Racconti Erotici > incesto > Mia Cugina Laura
incesto

Mia Cugina Laura


di remida67
24.10.2012    |    73.573    |    4 9.7
"Quest'area, proprio qui sotto la testa, è la più sensibile, " ho detto, indicando l'area sulla parte inferiore del glande..."
Laura ed io eravamo primi cugini e vicini di casa, eravamo ambedue diciottenni, ma io ero più vecchio di sei mesi, e frequentavamo la stessa classe. Ambedue figli unici eravamo cresciuti molto uniti, quasi fratello e sorella. Se qualcuno ce l'avesse domandato, ognuno di noi avrebbe indicato l'altro come il migliore amico. La ragione principale per cui eravamo così uniti era che eravamo ambedue afflitti dalla stessa malattia: opprimente, tremante, timidezza che finiva in sudori freddi. La mia lingua si bloccava con ragazze di qualsiasi età e non avevo amici intimi. Per Laura era lo stesso, arrossiva di un rosso brillante se un ragazzo le parlava ed i suoi interessi erano troppo diversi da quelli delle altre ragazze della sua età per avere un'amica del cuore. Ci piaceva leggere ed ascoltare la musica e questi interessi, che condividevamo unitamente alla nostra timidezza, ci attiravano come i poli opposti di un magnete. La nostra timidezza, tuttavia, non era estesa ai rapporti che intercorrevano tra di noi ed eravamo a nostro agio e rilassati quando eravamo insieme e condividevamo i momenti felici e quelli tristi; ci fidavamo l'uno dell'altro e ci confessavamo segreti che non avremmo mai rivelato ai nostri genitori. Più che altro ci confidavamo quanto eravamo infelici per la nostra timidezza e quanto ci sarebbe piaciuto essere diversi.
Abbiamo cercato di tirarci su il morale immaginando come ragazzi e ragazze si devono sentire quando sono insieme. Le assicuravo che i ragazzi consideravano le ragazze come qualcosa di misterioso e che tutto ciò che doveva fare era fidarsi dei ragazzi ed avrebbe potuto convivere con loro in maniera eccellente. La sua versione riguardo alle ragazze era simile alla mia per i ragazzi, tuttavia, mentre riuscivamo ad accettare il principio intellettualmente, semplicemente non riuscivamo a metterlo in pratica. Laura non era scialba, al contrario era da KO. Aveva lunghi capelli biondi, morbidi occhi blu ed un corpo voluttuoso di cui una ventenne sarebbe stata orgogliosa. Ho cercato di procurargli degli appuntamenti, ma non conoscevo a sufficienza ragazzi che lo volessero fare, trovavano sempre qualche scusa. Anche Laura mi incoraggiava a cercare di ottenere appuntamenti e mi ha suggerito alcune ragazze possibili. Con Laura vicino, ho chiamato una delle ragazze, dopo molti minuti di balbettio, mi sono scusato e ho abbandonato l'impresa. Mi sono girato verso Laura e ho detto: "Bene, ne ho abbastanza. Non saprei neppure cosa fare con una ragazza se riuscissi ad ottenere un appuntamento. Non so ballare e non so da che parte cominciare a baciare. Farei la figura dello scemo."
"Daniele, non sei uno scemo, e tu ed io lo sappiamo, io so ballare e sarò contenta di insegnartelo se vuoi." "Sicuro! Quando possiamo cominciare?" "Che ne dici di sabato? I nostri genitori saranno fuori per un giorno, così potremo avere le case tutte per noi e suonare la musica forte quanto vogliamo." "Questa è musica per le mie orecchie. Perché non lo facciamo a casa tua, è più grande della nostra, e lo stereo è proprio là dove ci serve."
"Oh, Daniele, sono eccitatissima! Mi piace veramente ballare e mi divertirò ad insegnartelo."
"Sì, anche io," ho risposto. "Verrò sabato mattina non appena i nostri se ne saranno andati." Dopo essere ritornato alla mia casa, ho pensato alla situazione e mi sono eccitato ancora di più alla prospettiva. Non avevo mai tenuto una ragazza fra le braccia in tutta la mia vita e anche se era mia cugina, Laura era una bella ragazza, con le curve nei posti giusti. Ho compreso allora che quello che provavo era eccitazione sessuale e prima di allora non avevo mai pensato a Laura sotto quel punto di vista, non lo facevo di mia volontà ma sentivo un dolore lancinante all'inguine alla prospettiva di stringerla a me.
"Sì, sono impaziente," ho pensato. Quella notte, non appena mi sono sdraiato a letto , ho pensato ancora a Laura e di come potevo sentimi a tenerla fra le braccia. Il cazzo mi si è allungato ed è scivolato fuori dalla gamba dei pantaloncini. Vi ho messo sopra la mano e lentamente l'ho tirato fuori per permettergli di alzarsi diritto. Era duro come una roccia e la pre-eiaculazione fluiva dalla fessura e copriva la cappella. Ho mosso la mano su e giù, lentamente, stringendolo, ho strofinato gli umori sopra la cappella e molto leggermente sulla parte inferiore dove era tanto sensibile. Ogni volta che lo facevo, sobbalzava ed usciva più lubrificante. Presto tutto il cazzo è stato coperto e continuavo a strofinare la mano su e giù, su e giù. Sentivo la tensione salire mentre il piacere aumentava. Ho raggiunto un punto che non avrei voluto finisse mai, ho sentito che sarei morto se non fossi venuto proprio in quel momento. E sono venuto. Un grande spruzzo è uscito e mi è andato sopra il torace unendo le mie mani, le palle e l'area dell'inguine. Mi sono alzato con calma, ho preso un asciugamano in bagno e mi sono pulito, poi sono tornato a letto e sebbene non avessi mai visto dal vivo una ragazza nuda, ho sognato Laura senza vestiti. Sabato mattina, non appena i nostri genitori se ne erano andati, sono andato a casa di Laura, indossava una T-shirt ed un paio di pantaloncini corti d'atletica, i capelli erano pettinati indietro ed erano fermati sul collo da un nastro. I pantaloncini esaltavano la sua vita sottile e sebbene la T-shirt fosse grande e sciolta, non riusciva a nascondere che non portava reggiseno. Per la prima volta la guardavo come una ragazza e non come una cugina. Ho realizzato che aveva delle belle gambe snelle che finivano in natiche perfette. Dagli spacchi ai lati dei pantaloncini potevo vedere il pallido blu di quelle che dovevano essere le mutande. Apparentemente si era truccata solo leggermente, ma gli occhi, gli zigomi alti e lentigginosi e le labbra piene si presentavano nella loro forma migliore. In breve, io finalmente ho capito che mia cugina Laura era una delle più belle ragazze che avessi mai visto. Se non avessi sperimentato di persona, mi sarei stupito come una ragazza bella come Laura potesse essere timida ad avere ragazzi intorno. "Allora, Daniele, sei pronto a volteggiare come Fred Astaire?" ha domandato Laura. "Sono come stucco nelle tue mani, maestra," ho risposto. "Vieni, useremo la cantina come studio," e mi ha condotto giù per i gradini che portavano in cantina. Seguendola non potevo fare a meno di guardare le sue chiappe che si muovevano nei pantaloncini, tic - toc avanti e indietro, erano sode e strette e ne ho staccato gli occhi con dispiacere quando siamo arrivati. "Aiutami a spostare i mobili," e ha afferrato un lato del sofà. Ho afferrato l'altro capo e l'abbiamo alzato di alcuni centimetri. Facendolo Laura si è chinato e la parte superiore della t-shirt si è aperta facendomi vedere tutto sino alla vita. I seni erano in bella vista, pendevano verso il basso con le loro areole e capezzoli rosa, tuttavia non erano grandi come quelle che avevo visto sulle riviste, erano l'esatta immagine di ciò che avevo sognato la notte precedente. Mi sarebbe piaciuto avere più tempo per osservarli, ma ho dovuto distogliere gli occhi, quando Laura ha guardato in su, per non imbarazzarla. Rapidamente abbiamo finito di spostare i mobili e poi Laura ha acceso lo stereo, ha messo su un CD di soft-rock, mi ha afferrato la mano, mi ha tirato in piedi e ha detto, "OK, Piedibrillanti, è ora di imparare il ballo veloce”. Sorprendentemente imparare a ballare era più facile di quanto avessi immaginato e dopo mezz'ora ero abbastanza bravo, ciò che mi faceva migliorare era ballare con Laura. Era un'ottima ballerina ed il ballo faceva muovere ogni parte del suo corpo. Le parti migliori che si muovevano, tuttavia, erano le mammelle ed il culo. Non portando reggiseno i seni si muovevano dappertutto sotto la camicia e ho dovuto concentrarmi per evitare di fissare esclusivamente quelli. Anche il suo culo era eccezionale, quando si è girata le chiappe sembrava che si muovessero per conto loro, scivolando su e giù una sull'altra. Evidentemente si divertiva ed io mi divertivo al suo divertimento. Prima ero eccitato, ma non era niente confronto a quanto lo ero adesso.
