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Gay & Bisex

La forza di reagire, nonostante tutto


di Thefab
11.11.2019    |    9.646    |    5 9.1
"È la prima volta che mi invita e il cuore mi batte a mille..."
Ecco la terza parte riguardante le mie prime vere esperienze sessuali, sono contento vi siano piaciuti i primi due racconti, spero accadrà lo stesso con questo. Ricordo che il seguente episodio è ambientato nel periodo in cui avevo 15 anni.
Ormai ho Alberto in testa, ci penso dalla mattina alla sera. Sono sempre tra le nuvole e questa mania sta influendo anche sul mio andamento scolastico. I professori non mi riconoscono più, mi chiamano da parte per domandarmi se ci siano problemi a casa. Sono sempre stato un ottimo studente, di colpo non lo sono più. Non studio, mi dimentico le cose, sono sempre con la testa tra le nuvole. Ho in mente solo Alberto e lo voglio, lo desidero, lo bramo. È la cosa più bella che io abbia mai avuto in vita mia e sono sicuro di piacergli. Ormai facciamo coppia fissa nei nostri incontri, con Leonardo che si accontenta sempre di Damiano. Sono sempre più frequenti le nostre sedute di sesso secco, mi piacciono ma vorrei di più.
Ho il desiderio che sia Alberto a prendersi la mia verginità e sto pensando come fare per farglielo capire. Intanto siamo ormai a Gennaio, fa freddo e a me pesa tanto andarmi ad allenare. Non ci fosse stata l’occasione di stare insieme a lui, avrei iniziato a disertare sempre più spesso gli allenamenti. Invece sono sempre presente: divento felicissimo quando Alberto è lì ad aspettarmi e riesco a farlo godere, mentre mi incupisco tanto nei giorni in cui decide di non “abusare” di me, che però sono sempre più rari.
Anche oggi, che è un normale giovedì, vado al campo col solito abituale e calcolato ritardo. Stavolta Alberto c’è e mi sorride. Come al solito, vado a cambiarmi e poi lo raggiungo. Noto immediatamente che stavolta non c’è né Leonardo e né Damiano. Siamo completamente soli!
Alberto chiude a chiave la porta, entriamo e mi inizia a baciare. Mi tiene tra le sue braccia, mi sento amato e desiderato. Poi si siede sul tavolino dei massaggi e si toglie le scarpe. Mi guarda, ha un’espressione particolare oggi, non la riesco a capire.
“Faresti una cosa per me?” mi domanda.
“Certo, cosa?” dico io con fare servizievole.
“Leccami i piedi, ne ho voglia” rimango abbastanza basito, è una pratica che non ho mai fatto e mi sfugge il motivo per cui voglia farlo. Ho 15 anni e ancora non capisco bene certe dinamiche. Immagino che qualcuno ami fare feticismo ma in questo momento non è una cosa che ho mai valutato nelle mie fantasie sessuali.
Però non posso deluderlo, sono il suo piccolo e dolce tesoro e devo soddisfarlo, per cui mi accuccio e mi avvicino ai suoi piedi. Ha ancora le calze addosso, un paio lungo fino alle ginocchia e tutto colorato e stretto. Non so bene come muovermi, avvicino un attimo il viso al calzino e lo odoro.
Sono sudati, la vampata mi arriva subito e mi viene voglia di desistere ma non lo faccio, per cui gli sfilo il calzino.
Ho il suo piede a pochi centimetri, mi faccio forza e lo bacio, poi lo lecco. Inizialmente ho un conato di vomito, hanno un sapore forte di sudore e non mi piace. Però la sensazione dura pochi istanti. Lo inizio a guardare e ha un piede davvero perfetto, piccolo e delicato, molto femminile. Mi accorgo che il cazzo, nei miei pantaloni della tuta, si è decisamente gonfiato.
“Dai, bravo, ora fammi rilassare” mi ordina.
Io riprendo a leccare e la seconda passata di lingua è decisamente più gradevole. Il senso di nausea e di disgusto lascia a mano a mano spazio al piacere e mi eccito sempre più. Non mi rendo conto di quanto mi sto coprendo di ridicolo, ho gli occhi semi chiusi e gli sto ciucciando l’alluce del piede mentre con l’altra mano gli accarezzo tutta la pianta.
