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incesto

Beatrice 4/8


di MissSerena
10.07.2023    |    24.716    |    19 9.8
"Capii ben presto perché mia madre si era portata in casa quei due ragazzi, se non altro perché erano due veri tori da monta, anche se forse godevo di più dei..."
Come spesso succede nella vita, le scoperte più sconvolgenti avvengono per puro caso.
Avevo sempre considerato mia madre Caterina una gran bella donna, che nella sua vita aveva fatto la gran cazzata di sposare un mezzo fallito come mio padre, per poi rendersi conto dell’errore e aver chiesto il divorzio. Anche se spesso non si considerano i genitori come persone ‘sessualmente attive’, non avevo neanche mai preso in considerazione l’idea che mia madre fosse casta, anzi per lungo tempo sperai che si cercasse un compagno per iniziare con lui una nuova vita.
Ogni martedì cenavo a casa sua, non che prepari chissà che, ma è sempre un modo per vederci almeno una volta alla settimana e parlare di noi.
Quel giorno però non era proprio un martedì qualunque, se non altro perché avevo staccato prima dal lavoro in quanto c’era stato un blackout, e come tutti sanno senza corrente i pc non funzionano, quindi ci avevano mandato a casa con la promessa che per l’indomani mattina sarebbe stato tutto pronto.
Credendo di farle cosa gradita andai al supermercato per fare un po’ di spesa, giusto il necessario per cucinare qualcosa di diverso, ma anche per passare il tempo visto che non avevo nulla di particolare da fare.
Avendo le chiavi di casa sua, come lei aveva quelle della mia, entrai senza suonare alla porta, anche perché di solito a quell’ora era fuori con qualche amica a non fare nulla se non parlar male delle assenti.
Entrai quindi in cucina per poggiare la spesa sul tavolo, ma come presi al telecomando del televisore per mettere qualche canale musicale, sentii degli strani rumori arrivare da un’altra stanza.
Il primo pensiero fu che fossero i ladri, ma poi ricordai che il portone non era affatto danneggiato, e quelli quando entrano non badano certo a lasciare tutto intatto.
Così mi tolsi le scarpe e cercando di fare meno rumore possibile, per scoprire che i rumori venivano proprio dalla sua camera.
“Stai a vedere che quella sta scopando.” pensai mentre rallentavo i passi “Ma se poi è così che faccio ?”
L’ultima idea che potevo avere era quella di mettermi a fare la guardona, ma allo stesso tempo la curiosità era fortissima e non riuscii a fermarmi. Arrivai quindi davanti alla porta della sua camera per scoprire che era quasi mezza aperta, e così cercando di rimanere nascosta, allungai la testa per vedere quello che sta succedendo, rimanendo come una statua di sale.
La mia cara mammina era infatti in ginocchio in mezzo a due ragazzi di colore, tutta intenta a succhiargli le mazze, che erano due mezze proboscidi.
D’istinto mi tirai indietro, quasi non volessi credere a quel che avevo appena visto, ma poi tornai nel mio punto d’osservazione, fosse solo per esser certa che quella donna era davvero mia madre.
Così mi sporsi nuovamente e questa volta ebbi una reazione diversa da quella avuta poco prima che era quasi di disgusto. Per la prima volta vidi mia madre come una vera donna, con un gran bel corpo anche se sapevo che il seno se l’era rifatto, e che in quel momento non stava facendo nulla di diverso da quanto avevo già fatto io, e tutto ciò non mi disturbava affatto anzi mi eccitava.
Avevo già fatto sesso con due uomini, e come lei mi ero messa in mezzo per poterne gustare le nerchie, prima di farmi scopare da tutte e due anche insieme, quindi sapevo cosa stava provando.
Quello che assurdamente mi stupii di più, è che nessuno dei tre diceva nulla e di fatto si sentivano solo i loro respiri. Iniziai a guardare cercando di cogliere quei particolari che mi erano sfuggiti prima d’essermi messa dietro la porta, e quel che vedo era sempre più eccitante.
Non solo i due ragazzi erano molto ben dotati, ma avevano fisici asciutti ma allo stesso tempo possenti, con tatuaggi tribali ben visibili anche a distanza. Mia madre invece non aveva un solo pelo fra le gambe, ma in compenso la passera era quella di una donna adulta, gonfia e bagnata come doveva essere in quel momento.