"Vai forte," ha detto Laura. "Ora puoi andare su qualsiasi pista da balla e non sfigurare. Non sapendo ballare non avresti potuto invitare qualcuno ad uscire." "E' perché ho un'insegnante brava come te," gli ho detto di ritorno. "Ma, dimmi, come hai fatto ad imparare a ballare così se la tua esperienza con i ragazzi è stata limitata quanto la mia con le ragazze?" "Non ti ricordi che sono andata a scuola di ballo? Tre anni di lezioni hanno prodotto qualche cosa. E come pensi che imparino i ragazzi? Imparano dalle ragazze, proprio come tu hai imparato ora." Dopo essersi asciugata il sudore dalla fronte, Laura ha continuato, "Comunque per ora è sufficiente. Facciamo una sosta e prendiamo una coca cola. Andrò a prenderle in frigorifero." Sono stato sollevato nel vedere che se ne andava, avevo una furiosa erezione e la pressione dentro i boxer era così intensa che mi sentivo a disagio, con lei fuori dalla vista per alcuni minuti, forse sarebbe diminuita. Ho camminato un po' per la stanza sperando di alleviare la mia rigidezza, sembrava funzionasse e quando Laura è ritornata con le coche, era diventato semi rigido. Laura mi ha dato una coca e si è seduta accanto a me sul sofà. Eravamo tranquilli, assaporavamo il fresco delle bibite, ho finito la mia e l'ho messa sul tavolino, Laura ha fatto lo stesso. Quasi bisbigliando ha detto: "Daniele, l'altro giorno hai detto che non sai come baciare una ragazza. E vero?" "Sì. Non è strano? Diciotto anni e non ho mai baciato una ragazza. Non ti ha mai baciata un ragazzo?" Laura ha accennato un mezzo sorriso e ha detto: "Che ne pensi? Naturalmente no, sciocco. Sono proprio come te."
Poi la sua voce è diventata morbida e seria e ha detto: "Daniele, pensi forse che potremmo...eh...uh."
"Insegnarcelo l'un l'altro?" Ho detto, finendo la frase per lei. "Sì," ha detto sottovoce, arrossendo un po'. "Forse se lo impareremo l'uno dall'altro non ci sentiremo così timidi."
"Lo penso anch'io," ho detto e mi sono girato verso di lei. Ho messo una mano sulla sua spalla e l'ho tirata verso di me. Eravamo un po' rigidi e goffi dapprima, ma poi ci siamo chinati l'uno verso l'altra. Chinandomi sempre più, ho messo leggermente le mie labbra contro le sue e l'ho baciata molto dolcemente. Si è tirata indietro rapidamente e mi ha guardato negli occhi, poi si è chinata e ha appoggiato le sue labbra alle mie, ha messo un braccio intorno al mio collo e si è stretta contro di me. Il mio cuore batteva furiosamente nel mio torace ed io potevo appena respirare. Ho spinto la sua testa contro la schienale del sofà e ho pigiato le labbra contro le sue aprendole solo un po'. Le nostre bocche si sono ammorbidite ed abbiamo strofinato fra di loro le labbra. Anche il suo respiro era pesante e sentivo il suo cuore battere contro il mio torace. Abbiamo continuato a baciarci a lungo poi finalmente ci siamo allontanati. Ora la mia erezione era ritornata completa e pur indossando i boxer, c'era una protuberanza ben visibile. Ho sperato che Laura fosse così ingenua da non accorgersene. "Perbacco, Daniele, così è questo che succede quando ci si bacia. Ora capisco perché alla gente piace baciare. Mi sento completamente debole ed eccitata. Tu come ti senti?" "Esattamente nella stessa maniera," ho risposto.
"Riesco appena a respirare ed il mio cuore batte a grande velocità." "Anche a me succede, anche a me. Ora che abbiamo coperto velocemente il problema del ballo e del bacio, penso che sia ora di insegnarti il ballo lento," "OK," ho detto. "E' più difficile del ballo veloce?"
"In certi casi lo è, ed in altri no. Devi imparare a coordinare i tuoi passi con la persona con cui balli in modo di non fare passeggiate sui suoi piedi. Non ho fatto più esercizio di ballo lento, da quando non ho più ballato con un ragazzo alle lezioni l'anno scorso. E' come l'esercizio ad andare in bicicletta, tuttavia, e dovrei riprendermi molto rapidamente." Laura ha messo un CD lento e mi ha mostrato come mettere le mani e le braccia in un ballo lento. Penso di essere stato un buon studente perché dopo dieci o quindici minuti che ballavamo andavamo veramente sincronizzati. All'inizio stavamo a quindici centimetri ma gradualmente ci siamo avvicinati. La canzone che suonava era una lenta ballata e tutto quello che dovevamo fare era ondeggiare al ritmo della musica. Lei ha messo la sua testa sulla mia spalla e ha appoggiato la sua guancia contro la mia. Lo spazio che c'era stato tra noi ora era completamente sparito e sentivo la sua pressione contro di me dalla guancia alla punta dei piedi. Le sue mammelle erano pigiate contro il mio torace e si potevano sentire i capezzoli attraverso le nostre T-shirt; erano come noccioline che cercavano di bucare la stoffa. Ho avuto difficoltà a respirare proprio come quando l'ho baciata. Il mio cuore batteva all'impazzata, il suo altrettanto, perché lo sentivo contro il mio torace.