Sono talmente arrapato che non resisto più, mi slaccio la cordicella dei pantaloni e tiro fuori il cazzo. È duro come il marmo e inizio a segarmi. Alberto mi lascia fare, è troppo rilassato. Anzi, è talmente coinvolto che anche lui si tira fuori il cazzo e se lo inizia ad accarezzare.
Io prendo a leccare come uno scannato, sono una vera e propria spazzola e assaggio ogni centimetro dei suoi piedi sudati, sto impazzendo. Prendo a segarmi come un pazzo e ogni tanto ansimo, poi mi rituffo sulla sua pianta del piede e l’assaporo tutta. Alberto anche si sta segando, ogni tanto mi guarda e mi sorride, è veramente in estasi.
Si accorge che io sono allo strenuo delle mie energie e fa un gesto che non mi sarei mai aspettato, mi dice di alzarmi e mi poggia il piede sul cazzo. Inizia a strusciarlo, è la prima volta che qualcuno mi fa una cosa del genere e mi sta piacendo da morire. Non avrei mai pensato di essere amante dei piedi ma adesso che mi ci sono trovato, devo ammettere che è una cosa davvero eccitante.
Alberto ha preso un ritmo perfetto con la sua sega col piede, io sto impazzendo e dopo un po' non resisto più, sto ansimando come un pazzo, la mia faccia è una maschera di piacere, lui mi guarda e mi incita:
“Dai tesoro, godi, ti voglio”.
Non reggo più, schizzo tutto all’impazzata, imbratto i suoi piedi ma anche il pavimento. Sborro talmente tanto da fare un lago e ansimo tanto, ma davvero tanto. Appena termino, so di avere ancora un compito da eseguire: devo ricambiare il favore ad Alberto e devo farlo in fretta, perché ho l’allenamento e non posso accumulare troppo ritardo.
Gli domando come voglia godere e mi dice di fargli un pompino, io mi accuccio ai suoi piedi e gli prendo il cazzo in bocca. Ciuccio al meglio delle mie possibilità, me lo sto proprio assaporando. Lui mi guarda soddisfatto, gli fa sorridere vedere quanto sono troia e quanto sono famelico di cazzo. Inizio a pomparlo a forza, lui mi prende i miei capelli biondi, che tengo sempre un po' sul lunghetto, e mi tiene ferma la testa, iniziando a fottermi la bocca. Sono tutto rosso e respiro a fatica, ho tutto il cazzo di Alberto fino a fondo e mi piace da morire.
Allo stesso tempo, so che non durerà molto, ormai lo conosco e capisco i suoi cambi di respirazione, di ritmo e le pulsazioni che dà il suo pene. Infatti non mi sbaglio e, poco dopo, mi viene tutto in bocca. Restiamo qualche minuto a pomiciare, vorrei dirgli che lo amo ma non lo faccio.
Nei giorni seguenti ho solo lui in testa e prendo una decisione enorme: voglio scoparci e glielo chiederò, al di là di quella che sarà la sua reazione.
L’occasione giusta sembra presentarsi a Febbraio. È un mercoledì pomeriggio, giornata in cui non abbiamo allenamento e non ho nemmeno nulla da studiare. Mi sono un po' riposato dopo pranzo e adesso ho in programma di giocare un po' alla Playstation quando, improvvisamente, ricevo un messaggio. È di Alberto, mi chiede se io abbia voglia di andare a casa sua. È la prima volta che mi invita e il cuore mi batte a mille.
Rispondo immediatamente di si e corro a farmi la doccia. Come una puttanella mi insapono per bene il buco del culo, cerco di profumarmelo il più possibile. Mi lavo tutto il corpo e metto una crema sulla pelle, poi mi cospargo di profumo. Voglio essere perfetto, farò in modo che sia la mia prima volta completa, assieme al ragazzo che amo.
Fa freddo ma mi interessa ben poco, prendo la bici e mi faccio circa 3 chilometri per arrivare a casa sua. È una grossa casa vicino al mare, bellissima. Gli suono, mi apre il cancello, parcheggio la bici ed entro in casa. Sono veramente teso, ma allo stesso tempo felicissimo di stare con lui, solo che il mio entusiasmo viene smorzato subito. Assieme a lui, seduti sul divano, ci sono anche Leonardo ed Enea. Costui è il capitano della Juniores, ha un anno in più rispetto a Leo e Alberto (quindi 18) ed è un loro grande amico. Non capisco il motivo per cui sia lì e la mia espressione, evidentemente, dice più di mille parole.
