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Gay & Bisex

Jack & Robert


di culosolitario
15.06.2013    |    5.854    |    3 9.0
"Dopo la laurea, trovarono subito entrambi un ottimo lavoro ben retribuito che gli consentì di sposarsi, anche perché Jane era in dolce attesa..."
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events, past or present are purely coincidental. This story contains scenes
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Jack era un ragazzo tranquillo e modesto, forse anche troppo. Amante dello sport: nuoto e bicicletta, a scuola non aveva mai avuto grosse difficoltà, riusciva bene in tutte le materie senza essere certo un genio ma i suoi risultati erano sempre stati al di sopra della media. Il suo carattere era molto riservato, quasi timido ma non disdegnava uscire qualche volta fuori con i compagni per passare dei pomeriggi a giocare alla playstation o qualche altro gioco di società senza però divertirsi eccessivamente in quanto tutti quei discorsi di adolescenti arrapati e grandi conquistatori di fiche lo lasciavano indifferente se non addirittura lo irritavano, ben sapendo che per la maggior parte erano spacconate. Nel gruppo dei ragazzi della scuola certo non era uno che passava inosservato, infatti per i suoi sedici anni, con tutto lo sport che aveva praticato sin da bambino, si ritrovava un corpo che ricordava il David michelangiolesco : muscoloso ed armonioso allo stesso tempo, una vita snella e sottile oltre la quale i suoi glutei tondi e muscolosi non potevano passare inosservati anche al più distratto osservatore. Egli aveva capelli piuttosto scuri con una carnagione bianca e luminosa, due occhi di un azzurro intenso ed una bocca carnosa e sensuale che quando si apriva nei suoi favolosi sorrisi faceva sembrare meravigliosa anche la giornata più buia e cupa.
La sua famiglia era composta da tre persone: lui, il padre Robert e la mamma Jane. Tutti e tre vivevano in una villetta linda e accogliente in un quartiere residenziale della città, circondata da un giardino fiorito e con un prato ben curato la cui tosatura era uno dei suoi impegni familiari ricorrenti. Il padre, Robert, cui Jack somigliava moltissimo, era un uomo affascinante di trentott’anni, alto, snello con delle spalle ampie e muscolose , un addome piatto che curava costantemente frequentando regolarmente palestra e piscina. Aveva conosciuto Jane – una ragazza piacente e piacevole con un buon carattere – negli anni dell’università dove studiavano insieme, lui economia e lei giurisprudenza. Dopo la laurea, trovarono subito entrambi un ottimo lavoro ben retribuito che gli consentì di sposarsi, anche perché Jane era in dolce attesa.
La nascita di Jack fu un’esplosione di gioia indescrivibile per Robert, quando gli presentarono quel frugoletto che urlava e si dimenava nelle braccia dell’infermiera la gola gli si serrò, faceva fatica a respirare e nel subbuglio di emozioni contrastanti grosse lacrime gli rigavano il viso. Prese fra le braccia quel fagotto che le veniva offerto, lo portò al petto lo strinse a sé e lo baciò delicatamente sulla fronte. Stringendo per la prima volta suo figlio sentì immediatamente dentro di sé un gran calore viscerale di amore e di appartenenza che non aveva mai provato prima e per nessun’altro e sembrava che quel calore riuscisse ad infonderlo anche al bambino che immediatamente si calmò, emise un piccolo vagito e si addormentò beato.
- Lei ha un gran dono – disse l’infermiera – se volesse darci una mano a chetare anche gli altri non ci parrebbe vero! - girandosi ad indicare dietro il vetro del nido, le culle allineate dove tanti neonati urlavano e si dimenavano.
Questo legame così intenso ed istintivo negli anni continuò a rinsaldarsi. Quando Robert rientrava dal lavoro Jack gridava e si dimenava o correva incontro al padre perché questi lo prendesse tra le braccia, il suo papà riusciva a fargli mangiare qualunque cosa che dalle mani degli altri, compresa la mamma, non aveva nemmeno voluto annusare e la notte non dormiva se Robert non era con lui a leggergli una favola con la sua voce calda e confortante e se aveva qualche problema solo suo padre sapeva capirlo e consigliarlo al meglio, a lui raccontava tutto senza timore.