Mi rimisi dietro la porta e quasi senza rendermene conto alzai il vestito per guardare fra le gambe, scoprendo che avevo le mutandine fradice dei miei umori, che essendo poi bianche erano anche diventate trasparenti.
Non sapevo più cosa pensare, ma del resto quella era una situazione a dir poco assurda, con mia madre a pochi metri intenta a succhiare due belle nerchie, ed io dietro la porta che ero forse più eccitata di lei.
In quel vortice di sensazioni non m’accorsi che uno dei due ragazzi aveva lasciato mia madre per venire da me, ma una volta che lo vidi fu troppo tardi per poter anche pensare di coprirmi.
“E tu chi sei ?” mi chiese mentre io non riuscivo a staccare gli occhi da quel bastone che gli pende fra le gambe.
“”Beatrice la figlia di Caterina.” risposi cercando di darmi un contegno.
Lui però mi prese con forza per un braccio e mi portò nella camera di mia madre, che non appena mi vide s’alzò in piedi.
“E tu che ci fai qui ?” mi domandò con lo sguardo che trabocca di stupore.
“Oggi è martedì e volevo preparare io la cena, ma vedo che hai altri impegni e me ne vado.”
“Cazzo e io che pensavo fosse lunedì !” sbottò facendo ridere i due ragazzi “Comunque loro sono Moa e Greg e da come sei messa non credo proprio che non t’interessino.”
“Sì cioè no…. Ecco io veramente…. Non è che sia una guardona ma…” furono alcune delle frasi senza senso che mi escono dalla bocca.
Greg mi tolse il vestito senza che dissi nulla, come non reagii quando la donna che avevo davanti a me mi baciò togliendomi il fiato.
“Ma mamma tu !” dissi senza nessuna convinzione.
“Io voglio solo vederti godere, e poi loro sono due quindi non c’è neanche da litigare.” mi rispose prima di darmi un altro bacio che mi sciolse come neve al sole.
La bocca di mia madre scese lentamente sino ad arrivare ad un capezzolo che divenne subito turgido, anche perché l’altro fu subito preda di Greg mentre Moa si strusciava dietro di me.
Presa in mezzo a loro tre persi subito ogni pudore, ricambiando ogni bacio che ricevevo, e toccando dove mi capitava i corpi dei due ragazzi. L’ultima barriera prima di finire nella lussuria senza fine, fu abbattuta quando lei s’abbassò per leccarmi la passera, facendomi quasi cadere tant’è vero che i suoi due amanti mi dovettero tenere in piedi sorreggendomi per le braccia.
“Ma nessuno si prende cura di questi due bei cazzi ?” dissi dopo averli presi entrambi in mano.
“Guarda che hanno bisogni di ben altro che una carezza.” mi rispose mia madre avvicinandosi con la bocca a quello di Moa.
“Questo le pensavo anch’io, vorrà dire che farò come te.”
M’accucciai davanti alla possente mazza di Greg per iniziare a leccarla, e assaporarne il gusto di vero maschio africano.
Mi ritrovai così con mia madre di fianco che non paga di succhiare la nerchia di Moa, allungò una mano sul mio sedere per palparlo delicatamente, per poi farla scivolare fra le gambe trovando un vero lago d’umori.
“Vuoi assaggiare questo ?” mi domandò con una naturalezza sconvolgente.
“Certo !” le risposi trovando la sua bocca prima del bastone di Moa, che era praticamente uguale a quello dell’altro ragazzo, se non per il fatto che era già ricoperto di saliva.
Per un attimo ebbi una profonda gelosia verso mia madre, che era chiaro non si faceva alcun problema a portarsi a casa due ragazzi la cui età era forse la metà della sua, ma poi pensai che li stesse condividendo con me e che ne era ben felice.
Continuammo a scambiarci le mazze senza però mai smettere di toccarci a vicenda, facendo così eccitare tantissimo i due ragazzi, che già non si sarebbero mai aspettai di trovarsi davanti non solo due donne, ma che erano anche madre e figlia. Quando però entrambi ebbero voglia di scoparci, non fecero altro che sollevarci di peso per farci mettere carponi sul letto, una davanti all’altra, per poterci prendere da dietro.
Vedere il volto di mia madre contorcersi per il piacere fu un’esperienza sconvolgente, ma non appena Greg finì di penetrarmi facendomi assumere un’espressione molto simile alla sua, non ebbi alcun problema ad allungarmi quel tanto che bastava per poterla baciare, come se la volessi ringraziare di quello che stava succedendo.