"Umm, è bello," ha detto Laura. "sei un ballerino di sogno." Ha spinto le anche ancora con più forza contro le mie e sentivo l'area di connessione delle sue cosce spingere contro l'area del mio inguine. La mia erezione pulsava come il mio cuore ed avevo timore che potesse sentirlo. Laura ha tirato indietro la testa e ha bisbigliato: "Oh, Daniele, è così bello. Sono contenta di essere qui con te." Non era possibile resistere, ho messo le mie labbra sulle sue e l'ho baciata profondamente. Il bacio è stato dapprima tenero, ma poi ho sentito che le sue labbra si sono aperte ed ho aperto le mie. Ho provato a mettere la lingua tra le mie labbra e toccargli le sue, ha aperto le labbra ancora di più e si è appoggiata con maggior forza contro di me. La punta della sua lingua è uscita e ha toccato la punta della mia. Era come una corrente elettrica, formicolante che fluisse tra noi due. Ho spinto la lingua nella sua bocca e le nostre lingue hanno cominciato a giocare, volteggiare, avvolgersi e quasi duellare. Le sue anche hanno spinto ancora di più contro le mie, ho messo le mie mani sulle sue natiche, le ho carezzate e le ho tirate ancora più vicino. Si è lamentata piano nella mia bocca, il suo culo ha tremato ed è rabbrividita.
Non c'erano dubbi che sentisse chiaramente la mia erezione, Laura si è allontanata leggermente da me, mi ha guardato in faccia e con voce da bambina ha detto:
"Daniele, questo è quello che chiamano un'erezione?" Imbarazzato, ho bisbigliato:
"Sì. Ma i ragazzi lo chiamano essere in tiro." Laura ha appoggiato la testa alla mia spalla e ha detto: "Oh, Daniele, sto impazzendo. Voglio sapere tutto sui ragazzi così forse potrò uscire con loro e sapere come comportarmi, so poco sui ragazzi e sul sesso. Tutto ciò che so l'ho imparato sui libri, ed è maledettamente poco, solo qualche immagine confusa. Come posso aspettarmi di riuscire coi ragazzi quando so così poco."
"Allora siamo nella stessa barca," ho detto. "non avevo i libri e quello che ho sempre guardato sono state le figure delle riviste. E so che la maggior parte delle ragazze con cui potrei uscire non assomigliano a quelle. L'unica ragazza bella che conosco sei tu." Laura è tornata ad appoggiare la testa sulla mia spalla. "Mi dici sempre delle cose belle, Daniele, e l'apprezzo, ma so che non è così. Le mie tette non si possono paragonare a quelle delle ragazze delle fotografie. Proprio per questo devi tornare a baciarmi come hai fatto prima. Mi piace veramente baciare." Laura ha girato il viso verso di me e con la mano dietro la mia testa ha portato le mie labbra contro le sue. La sua lingua è guizzata fuori immediatamente e ha carezzato le mie labbra e poi è entrata nella mia bocca, ne ha carezzato tutti gli angoli e l'ha strofinata contro la mia. Le sue anche hanno spinto contro le mie e hanno cominciato un moto circolare contro il mio inguine. Era così duro che pensavo sarei venuto nei pantaloni, la mia erezione pulsava e sarebbero bastati uno o due colpi per farmi avere un grande orgasmo. Ora era il mio turno di lamentarmi nella sua bocca e di scuotere spasmodicamente le anche. Laura ha interrotto il bacio e ha messo la bocca vicino al mio orecchio, molto piano ha detto, "Daniele, mi sembra che ci siamo insegnati bene come baciare, non potremmo insegnarci altre cose?" Ho potuto rispondere appena.
"Ummmm...siiiiii," ho bisbigliato nel suo orecchio e l'ho attirata ancora più strettamente a me. Gli ho messo le mani sulla schiena e gliel'ho accarezzata, quindi le ho abbassate all'attacco dei pantaloncini. Ho fatto scivolare dentro la punta delle dita, ho sentito l'elastico delle sue mutandine, erano lisce e di seta. Ho infilato le dita sotto le mutandine e poi giù sulle natiche. Erano lisce e strette e sode come avevo immaginato quando ero rimasto rapito precedentemente. Ho sentito la loro connessione e ho seguito la fessura finché non sono arrivato in fondo. Mi sono stupito di trovarlo bagnato come se qualcuno vi avesse strofinato sopra della gelatina lubrificante. Sentivo il cavallo delle sue mutandine ed erano umide nella stessa maniera. Le sue gambe tremavano tanto che riusciva a stare in piedi a malapena. Il suo stomaco si è agitato contro di me con piccoli movimenti mentre le mie mani frugavano nelle sue parti inferiori. Si è lamentata leggermente e ha afferrato il mio collo con forza con entrambe le mani. Spostando di fianco la testa, ha trovato le mie labbra e vi ha messo sopra la bocca aperta, le nostre lingue ed i nostri lamenti si sono mescolati. L'ho alzata tenendola per il sedere e, senza interrompere il bacio, l'ho portata al sofà e l'ho fatta sdraiare. Mi sono inginocchiato sul pavimento vicino a lei e ho continuato il bacio. Una mano delle sue ha accarezzato il retro del mio collo e l'altra è corsa su e giù lungo la mia schiena, alla fine si è arrestata sul mio culo.
Ha cominciato ad carezzarlo nella stessa maniera in cui io avevo giocato col suo. Non avrei mai pensato che il mio culo fosse un'area erogena, ma il suo tocco leggero mi provocava onde di piacere. Muovendo la mano fino alla sua vita, delicatamente ho tirato fuori la T-shirt dai pantaloncini fino a che tutto il bordo non è stato liberato; ho messo la mano sotto la stoffa e ho sentito la sensazione di seta della pelle sullo stomaco e nell'area sotto le costole. E' rabbrividita e ha trattenuto il fiato mentre delicatamente facevo correre le dita avanti ed indietro. Ho mosso la mano verso l'alto finché non ho sentito la parte inferiore del suo seno. Ho portato il palmo della mano in questa area e ho stretto quasi impercettibilmente. Se n'è accorta, penso, perché ha inarcato la schiena per muovere un po' la mammella nella mia mano. Ho mosso le dita un po' più in alto e ho raggiunto il capezzolo e l'areola. Il capezzolo era lungo e rigido e l'areola era coperta da un po' di pelle d'oca. Laura ha sospirato mentre dolcemente gli accarezzavo il capezzolo muovendomi sopra in cerchio. Ha inarcato la schiena ancora di più e ha emesso dei piccoli suoni lamentosi nella mia bocca. Ho abbassato la mano all'orlo della camicia e l'ho tirata su completamente mettendo in mostra le due mammelle. La mano è tornata sui seni e vi ha vagato sopra avanti ed indietro, accarezzandone uno e poi muovendosi sull'altro per accarezzare dolcemente e strofinare i capezzoli. Interrotto il bacio, ho mosso le labbra al suo collo e l'ho baciato e succhiato delicatamente. Alla fine, sollevando la testa, ho visto per la prima volta delle mammelle dal vivo. Non erano enormi come quelle di alcune modelle delle riviste ma, ai miei occhi vergini, erano più perfette di quelle di Belen, Elisabetta Canalis e Manuela Arcuri messe