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Prime Esperienze

5. Erica & Valentina (2° Parte)


di trombamico74
03.09.2020    |    12.441    |    1 9.1
"“Mmmmmmmmm, Mi fai impazzire, Non fermartiiii, ti pregoooo” “Dai mettimi le dita dentro, ti voglioooo” “Fabrizio” (Valentina), moriva dalla voglia di..."
Le giornate di Erica e Valentina scivolarono con un nuovo brio, desiderose entrambe di dedicarsi alla loro crescente passione, assecondando le loro voglie e le loro curiosità.
Durante le ore di scuola le minigonne di Erica quasi sempre stimolavano le fantasie dei maschietti più intraprendenti ai quali spesso capitava che sfuggisse qualcosa di mano e dovessero abbassarsi per raccoglierla, approfittando al contempo per cercare di scorgere il colore delle mutandine o qualcosa in più.
Valentina al contrario, vista come la reginetta indiscussa, spesso era presa di mira dai ragazzi alfa della scuola, che vedevano in lei qualora fossero riusciti a conquistarla il suggello con cui potevano far morire di invidia tutti gli altri compagni.

Tutto questo, oltre a tenerle impegnate a gestire i rispettivi corteggiatori, osservando incuriosite le occhiate di interesse e i tentativi goffi di rimorchio le eccitava e le divertiva.
Finita la scuola e come tutti i pomeriggi giunte a casa di Erica però, prendendo spunto da ciò che in quella giornata era successo fantasticavano su ciò che i loro spasimanti gli avrebbero fatto se solo li avessero lasciati fare.

Le loro lingue e le loro mani in quei momenti erano quelle di Marco, Gianluca, Giovanni e di tutti quelli che corteggiandole rientravano nei loro giochi.

Un pomeriggio, tra i vari protagonisti fu il turno di Fabrizio.
Schivo e sempre riservato, malgrado molte gli facciano il filo, passa per il bello e impossibile che non cede a nessun corteggiamento.
A detta di Erica più di una volta l’aveva sorpreso ad ammirare il sedere di Valentina, mentre in palestra in calzoncini corti, giocava a palla a volo e sicuramente, fantasticando sul suo sedere chissà quante volte si sarà toccato eccitato per calmare le sue voglie.

Oggi Erica sarebbe stata Fabrizio e avrebbe fatto godere la sua amica fino all’ultima goccia di piacere.
Dopo i primi baci saffici d’intesa tra le due ragazze, Valentina si esibì in un fantastico spogliarello, con lo scopo di eccitare “Fabrizio” (Erica) e farlo impazzire di desiderio.
Spogliarello che si svolse quasi tutto di schiena, affinché “Fabrizio” potesse ammirare meglio ciò che a detta di Erica era la sua fonte di eccitazione.

“Che fantastico culo hai tesoro mio, muoio dalla voglia di mordertelo e leccartelo”.

Quelle parole fecero ancora di più eccitare Valentina, che improvvisamente sentì qualcosa di caldo e umido colare da dentro e bagnare le piccole labbra.
Completamente nuda, indietreggiò verso il viso di “Fabrizio” perché mettesse in pratica i suoi propositi appena pronunciati.
Le mani di “Fabrizio”, che nel frattempo si era seduto sul letto, non si fecero attendere e le sue dita e le sue unghie partendo dalla schiena scesero verso i fianchi per poi arrivare sui glutei, ai quali si aggiunse la bocca con una serie di morsettini ben calibrati che contribuirono a far partire il sottofondo di gemiti che Valentina non seppe più trattenere.
Le mani adesso si spostarono sulle caviglie, per poi risalire dolcemente verso il centro del desiderio.
Tornate sui glutei mentre una mano premendo sulla schiena, costrinse Valentina a piegarsi in avanti, l’altra fece schioccare delle manate sul sedere ben assestate.
Le manate adesso, si alternarono a delle carezze leggere e circolari con le dita e le unghie che ripassando sulla parte improvvisamente arrossata dal colpo ricevuto, portavano ad accrescere i gemiti e il desiderio, mentre partendo dai punti di contatto dei brividi si irradiavano per tutto il corpo.

“Mmmmmmmm, Così mi fai morireeeee, Ti piace proprio il mio culooo”

(Erica) ascoltando quelle parole si infiammò e ricordando i trattamenti che sin dalla prima volta la sua amica la sottoponeva leccandole amorevolmente la rosellina, decise che questa volta sarebbe stato il suo turno e se possibile avrebbe cercato di superare la maestra e fare di meglio.

