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Gay & Bisex

Proposta indecente parte 2


di Thefab
28.11.2019    |    7.638    |    11 9.4
"Non è in erezione, ha il pisello moscio e già così è notevolmente grande..."
Ed eccoci all’undicesimo capitolo delle mie avventure sessuali, nonché seconda parte del precedente. Ricordo che ci troviamo all’estate del 2016 e che io ho quasi 17 anni.
E’ stata una notte quasi insonne e non ha portato alcun consiglio. Al mattino sono agitato, ho il cuore che batte a mille. Ma, allo stesso tempo, sono maledettamente eccitato. Questo contrasto di sentimenti mi impedisce di prendere una decisione.
A complicare ulteriormente la mia scelta, ci si mette Manu. Messaggiamo a lungo, lui ha capito che ci sono rimasto un po’ male per la sua conquista femminile durante la festa. Una parte di me è felice per lui, era ciò che voleva e finalmente si farà meno complessi. Ma l’altra parte di me, quella che spicca, è l’egoismo, il mio più grande difetto. Vedo quella ragazza come un ostacolo tra me e Manuel proprio nel momento migliore che il nostro rapporto sessuale aveva raggiunto. Il mio amante dai capelli rossi mi tranquillizza, dice che si sta sentendo con quella ragazza ma che è tutto ancora allo stato embrionale e quindi non ha alcuna intenzione di interrompere gli incontri con me.
Per tutta risposta, mi invita ad andare a casa sua al pomeriggio, promettendomi fuochi d’artificio a letto, probabilmente ancora molto eccitato dalla sua prima pomiciata con una ragazza. Per invogliarmi, vedendomi ancora sulle mie, mi invia una foto del suo uccellone. Inizio a vacillare. Andare da Manu vorrebbe dire ignorare l’invito di Juan e chiudere definitivamente quella vicenda.
Essendo solo a casa, finisco per masturbarmi. Nella mia mente si alternano i cazzi enormi di Manuel e Juan ma anche l’idea di iniziare a farmi pagare per scopare. Non so perché, ma la prospettiva non mi fa schifo come avrei voluto, anzi, mi sta potentemente attizzando.
Tuttavia, rimango nel dubbio fino all’ultimo momento. Mi preparo, faccio una doccia, mi vesto come se dovessi andare in spiaggia ed esco. Juan abita nella stessa direzione di Manuel, quindi prendo la mia bici e mi dirigo in quella zona. Sono davvero agitato, il cuore mi pompa a tutta forza, faccio anche fatica a deglutire.
A metà strada, prendo la mia decisione: vado da Juan. Mando un messaggio a Manu e mi invento una scusa, sperando di non incrociarlo lungo il cammino.
Giungo nel quartiere dove abita il ragazzo colombiano, cerco di ricordarmi le indicazioni che mi ha dato, alla fine capisco qual è il suo palazzo. Suono il citofono, lui mi apre. Salgo le scale a piedi, giungo al terzo piano e c’è una porta socchiusa. Busso e dall’altra parte Juan mi apre la porta e mi fa entrare. Indossa solo uno slip bianco, io mi avvicino per baciarlo, ingenuamente. Lui sembra freddo, mi poggia velocemente le labbra sulle mie, senza enfasi.
Ci dirigiamo verso la sua camera, attraversando il salone. Sul divano c’è una ragazzina, avrà 13-14 anni, è molto carina e sta guardando la televisione. La saluto e ci sorridiamo, Juan richiama la mia attenzione, evidentemente non vuole che ci parli. Mentre arriviamo davanti alla sua stanza, mi sussurra:
“E’ mia sorella, lo sa quello che faccio, così aiuto anche la mia famiglia”.
Io annuisco, entro in camera. Lui mi chiede se ho bisogno di una doccia ma gli dico che l’ho fatta appena prima di uscire, a quel punto mi ordina di spogliarmi completamente nudo. C’è durezza nella sua voce, assomiglia tutto ad un ordine. Probabilmente, il solo fatto che mi sia presentato a casa sua, gli dà la convinzione assoluta che mi abbia ormai in pugno…ed è così. Sono maledettamente affascinato dal suo modo di fare e anche da quello che fa. Ho voglia di provare, ho voglia di soldi. E’ brutto ma è la verità. Sono stanco di chiedere i 5-10 euro ai genitori per uscire, di stare attento ad ogni spesa. Voglio godermi questa estate e decido di obbedire a ciò che Juan mi dirà di fare.