insieme. Erano delle dimensioni di un mezzo melone, solide nella loro posizione, senza alcun abbassamento. I capezzoli erano eretti, in fuori come piccole gomme di matita. L'area intorno ai capezzoli era rossa e coperta di pelle d'oca. Senza volerlo ho abbassato la testa fino a che la bocca non è finita sulla mammella destra. Ho disteso la lingua e l'ho fatta passare delicatamente sul capezzolo. Laura ha inarcato di nuovo la schiena e ha singhiozzato, "Ooooohhh, Danieleeee." Ho mosso la bocca all'altro capezzolo e l'ho trattato alla stessa maniera. Ho messo la mano su una mammella, delicatamente l'ho stretta e ho strofinato il capezzolo mentre prendevo tutta l'area dell'altro capezzolo in bocca; ho succhiato e gli ho fatto passare sopra la lingua come un gatto che si lecca la pelliccia. Laura è rabbrividita e ha sospirato di nuovo, ha inarcato la schiena, ha spostato una gamba giù dal sofà e ha appoggiato un piede sul pavimento. Con ciò le gambe si sono divise, le cosce si sono aperte tendendo il cavallo dei pantaloncini. Ho lasciato cadere una mano sul suo ginocchio e ho fatto correre le dita su e giù lungo la coscia dal ginocchio alla connessione delle gambe. Sentivo le sue natiche tendersi verso l'alto e le sue gambe allargarsi sempre più quando ho raggiunto la zona prossima all'inguine. Lentamente ho mosso le dita fino all'orlo dei suoi pantaloncini. Dapprima la punta delle dita e poi l'intera mano è scivolata dentro una gamba dei pantaloncini, la punta delle dita era proprio sotto il cavallo e sentivo le mutandine che coprivano la meta della mia esplorazione. Tutta la zona del cavallo delle mutandine era inzuppata, ho spinto con più forza e ho sentito le labbra della sua micia attraverso la stoffa, ho mosso le dita sotto l'orlo delle mutandine e ho scoperto che era bagnata e liscia proprio come il suo culo. Ho frugato più a fondo e ho trovato i morbidi peli e le labbra e la piega della fichetta. Ho infilato la punta di un dito nella piega e l'ho trovata bagnata e calda. Carezzando sempre più in fondo ho trovato una piccola protuberanza e l'ho strofinata, Laura si è agitata e ha scosso le anche su e giù. Spaventato per la reazione ho sondato più in fondo e ho trovato il tesoro che cercavo, il mio dito si è mosso in una cavità calda e liscia. L'ho spinto ancora di più e ho sentito le pareti intorno al mio dito pulsare e quasi afferrarmelo. Con il poco movimento che le mutandine permettevano, ho mosso il dito dentro e fuori, Laura ha teso le anche verso di me contraccambiando colpo a colpo. Dopo aver tolto il dito, sono risalito alla piccola nocciola che avevo sentito precedentemente, l'ho strofinata molto delicatamente temendo di fargli male. "Oh, siiii, Daniele, quello è il punto. Devi farlo così. Per favore, per favore, non fermarti," ha bisbigliato Laura quasi incoerentemente, poi ha cominciato a scuotere le anche su e giù contro la mia mano. I suoi lamenti hanno riempito la cantina e mi hanno eccitato i sensi.
"Oh, Daniele... Oh, Daniele... Oh, Daniele," ha ripetuto più e più volte. Finalmente ha alzato completamente il corpo dal sofà, inarcando la schiena, con ogni muscolo teso contro la mia mano. Il suo corpo si scuoteva e ha gridato, "Ssssiiiii. Oh, Daniele, sssssiiiii." Rilassatasi lentamente si è appoggiata con la schiena al cuscino, ha continuato a rabbrividire poi i brividi lentamente sono diminuiti finché non è tornata completamente calma, ha aperto gli occhi, ha guardato verso di me e ha detto, "Oh, Daniele, non pensavo che potesse esserci qualche cosa di così bello. Non ho mai avuto una sensazione così bella prima di ora."
Laura era sdraiata sul divano, gli occhi semi chiusi, completamente rilassata, i pantaloncini leggermente tirati da parte, l'orlo della T-shirt sollevato sino al collo e le gambe completamente aperte, per me era la più bella e sensuale ragazza del mondo, però volevo vedere di più di lei. Volevo vederla come l'avevo vista in sogno: distesa senza nulla addosso. Ha aperto i grandi occhi e mi ha guardato. "Non sapevo ci fosse qualcosa di così bello. Grazie per avermelo fatto. Ora so quello che le ragazze vogliono dire quando parlano di "venire"." Alla vista di Laura così sdraiata non ho potuto resistere, "Sai che ti ho sognata l'altra notte?" "Davvero?", ha domandato Laura compiaciuta, "com'era il sogno?" "Dunque, eri distesa come adesso, ma eri completamente nuda, non avevi niente addosso, ne vestiti ne scarpe." E' stata zitta per un momento, pensava a quello che avevo detto, poi sottovoce, con voce suadente ha detto, "Ti piacerebbe che il tuo sogno si avverasse?" "Sì," ho bisbigliato. Laura allora si è seduta e con un rapido movimento si è fatta passare la T-shirt sopra la testa. Si è alzata e stava per raggiungere i pantaloncini quando l'ho fermata; "Aspetta, Laura. Per favore, lascia che lo faccia io." Mi ha guardato confusa, ma poi ha sorriso. "Sì," ha detto molto lentamente, "sarebbe bello. Mi piacerebbe che tu finissi di spogliarmi." Delicatamente l'ho spinta sul sofà, poi l'ho fatta sdraiare sulla schiena. Le ho tolto lentamente scarpe e calze e dopo averle gettate lontano ho fatto correre la mano sul polpaccio e sulla coscia. Il suo respiro è divenuto più veloce e le cosce vibravano leggermente ad ogni carezza. Ora mancavano solo pantaloncini e mutandine, quando se ne fossero andati, non solo il mio sogno sarebbe diventato realtà, non solo avrei visto per la prima volta una donna nuda, ma vedevo nella sua completezza la più bella ragazza che avessi mai conosciuto. Le mie mani tremavano ed il cuore batteva all'impazzata mentre mi avvicinavo alla vita dei pantaloncini, li ho afferrati e dolcemente ho cominciato a trascinarli giù; si sono bloccati quando hanno raggiunto le natiche, ma lei mi ha aiutato sollevandosi e così i pantaloncini hanno finito per scivolare, ai suoi piedi e poi sul pavimento. Ora gli erano rimaste solo mutandine. Erano proprio come le avevo immaginate, un blu pallido con un taglio alto alle anche. L'area del cavallo era completamente inzuppata ed era quasi completamente trasparente. Vedevo i riccioli di peli pubici e potevo intravedere la piega che si apriva tra le sue gambe. Sentivo anche il profumo di Laura, un odore pieno, muschiato, ma ancora piacevole che scaturiva da lei. Per la prima volta ho sperimentato l'aroma afrodisiaco di una donna eccitata sessualmente, di una donna in calore. Ho afferrato le sue mutandine di seta e le ho tirate giù come avevo fatto con i pantaloncini. Lentamente sono sceso, centimetro dopo centimetro, il primo riccio di peli pubici è apparso, poi l'intero cespuglio. Le mie mani tremavano mentre tiravo la stoffa sempre più giù. Era il momento della