Alberto mi sorride e mi invita a sedermi. Mi metto su una poltrona, di fronte a loro. Mi sento in imbarazzo, osservato. Mi spiega che Enea ha sentito parlare di quello che facciamo. Vorrei arrabbiarmi, perché è chiaro che siano stati loro a dirglielo ma rimango zitto, come pietrificato.
Aggiunge che, dato che anche lui ha interesse, sarebbe bello che gli facessi provare la mia bocca. Avrei voluto dire di no, lo ammetto. Anche soltanto per non dare l’idea di essere davvero in tutto e per tutto la loro puttana. Non ne sono stato capace.
Un minuto dopo sono già diretto verso la camera degli ospiti, con Enea che mi ha preso per la mano e mi sta guidando. Mi giro un’ultima volta e guardo con delusione Alberto, lui mi sorride e mi fa l’occhiolino.
Entriamo in camera ed Enea è davanti a me. È un bel ragazzo, leggermente più alto di Alberto, molto molto magro e anche molto peloso. Ha i capelli neri lucenti, tenuti molto corti e una folta barba nera, che comunque gli sta bene. Mi sento a disagio e lascio fare a lui la prima mossa. Si avvicina a pochi metri, mi accarezza la guancia, mi mette un dito in bocca.
Io non trovo di meglio da fare che succhiarglielo, dando subito l’idea di quanto sia troia. A quel punto mi avvicina e mi bacia. Iniziamo a limonare e pian piano ci avviciniamo al letto, che altro non è che una brandina poggiata sul muro sinistro della camera, dal lato opposto rispetto alla porta di ingresso. Mentre ci baciamo, senza sosta, iniziamo anche a denudarci. In pochi istanti Enea si toglie la maglia e la canottiera e mi mostra il suo petto villoso, che subito mi fa indurire tremendamente il pisello. E sì, perché non vi ho detto che io ho una certa passione per i ragazzi un po' più grandi, tipo dai 25 anni in su. Quindi, il petto peloso, è un qualcosa che mi riporta a loro e mi attira tantissimo. Un po' l’opposto di Alberto, per intenderci, però è sempre stata un mio tarlo.
Appena posso, mi lancio sul petto di Enea e inizio a leccarlo. Lui è sorpreso dalla mia voracità, non si aspettava di vedermi così collaborativo e voglioso. E devo ammettere, non me lo aspettavo neanche io. Sono un po' sorpreso da me stesso, sono passato dall’enorme delusione per quello che mi ha combinato oggi Alberto al lasciarmi completamente andare.
Mentre continuo a leccargli tutto, il petto, le ascelle, le cosce, i piedi, Enea si sfila anche le mutande. Ha un cazzo lunghissimo. È molto sottile ma lunghissimo, una cosa pazzesca. Decisamente il cazzo più lungo che abbia mai avuto per me. Quello di Leo è molto più largo ma ha meno centimetri.
Gli succhio un coglione, è pieno di peli anche lì, lo mordicchio, lo bacio, lo lecco. Enea si stende sul letto e allarga le cosce, mi invita a farlo godere.
Io assaggio il cazzo, mi sta quasi venendo voglia di farmi scopare. Mentre lo prendo in bocca, finisco di denudarmi, togliendomi tutto ciò che mi era rimasto addosso. Sono completamente nudo a pochi metri da un ragazzo che mi sta eccitando da morire. Enea dimostra di più della sua età, lo dicono tutti ed è molto carino, almeno secondo me. Come una troia famelica, mi stacco dal cazzo e gli salgo sopra a cavalcioni. Inizio a strusciarmi. Lui è eccitatissimo e mugola di piacere.
Gli infilo la lingua in bocca e riprendiamo a pomiciare mentre continuo a strusciarmi su di lui, passando anche il mio cazzo sul suo petto. Il contatto con i suoi peli mi provoca un brivido di piacere, trovo un buon ritmo ed è veramente eccitante. Intanto, il mio culetto è puntato sul suo pisello. Lo sento a pochi centimetri dal buchetto, svetta in aria ed è durissimo. Mi sono masturbato come un pazzo in culo questi giorni. Ho allenato il mio buco per poter scopare con Alberto e sono arrivato a infilarci anche 3 dita. So che quello di Enea ci entrerebbe. Proverei dolore ma non troppo, lo riuscirei ad assorbire e godrei tanto, da morire.
