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Gay & Bisex

IL CINEMA A LUCI ROSSE 8


di alio
01.03.2010    |    18.433    |    1 8.5
"Una senzazione nuova che mi fece perdere il controllo: pochi colpi e gridando venni dentro il culo di Alessandro, rimasi in quella posizione perche' potessi..."
Dove s'era cacciato Matteo? Certamente si era rifugiato dietro le tende. Decisi di recarmi in bagno e lungo il tragitto ricevetti oltre a qualche lusinghiero complimento anche qualche pacca e qualche toccatina che elusi con decisione. In bagno solita scena: i tre pisciatoi a muro erano occupati da due uomini ai lati ed un ragazzino al centro, che, si e no, aveva la mia eta' ma, con maestria menava i cazzi dei vicini. Mi fermai a osservarli ed ottenni come tutta risposta il sorriso dei tre e l'invito dell'uomo del pisciatoio a destra a unirmi a loro e cosi' dicendo mi mostro il grosso cazzone turgido. Il ragazzino, forse temendo di dover dividere con me l'enorme arnese, si abbasso' e lo ingoio' fin dove poteva, senza smettere di segare l'uccello dell'altro uomo piu' a sinistra. Fui tentato di partecipare a quel gioco erotico ma l'odore sgradevole dell'ambiente e la curiosita' di scoprire cosa stesse combinando il buon Matteo mi convinsero a ritornare in sala.
Appena dentro incontrai Matteo che con tono eccitato mi disse di prepararmi ad una gran bella sorpresa; nonostante la mia insistenza, non volle darmi ulteriori indicazioni; mi chiese di seguirlo dietro le tende e di stare vicino a lui per evitare che la persona oggetto della sorpresa potesse accorgersi della nostra presenza. Lo seguii, dietro la tenda il buio era piu' fitto. Ci fermammo a meta' corridoio, Matteo mi indico' un gruppo di persone, per lo piu' semisvestite, in fondo all'angolo piu' a sinistra. Le persone del gruppo erano tutte interessate ad un uomo che si lasciava baciare prima da uno poi da un altro intanto che qualcuno gli succhiava i capezzoli e due giovani ragazzi erano intenti a sbocchinare insieme l'enorme cazzone. Riconobbi quell'uccello, era quello di mio padre. Cercai di individuare il viso dell'uomo, ma con tutta quella gente che gli stava appiccicata mi fu impossibile. Cercai conferma da Matteo che, sempre piu' eccitato e voglioso disse: - Si! E' proprio tuo padre quel maschione circondato delle attenzioni di tutta quella gente. Adesso pero' dovranno fare i conti con il sottoscritto, lascero' che si divertano ancora un po' e poi entrero' in azione io e tu resterai a guardare - ordino' infine Matteo aggiungendo ancora: - prima che io passi a tuo padre, perche' non mi scaldi tu?-. Mi bacio' con trasporto e poi spinse la mia testa verso la sua patta gia' aperta, dove sotto le mutande il suo uccello premeva in tutta la sua imponenza. Mi sedetti sulle mie gambe per essere piu' comodo e iniziai a spominarlo con gran foga. - Piano, devi far piano, devi solo scaldarmi, sara' tuo padre che mi fara' godere -. Ordino' ancora Matteo, liberandosi con determinazione di tutti gli approcci che altri tentarono vedendo la scena del mio pompino. Lo spompinavo ed intanto pochi metri piu' a sinistra mio padre era sempre l'oggetto di deiderio soprattutto dei due ragazzini che a turno gli succhiavano l'uccello.
- Adesso tocca al tuo paparino, stai a guardare -, disse Matteo che perentorio mi stacco' dal suo uccello e, senza rivestirsi si avvio' verso mio padre. Guardai eccitato e incuriosito la scena. Matteo si fece spazio tra il gruppo e quando fu davanti mio padre, si avvinghio' su di lui in un morboso appassionato bacio. A quel punto mio padre lo riconobbe, si stacco' dal gruppo, trascino' con se Matteo fuori dalla mischia e si posizionarono loro due soli sulla parete a pochi passi da me. Mio padre non si curo' di guardarsi attorno, sicuramente non si era accorto della mia presenza. Abbraccio' e bacio' Matteo con passione, faceva scivolare le sue mani dalla schiena alle chiappe di Matteo che a sua volta afferro' il grosso cazzo che aveva davanti a se, certo che non lo avrebbe condiviso con nessun altro. Papa' pian pianino lo denudo' della camicia, senza tralasciare di baciarlo in ogni parte che scopriva: il collo, il petto, i capezzoli Poi spinse la testa di Matteo verso l'enorme uccello che fu ingoiato in un solo attimo e proprio in quel momento si giro' verso di me e credo che finalmente si sia reso conto della mia presenza. Solo un attimo di sorpresa poi papa' si giro' ancora verso di me in modo tale che potessi godere totalmente della successiva scena che stava avvenendo. Abbasso' i pantaloni di Matteo, poi il suo slip e senza incertezza introdusse il medio della mano destra nel suo buchetto; fece tutto cio' senza mai smettere di guardarmi. Giro' alla pecorina, con le mani appoggiate alla parete la sua vittima, si abbasso' anche lui per leccare il buco, oggetto del suo desiderio e lo fece con molto impegno facendo mugolare di piacere il mio fortunato amico.