Mi fa stendere sul letto, poi sparisce per qualche minuto, facendo ritorno con un rasoio e un tubetto della Durex di olio per massaggi, aromatizzato. Prima di sedersi al mio fianco, si toglie lo slip.
Non è in erezione, ha il pisello moscio e già così è notevolmente grande. Avrei voglia di toccarglielo ma mi dice di stare solo steso e rilassato. Mi inizia a depilare la zona intima, l’unica del corpo dove ho peli. Lo lascio fare e, in pochi istanti, mi trovo completamente liscio anche attorno al cazzo, che peraltro è già notevolmente duro. Inizia ad accarezzarmi il corpo. Ha delle magnifiche mani, delicatissime. Sento dei brividi, mi viene la pelle d’oca, è bellissimo.
Mi passa la mano su tutto il corpo, partendo dal collo fino ai piedi. Poi prende il tubetto, mi mette dell’olio sul pisello, altro se lo mette lui sulle mani: comincia il mio primo massaggio prostatico. Beh ragazzi, quello che ho provato da adesso in poi è quasi inspiegabile. E’ stato un continuo brivido lungo tutto il corpo, un frenetico desiderio di godere, un qualcosa di incredibile. Juan si accorge che sto trattenendo il mio modo di esternare il piacere, mi rassicura sul fatto che alla sorella non importi nulla e che sia abituata a urla e gemiti. Mi sciolgo completamente: lo guardo mentre mi tiene l’uccello tra le mani e inizio ad ansimare ad alta voce, come mi piace fare.
Il mio cazzo scorre avanti e indietro nella sua presa, il momento di massimo godimento e quando arriva a toccarmi la cappella, mi dà delle piccole strizzate, me la tasta, poi appena sente che l’olio si sta assorbendo, ne aggiunge altro. Sto impazzendo, mi sento come quando bevi moltissimo e finalmente riesci a pisciare. Quella sensazione liberatoria mi pervade, ho lo stimolo di quando faccio pipì ma in realtà non la sto facendo. Muovo nevroticamente il mio corpo, sono pervaso dalla libidine più assoluta. Juan è straordinariamente bravo e poco dopo capitolo: inizio a schizzare ovunque, alzo lo sguardo verso il soffitto, sono una maschera totale di piacere e urlo, ansimo. Ho il fiatone, sono sudato: è stato cento volte meglio di un qualunque altro orgasmo, non avevo mai provato un simile godimento.
Juan mi lascia riprendere fiato, poi mi fa alzare e si mette al posto mio. Inizia la lezione. Mi spiega come massaggiare bene il corpo di una persona per farla rilassare, poi mi fa spalmare il suo cazzo con l’olio e comincia a guidarmi. All’inizio sono impacciato, il suo cazzo mi scappa spesso dalle mani e mi muovo un po' a casaccio. Ma Juan è paziente e mi fa capire bene quello che devo fare, i punti dove c’è più godimento, dove passare con più energia, dove rallentare il ritmo o dove dare semplici e veloci pizzicate. In poco tempo mi sento già decisamente più bravo.
Lo comincio a massaggiare da solo, lui è steso e ansima lentamente, gli piace. Ho il suo enorme cazzo tra le mani, lo faccio scorrere, poi gli stimolo la cappella, soprattutto nella parte bassa, ci passo il pollice così come mi ha spiegato lui. Quando scendo verso il basso, invece, aumento un po' la forza e l’intensità del movimento. Uso spesso entrambe le mani. Juan si lascia andare, si inizia ad agitare per bene e poco dopo mi sborra tra le mani.