I miei movimenti sono inequivocabili e sento un pezzetto di cazzo che è pronto a penetrarmi. Sono scatenato, ansimo e lo guardo con passione. All’improvviso, però, Enea rinviene e si rende conto:
“Che cazzo stai facendo, non possiamo” mi sussurra con calma.
“Perché?” chiedo io con voce tremante.
“No, poi è un casino, non posso, se vuoi ti scopo secco” anche lui è a conoscenza di questa pratica, evidentemente non è la prima volta che Alberto e Leo lo coinvolgono nelle loro iniziative. Mi vedo costretto ad accettare, per cui mi giro a pecora e permetto a Enea di scoparmi secco.
Sento il suo cazzo attraverso le mie chiappe, lui le usa per segarsi e il suo fantastico arnese sfiora ripetutamente il mio buchino, che è ancora grondante di liquidi e vogliosissimo. Io, intanto, mi sego come un pazzo il pisello.
Dopo circa 5 minuti, Enea inizia a respirare affannosamente, si aggrappa alla mia schiena e mi scarica tutto il suo sperma nel culo. Io lo seguo a ruota e sborro sul materasso, urlando di piacere senza ritegno. Siamo appena venuti e Enea è steso sul letto, guardando il soffitto.
Io mi sto pentendo della situazione, inizio a pensare ad Alberto e non so cosa fare. Gli chiedo il permesso di poter andare un momento in bagno, lui me lo concede.
E’ l’occasione giusta per andare da Alberto, gli voglio dire che sono stato bravo ma che ora ho voglia di stare con lui. Torno in salone ma il mio amato non c’è. Io sono nudo e infreddolito, ma allo stesso tempo spaesato. Inizio a girare per le camere e arrivo di fronte a quella che credo sia quella di Alberto. La porta è chiusa e dall’interno arrivano dei rumori strani. Mi accuccio e metto l’occhio nella serratura.
Alberto è a pecora e si sta facendo scopare da Leonardo. Rimango di sasso, non so cosa fare. Una parte di me vorrebbe entrare dentro e fare una piazzata di gelosia ma non sono nessuno per poterlo fare. Non me l’aspettavo. Li sento parlare, dicono di amarsi. Capisco che stanno insieme, c’è troppo feeling. E inizio a capire tante cose: comprendo perché Alberto non abbia ancora voluto scoparmi ma anche perché, durante il primo incontro, Leo provò a farlo. Non aveva reali intenzioni di andare a fondo, voleva solo verificare se io fossi vergine o meno e se mi fossi permesso di fermarlo. Sono tristissimo, probabilmente mi scende anche qualche lacrima perché quando torno in camera, Enea mi chiede cosa sia successo.
Gli dico che devo tornare urgentemente a casa, senza dargli una spiegazione. Mi rivesto e scappo via. Alberto è ancora in camera con Leonardo e quindi non mi vede uscire. Lo sentirò solo qualche ora dopo. Mi chiederà scusa e mi dirà che gli è dispiaciuto, è stato uno stronzo e lo sa. Piango come un bambino, le lacrime non smettono di scendere. Non esco dalla camera neanche per mangiare. I miei genitori sono preoccupati, non capiscono. Non vado a scuola per diversi giorni, sto in totale crisi, sto sull’orlo di una crisi depressiva.
Mi riprendo qualche giorno dopo, torno a fare allenamento e mi viene comunicata una notizia: dal momento che la prima squadra ha perso diversi elementi per squalifica e infortuni, molti dei ragazzi della Juniores saranno aggregati con loro per un periodo. Di conseguenza, molti di noi allievi scaleranno alla Juniores, tra cui me. Non giocherò con Alberto, Leo o Enea, perché loro sono stati promossi in prima squadra e questa è una fonte di tranquillità per me.
Perché mi hanno scelto? Non perché io sia tra i più bravi, quanto perché sono tra i più presenti, nonostante i miei ritardi. Sono uno che se prende un impegno, lo sa mantenere. Qui bastano pochi giorni e accade il fatto che cambia definitivamente tutto. Finalmente perdo la verginità…
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