Le persone prima coinvolte in giochi erotici con mio padre e successivamente, con l'arrivo di Matteo, escluse dal gioco si dispersero in altri gruppi di orge che l'ambiente offriva. Solo un anziano(???) cinquantenne rimase ad osservare la strana situazione: mio padre che leccava il culo di Matteo ed io che appena un metro piu' in la' mi menavo il cazzetto e mi macellavo con due dita un capezzolo. Guardai l'uomo era alto, muscoloso con una eccitante barbetta; dalla camicia aperta si vedeva bene un imponente petto completamente ricoperto da folta peluria per lo piu' grigia. L'uomo sentitosi osservare si avvicino' a me, mi accarezzo' con molta delicatezza, poi avvicino' il volto al mio orecchio e mi chiese suavemente se non avessi voglia di imitare i due amanti a fianco a noi. Era gentile, era affascinante, ma volevo avere la certezza che fosse adatto alla situazione: se dovevo imitare Matteo, anch'io volevo una cazzo dello stesso calibro di quello di mio padre. Con determinazione gli afferrai l'uccello. Non era duro ma da sopra la patta sembrava consistente; gli slacciai la cintura ed in un sol colpo gli abbassai pantaloni e boxer. Davanti a me si presento' un uccello di tutto rispetto che in pochi attimi divento' duro dietro ai colpetti di lingua che gli davo sapientemente. Decisi che quell'uomo poteva andare; assunsi la stessa posizione alla pecorina di Matteo e l'uomo capi' che, cosi' come continuava a fare mio padre con Matteo, doveva leccarmi il culo per prepararmi alla successiva inculata. Mi accorsi che mio padre osservava eccitato la situazione, si alzo' e, lasciandolo sempre a 90 gradi, giro' Matteo verso di me.
Matteo fece girare anche me verso di lui, ci tenemmo saldamente le braccia l'uno dell'altro intanto che i due uomini dietro di noi iniziarono il rito dell'introduzione dei loro enormi uccelli nei nostri giovani culetti.
Io e Matteo cercammo di confortare il dolore causato dalla introduzione della cappella baciandoci e leccandoci su tutto il viso. L'uomo dietro di me mi aveva con decisione ficcato dentro il suo arnese in tutta la sua notevole lunghezza e da come mugolava e si dimenava, cosi' anche aveva fatto mio padre con Matteo. I due uomini iniziarono l'andirivieni del cazzo dentro il culo, prima lentamente e dopo, come se tenessero lo stesso ritmo, sempre piu' velocemente. Smisi di baciare Matteo e guardai con spudoratezza il viso di mio padre che sudaticcio esprimeva il massimo del piacere sino a quando lo vidi godere, sborro' dentro Matteo che anch'esso eiaculo' e grido' di piacere. Anche l'uomo dietro di me stava per godere, mi staccai dal suo cazzo che introdussi in bocca giusto in tempo per assaporarne la gustosa e calda sborra, con la bocca ancora piena mi girai verso Matteo e lo baciai per condividerne l'aspro liquido dell'uomo che mi aveva scopato. I due uomini si rimisero in ordine, mio padre si avvicino' a me e disse solamente: -ci vediamo piu' tardi a casa cucciolo! -. Poi rassicuro' Matteo dicendogli che aveva accettato l'invito a pesca fattogli da Paolo e che sia lui che io saremmo stati della partita. Scomparse in sala; anche il mio uomo si era allontanato dopo aver tentato di darmi un ultimo bacio. Io e Matteo ci rivestimmo e cercammo di pulirci alla meglio. Matteo era ancora eccitato dall'avventura vissuta al cinema ed anch'io lo ero, quell'orgia che aveva coinvolto mio padre, disse poi Matteo, era solo il preludio di quanto sarebbe potuto accadere il giorno dopo nella loro casa al mare sottolineando che mio padre aveva accettato l'invito. A quel punto gli proposi di uscire da quel Cinema e di andare a bere qualcosa a casa sua.