piega tra le gambe, delle labbra gonfie della sua micia fradicia la cui vista attraverso le mutandine mi aveva solo suggerito. Ho trascinato le mutandine fino alle cosce; tutta la sua micia era proprio là di fronte alla mia faccia. Ho fatto una pausa per assimilare la visione, gustare la vista e l'odore del centro sessuale di Laura, poi sono ritornato in me e ho abbassato le mutandine fino ai piedi, carezzando le cosce e le gambe mentre passavo. Ho appallottolato le mutandine e me le sono portate al naso, ho chiuso gli occhi e ho annusato l'aroma impetuoso. Era veramente afrodisiaco. Il mio cazzo stava già agitandosi nei miei jeans, ma l'odore muschiato gli ha fatto sprizzare fuori parecchio liquido pre seminale. Le mutandine di Laura erano inzuppate, ma i miei boxer erano anche peggio. Una macchia bagnata era comparsa sulla parte anteriore dei jeans e tutta la zona interna intorno il mio cazzo e le palle era bagnata e calda. Ho lasciato cadere le mutandine sul pavimento e sono rimasto inginocchiato, i miei sensi erano quasi sopraffatti dalla vista di Laura completamente nuda. Una gamba che pendeva verso il pavimento lasciava aperta l'area della vulva, le labbra e la valle tra di loro era luccicante, brillante per le sue secrezioni. I peli pubici erano ricci, umidi ed ancora schiacciati contro la pelle dalle mutandine. I riccioli erano biondi, perfettamente uguali ai capelli che gli cadevano sulle spalle. La piccola nocciola che gli aveva dato tanto piacere era appena visibile in cima alle labbra, aveva un aspetto gonfio e maturo ed un colore più scuro rispetto all'area circostante. Gli occhi si sono spostati verso l'alto, alla sua pancia leggermente bombata, all'area proprio sotto la gabbia delle costole dove il rapido battere del cuore appariva sulla superficie. Il mio sguardo è risalito ancora di più e c'erano le sue mammelle, sferiche, bianche, con i capezzoli eretti e la piccola macchia circolare tendente al marrone rosa delle areole. L
e mammelle si fondevano col suo collo in un moto simile a musica; il mento appena diviso da una fossetta sotto alla bocca, le labbra umide e leggermente aperte mentre respirava rapidamente; poi i rotondi occhi blu, morbidi e languidi. Per un lungo momento l'ho fissata con timore riverenziale e mi sono perso in quegli occhi, poi silenziosamente mi ha fissato. Le sue parole hanno rotto il silenzio, quasi in un bisbiglio ha detto, "E' come il tuo sogno?" "No," gli ho bisbigliato di ritorno. "Sei cento... no, mille volte meglio che nel sogno. Là eri solo nella mia immaginazione, qui sei vera, proprio davanti ai miei occhi, proprio dove posso sentirti e toccarti." Con delicatezza gli accarezzato la pancia e la zona sotto le mammelle. "Nei miei sogni non ho mai visto un corpo di ragazza tanto bella. Laura, posso guardarti più da vicino? Posso esplorarti? Voglio scoprire tutto del corpo di una ragazza." Laura ha accennato un mezzo sorriso, "OK, ma solo a condizione che poi sarà il mio turno. Me lo prometti?" Le sue parole hanno fatto battere il mio cuore più rapidamente. "Oh mio Dio," ho pensato, "vuole farmi quello che io voglio fare a lei e mi domanda il permesso." Toccava a me ora sorridere. "Sì, Laura, è una promessa." Mi sono inginocchiato tra le sue gambe e lei le ha allargate per permettermi di vedere cosa c'era, vedevo tutta la sua micia, giù nella fessura tra i globi delle sue natiche e la sua piccola nocciola rosa marrone. Ho aperto di più le labbra della micia ed ho visto che era più complessa di quanto immaginassi, composta di molte pieghe e serie successive di labbra. Più in fondo dove potevo vedere c'era l'apertura della sua cavità, il luogo dove avevo messo il dito precedentemente. In cima alle labbra c’era quella piccola nocciola, il clitoride estremamente sensibile. Tutta l'area era bagnata e rivestita di un fluido sdrucciolevole. Ho fatto correre il dito su e giù per la piega sentendola bagnata e scivolosa, ho messo uno dito nella cavità e lentamente l'ho spinto fino alla prima nocca, ho spinto dentro il resto finché non è stato completamente inserito dentro di lei. La cavità era liscia, proprio come l'esterno, e calda, ho spinto il dito dentro e fuori e le pareti della cavità sono sembrate aderire strettamente al dito, come se avessero voluto prenderlo prigioniero. Ho aggiunto un secondo dito e li ho spinti dentro e fuori, girandoli leggermente, ed un liquido scivoloso è uscito dalla cavità, mi ha rivestito le dita ed è gocciolato fuori scorrendo dalla fessura alle sue natiche. Laura si è lamentato sottovoce. "Ti fa male, Laura?" Ho domandato allarmato. "Noooo," ha detto con voce soffocata, "non fa per niente male. Non fermarti." Ho capito che non faceva male ma la eccitava come eccitava me. Avevo sentito di ragazzi che leccavano la micia e mi meravigliava che facessero una cosa del genere, ma con la faccia così vicina a quella di Laura, con la sensazione di toccarla ed annusarla, ho compreso che la cosa era attraente. Ho tolto le dita e ho strofinato leggermente il pollice sul suo clitoride, ha rantolato muovendo leggermente su e giù le anche. Con le dita ho allargato le labbra della micia, ho avvicinato la testa, ho spinto fuori la lingua e delicatamente ho accarezzato il suo centro del piacere. "Daniele, cosa fai?" "Ti sto insegnando cosa succede quando un ragazzo ti lecca." "Oh, Dio, Daniele, ho sentito parlare di leccare, ma non ho mai pensato che sarebbe successo a me. Se questo è l'esempio non so se potrò resistere." "Non l'ho mai fatto prima, così non so se lo faccio bene o no." "Niente potrebbe essere più giusto di quello che stavi facendo." Ho messo la bocca tra le gambe di Laura e ho mosso la lingua su e giù. Con le labbra ho carezzato le labbra gonfie della micia su di un lato, poi sono andato sull'altro, succhiando e leccando. Ho steso la lingua il più possibile e l'ho infilata nella cavità; gli ho fatto l'amore con la lingua, spingendola dentro e fuori, torcendo la testa da un lato all'altro. Lentamente ho tirato fuori la lingua dal buco bagnato e spingendola fino a che è diventata il più grossa possibile, l'ho strisciata su e giù, proprio in mezzo alla sua piega. Ho coperto l'area tutto intorno alla sua apertura vaginale, alternando pressione a leggeri colpi rapidi. Le ho alzato le gambe e me le sono messe sopra le spalle per aver accesso completo al centro del suo sesso, le ho carezzato le mammelle, strofinando leggermente pollici sopra ed intorno ai capezzoli. Laura si lamentava continuamente, una bassa cantilena di piacere puro. Con le gambe a penzoloni giù per la mia schiena, mi ha tirato ancora più vicino, le cosce premevano contro i lati della mia testa poi si