Siamo rimasti un po' sul letto, mi ha fatto poggiare sul suo petto e mi ha iniziato ad accarezzare. Io faccio lo stesso, gli arrivo spesso a toccare il cazzo, attendo che gli torni duro. Ho voglia di scopare e non faccio molto per nasconderlo. Quando è arrapato, inizio a baciargli il petto, scendo lentamente e gli prendo il cazzo in bocca, senza perdere molto tempo. Ha ancora il sapore dell’olio che ho usato per il massaggio prostatico, la sensazione è strana ma me ne sbatto il cazzo e continuo a ciucciarlo. Lui sta godendo, io lavoro intensamente con le mie labbra e la mia lingua. Sto diventando sempre più bravo con i pompini, ne sono consapevole e la cosa mi piace. Intanto, con la mano sinistra, mi stimolo il buchino del culo. Quando sento che è pronto, mi posiziono per impalarmi il suo enorme pisello dentro. Juan mi ferma, allunga la mano e dal cassetto tira fuori un preservativo. Io lo stavo facendo senza, lui ha ragione, ci conosciamo a malapena e lui fa anche l’escort di lavoro. Lo indossa, poi mi fa rimettere in posizione. Me lo spingo tutto dentro, inizio a cavalcarlo e ansimo. Gli metto le mani sul petto e comincio a muovermi sempre più deciso. Lui viene in su col bacino, mi fa entrare tutto il cazzo dentro, lo sento fino allo stomaco, è bellissimo. Fottiamo per almeno 20 minuti, da veri e propri porci scatenati. Siamo tutti sudati, lui capitola nel preservativo. Io ho ancora il cazzo duro.
“Non hai mai provato i miei pompini” mi avvisa di quello che sta per farmi.
Mi fa stendere, me lo prende in bocca, inizia a ciucciarlo. E’ unico, mai più provato un pompino del genere. Mi tiene letteralmente attaccato al materasso, lo prende tutto in bocca fino alla radice, poi torna sopra e mi ciuccia la cappella. Cambia il ritmo, mi sta facendo impazzire. Duro meno di 5 minuti, poi lo avvero con un affannoso respiro che sto per sborrare. Non la vuole in bocca, termina con una sega, schizzo ovunque.
“Ora vatti a fare una doccia” mi dice.
Gli provo a dire che intendo farla a casa ma il suo è un ordine, non una proposta. Sono ancora un po' bloccato, per andare in bagno dovrei attraversare il salone e c’è la sorella, mi vergogno. Ma lui è quello che vuole. Mi ordina ancora di andare, senza portare i vestiti. Mi dice che c’è un accappatoio blu appeso, è il suo e posso usarlo. Mi copro solo il cazzo con le mani ed esco. Cerco di passare rapidamente, senza attirare troppo l’attenzione ma la ragazzina mi sta guardando. Io accelero il passo, le mostro solo il mio culo, lei sorride e scuote la testa. Ho fatto la figura della troia o del cliente, amen.
Mi sciacquo rapidamente, poi indosso l’accappatoio e torno. Juan ha i miei vestiti tra le mani, li sta guardando, con aria schifata.
“La prossima volta vedi di vestirti in modo dignitoso, non da spiaggia”.
Non replico niente, ascolto il suo rimprovero in silenzio. Mi dice di mettermi in posa, chiedo spiegazione ma non me ne dà alcuna. Mi tolgo l’accappatoio, mi metto in mostra e lui mi scatta delle foto col cellulare, me ne fa alcune anche steso sul letto, col cazzo duro, al culo, ai piedi.
Poi mi rivesto, mi scatta un paio di foto anche con gli abiti e mi accompagna alla porta, dicendo di tenermi pronto che presto mi chiamerà. La sorella mi saluta, è ancora piuttosto divertita nei miei confronti, mi sento nuovamente a disagio.
Al ritorno sono impregnato da strane sensazioni: una parte di me si sente sporca, mi vergogno tremendamente di essermi fatto comandare in quel modo e di essermi fatto vedere nudo da una ragazzina che ha anche riso di me, nonché di essermi fatto fotografare nudo da Juan. L’altra, però, è estremamente eccitata. Anche l’idea che qualche vecchio porco veda le mie foto, beh non so il motivo, ma mi arrapa tremendamente…e quel massaggio! Quel massaggio è stato epico, ho una voglia matta di provare a farlo a Manu e non ci penso due volte.