Matteo accetto' e mezz'ora dopo eravamo in camera sua sdraiati tutte e due sul letto a confrontarci sulla esperienza sessuale e le conseguenti forti emozioni poco prima vissute. Confessai a Matteo che, intanto che l'uomo con la barba mi scopava, io osservavo mio padre che stava scopando lui e nella mia fantasia avrei voluto essere al suo posto, mi eccitava molto pensare di essere sfondato dal grosso e piuttosto raro cazzone di mio padre. Matteo rispose che non c'era niente di male e che, cosi' come mi aveva confidato qualche giorno prima, anche lui desidera fare sesso con suo padre ed e' certo che prima o poi sarebbe successo, forse prima di quando potesse immaginare Guardai negli occhi erano luminosi e solari intanto che aveva pronunciato quelle parole. Lo squillo del cellulare di Matteo interruppe i nostri discorsi. Era sua padre, Matteo gli disse che era in casa assieme al sottoscritto e poi concluse con un OK ti aspetto in casa; poi rivolgendosi a me disse: - sta arrivando mio padre, ha bisogno di me per una commissione, ha aggiunto che ti avrebbe dato uno strappo lui sino a casa, caro Fabio, qualcosa mi dice che i nostri padri si siano gia' sentiti e che tuo padre gli abbia gia' raccontato la nostra avventura di sesso al Cinema, mi sa proprio che la commissione sia solo una scusa per restare solo con te e farti la festa cosi' come tuo padre l'ha fatta a me -. La tesi di Matteo, che mi era sembrata piuttosto improbabile, fece scattare subito la mia fantasia e una vivace eccitazione; non mi sarebbe dispiaciuto ripetere l'esperienza con Paolo, avevo una gran passione per lui lo sempre considerato un uomo bellissimo e maledettamente sexy. Il citofono ci interruppe; Matteo ando' a rispondere e concluse che saremmo scesi subito entrambi.
Avevo ragione, pensai, mi sta riportando a casa. Non fu cosi': congedatosi da me e suo Padre, Matteo si avvio' per sbrigare la commisione assegnatagli. Io salii sulla macchina di Paolo che parti' immediatamente senza chiedermi nulla. Mi accorsi ben presto che non stavamo andando in direzione di casa mia, glielo dissi. Paolo rispose che prima di accompagnarmi a casa doveva passare in periferia per far vedere un appartamento ad un cliente. Paolo aveva una Agenzia immobiliare e non trovai nulla di strano su quell'impegno. Durante il tragitto mi chiese cosa avessimo fatto con suo figlio nel primo pomeriggio, se ci eravamo divertiti. Risposi semplicemente che avevamo trascorso un piacevole e singolare pomeriggio e che avevamo incontrato mio padre. - Lo so! - rispose lui e mi sorrise maliziosamente come a volermi far capire che sapeva anche tutto il resto. Ci fermammo, Paolo parcheggio' e mi invito' a scendere dall'auto. Entrammo in un portone di una palazzina nuova. Il bottone pigiato da Paolo sull'ascensore mi fece capire che stavamo recandoci all'attico di quella palazzina.
Paolo apri' la porta e mi invito' ad entrare. L'appartamento era grande ed ammobiliato in modo signorile, dopo averlo visitato in ogni sua stanza ci sedemmo su un mega divano che circondava meta' del salone. - E il tuo cliente? - chiesi con tono curioso. Mi rispose che sarebba arrivato quanto prima e che sarebbe stata una sorpresa per me; Paolo accarezzo' i miei capelli e subito dopo il viso e mi sussurro'. - Lo sai che sei sempre bellissimo, cucciolotto! I tuoi occhioni cosi' ingenui, quell' aria pulita, questo fisico efebico mi eccitano moltissimo. Ho ripensato spesso a quello che e' successo tra noi l'altra sera a casa tua, e confesso che desideravo tanto riprendere il discorso. Ti va Fabio di fare sesso con me? -. Non risposi, socchiusi gli occhi e mi avvicinai alla sua bocca, a quelle labbra che qualche giorno prima avevo baciato per la prima volta ma che da allora erano rimaste oggetto del mio incontrollato desiderio. Le sue labbra sfioravano delicatamente le mie poi scendevano sul collo e risalivano sino all'orecchio. Era un gioco che Paolo gestiva sapientemente riiuscendo a togliermi lucidita'. Il cuore mi batteva fortemente e le gambe mi tremavano; questo era l'effetto che riusciva a farmi Paolo. Si alzo' ddavanti a me ancora seduto. In quella posizione le gambe appena divaricate sembravano ancora piu' lunghe, le sue cosce, mio punto debole, sembravano ancora piu' forti e possenti.
