimo. Io come una cagna in calore, ormai, e Lui come un toro con i suoi 22 cm dritti dentro al mio culo, finì per rompermi per bene il culo, e ad ogni colpo mi sentivo sempre più una puttana in paradiso. Mi scopò il culo in tutte le possibili posizioni e varianti, fino a sborrarmi nel culo e farmi aver un bruciante dolore per diversi giorni. Ci accasciammo sul divano, sudati, bagnati e con l'odore di sesso, che era pesante come una cappa in quella stanzetta di studenti. Dalla mia fichetta anale aperta e gonfia scendeva una copiosa colatura di sborra. Continuai a accarezzare piano, piano il buchetto, bagnando il dito in quel lago di sborra e poi me la leccavo per eccitarlo ancora. " Dammi 5 minuti e stavolta ti fulmino la gola con i miei schizzi, Antonella la puttanella ". Fu la mia prima avventura da trav nella nuova città  e in quella casa e da quel giorno la mia vita cambiò profondamente scoprendo che ero solo una puttana da montare in qualsiasi posizione e in qualsiasi luogo a servizio dei tori.
Dopo quel giorno di settembre ho avuto tanti rapporti col mio coinquilino, ogni sera e per molti mesi. Nacque in questo modo, sotto i colpi di un toro calabrese, Antonella la puttanella!
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