Il giorno seguente, gli dico di avere una sorpresa per lui e se posso raggiungerlo a casa. Lui accetta immediatamente. Prima del mare, passo ai distributori di profilattici e prendo una boccetta piccola di gel per massaggi della Durex, me lo metto nel marsupio e vado a casa di Manuel, mi aspetta in mutande. Avrei voglia di baciarlo, appena lo vedo. Ne sento l’esigenza da qualche giorno, ancora di più da quando l’ho visto pomiciare con una ragazza. E’ come quando, da piccolo, ti strappano un giocattolo che magari neanche stai usando e, in quel momento esatto, diventa il tuo preferito.
Una volta in camera da letto, ci spogliamo nudi, poi lo faccio stendere sul letto e gli dico di lasciarmi fare. Poggio il gel Durex sul comodino, poi inizio a massaggiarlo normalmente, passando su tutto il suo corpo. Sono arrapatissimo, il cazzo mi sta già scoppiando. Anche lui si eccita facilmente e in poco tempo vedo il suo uccellone prendere forma e farsi di marmo.
Prendo il gel, lo spruzzo sul suo cazzo e sulle mie mani. Inizio a fare il massaggio, così come mi ha insegnato Juan. Nei primi istanti sono ancora un po' impacciato, come lo ero stato il primo giorno. D’altronde è solo la seconda volta che lo faccio e non c’è più il 22enne colombiano a guidarmi. Ma in breve tempo, prendo totale possesso della situazione. Comincio a farlo scorrere tra le mie mani, a dare pizzicate nei punti giusti, a palpare, a fare tutto ciò che Juan mi ha insegnato.
Manuel impazzisce, lui non è mai stato un tipo che mostra troppo il suo godimento, oggi perde la testa, è tutto rosso, ha la bocca aperta e ansima.
“Oddio, che mi fai Fabiolino? Mi piscio addosso così”
Lo tranquillizzo, gli dico che è solo una sensazione e di resistere e godersi quel momento. Dopo 4-5 minuti, allarga le cosce e sborra come un cammello. Gli schizzi partono ovunque, alcuni mi colpiscono anche sul viso. Io tiro fuori la lingua e ne lecco un po' dalle mie labbra. Lo rifacciamo altre 2 volte, quel pomeriggio. Mi piace tremendamente fare quel tipo di massaggio.
Il giorno seguente, sono quasi pronto per andare a casa di Manuel, quando mi chiama Juan. Mi dice di tornare da lui, senza alcuna possibilità di replica. Ha un’altra sorpresa per me. Ero già vestito per andare in spiaggia, ma so che lui non gradisce e quindi mi cambio. Indosso un jeans corto, una maglietta bianca e le scarpe da tennis.
Raggiungo nuovamente la cadente palazzina dove abita Juan assieme alla sua famiglia. Stavolta non c’è nessuno in casa, tiro un sospiro di sollievo. Mi porta in camera e mi ordina di spogliarmi, io eseguo. Pregusto di fare ancora l’amore con lui ma non è questo il suo piano. Mi lascia qualche minuto in attesa, poi sento suonare il citofono.
Poco dopo, Juan fa nuovamente la sua comparsa in camera, non è più solo. Assieme a lui c’è un signore di oltre 50 anni. E’ brutto, è abbastanza grasso, basso, ha gli occhiali e ha pochi capelli. Io sono nudo, come un verme, davanti a lui. Come prima casa, istintivamente, mi copro il pisello, che è moscio. Juan mi fulmina con lo sguardo e mi obbliga a togliere la mano. Mi fa osservare per bene, facendomi ruotare su me stesso.
“Si, è come nelle foto, mi piace, quanti anni hai ragazzo?” mi domanda.
