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Gay & Bisex

LA BESTIA GIGANTE ANACONDA


di Membro VIP di Annunci69.it ANDROMEDA1965
15.02.2023    |    733    |    0 8.7
"Immagino che vi chiediate che nei miei racconti trascrivo solo cazzate, vi devo confessare che sono tutte esperienze vere e vissute, inoltre per le..."
Un saluto a voi tutti, riprendo dai precedenti racconti (ESPERIENZE 1 - 5)
Le esperienze narrante nel l’ultimo racconto e riferite alla location di Bari chiamata “la mosc” proseguono con i miei innumerevoli pomeriggi estivi o dopo lavoro passate sullo stesso molo e vissuti a caccia di prede sempre più intriganti. Un sabato pomeriggio mi reco nella predetta location e sempre dopo aver lasciato la macchina a debita distanza, inizio a percorrere la banchina del molo, la giornata è climaticamente fantastica ma negativa sotto l’aspetto di avventori in quanto ci sono pochissime persone a prendere il sole. Quasi alla fine del molo trovo una macchina parcheggiata con finestrini abbassati e l’autoradio accesa, dalla stessa si udivano i tipici tormentoni estivi, di fianco alla macchina e lato vare vi era una sedia da mare con un signore seduto ed intento a godersi l’abbronzatura. Purtroppo già immaginavo che il pomeriggio non avrebbe portato nulla di positivo e ormai mi stavo già rassegnando, fino a quando noto che l’uomo appena visto e già superato si era voltato per vedere chi fossi. A quel punto iniziai a gironzolare intorno cercando di capirne bene le sue intenzioni, prima di fare pessime figure e magari determinare anche la sua dotazione, lui sott’occhio e con molta prudenza mi osservava, forse stavamo facendo entrambi la stessa cosa. Dopo lunghi ed interminabili minuti, l’uomo che era completamente nudo aprì le gambe facendomi osservare la sua meraviglia, dalla seggiola scendeva giù una proboscide, totalmente moscia ma sui 29 centimetri e forse molti altri in più (avevo avuto già una esperienza con un dotato marocchino, ma questo lo superava di gran lunga). Immagino che vi chiediate che nei miei racconti trascrivo solo cazzate, vi devo confessare che sono tutte esperienze vere e vissute, inoltre per le descrizioni dei peni sono totalmente reali anche queste, in quanto a me non importa se giovane o anziano, magro o grasso, oppure basso o alto, a me interessa che il suo attributo sia, o per lunghezza o per diametro di dimensioni al mio occhio gradevoli, tutto quello che non mi soddisfa viene scartato a priori. Ritornando al super dotato e pensando che con un attrezzo del genere sarebbe potuto diventare un attore di film porno e anche super pagato, tentai un approccio, mettendomi a prendere il sole a pochi metri da lui e con la macchina che faceva in parte da scudo agli eventuali occhi indiscreti. Iniziammo a chiacchierare di argomenti generici, ma il mio occhio cadeva sempre su quel serpentone, lui sicuramente lo aveva notato ed ogni tanto con fare indifferente se lo toccava spostandoselo prima da un lato e poi dall’altro. Arrivammo a parlare di famiglia e prole (lui aveva 50 anni sposato con 3 figli) e poi sempre più in confidenza gli domandai come riusciva a gestire tanta abbondanza nel rapporto coniugale, mi rispose che era felicemente coniugato ed aveva una buona vita sessuale, purtroppo le sue voglie orali ed anali non erano soddisfatte dalla moglie e quindi lui ricorreva ad altre soluzioni. Quali fossero le immaginai subito, ma lui tenne a precisare che andava solo con uomini perché non voleva eventuali storie con amanti femminili che potevano far incrinare il bel rapporto familiare esistente. Ormai si era aperto e confidato, gli argomenti lo intrigavano, visto anche che il suo attrezzo mi sembrava adesso più lungo ma leggermente meno penzolone dalla seggiolina, mi chiese di avvicinarmi in modo da poter parlare più comodamente ed evitare di strillare ai quattro venti i fatti nostri. Mentre eravamo intenti a goderci i bollenti raggi di sole, lui mi prese la mano e se la portò sul pube chiedendomi se avevo voglia di toccarglielo, accettai di buon grado, sentivo un barilotto di carne nella mia mano ed iniziai una lenta sega, era molto lungo e grosso, dovevo forzare molto nel tirare giù la pelle per far uscire la sua cappella, lui stava gradendo e mettendosi in posizione più comoda mi offrì il suo palo telescopico. Mi disse che la sua erezione non era massiva in durezza, voleva dire che il suo cazzo non lo avrei mai visto svettare ma sicuramente non si sarebbe mai ripiegato, il trattamento era sempre