allontanavano, in perfetta armonia con i movimenti della bocca e della lingua. L'ho alzata più in alto e ho messo la bocca sulla sua piccola stella marrone. Era coperta di secrezioni, proprio come la mia faccia e tutta l'area del suo centro sessuale. Ho allungato la lingua e l'ho strofinata leggermente sopra la superficie grinzosa. "Oh, Dio, Daniele! Uuuuhhh...Danniiii." Laura si è lamentata, avvolgendo completamente le gambe intorno al mio collo e stringendo, ho appuntito la lingua e ho frugato fra le rughe finché non ho trovato il centro, torcendo la lingua tutt'intorno, le ho creato uno spazio per entrare. Laura continuava a stringere e si lamentava sottovoce mentre io rendevo omaggio alle sue parti inferiori. Facendola abbassare delicatamente, sono tornato alla cavità vaginale, usando la lingua come immaginavo si dovesse usare il cazzo se fosse stato dentro di lei, ho reso la lingua il più lunga e sottile possibile e l'ho spinta dentro e fuori da lei facendo un lento movimento ondeggiante. Contemporaneamente strofinavo il pollice sopra l'apertura che avevo appena abbandonato e la sua apertura anale con piccoli cerchi. Le sue anche sembravano avere una propria volontà, dondolavano su e giù mentre provvedevo al loro centro, ora stavo giusto cominciando a toccarle il clitoride. Mi dava molto piacere quello che facevo e non volevo che finisse prematuramente, avevo già visto come fosse sensibile il suo centro del piacere ed avevo paura che troppa attenzione la potesse portare all'orgasmo ed alla fine del mio piacere. Laura non era dello stesso parere, tuttavia, muoveva le anche in maniera che il clitoride stesse proprio sotto la mia lingua e gli concedessi la mia attenzione; contemporaneamente avevo portato le dita alla sua apertura vaginale. Ho inserito due dita nel buco e le ho mosse dentro e fuori. Ho succhiato il clitoride tra le labbra e gli ho passato sopra la punta della lingua. Sentivo dove il piccolo fodero del clitoride si era tirato indietro e la sporgenza ultrasensibile, mi sono concentrato su questa area con i colpi più leggeri che potevo dare, Laura ha cominciato a tremare in tutto il corpo, le gambe stringevano il mio collo spasmodicamente, ha messo le mani sulla mia testa, mi carezzava i capelli, mi faceva l'amore con le mani, il suo lamento era continuo, morbido e sussurrato, poi ha cominciato salmodiare, molto sottovoce, "Che bello...che bello...cheee bellooooo." Improvvisamente ha stretto con forza le gambe intorno al collo, ha arcuato la schiena e si è spinta contro la mia bocca. Sentivo la sua micia pulsare contro le mie dita dentro di lei e poi le ha bloccate come in una morsa. Laura si è lamentata, "Oh, Dio, vengo, vengo, sto veeeneeendoooo." Piccole convulsioni gli percorrevano l'addome e lo stomaco, le natiche e le cosce erano percorse da brividi. Sembrava che si alzassero sempre di più mentre l'orgasmo continuava onda dopo onda. La stretta delle gambe intorno al mio collo è diminuita a poco a poco e ho tolto molto lentamente la lingua dalla piega e dal clitoride e delicatamente, in accordo con il diminuire del suo orgasmo. Gradualmente le gambe si sono rilassate e le ha tolte dal collo lasciandole ricadere sulla mia schiena. Le ho tolte dalle mie spalle e delicatamente le ho appoggiate sul divano. Laura era sdraiata completamente esausta, assaporando il lento declinare dell'orgasmo. Dall'interno delle sue gambe dove stavo, l'ho fissata con uno
sguardo pieno d'orgoglio e piacere, pensare di essere l'unico responsabile del suo piacere, capire che era possibile per me dare tanto piacere a una ragazza, mi ha riempito di entusiasmato e timore. Prima ero preoccupato di cosa avrei fatto con una ragazza se ne avessi avuto l'opportunità, ed ora avevo l'assicurazione che potevo dare piacere nella maniera più completa. I tremiti di Laura erano finiti ed ora era sdraiata completamente calma. Ha sbattuto le palpebre e mi ha sorriso debolmente. "Oh, Dio, Daniele, non so come dirti quello che ho sentito. Ho pensato di essere in cielo e non so dirti come era fatto." "Penso che questo genere di cose vengano naturalmente, io avevo te per ispirarmi. Non posso immaginare che qualcuno sia più bello e sexy di te." "Facciamolo ancora, Daniele, mi piace immensamente. Tuttavia mi devi baciare ancora per farmelo capire." Mi ha teso le braccia ed io mi sono inginocchiato su di lei, portando le labbra sulle sue. Un braccio è andato sulla mia spalla e ha carezzato il retro del mio collo. L'altro è andato intorno alla mia schiena e l'ha carezzata delicatamente. Le nostre bocche si sono mescolate, bagnate ed aperte. La sua lingua era l'aggressore, si muoveva sotto le mie labbra, sotto la mia lingua, e tutto intorno ad essa, i suoi succhi vaginali erano sopra la mia faccia e nella mia bocca e ho capito che lei ne sentiva il sapore. Quando abbiamo interrotto il bacio, ha leccato tutto intorno alla mia bocca cercando di sentirne ancora di più il sapore. Poi Laura si è girata, ha messo le mani sul mio torace e, col morbido sorriso di prima, mi ha spinto via delicatamente dicendo, "E' il momento di mantenere la promessa." "Mantengo sempre le mie promesse," ho detto, rendendogli il sorriso. "Cosa vuoi che faccia?" "Devo fare quello che hai fatto a me, voglio spogliarti e guardarti ed esplorare tutto di te." Mi ha spinto con più forza e poi scivolando di fianco a me si è alzata. Mi ha preso per le mani e mi ha fatto alzare, quindi mi ha spinto obbligandomi a sedermi. Era là in piedi, completamente nuda, senza timidezza e mi ha afferrato la T-shirt, l'ha alzata ed io ho messo le mani sopra la testa per aiutarla a sfilarmela. Ha appoggiato le mani al mio torace, delicatamente mi ha spinto per farmi sdraiare supino sul sofà. Si e spostata ai miei piedi e mi ha tolto prima una scarpa e poi l'altra, quindi le ha gettate via una alla volta; mi ha carezzato la gamba finché non ha raggiunto il cavallo dei pantaloni ed allora dolcemente ha strofinato, attraverso la stoffa, la mano sulla protuberanza della mia erezione. Ho rantolato rumorosamente e mi sono lamentato, "Oh, Dio, Laura, fallo ancora e sborrerò nei pantaloni." Ha tolto la mano e l'ha messa sul bottone dei jeans, non riusciva a slacciarlo con una mano e ha dovuto utilizzarle tutte e due. I suoi capezzoli hanno strofinato contro i miei e sono corse piccole scintille elettriche di piacere, ho capito che quando si è arrapati i capezzoli di un uomo sono erogeni proprio come quelli di una donna. Alla vista della pelle d'oca che si era creata intorno ai miei capezzoli, ha abbassato la testa e li ha leccati, lentamente e sensualmente, non ho potuto fare a meno di lamentarmi mentre lo faceva. Finalmente