“16”. Ne ho quasi 17 ma Juan mi ha consigliato di dire 16 che fa più effetto con questa gente. Lui è molto soddisfatto e accetta. Si inizia a spogliare, in poco tempo è nudo. Ha il cazzo barzotto, ma è piccolo e scappellato. Il corpo è molto peloso. E’ una persona con cui non farei niente, eppure la situazione mi eccita. Il mio pene si fa duro.
Juan ci lascia soli e va dillà. Mi stendo sul letto accanto al signore.
“Cosa vuole fare?” domando, dandogli del lei.
“Intanto dammi del tu. Mi ha detto Juan che fai dei massaggi meravigliosi, ma ti voglio provare”
Mi inizia ad accarezzare il viso, passa le dita sulle mie labbra, poi mi spinge un indice in bocca. Io da troia famelica quale sono, inizio a leccarlo, poi a succhiarlo. Con l’altra mano, mi sta toccando le palle e il cazzo. Inizio a farmi propositivo anche io e lo palpo, gli tocco la pancia, il cazzo.
Lui si avvicina, mi inizia a baciare. Sono un po' bloccato, mi fa schifo. Però devo essere bravo, è un lavoro e devo dare il mio meglio. Rispondo, infilo la lingua dentro e pomiciamo a lungo, mentre le nostre mani esplorano i corpi.
“Ora succhiamelo, troia” mi dice.
Mi afferra la testa, me la spinge verso il basso. Il cazzo non è pulito bene, ha un odore forte ma non posso dire niente. Lo lecco con cura per un paio di minuti, lui ansima. Poi lo prendo in bocca e inizio a ciucciare. Mi muovo velocemente su e giù con la testa, provo a mettere in atto i trucchi che conosco e il signore sta impazzendo.
“Fermo, sennò sborro subito” mi dice poco dopo.
Vuole che inizi il massaggio, io obbedisco. Inizio a massaggiare il corpo, poi appena è rilassato, come mi ha insegnato Juan, passo al cazzo. Lo cospargo di gel e comincio.
Lui sta impazzendo, si agita, ansima, è in totale godimento. Dopo circa 7-8 minuti, mi viene in mano. E’ affaticato per l’orgasmo ma mi fa presente che abbiamo ancora del tempo. Riprendo a succhiargli il cazzo, lo faccio con cura fino a che non gli torna duro.
“Ora scopiamo” mi ordina. Io eseguo, prendo il preservativo che Juan ha lasciato appositamente sul comodino, lo apro e lo aiuto a infilarlo. Non sono pratico, lui se ne accorge e alla fine lo indossa da solo. Gli chiedo in che posizione vuole fottermi e dice di mettermi a novanta. Si mette alle mie spalle e mi infila il cazzo dentro. Si aggrappa ai miei fianchi e inizia a scoparmi. Sento il suo alito sulla schiena e sul collo. Cerco di non pensare a chi ho dietro ma solo che ho un cazzo nel culo e che sto godendo. Passo quasi tutto il tempo con gli occhi chiusi e la strategia funziona. Inizio ad ansimare, mi faccio vedere molto coinvolto.
Il signore mi impugna il cazzo, inizia a segarmelo, io sborro quasi subito. Lancio un urlo di piacere, imbratto tutto il lenzuolo, poi torno a chiudere gli occhi e attendo che lui finisca. Lo sento respirare in modo sempre più affannoso, sta capitolando. Si aggrappa ancora più forte a me, si poggia sulla mia spalla, cerca la mia bocca. Io, senza aprire gli occhi, rispondo al suo bacio, gli infilo la lingua dentro e iniziamo a pomiciare. Poco dopo viene, riempie tutto il preservativo.
Stiamo qualche altro minuto sul letto, mi accarezza la testa e dice che sono stato fantastico e che possiamo divertirci ancora insieme. Ci rivestiamo, poi tira fuori una banconota da 50 euro e me la dà.
Mi saluta e va via. Poco dopo torna Juan, mi dice che 20 euro se li prende lui, perché mi ha trovato il cliente e mi ha prestato la camera. Non dico nulla, obbedisco.
Mi sono prostituito per la prima volta in vita mia e mi sento strano. So che Juan mi troverà prestissimo un nuovo cliente, una parte di me non vede l’ora…


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