più gradito in quanto uscivano le prime gocce di precom che io cercavo di spargere per tutta l’asta allo scopo di lubrificarla. Era veramente immenso, ogni tanto passava qualche guardone e lui interrompeva per il fastidio che provava nell’essere spiato, mi chiese di sederci in macchina, lui al posto di guida ed io di fianco. A quel punto visto l’atmosfera che si era creata ed il senso di maggiore privacy, osai, ed iniziai un rapporto orale delicato ma intenso, non aveva odore e pochi peli sul pube, stranamente per le sue immense dimensioni le palle erano in proporzione sotto dimensionate, comunque la pompa andava avanti. Lui assecondava i miei affondi con qualche colpetto di reni, mentre il mio abile lavoro di lingua sulla cappella portava i suoi frutti, provavo un dolore alla mano causato dalla forza che dovevo imprimere per scappellarlo, ma avevo trovato il giusto ritmo, la mia bocca circondava i primi centimetri di pene che nascondevano la cappella, poi con forza tiravo giù la pelle fin dove potevo ed iniziavo ad usare la lingua sulla parte ormai scapocchiata. Notammo un ragazzo che da un finestrino ci stava osservando segandosi, ma ormai a causa della piena eccitazione e godimento non ci facemmo caso, mi chiese di aumentare il ritmo mentre lui aumentava l’intensità dei colpi di reni, poco dopo lo sentii mugolare e capii che il momento era giunto, diminuii il ritmo quasi a fermarmi e facendogli sentire più forza nella mia stretta di mano, iniziai movimenti a scatto di lingua e bocca, lui mi bloccò la testa tra le sue mani ed aumentando la frequenza dei colpi di reni, quasi a scoparmi la bocca, iniziò a grugnire dicendo vengo, vengo e ancora più volte vengo. Mi arrivarono due violenti getti di sborra in gola che quasi mi soffocarono e fui costretto a staccarmi da quel totem di carne, innumerevoli altri mi arrivarono in faccia e sui capelli ungendomeli quasi come fosse un gel. Si congratulò del mio pompino e mi chiese chi fosse stato il mio maestro e risposi che ero un autodidatta, mentre ci stavamo pulendo e ricomponendo mi diede un appuntamento per il sabato successivo, aveva una piccola casetta agricola in un terreno nell’interland barese accentando con vero piacere la sua proposta. Durante la settima le mie fantasie erotiche erano a mille e finalmente arrivò il grande giorno, l’appuntamento ad ora prestabilita era ad un incrocio in periferia, non appena ci incontrammo mi fece cenno con il clacson di seguirlo, dopo pochi chilometri ci inoltrammo in questa stradina di campagna che portava ad una serie di terreni agricoli fino ad arrivare al suo cancello. Parcheggiate le macchine e guardandoci intorno che non vi fossero occhi indiscreti entrammo nella casupola, la stessa era suddivisa in due locali uno usato come deposito attrezzi e l’altro come punto di ritrovo per riposini dopo l’attività agricola, accese la luce e notai arredi spartani, tavolino e qualche sedia, una dispensa, un vecchio divano letto, una piccola cucina a gas ed un lavandino, non volle aprire la finestra per una maggiore sicurezza. Aprimmo il divano letto che aveva solo un materasso malandato e gli stendemmo sopra un lenzuolo con gli elastici, mi chiese se volevo bere qualcosa e mentre versava dell’acqua io seduto su una sedia ero al cospetto di lui che in piedi ed a pochissima distanza mi offriva la visione della sua gonfia patta, non persi tempo e gli calai i bermuda che indossava senza cintura. Rimase in slip bianchi e con la proboscide stesa da un lato degli stessi, l’enorme massa di carne quasi non riusciva ad essere contenuta da quel leggerissimo cotone, avvicinai le mie labbra ed iniziai a baciarla e mordicchiarla da sopra la stoffa che pin piano iniziava ad inumidirsi e diventare quasi trasparente. Sentivo un forte odore, sembrava di sborra misto ad altro che non riuscivo a riconoscere, lui capì subito il mio leggero disagio e mi spiegò che pur non volendo, prima di uscire di casa la moglie aveva voluto fare sesso godendo prima lei due volte e poi lui a conclusione del gioco, purtroppo a causa del ritardo non era riuscito a lavarsi ed era scappato subito via. Quella spiegazione aumentò l’eccitazione di entrambi, gli sfilai l’intimo ed i bermuda lasciandolo solo in infradito, se vi interessa aveva dei piedini niente male e ben curati, nel frattempo lui si era tolto la camicia rimanendo completamente nudo. Io spalancai la bocca per prendere quanto più possibile quella nerchia nella mia gola, l’odore che emanava era inebriante e di puro