Capii ben presto perché mia madre si era portata in casa quei due ragazzi, se non altro perché erano due veri tori da monta, anche se forse godevo di più dei suoi baci e di come mi toccava fra le gambe, come se quel bastone di carne non fosse sufficiente a farmi godere.
Moa e Greg ci scambiarono diverse volte, facendoci godere tantissimo, ma mi resi conto che volevo dar sfogo ad ogni mia più perversa fantasia sessuale, e che quella era forse un’occasione unica per farlo.
“Sdraiati.” dissi a mia madre che pur non capendo le mie intenzioni non si fece alcun problema a ubbidirmi.
Non appena si mise al centro del letto, io le salii sopra nel più classico dei sessantanove, per poi aprirle la passera come se fosse un fiore e leccare ogni sua goccia di piacere. Mia madre fece lo stesso con me, ma ben presto fummo piacevolmente interrotte almeno in parte, dai due ragazzi che ripresero a scoparci ancor più eccitati rispetto a prima, ma sempre senza alcuna esagerazione nonostante non mostrassimo alcun pudore o vergogna, ma soprattutto stavamo consumando un rapporto incestuoso.
Vedere la mazza di Moa entrare in continuazione nella fica di mia madre mi dava un sottile piacere, ben diverso da quello che mi stava facendo provare Greg martellandomi senza sosta, ma di nuovo fui presa da un’assurda gelosia come se dovessi essere solo il centro di ogni attenzione. Così spinsi Moa dicendogli di sdraiarsi per poi salire sopra di lui, ed impalarmi sul suo scettro ben bagnato dagli umori di mia madre, che però fece mettere Greg vicino al suo amico per fare esattamente quello che avevo fatto io, credendo che fosse solo un nuovo gioco che m’era passato per il cervello di realizzare.
“Non mi dire che hai il culo vergine perché non ci credo.” mi disse mia madre poggiandoci sopra una mano.
“Perché il tuo lo è ?” le risposi avendo ben capito dove voleva andare a finire.
“Tu che dici…”
Vidi mia madre alzarsi un po’ per prendere la mazza di Greg e dirigerla verso la sua porta posteriore, dove entrò senza cha almeno all’apparenza lei provasse anche un minimo dolore.
Nello stupido desiderio d’emularla feci esattamente come lei ma non con la stessa velocità, visto che la nerchia di Moa era troppo grande per poterla prendere nel retto tutta d’un fiato. Lei però invece di ridermi dietro, portò una mano sulla mia passera per stimolarmi il clito, e facendo sì che quel piacere bilanciasse il dolore che stavo provando, facendo sì che riuscissi ad impalarmi come aveva fatto poco prima lei.
Da quel momento in poi fu solo un cercare il massimo del piacere anche nel più piccolo, con loro due che ripresero in mano la situazione per poterci scopare, facendoci assumere sempre contemporaneamente la stessa posizione, neanche fossimo due gemelle da scambiarsi senza rendersene conto.
L’orgasmo arrivò mentre eravamo carponi una vicina all’altra, con quei due stalloni che ci sodomizzavano senza sosta, e noi due che ci scambiavamo languidi baci mentre ci masturbavamo a vicenda.
Per me fu una vera e propria frustata che partendo dall’ano arrivò al cervello con la forza di una scossa elettrica, tanto che quasi non m’accorsi che Moa continuava a scoparmi per poter venire anche lui. Poco dopo arrivò anche lui all’orgasmo schizzandomelo direttamente nello sfintere, e quasi spingendolo sino in fondo con gli ultimi colpi che aveva ancora in canna.
Mia madre e Greg vennero di fatto insieme, e anche lui non tolse la mazza dal suo retto che quindi inondò di sperma.
Ci ritrovammo tutti e quattro sfiniti sul letto senza nulla da dire, e fu forse una fortuna che i due ragazzi ad un certo punto s’alzarono per andare in bagno a lavarsi.
Io invece non trovavo una sola parola per iniziare una qualunque discussione con mia madre, così quando loro due tornarono per rivestirsi, andai in bagno portandomi dietro quello che avevo indossato a casa mia.
Non dissi nulla neanche quando tornai da mia madre per salutarla, se non un banale “Ciao ci sentiamo” che forse la deluse, ma del resto dovevo ancora rendermi ben conto di quello che era successo, anche se il giorno seguente sarebbe bastato ben per poco per farlo.


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