è riuscita ad aprire il bottone e ha cercato la linguetta della chiusura lampo, l'ha trovata e lentamente ha abbassato la zip sino al fondo. Mentre lo faceva accarezzava i boxer ed il mio cazzo ha vibrato e ha fatto fluire altra pre eiaculazione nella mia biancheria già bagnata fradicia. Ha fatto strofinare la mano sulla protuberanza risalendo alla vita dei jeans e godendo per il piacere squisito che sapeva di darmi; ha tirato e lottato per far scendere i calzoni. Ho alzato il sedere dal sofà per permetterle di fargli passare le anche; finalmente sono arrivati alle cosce ed era in grado di fargli fare facilmente il resto della strada. Ora ero sdraiato nudo ad eccezione dei boxer che si sono incurvati ancora di più quando è cessata la costrizione dei jeans e la mia erezione ha formato una tenda sul davanti. Ho guardato e sebbene i boxer fossero bianchi, ho visto che tutta la parte anteriore ed il cavallo erano inzuppati del mio liquido pre seminale. Laura ha percorso lentamente con la mano la mia gamba nuda sino all'orlo dei boxer, il suo tocco era leggero ed ondeggiante e ho boccheggiato quando le sue dita hanno toccato l'area sensibile all'interno della coscia. Ha immerso la punta di un paio di dita sotto l'orlo dei boxer e le ha strofinate molto delicatamente contro parte inferiore delle mie palle; le mie anche si sono scosse in reazione al piacere e mi sono lamentato di nuovo. Poi le sue mani si sono mosso alla cima dei boxer e ho capito che presto avrebbe dato un occhiata. Sono scese più facilmente dei jeans ed è stato solo necessario alzare leggermente il culo per fargli passare le natiche. La mia erezione era l'ostacolo maggiore, tuttavia, e Laura ha dovuto alzare i boxer per farli passare sopra le palle ed il cazzo rigido e gonfio. Li ha tesi e poi li ha tirati con un solo movimento; il mio cazzo, calmo per tanto tempo, ora balzava su e giù con piccoli movimenti al ritmo del mio battito cardiaco. Laura si è bloccata, ed anche le sue mani lo hanno fatto, e ha bisbigliato, "Oh, mio Dio! Il libro non me lo aveva fatto vedere. E' bello." Non appena ha tolto gli occhi dal cazzo, ha abbassato i boxer fino ai piedi, ha sentito quanto erano bagnati e ha detto, "I tuoi boxer sono bagnati come lo erano le mie mutandine. I ragazzi si bagnano come le ragazze?" "Sì. E' quasi la stessa cosa. Quando un ragazzo si eccita ed ha un'erezione esce il liquido pre seminale. E' come un lubrificante, rende più facile metterlo dentro ad una ragazza. Ho avuto un'erezione per quasi un'ora e ho quasi inzuppato i boxer." Mentre lo dicevo un po' di liquido pre seminale è colato dalla testa del cazzo e ha formato un rigagnolo giù per la cappella. Laura si è messa tra le mie gambe, si è lasciata cadere sulle ginocchia, ha allungato un dito e ha toccato la perlina brillante di liquido, l'ha spalmata sulla testa con un moto circolare. Le mie anche si sono scosse involontariamente e ho rantolato a quel tocco. "Oh, mi dispiace, Daniele," ha detto Laura. "Ti ho fatto male?" "No, no, non mi hai fatto male. E' stato bello, veramente bello. Il fatto è che ero così eccitato per averti vista nuda, averti toccata ed averti visto venire che sono sul punto di venire anch'io; basterebbe un nonnulla per farmi sborrare." Gli occhi di Laura si sono allargati e ha domandato, "Cosa fa un ragazzo quando viene? Viene fuori della roba dal suo pene come era detto nel libro?" "Sì. La sborra viene sparata fuori alla fine, viene fuori a spruzzi e contiene lo sperma, la roba che mette incinta le ragazze." "Sì, l'ho imparato sul libro, a scuola ci hanno detto che se una ragazza non vuole rimanere incinta, non dovrebbe avere rapporti a meno che il ragazzo non abbia un preservativo; oppure lei non prenda la pillola." "Sì, è così, solo che noi ragazzi li chiamano impermeabili, non preservativi." Sembrava che Laura non potesse tenere le mani lontane da me e le ha fatte correre su e giù sulle cosce, dalle ginocchia fino a dove toccavano le palle. Ha fissato il cazzo come affascinata. Finalmente ha parlato e ha domandato sottovoce, "Cosa fa venire un ragazzo, cosa gli fa spruzzare la roba?" "Bene, la maniera migliore per un ragazzo è metterlo dentro a una ragazza. I ragazzi sognano di fottere le ragazze per poter venire. Da quello che ho sentito dire dai ragazzi, tuttavia, venire oralmente è altrettanto bello se non meglio di fottere; succede quando la ragazza lo prende in bocca e lo succhia finché lui viene. E' quello che si chiama pompino." "Sì, ho sentito alcune ragazze durante l'ora di educazione fisica che si vantavano di aver fatto pompini ai loro ragazzi." "Poi c'è sempre il lavoro di mano, toccando un cazzo e strofinarlo con una mano su e giù finché non spruzza," ho detto. "Quando l'hai toccato poco fa, avevo paura di non riuscire a resistere." Laura ha allungato una mano e ha toccato il cazzo con la punta delle dita e le ha fatte correre su e giù dalla testa bagnata e brillante fino alla base. "Daniele, voglio vederlo spruzzare, posso fargli... cosa?... un lavoro di mano?" "Oh, ssssiii. Non ci vorrà molto, sono così vicino a venire." "Dimmi come devo farlo. Voglio farlo bene, voglio che tu goda come hai fatto godere me." "Coprilo con la mano destra e muovi la pelle su e giù; metti un po' di liquido sulla testa e spalmalo dappertutto, aumenta il piacere. Quest'area, proprio qui sotto la testa, è la più sensibile," ho detto, indicando l'area sulla parte inferiore del glande. Ha fatto passare la punta del dito fra le gocce di liquido pre seminale e le ha spalmate sul cazzo. Avvolta delicatamente la mano intorno all'asta, ha fatto dei piccoli movimenti su e giù. Dio, che bello. Non potevo fare a meno di agitare le anche su e giù per muovere il cazzo nella sua mano. Comprendendo che volevo più movimento, ha cominciato a far scivolare la mano su e giù, completamente dalla cima al fondo. Penso che sia stato l'istinto naturale che gliel'ha fatta fare, ma ha messo l'altra mano sulle mie palle e le ha accarezzate leggermente causando un piacere che si è irradiato attraverso me. Ho chiuso gli occhi e mi sono abbandonato al piacere che mi dava, avrei voluto che durasse per sempre, ma la natura non poteva differire ulteriormente la fine. Lamentandomi ho spinto su e giù le anche ed ho arcuato la schiena; le anche si sono tese contro la sua mano e l'esplosione è venuta. Il primo schizzo sarà volato a più di un metro ricadendo poi sul mio torace; altri spruzzi sono arrivati e sono corsi giù sulla sua mano, cadendo poi sul mio stomaco e sulle cosce. Gradualmente il flusso è rallentato e solo alcune gocce sono fluite fuori. Lei continuava a muovere la mano portandomi attraverso l'orgasmo ed oltre.