Le mani di “Fabrizio”, quindi, afferrarono i fianchi spingendo in avanti e verso il basso Valentina, che piegò le ginocchia mettendosi a carponi davanti a lui.
“Fabrizio” la seguì e si inginocchiò dietro di lei, allargando i glutei con le mani e scoprendo la rosellina pulsante di piacere che chiedeva solo di essere leccata.

(Erica) Non aveva mai leccato Valentina in quella posizione, tutte le volte sopra di lei, si era dedicata alla sua ostrica, per poi finire sul clitoride, ma adesso mentre con la punta della lingua si addentrava lungo le pieghe della rosellina, che la portavano verso il centro, un sentimento diverso, più carnale si stava impadronendo del suo piacere.

Era “Fabrizio” e la sua lingua sarebbe stata il suo pene con cui deflorare la sua amica!!!
Con la lingua dura e appuntita alternò gli assalti alla rosellina e allo scrigno inviolato, sbattendo sull’imene.
Prima o poi uno dei due avrebbe ceduto e finalmente la sua amica sarebbe stata posseduta.
Valentina, in tutto questo, con le dita conficcate sul tappeto sotto di lei, continuava a godere di un susseguirsi di orgasmi piccoli e continui che ogni volta facevano vacillare le sue gambe tremolanti.

Ci vollero dei minuti e la lingua non si arrese, ma finalmente il fortino era stato forzato e la rosellina ha ceduto al godimento.
La lingua piano piano riuscì ad insinuarsi dentro la rosellina che pulsando si aprì sempre di più.
Vedere il sedere così leggermente aperto è ancora più eccitante, la saliva dalla punta della lingua colando si perdeva dentro di esso e lui in risposta a ogni gemito si apriva sempre di più: invitante chiedeva di essere riempito.
Quasi senza pensarci un dito si avvicinò alla rosellina e piano piano si addentrò dentro di essa, prima con fare incerto e poi sempre più deciso, in un continuo avanti e indietro, affondando e ritraendosi.

“Mmmmmmm che maiale che seiiii, Mi staii Inculandoooo”
“Mi fai impazzireeee”

Le dita adesso diventarono due, mentre la lingua cercava di arrivare al clitoride gocciolante di umori in un intreccio di braccia, mani e testa che rendeva tutto difficoltoso.
Non riuscendoci (Erica) fece alzare in piedi e girare l’amica, che con le gambe aperte per lasciare spazio alle sue ginocchia, si avvicinò verso il suo viso.
Sì adesso poteva leccargliela e dissetarsi dei suoi umori che per gravità adesso venivano giù copiosamente, mentre, le dita tornarono a farsi spazio dentro il buchino ormai violato in un dentro e fuori che costrinse Valentina ad aggrapparsi alla testa di “Fabrizio” (Erica) per sorreggersi e non cadere dato che tutto quel piacere e quel godimento rendeva le sue gambe sempre più instabili e tremolanti.

“GODOOOOOOOOO AHHHHHHHH AHHHHHHHH”

Arrivò l’orgasmo, e Valentina si accasciò con la pancia sulla testa dell’amica. Dopo qualche secondo, si inginocchiò davanti a lei e la baciò sulle labbra.

“Grazie “Fabrizio”, mi hai fatta godere come non pensavo potesse essere possibile”
“Vorrei che facessi alla mia amica ciò che hai fatto a me, perché se provo a descriverlo non capirebbe ciò ho sentito mentre ti avevo dentro.”
“E poi, io e lei condividiamo tutto!!!”

Il dado era tratto!!!
Il luccichio d’intesa negli occhi di entrambe aveva velocemente confermato il seguito.
Adesso spettava a Erica godere e Valentina sarebbe stata “Fabrizio”.
Valentina liberò Erica dei suoi vestiti e poi presa per mano, entrambe si adagiarono sul letto, iniziando quel gioco di baci e carezze che velocemente riaccese la passione.
Ma Valentina aveva ancora voglia della bocca dell’amica, per cui girandosi sopra di lei si esibì in un bellissimo sessantanove, dove mangiare ed essere mangiata.
Il piacere crebbe e i gemiti con esso. Da lì a poco se non si fossero fermate, entrambe avrebbero avuto il loro orgasmo e per Erica sarebbe stato il primo di quel pomeriggio.

Ma Valentina era “Fabrizio” e non poteva lasciare che la sua amica godesse così, per cui staccandosi da lei la girò e prendendola per i fianchi la dispose con in sedere all’aria, lasciando che le braccia e la faccia rimaste poggiate sul letto potessero se occorre, aiutarla a sopportare ogni assalto di godimento che avrebbe ricevuto.
Per Valentina, non è la prima volta che si dedica a esplorare quel tipo di piacere, ma ciò che è successo prima, se mai ce ne fosse bisogno, aveva ancora di più acceso la sua voglia di trasgressione.
Fin ora era sempre stata lei a possedere la rosellina della sua amica, ma “Fabrizio” (Erica) in un sol colpo aveva saputo far meglio sodomizzandola e sottoponendola al massimo del godimento.

Questa volta “Fabrizio” ormai esperto dalla volta prima, avrebbe saputo far di più!!!
La rosellina e la fessura che porta all’imene godettero di un andirivieni di lingua, labbra, dita, il tutto condito di un susseguirsi di rigoli di saliva misti agli umori che ad ogni gemito Erica rilasciava copiosamente.
Erica stava impazzendo, l’orgasmo giunto ormai in gola, attendeva solo di uscire, ma “Fabrizio” che si guardava bene di sfiorare il clitoride e di accelerare i movimenti, lo teneva li, soffocato e gli impediva di esplodere.

“Mmmmmmmmm, Mi fai impazzire, Non fermartiiii, ti pregoooo”
“Dai mettimi le dita dentro, ti voglioooo”

“Fabrizio” (Valentina), moriva dalla voglia di entrare con le dita, erano settimane che ormai desiderava farlo, ma adesso dopo ciò che era successo non gli bastava.
Ad un tratto guardando sul comodino, qualcosa attirò la sua attenzione e in un baleno allungandosi, non visto, dato che Erica con la testa poggiata sul letto guardava nella direzione opposta afferrò l’oggetto.
Al solo contatto con l’oggetto tra le mani come se si fosse aperto un rubinetto, si liberò un fiotto di umori caldi che dopo che l’avvolse internamente, colò tra le gambe, come se si fosse fatto la pipì addosso.
Era la spazzola che Erica aveva usato per pettinargli i capelli la prima volta che avevano fatto la doccia insieme, complice quella prima volta, complice adesso, sembrò quasi un segno del destino.
La rosellina leggermente aperta, dopo tutta la saliva che era scivolata dentro, chiedeva solo di essere posseduta e “Fabrizio” bagnando di saliva il manico della spazzola, decise che l’avrebbe accontentata.
Lo poggiò e spinse piano piano, ma la rosellina aprendosi, lo risucchiò tutto dentro fino in fondo.

“Ahhhhhhhhh, Siiiiiiiii, Mi sei entrato tutto dentrooooo”

Erica iniziò a fremere, ogni muscolo vibrava contraendosi e rilassandosi e man mano che il manico della spazzola continuava a far dentro e fuori, il piacere cresceva in un parossismo di godimento che reclamava di esplodere.
“Fabrizio” che fin ora era rimasto in ginocchio dietro l’amica, incitato dai gemiti soffocati mentre Erica addentava le lenzuola, sentì una voglia smisurata di prendere in bocca il sesso umido dell’amica, pertanto, lasciando per un attimo la spazzola con il manico tutto dentro, si sdraiò di schiena portandosi con la faccia sotto il sesso gocciolante di Erica.
Da lì, alzando il braccio riprese a muovere la spazzola, mentre contemporaneamente alzando il collo, portò le labbra al clitoride per succhiarlo avidamente.

“AHHHHHHH, OHHHHHHHH, GODOOOOOOOOO”

In balìa dell’orgasmo, perdendo ogni forza nei muscoli e ogni sostegno le gambe scivolarono indietro, ed Erica finì per rovinare con il sesso sulla faccia di “Fabrizio”, che era rimasto sotto di lei, bloccato dal peso del suo corpo.
Immobile, con ancora la spazzola dentro di lei, continuo a vibrare e venire, gocciolando dentro la bocca di “Fabrizio”, che bevve fino all’ultima goccia.
Dopo circa dieci minuti, quando finalmente si riebbe e riacquistò il controllo del suo corpo, sfilando con una mano la spazzola da dentro di lei, Erica si mise di fianco liberandosi dalla lingua e dalle labbra del suo amante.
Lo apostrofò con un sorriso:

“Ma tu non ti sazi mai?”
“Prima o poi mi farai morire”

E dopo una pausa, con gli occhi pieni di gratitudine:

“Grazie Tesoro mio”

Quando entrambe ebbero la forza di muoversi, si sistemarono vicine e abbracciandosi, si addormentarono cullate l’una dal respiro dell’altra.

Non sapremo mai, se fu un caso, o anche questa volta il destino volle usare la spazzola per indicare che nel loro percorso verso il diventare donne qualcosa stava mutando, ma da quel giorno nelle loro fantasie vi fu spazio solo per “Fabrizio”.
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