Soffermai lo sguardo all'altezza della patta che, a mala pena, riusciva a contenere l'ormai piu' che vistoso contenuto. Paolo e' davvero maschio bellissimo, elegante, superbo. Nel mio intimo credo di essermene innamorato. Allungai le mani e gli sfiorai il contenuto della patta proprio all'altezza della mia bocca. Paolo mi disse che non era ancora arrivato il momento, che avremmo dovuto aspettare il cliente, quello che lui aveva definito una sorpresa per me. Proprio in quell'istante trillo' il campanello, Paolo mi fece un sorriso ed un occhiolino ed ando' ad aprire la porta.
Fu davvero una sorpresa, una bella sorpresa. Il nuovo arrivato era suo nipote Alessandro, lo stesso con il quale, assieme a Matteo qualche giorno prima, avevo condiviso quei giochi erotici sulla spiaggetta isolata e di cui probabilmente Paolo ne era a conoscenza. Sapevo della complicita' e la confidenza che c'era tra i due, lo stesso Paolo me ne aveva dato conferma quella sera a casa mia, non capivo pero' come mai Paolo lo avesse invitato in questa situazione. Paolo lesse la mia espressione perplessa e ancora prima che io chiedessi mi disse: - Ho chiesto ad Alessandro di aggiungersi a noi perche' volevo che fosse per te una esperienza diversa da quella che abbiamo gia' avuto. Non ti dispiace vero? E poi da quel che mi e' stato raccontato e' chiaro che Alessandro ti piace! -. Durante quelle sue parole Alessandro che si era seduto al mio fianco sul divano aveva allungato le mani posando la destra sulla mia coscia e la sinistra sul pacco di Paolo sempre in piedi davanti a noi. No!, Non mi dispiaceva la presenza di Alessandro, lo dissi al mio Padrino esortandolo a giocare con il nipote, lasciandomi, per il momento, solo a guardare. Paolo rispose con i fatti, si denudo' in un solo istante mettendo in mostra quel magnifico corpo perfettamente armonioso: un Dio greco; fece poi alzare Alessandro e lo invito' a spogliarsi. Quando lo ebbe fatto Alessandro inizio' una sorta di adorazione dell'uomo davanti a se. Era partito dai piedi, il nipote sdraiatosi a terra aveva iniziato a baciare i piedi dello zio, a leccarne e succhiarne con golosita' tutte le dita. Poi risali' il corpo davanti a se baciando ogni centimetro delle gambe, accarezzandone le possenti e sode cosce e aggrovigliando le dita fra il folto pelo rossiccio che le rivestiva. Io intanto mi ero denudato e giocavo con il mio uccello, osservavo Paolo sembrava davvero una divinita' greca; lascio' fare al nipote sino a quando questo arrivo' con la bocca al suo uccello; a quel punto mi fece segno con la mano di raggiungerli. Guidandomi mi posiziono' tra se ed il nipote ancora chinato. Adesso Alessandro aveva davanti a se e inizio' un pompino al mio piccolo arnese che nulla aveva a che fare con il perfetto fallo dello zio, il quale, intanto, dietro di me inizio' a slinguazzare il mio buco, lasciandomi immaginare le sue intenzioni.
Le attenzioni dei due mi portarono all'apice del piacere, ma non volevo ancora godere, feci alzare Alessandro, adesso fui io a chinarmi e a succhiare alternativamente i due cazzi davanti a me. I due si baciavano con passione intanto che io mi occupavo dei loro uccelli; - Adesso faremo un bel trenino -, cosi dicendo Paolo fece sdraiare Alessandro supino sul divano, mi disse di scoparlo; alzai le sue gambe sulle mie spalle e posizionai il mio glande dietro il suo buco. Mi ritrovavo in una posizione che mi lasciava ogni possibilita' di essere contestualente inculato anch'io. Infatti Paolo si posiziono' dietro di me e nello stesso tempo che io penetrai Alessandro, fui penetrato a mia volta dal grosso cazzo di Paolo. Una senzazione nuova che mi fece perdere il controllo: pochi colpi e gridando venni dentro il culo di Alessandro, rimasi in quella posizione perche' potessi continuare ad essere scopato da Paolo che sul piu' bello estrasse il cazzo dal mio culo e corse alla bocca del nipote riempendola di sborra ed intanto baciava me con trasporto e passione.