sesso, lui gradiva il mio operato arrivando al massimo punto di erezione, mi chiese però se potessi lavargli l’uccello sotto al lavandino in quella specie di cucinino, presi la massa di carne e la misi sotto il getto d’acqua poi con del sapone liquido iniziai a segarlo per poi ripassarlo sotto il getto ripulendo tutto, lui era sempre più eccitato, del mio sesso non mostrava interesse o meglio non fregava nulla, era solo sua goduria. Ripresi il pompino ma sinceramente avrei preferito risentire la precedente fragranza, dal suo buchetto sopra la cappella uscivano rivoli di liquido, segno che ero bravo nel mio operato e dimostrazione ne fu quando mi chiese di fermarmi altrimenti sarebbe venuto. Nella pausa mi spogliai, lui giocò con il mio misero attrezzo fino a farmi velocemente venire, disse adesso è giunto il momento ed io capii cosa voleva intendere, mentre mi stavo spostando sul divano mi fermò dicendo che prima voleva comodamente prepararmi, facendomi stendere sul tavolo a pancia in aria ed a gambe divaricate. Si sedette godendosi lo spettacolo poi iniziò con leggeri colpi di lingua che rilasciavano saliva a lubrificarmi il buchetto ed aiutandosi con un dito, era molto delicato e anche molto eccitante, lui nel frattempo con l’altra mano si segava, quando non poté più resistere si alzò in piedi e prendendo il flacone di sapone liquido né spruzzò abbondanti getti sulla sua carne e sulla mia stellina. A quel punto riprese a segarsi con una mano mentre con l’altra continuava a giocare con il mio deretano, quando si sentì pronto avvicinò la sua cappella al buchetto cercando di farsi delicatamente strada, essendo lui in piedi ed io steso la posizione era molto favorevole alla penetrazione ma non di quel anaconda. Ci mise un tempo infinito per riuscire a far entrare solo la punta, gli dissi che iniziavo ad avere un pochino di paura ed essere preoccupato per gli eventuali danni arrecati, ma lui con la sua solita delicatezza mi disse di non preoccuparsi, continuava a spruzzare sapone sul mio buco e su metà della sua bestia, Iniziai a sentire molto caldo ed un forte bruciore, sicuramente dovuto al lungo trattamento di apertura e non avevamo ancora fatto nulla, lui con una mano mi apriva una chiappa e con altra si teneva il cazzo teso con la sola cappella che aveva fatto capolino nel mio sedere. La cosa piacevole era sentire quell’abbondanza di sapone dentro e fuori di me, poi avvertii come delle vibrazioni provenienti dalla sua cappella, immaginando che era in fase di sborrare, invece era il segno che era pronto a varcare la soglia. Fino a quel momento era stato, tranquillo e sereno, non aveva osato alcuna violenza, ma dovetti ben presto ricredermi, senza alcun colpo di reni ma solo con la forza del suo peso si spinse tutto dentro di me, o almeno la sola quantità che potevo ospitare di quella cosa gigante. Gridai per il dolore cercando di divincolarmi ma ero letteralmente impalato, lui senza perdere tempo e per paura di una mia reazione iniziò una violenta inculata, entrava il più possibile ed usciva lasciando sempre dentro il glande a sicurezza che il buco non si richiudesse, per fortuna la tortura durò poco a causa della sua eccitazione ormai giunta al limite di sopportazione. Dopo altri tre o quattro affondi rapidi e profondi rimase il più possibile dentro ed immobile iniziando a lanciare getti di sborra, ne fece tanta e la sentivo nell’intestino, fino a quando totalmente soddisfatto si ritrasse con lenti movimenti provocando la fuoriuscita del suo nettare dal mio culo. Io avevo le lacrime agli occhi per il dolore subito ed alzandomi dal tavolo notai sia sul tavolo che a terra abbondanti chiazze del mio angue miste alla sua sborra. Ancora non connettevo essendo quasi stordito e mi sedetti sul morbido divano per prendere fiato, lui come un lupo famelico non abbandonò la preda e prendendomi la testa tra le sue mani mi ficcò il cazzone in bocca per una accurata e finale pulizia. Soddisfatto del suo operato mi strusciò la nerchia sul viso quasi a volermi scopare il volto, poi andando al lavandino si fece una specie di bidet e rivestendosi mi disse che gli dispiaceva per l’ora tarda che avevamo fatto, altrimenti avrebbe voluto avere un altro rapporto. Mi chiese un altro appuntamento o il mio cellulare ma rifiutai entrambe le richieste, non poteva trattare in questo modo e con quella violenza chi voleva solo farlo godere senza ricevere nulla in cambio.
Segue nel prossimo racconto.
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