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La cella (2 parte)


di Colee
02.08.2016    |    18.678    |    5 7.8
"La stanza vuota e silenziosa permette al rumore delle sue palle sul mio culo di aumentare l'eccitazione; Ad ogni colpo godo e ansimo, mentre Stefano mi..."
"Le tentazioni vanno combattute con l'astinenza".
Era questo che il parroco del mio paese mi ripeteva ,quando in preda alle pulsioni confessavo tutto , a l'unica persona che ritenevo potesse aiutarmi.
Ne è passato di tempo da quei momenti in cui recitavo la parte dell'ingenuo ragazzo di provincia; Ora infatti in una cella del carcere di Roma ,passo quotidianamente il mio tempo fra i cazzi dei miei compagni di cella.

Aver trovato una specie di equilibrio in cella però , non ha cancellato quanto avvenuto il primo giorno della mia permanenza in carcere, dove nelle docce comuni, ho rischiato di essere violentato .

Ormai i miei compagni di cella sorvegliano i miei movimenti, con il solo fine di ottenere pompini e un culo accogliente e consenziente.
Non che rifiutassi un orgia, ma il timore di esser preso con violenza nelle doccie , per il momento ha prevalso sulla voglia di rivalsa ,con l'uomo che impunemente sventolava il suo uccello invitandomi a concedermi.

Passarono pochi mesi e tutto sembrava normalizzarsi, decisi anche di provare un lavoro all'interno del carcere, così fui assegnato alla lavanderia.
Mi ritrovo così d'inanzi ad una montagna di lenzuola da ripiegare e alla mia destra un altra di altrettante lenzuola da lavare.

Inizio subito il mio lavoro, quando una pacca sulla spalle, mi obbliga a voltarmi.

""Srefano" : Sono stato assegnato in questa zona , assieme a te. Seguimi ,finiamo il lavoro in fretta e non ci saranno problemi."


Una voce molto virile presentava il mio "collega".

Annuì con il capo, mentre col lo sguardo osservavo il suo copro.
Stefano non è il classico palestrato, ma un corpo davvero virile aveva attirato la mia attenzione.

""Stefano" : Per lo meno lavori, oltre a fissare il mio pacco! Cerca di essere veloce, potrai ammirarlo sotto alle docce più tardi."

Strinse il suo cazzo sopra ai pantaloni , evidentemente moscio ma pe rnulla piccolo.

"io : sotto alle docce ?."
" Stefano : Per impedire che i detenuti si scambino roba, chiunque faccia un lavoro viene perquisito e fa doccie separate dagli altri detenuti. Non sei contento? Adesso passerai da bagni con trenta persone a bagni con una decina."


Finito il lavoro Stefano mi invitò a far finta di lavorare ancora, in modo tale che l'intera ora venisse pagata, quindi ebbi più tempo per osservarlo.

"Stefano: Hai davvero una gran voglio ? Peccato io sia sposato e non mi interessano gli uomini, vai altrove!"

Si avvicino a me con fare duro e quasi minaccioso.

"Io : Una pompa non è tanto diversa lo sai vero? però decidi tu, se cambi idea non chiedermelo ,prendi quello che vuoi".
"Stefano : Allora non hai capito?".

Spingendomi verso il muro, ora con il solo palmo della mano avvolge il mio collo senza stringere.

Non rispondo , ma con il cuore a mille approfittando della vicinanza al suo corpo allungo la mia mano sul suo pacco, che sento indurirsi al semplice tocco.

"Stefano :Cosa cazzo stai facendo ?"

Urla stefano , levando la mano dal mio collo e guardandomi ancora in cagnesco.

"Io: Non scopi da tanto vero ? Ti è diventato subito duro e hai delle palle davvero belle e gonfie"
replico guardandolo voglioso.

Pochi attimi e ,in ginocchio mi ritrovo all'altezza del pacco evidenziato dalla tuta bianca che indossa Stefano; Lui ormai non replica più, seppure i suoi occhi mi guardano furiosi e combattuti.
Abbasso i suoi pantaloni assieme alle braghe appena da permettere al suo sedere di uscire e al suo cazzo di venire in avanti sbattendomi sul viso.

"Stefano : Succhialo! "

La mia lingua parte dalla sua coscia, la spingo verso il suo culo, dove lecco con piacere il suo buco e le sue chiappe.
Con la mano Stefano mi afferra i capelli e mi urla "Succhia e bevi!".
Riparto dalle sue palle e quindi salgo lungo il suo cazzo sino alla cappella, dove inizio avidamente a succhiare.
Sento il suo bacino muoversi e le palle sbattermi sulle labbra ,tutto accompagnato dai gemiti di Stefano che evidentemente ha bisogno di sborrare da tempo.
Mancano ancora quindici minuti, prima che la guardia in turno venga a prenderci per le docce, ma le labbra iniziano a farmi male dopo venti minuti passati a succhiare un cazzo di almeno venti centimetri.

"Stefano: Succhia ti ho detto!"

Metto il suo cazzo fuori dalla mia bocca , " Io : Lasciami riposare un attimo!"

Stefano mi alza di peso e mi lancia verso la montagna di lenzuola sporche, blocca le mie gambe stringendo le sue ,e mette giù i miei calzoni quasi strappandoli.
Sono col culo in aria , piegato su roba sporca e puzzolente , ma godo aspettando di essere penetrato, ed eccitato dalla presa che Stefano ha su di me, bloccando le mie gambe e i miei fianchi ,per tenermi fermo.
(Come se una cagna in calore potesse tentare di liberarsi dalla presa del toro.)
Sento due sputi sul mio culo e quindi la cappella di Stefano appoggiarsi .
Stefano tappa la mia bocca per impedire che io emetta rumori troppo forti, quindi entra in un colpo solo, facendosi strada, ansimando e gemendo.
La stanza vuota e silenziosa permette al rumore delle sue palle sul mio culo di aumentare l'eccitazione; Ad ogni colpo godo e ansimo, mentre Stefano mi sussurra di tenermi pronto ad essere farcito di sborra calda.

Con qualche minuto di anticipo la guardia in turno entra urlando.

"Guardia: Cosa cazzo state facendo?"
Il momento meno indicato,perché Stefano all'apice del piacere inizia a sborrare nel mio culo e a gemere per la goduria.

"Stefano : Ohh mmm oooohh".

Così mentre la sborra calda fuoriesce dal mio culo saturo,mi adagio sulla montagna di biancheria sporca, con al mio fianco Stefano che mette la sua testa fra le mani preoccupato.


Trascinati sotto le docce e quindi spinti in cella di isolamento.
Tutto è buio e ci vedo appena, ma sento chiaramente altri detenuti che si lamentano dalle celle vicine.

"Dove sono finito?"


[FATTI E COSE FRUTTO DELLA SOLA IMMAGINAZIONE].



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