La sorpresa era funzionata. Paolo disse che era ora di cena, mio padre di certo mi stava aspettando e a che mi avrebbe accompagnato a casa. Alessandro aveva la sua auto. Lungo il tragitto Paolo mi chiese se mi era piaciuto l'incontro a tre che mi aveva combinato. Dissi semplicemente un SI! distratto; io infatti pensavo alla gita del giorno dopo, a noi quattro nella loro casa al mare. Cosa avra' in mente Matteo? Come vuole "punire" per cosi' dire, i nostri cari papa'. Mi venne in mente Filippo, il loro vicino di casa al mare e chiesi a Paolo - che tipo e' il sig. Filippo? Matteo mi ha detto che e' un anziano molto affascinante e che forse domani sara' a pesca anche lui -. E' probabile che ci sia anche lui, va a pescare ogni fine settimana, moglie e figli non sempre l'accompagnano, dicono di annoiarsi nella casa al mare, cosi' lui quando ci sono io con la mia famiglia si unisce a noi. Ma perche' mi chiedi di Filippo? Tu e Matteo non vi sarete fatti qualche strana idea?. Filippo e' un uomo all'antica, tutto di un pezzo, uno di quelli che si chiude nella cerchia familiare con rigidita', uno di quelli che neanche una giovane bella figa riuscirebbe a portarlo fuori dal suo binario -. Arrivammo sotto casa Paolo mi saluto' dicendomi che ci saremmo visti il giorno dopo per la gia al mare.
A casa mio padre aveva gia' preparato la cena, non mi chiese dov'ero stato dopo il nostro incontro al cinema. Ne io gli raccontai nulla, certo che l'avrebbe fatto Paolo molto presto. Mi feci una doccia, indossai i pantaloni dalla tuta e una maglietta e raggiunsi mio padre in cucina che gia' stava pasteggiando. Durante la cena nessuno dei due parlo' di quanto era accaduto al cinema nel pomeriggio ne tantomeno degli eventi straordinari che si erano susseguiti negli ultmi giorni. E anche dopo cena in salotto, davanti al televisore, evitammo di parlare di quegli avvenimenti, ci limitammo a discorsi formali sulla mia scuola il suo lavoro e cose del genere. Gli dissi che ero stanco e che sarei andato a letto. Papa' mi disse che sarebbe venuto in camera mia a darmi la buonanotte. Tolsi il pantalone e mi sdraiai sopra le coperte aspettando che mio padre arrivasse. Arrivo' presto, si sedette sul bordo del letto e fu a quel punto che papa' affronto' l'argomento: - So caro Fabio che negli ultimi giorni sono accadute tante cose assolutamente nuove per te, sono orgoglioso di te, ti sei comportato come un vero ometto; hai saputo capire i miei bisogni di uomo solo e per me e' stato molto bello aver condiviso con te questo mio modo di soddisfare i miei bisogni. So anche che per te sono state le prime esperienze di sesso e sono contento che tu le abbia fatto con persone che ti vogliono bene e soprattutto che tu abbia fatto tutto cio' che ti sentivi di fare -. Io lo ascoltavo senza parlare ma avrei voluto dirgli che non avevo fatto proprio tutto quello che avrei voluto fare, avrei voluto confessargli che c'era una cosa ancora piu' importante per me: fare sesso con lui. Come se mi avesse letto nel pensiero papa' mi disse che ricordava con particolare dolcezza la mia doccia in sua presenza e che il mio giochino dietro l'anta opaca della doccia lo aveva trovato molto eccitante. Poi si chino' verso di me e mi diede un lungo bacio in fronte sussurrandomi che sapeva bene cosa avrei voluto da lui e, mi confesso', che spesso anche lui faceva con la mente giochetti particolari con me. A questa confessione lo attrassi sopra di me e lo abbracciai con tutte le mie forze; in quella posizione il suo gomito sfioro' il mio uccello ormai totalmente turgido. Papa' si sdraio' al mio fianco, continuo' ad abbracciarmi e con la mia anca sinistra potei anch'io appurare il suo stato di sorprendente eccitazione. Rimanemmo in silenzio in quella posizione per qualche minuto. Poi papa' disse che era meglio se fosse andato in camera sua e cosi' dicendo si alzo' dal mio letto; io lo trattenni per le spalle, il suo viso era a pochi centimetri dal mio, non esitai e mi buttai sulla sua bocca che ospito' la mia lingua per poi sentire la sua penetrarmi sino alla gola. Duro' solo un istante, mio padre si alzo' e disse solamente: - No Fabio, non possiamo! - si ritiro' in camera sua.
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