Lentamente ho lasciato cadere le anche sul sofà, rilassandomi finché i piccoli tremori non sono cessati. Laura ha abbandonato il mio cazzo e ha strofinato le mani nella sborra sparsa sul mio corpo. Dio, che sensazione meravigliosa quando lo faceva. Ha alzato la mano gocciolante di sperma e se l'è portata al naso per ricevere il mio odore; ha tirato fuori la lingua, l'ha strisciata sullo sperma e l'ha preso in bocca. Soddisfatta di averne conosciuto l'odore ed il sapore, ha appoggiato la mano al mio stomaco e ha strofinato circolarmente la sborra. "Dio, Daniele," ha detto, "Hai fatto veramente una grande confusione. Vado a prendere degli asciugamani così potremo pulirci." L'ho guardata mentre camminava verso il bagno, le anche ondeggiavano, il culo era ancora più sexy di quando l'avevo visto dentro i pantaloncini. Il mio cazzo si era ritirato un po' dopo che ero venuto, ma la vista del culo di Laura l'ha fatto ritornare alla più completa rigidità. Erano passati cinque minuti da quando ero venuto ed ero di nuovo arrapato! Laura è ritornata dopo alcuni minuti con un asciugamano caldo e bagnato. Aveva pulito lo sperma dalle sue mani ed ora voleva pulire me; con l'asciugamano ha pulito la sborra che mi aveva imbrattato le gambe, lo stomaco ed il torace, poi ha cominciato col cazzo e le palle. Il calore e l'attrito della stoffa hanno cominciato a far palpitare di nuovo il mio cazzo. Laura si divertiva a provvedere alle mie necessità e ha sentito l'effetto che aveva su di me. Carezzandomi il cazzo ha detto, "Pensavo che il pene di un ragazzo... ehm, cazzo... avevo supposto che scendesse dopo un orgasmo." "Beh, di solito succede," ho risposto. "ma ero così eccitato che la vista del tuo didietro sexy mentre uscivi mi ha fatto arrapare di nuovo. Penso che una volta non sia stata sufficiente." Ha continuato a carezzarmi il cazzo, "Allora, se sono io la responsabile di questa erezione, penso sia giusto che sia io l'unica ad approfittarne." Imitando le parole che gli avevo detto precedentemente, ha detto, "Ora è il momento per te di provare cosa si sente ad essere mangiati da una ragazza." Ha abbassato la testa, ha aperto la bocca e ha preso in bocca metà del mio cazzo. La lingua ha turbinato intorno alla testa e poi si è mossa verso quella parte molto sensibile sotto la cappella. Ha mosso la testa su e giù, imitava il movimento che aveva fatto poco prima con la mano. Si è alzata così da avere in bocca solo la testa e l'ha succhiato come fosse un lecca lecca. Tolto il cazzo dalla bocca, ha fatto turbinare la lingua sopra la testa e poi su e giù lungo i lati. Il piacere che mi dava era oltre ogni mia immaginazione più selvaggia, le mie anche hanno spinto verso l'alto ed i muscoli delle natiche e delle cosce si sono tesi contro di lei. Gli ho messo le mani tra i capelli e gli ho accarezzato la testa. Quando ha stretto i denti, mi sono lamentato, "Ohhh... Laura... Ohhh, che belloooo." Si è ricordata di come avevo reagito alle carezze alle palle perché ha spostato su di loro la bocca e vi ha fatto correre sopra la punta della lingua disegnando dei cerchi leggeri. Mentre faceva questo, la sua mano si muoveva su e giù lungo il cazzo, mi dava piacere sia sul cazzo che sulle palle. Mentre la lingua giocava con le mie palle e la mano col cazzo, anche l'altra mano era occupata, si è spostata sulle natiche ed alla piega che le divide; le dita hanno accarezzato sia la piega che più giù sul fondo, l'area anale. Un dito ha accarezzato il mio ano ed era come se delle scintille mi attraversassero.
Laura ha sentito la reazione e ha accarezzato con piccoli cerchi la zona increspata. Ha preso un po' di saliva e pre eiaculazione con il dito per poi infilarmelo nel culo, lentamente il dito è penetrato, Non potevo credere al piacere che mi dava. Lo ha tolto e ha strofinato un po' la superficie. Le mie anche spingevano verso l'alto e allo stesso tempo grugnivo e mi lamentavo per il piacere, piacere che continuava ad aumentare e mi sentivo portato ad un punto che era quasi impossibile sopportare. Laura ha abbandonato le palle e ha sommerso il cazzo nella bocca, ne ha preso più che poteva, ben più della metà. Le guance erano incavate per la suzione e ha succhiato ed usato la lingua in una maniera incredibile. "Oh, Laura," mi sono lamentato, "sto per venire! Sto per venire proprio adesso!" Ho pensato che l'avrebbe tolto dalla bocca e mi avrebbe fatto finire con le mani, ma non l'ha fatto, ha invece cercato di ingoiarlo ancora di più e ha continuato a succhiare ancora con più forza. Era troppo, sono caduto al di là del limite, le mie anche si sono scosse, la mia schiena si è arcuata e ho schiacciato tutta l'area dell'inguine nella bocca di Laura. Poi l'onda mi ha colpito ed il mio cazzo ha cominciato a spasimare, emettere a getti ruscelli di sperma nella sua bocca. Ha ingoiato, cercava di ingoiarlo tutto; è riuscita a mandarne giù molto, ma sentivo delle bolle uscire dalla sua bocca e scaricarsi sul mio stomaco e sulle palle. Avevo pensato che dopo l'ultimo orgasmo non avrei avuto più sborra, ma probabilmente ne avevo ancora molta immagazzinata. Gli spasmi sono diminuiti e lentamente il cazzo ha cominciato a rimpicciolirsi ed alla fine è sceso. Laura l'ha tenuto in bocca finché non è diventato piccolo e floscio, poi lentamente l'ha tirato fuori con la lingua; un po' di sperma è gocciolato. Ha alzato la testa e ha guardato in su verso di me, un dolce sorriso sul viso. Le labbra erano rivestite di sborra, piccole gocce erano agli angoli della bocca ed una goccia gocciolava dal mento. "Oh, Dio, Laura, è stato incredibile. Il mio orgasmo deve essere stato meglio del tuo perché sono andato in paradiso." "Nulla poteva essere meglio del mio," ha detto Laura. "Forse altrettanto buono, ma non migliore." Si è mossa sul mio corpo, mi ha baciato sul torace e poi sulle labbra. Ho assaporato me stesso nella stessa maniera che lei si era assaggiata. Una sensazione di desiderio puro e semplice è fluito attraverso me dalla sensualità pura di un tale bacio.
Siamo rimasti sdraiati insieme sul sofà: nudi, sazi, innamorati, esausti. Ci siamo rilassati e ci siamo baciati lentamente, traendo diletto dagli ultimi bagliori di piacere. Probabilmente abbiamo sonnecchiato, ci siamo svegliati e avremmo fatto di nuovo l'amore se non avesse squillato il telefono, abbiamo fatto un salto, spaventati dal suono inaspettato; Laura ha risposto e ha fatto una smorfia verso di me mentre parlava. Ha riattaccato e ha detto, "Maledizione! Maledizione, maledizione! Era Zia Luisa; sembra che mamma gli abbia chiesto di darci un'occhiata e sta venendo qui per essere sicura che abbiamo da mangiare. Sarà meglio che ci vestiamo e tu vada a casa prima che arrivi. Sicuramente non vogliamo che qualcuno pensi che abbiamo... e... fatto le cose che abbiamo proprio fatto. Oh, Daniele, mi dispiace. Pensavo che avremmo avuto più tempo oggi. Ci sono molte altre cose che voglio conoscere, molte domande che voglio farti. Forse anche molte... mmm... molte altre... dimostrazioni pratiche," ha detto con un sorriso. "Pensi che sia possibile più tardi... più tardi fare... altre ... altre lezioni di ballo?" Ero entusiasta della sua domanda, avrei voluto suggerire di continuare la nostra esplorazione, ma non volevo rischiare troppo. Comunque mi aveva preso le mie mani e mi ha dato la possibilità di suggerirgli.
"Sì, Laura, mi piacerebbe veramente. Mi piacerebbero altre... lezioni di danza."
"vedrò se sarà possibile quando i nostri andranno di nuovo fuori città. Voglio essere sicura che saremo da soli. Vado a farmi una rapida doccia e tu vai a casa tua a fare lo stesso. Ti chiamerò quando la zia sarà arrivata ed avrà preparato da mangiare." Sono ritornato velocemente nei jeans e nella T-shirt. "A dopo," ho detto tornando vicino a lei. Non abbiamo detto niente ma ci siamo chinati in avanti e ci siamo baciati delicatamente prima di allontanarci in direzioni diverse.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Mia Cugina Laura:

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni