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Gay & Bisex

A caccia - Capitolo 1 - L'acquisizione della preda


di anonimo21
29.11.2015    |    7.879    |    2 8.0
"Niente fortuna come nei film ragazzi..."
Ciao a tutti sono Mario, un ragazzo universitario di 23 anni, 165 cm x 60 kg, fisico tonico, mediamente peloso, occhi e capelli scuri.
Sono un ragazzo normale che trascorre le sue giornate tra università, amici e palestra.

Sono segretamente gay (nel senso che ancora non lo sa quasi nessuno; sto cercando il coraggio di fare comune out). Questa mia condizione mi porta a non frequentare locali gay per paura di essere riconosciuto e non uso neanche app come grindr o Romeo perché, pur avendole provate, non fanno per me. Ciò non perché io sia un santo o perché non mi piaccia scopare (anzi se mi ci metto sono un vero porcello) ma semplicemente non mi incuriosisce quel tipo di approccio facile e scontato. Io sono un "cacciatore": credo che ciò che precede la scopata sia ancora meglio della scopata stessa. Gli sguardi furtivi e quelli più espliciti e maliziosi, quelle frasi che potrebbero sembrare banali a primo sguardo ma ti lasciano in un certo senso spiazzato. Ecco... io sono un cacciatore e la città è il mio territorio di caccia.

Nei rapporti sono prevalentemente passivo, non perché non mi piaccia fare l'attivo, ma perché quasi sempre le mie prede sono rappresentati da uomini molto più grossi di me e i ruoli sembrano quasi stabilirsi naturalmente.

La mia storia, per essere compresa, necessita di una premessa.

Abito in città per via dell'università ma sono originario di un piccolo paesino; ciò mi ha costretto a dover affittare una stanza in un appartamento condiviso con altri universitari. Ho trovato un appartamento in uno stabile molto accogliente in cui si trova un ampio cortile centrale circondato da 5 scale e altrettanti palazzi appartenenti allo stesso stabile e aventi tutti la medesima uscita sulla strada tramite un grande cancello di metallo.
Questo cancello si apre elettricamente tramite un pulsante che si trova accanto alla portineria. Vi starete chiedendo perché vi racconto tutto questo.... State tranquilli e tenete a bada gli ormoni per un attimo ancora perché questa premessa è importante ai fini della storia.

Un giorno, circa una settimana dopo il mio trasloco in questo appartamento, stavo uscendo di casa. Non avevo ancora automatizzato il gesto di aprire il cancello 10 metri prima di arrivarci e così, spesso, mi ritrovavo a dover prendere le chiavi per aprirlo tramite la serratura. Anche quel giorno avevo dimenticato di premere il bottone e, arrivato davanti al cancello, ho dovuto togliere lo zaino dalle spalle per cercare le chiavi. Quello zaino era un macello! Libri, penne, quaderni, fazzoletti, una merenda, il portafogli, tutto buttato a casaccio perché quella mattina mi ero addormentato e mi ero dovuto preparare in fretta e furia. Lo so, sarei potuto tornare indietro e premere il pulsante ma alle 7.15 di mattina, con la mente ancora sotto le coperte, non sono proprio un genio. Mentre ero ancora intento a cercare quelle dannate chiavi sento la serratura del cancello davanti a me aprirsi. Qualcun altro stava uscendo e aveva premuto il pulsante. Mi giro e vedo un omone enorme! 1,80 di potenza! Indossava una t-shirt grigia con scollo a V che scendeva fino al centro tra i pettorali muscolosi e sopra di questa un cardigan. Questi due capi di abbigliamento mettevano in risalto due braccia veramente grosse e un collo taurino si trovava alla base di un magnifico viso.
Sotto indossava un paio di jeans aderenti che fasciavano due possenti cosce e sotto ancora un paio di sneakers. Niente di speciale direte voi, il solito palestrato. Il viso fu, infatti, la parte che mi lasció maggiormente stupito: corti capelli castani chiari, mossi; due labbra carnose e dalle linee decise circondate da un accenno di barba posta sopra un'ampia mascella squadrata ("dio quanto impazzisco per le mascelle squadrate" pensai); due occhi castani molto particolari non tanto per il colore ma per lo sguardo: uno sguardo duro, severo e serio; lo sguardo di un uomo potente.
Si avvicinava tranquillo nella mia direzione con passo deciso. Notai, però, un cambiamento nel suo sguardo. Più si avvicinava più mi guardava con curiosità. Era quasi arrivato dov'ero io e, adesso, mi fissava. Ci volle ancora un secondo per rendermi conto del motivo: da quando l'avevo visto ero rimasto fermo, piegato in avanti, con una mano dentro lo zaino e gli occhi incollati su di lui. Che idiota! Che figura di m***a! D'altronde ve l'avevo detto che la mattina ho i riflessi di un bradipo ubriaco. Mi sollevai di scatto e, spostato lo zaino, mi affrettai ad aprire il cancello per permettergli di passare. Glielo tenni aperto con una mano e stavo per abbassare lo sguardo per la vergogna ma poi ci ripensai perché mi sembrò che avrei solo peggiorato le cose. Mi passò accanto continuando a guardarmi, mi ringraziò per il cancello e se ne andó per la sua strada. Era stato serio e impassibile, gelido come l'acqua dei mari del Nord. Io gli sorrisi e gli augurai di rimando una buona giornata. Potei osservare il suo sedere che sembrava quello di Hulk, (il calciatore del Brasile, non so se avete presente) e sentii una vampata di calore.
Dopo questa "bella" figura anch'io mi diressi verso l'università. Per strada ripensavo a quell'uomo. Mi convinsi che non doveva avere più di 40 anni ma soprattutto presi una importante decisione: doveva essere mio!
Capirete, miei cari lettori, che non frequentando locali ne app io non abbia una vita sessuale molto attiva. Mi faccio una scopata ogni tanto quando mi capitano occasioni come questa e, se tutto va bene, faccio bis, tris,... Ho avuto anche un paio di ragazzi ma ci siamo lasciati quando la routine ha preso il posto dell'eccitazione e io mi sono reso conto di non essere ancora pronto per una vita monogama.
In quel momento non scopavo da due mesi e il livello dei miei ormoni era come il livello di trigliceridi in un obeso.... a mille!
Cominciai ad elaborare strategie e metodi di rimorchio ma sapevo bene, per esperienza, che una buona caccia si basa innanzitutto sull'osservazione: dovevo osservare la mia preda il più possibile cercando di capire il suo stile di vita, le sue abitudini, i suoi spostamenti e, di conseguenza, i punti deboli in cui avrei potuto attaccare. Prima di ogni altra cosa, però, avrei dovuto evitare di apparire ancora sciocco come ero stato quella mattina! Senza rendermene conto mi ritrovai davanti la mia facoltà e, sebbene eccitato, dovetti abbandonare questi pensieri e concentrarmi sulle lezioni.

La giornata passó, anche se un po' inquieta, e nel tardo pomeriggio tornai a casa. Niente fortuna come nei film ragazzi... non lo incontrai più quel giorno e neanche per tutta la settimana successiva. Evidentemente non avevamo gli stessi orari.
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