Quella mattina mentre scendeva le scale per la colazione, i genitori parlavano tra loro, soprattutto Jane che raccontava di una telefonata ricevuta la sera prima dal fratello venticinquenne, Adam. Jack si sedette come ogni mattina al suo posto accanto a Robert - che a sua volta passò amorevolmente la mano sui capelli del figlio ancora odorosi di shampoo - per consumare la sua tazza di cereali.
- Mamma, parlavate dello zio Adam? – chiese.
- Si, tesoro, ieri sera ha telefonato per dirmi che verrà in città, ha un corso di aggiornamento di una settimana e chiedeva se potevamo ospitarlo e mi sono riservata di richiamarlo stasera dopo aver parlato con voi perché, come tu sai abbiamo sacrificato la stanza degli ospiti per ingrandire la tua camera e ricavare anche un altro bagno e d'altronde il divano dello studio non è adatto a far dormire un ragazzone come Adam!
A Jack era sempre piaciuto lo zio Adam e data la poca differenza di età si era sempre trovato bene con lui e si erano divertiti un mondo a giocare, correre in bicicletta o in estate schiamazzare nella piscina nel retro della loro villetta. Dopo la laurea Adam aveva trovato lavoro in una città abbastanza distante da loro per cui erano un paio di anni che non lo vedeva e il fatto di averlo in casa per una settimana lo rendeva felice e poi era curioso di vedere come era cambiato in questo lungo periodo che non si erano visti, anche se Adam non scordava mai di mandargli dei regali per natale o per il compleanno e a volte si sentivano al telefono.
- Mamma non c’è assolutamente nessun problema per me, la mia stanza è spaziosa e il mio letto è grande tanto da accogliere comodamente due persone e poi lo zio Adam per me è come un fratello maggiore!
- Jack ha ragione – intervenne Robert – non c’è alcun problema nell’ospitare Adam, in questa casa sarà sempre il benvenuto!
- Ok allora se va bene per voi figuratevi per me! Chiamerò mio fratello stasera al ritorno dal lavoro.
Il sabato mattina mentre Jack era intento a tosare il prato, sentì un allegro strombettare, si voltò e vide l’auto che si fermava davanti alla loro casa e Adam che chiamandolo allegramente si dirigeva verso di lui. Jack mollò il tosaerba e corse incontro allo zio abbracciandolo.
- Santo cielo come sei diventato grande Jack e senti qua che culetto tondo e sodo hai messo su! – esclamò Adam mentre palpeggiava le natiche sode del nipote.
Anche se era abituato al carattere estroverso e bontempone dello zio, Jack si sentì avvampare in viso e la sensazione di quelle mani forti che gli palpavano il culo gli provocò uno strano languore al basso ventre e il suo uccello ebbe un sussulto dentro i pantaloncini da jogging che indossava. A malincuore si sciolse dall’abbraccio ed aiutò Adam a scaricare i bagagli e sistemarsi nella sua camera.
- La mamma e il papà sono al centro commerciale a fare spese, torneranno tra un paio di ore nel frattempo sistema pure la tua roba nell’armadio io vado a finire il prato.
- Benone – disse Adam – che ne dici di fare qualche tuffo in piscina per rinfrescarci un po’?
- Oh si! Meraviglioso! – rispose Jack eccitatissimo – ti aspetto giù appena sei pronto –
e si diresse correndo per le scale per riporre il tosaerba abbandonato nel prato ed indossare gli slip per il bagno.
Quando Adam lo raggiunse in piscina Jack era già a ritemprarsi nell’acqua fresca, non riusciva a distogliere lo sguardo da quella figura maschile ed armoniosa che avanzava verso di lui con quel pacco rigonfio nel piccolo slip aderente su quei fianchi stretti e continuava a sentire di nuovo quello strano languore al basso ventre e l’erezione del suo uccello che premeva sugli slip che indossava. – meno male che sono nell’acqua – pensava tra sé – sennò sai che figuraccia!
Intanto Adam con un balzo si tuffò sconvolgendo la placida acqua azzurrognola e afferrato Jack per la vita cominciarono a lottare e sguazzare. Ogni volta che sentiva le mani di Adam sul suo corpo era come una scossa elettrica per Jack , una sensazione che non aveva mai provato nei palpeggiamenti e piccoli sbaciucchiamenti con le ragazze della scuola che gli ronzavano sempre intorno e che non lo avevano coinvolto emotivamente più di tanto. Questo era diverso, una smania di toccare e di essere toccato che lo tenevano in uno stato di eccitazione continua, per un attimo nella lotta aveva anche sfiorato col piede il pacco di Adam e gli era parso di sentirlo duro e turgido ma pensò che era soltanto una sua fantasia.
Quella sera a cena tra i suoi che ridevano e scherzavano alle battute allegre di Adam, si sentiva turbato da tutte quelle emozioni nuove provate nella giornata con lo zio e sentiva il bisogno di trovarsi da solo per rifletterci sopra, per cui dicendo di essere stanco diede la buonanotte a tutti e si ritirò in camera sua.
Faceva caldo e d’abitudine Jack dormiva nudo sul letto ma dal momento che in questa settimana non sarebbe stato solo indossò un paio di boxer leggeri e rimase supino sul letto a torso nudo con le mani incrociate dietro la nuca. Si sentì un leggero bussare e appresso la porta si aprì e comparve Robert dava il bacio della buonanotte al figlio. Non era certo più il tempo delle fiabe ma quel rito serale tra padre e figlio era una necessità per entrambi e sanciva la loro intima comunione. Robert si avvicinò alla sponda del letto e chinandosi baciò teneramente la fronte di Jack come faceva ogni sera e come aveva fatto la prima volta il giorno che l’aveva stretto al petto la prima volta. – buonanotte figliolo – disse Robert con quella sua bella voce calda. Jack prese la testa del padre chino su di lui e gli baciò la guancia – buonanotte papà, ti voglio bene – ti voglio bene anche io Jack – rispose Robert e uscì dalla stanza.
Jack rimase così per un attimo basito, quella strana scossa elettrica si era ripresentata anche mentre il padre lo baciava ed aveva avuto perciò l’impulso di attirarlo a sé e di baciarlo a sua volta ma non ebbe il tempo di finire questa riflessione che Adam entrò nella stanza, gli rivolse un gran sorriso e senza dire nulla cominciò a spogliarsi . La stanza era in penombra, Jack osservava la figura dello zio che si stagliava contro il rettangolo di luce della porta aperta del bagno e non poteva fare a meno di sentirsene fortemente attratto; mai aveva avuto prima d’ora questi strani impulsi incestuosi! Ne era abbastanza spaventato.
Intanto sentiva nel bagno i rumori dell’ acqua che scorreva nel w.c. e poi Adam che canticchiava qualcosa mentre si lavava i denti. Poi d’un tratto la luce si spense la stanza fu avvolta dall’oscurità appena rischiarata dalla luce esterna della strada in fondo al giardino attraverso la finestra aperta, Jack vedeva la sagoma scura avvicinarsi al letto e sdraiarsi accanto a lui, ne sentiva il profumo virile e il calore che gli sembrava lo invadesse tutto – buonanotte Jack – disse Adam girandosi sul fianco verso di lui e stampandogli un bacio sulla guancia mentre gli faceva il solletico alla pancia. Jack reagì ridendo e dimenandosi un po’ - ‘notte zio Adam – rispose poi.
Jack continuava a sentirsi turbato e quel bacio, ancora caldo sulla guancia, quasi bruciava, ma era troppo stanco anche per pensare e si addormentò subito profondamente.
- continua
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