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Gay & Bisex

Messaggio Anonimo [ Pt. 5 ]


di alchest
27.03.2015    |    5.012    |    8 8.7
"Dobbiamo parlare di alcune cose"..."
Dopo quanto successo, mi riuscì difficile chiedergli di vederci per un confronto. Ero abbastanza deluso e combattuto. Non fosse stato per il fatto che non avevo ancora sentito la sua versione, non gli avrei chiesto assolutamente nulla. Fino al giorno in cui conobbi Giancarlo, prendevo tutto alla leggera senza fermarmi a pensare a qualcuno in particolare che non fossi io, né tanto meno avevo provato interesse per qualcuno in particolare. Qualcosa mi si era svegliato dentro verso Gianluca e ormai era evidente, ma questo problema mi aveva smorzato parecchio. Per la prima volta mi ero affezionato a qualcuno, sentivo di volerlo proteggere e di voler spendere tempo ed energie per farlo stare bene.. E cosa ne salta fuori? Che è un mercenario. Probabilmente io al di fuori di un ambiente gay, non così informato sulla vita privata di Giancarlo.. Forse una serie di circostanze mi fecero reagire nel modo negativo. Eppure quello era l'unico modo che conoscevo. La curiosità però, mi spinse ad incontrarlo.
La sera, presi le chiavi dell'auto e una giacchetta leggera e andai a prenderlo davanti casa. Non nego l'agitazione, ma cercai di calmarmi per non attaccarlo subito. Quando uscì dal portone, chiudendoselo alle spalle, si avvicinò all'auto e, nel buio della sera, cominciai a intravedere il suo sorriso. Entrò in auto, mi girai per salutarlo con moderazione e lui si allungò per baciarmi. Mi si gelò il sangue. Subito mi venne quasi disprezzo, ancora nel pensiero che frequentasse clienti su chiamata e che con quelle labbra avesse baciato chissà chi. Se ne accorse subito, ovviamente. "Che succede?" "Volevo aspettare un pochetto prima di dirlo ma... Dobbiamo parlare di alcune cose". Non riuscivo a guardarlo negli occhi, non subito almeno. Partii con l'auto, andando in un posto più tranquillo ma rimanendo in zona. Se si fosse arrabbiato? Se fosse scappato? Io sì, ero deluso, ma di certo non volevo lasciarlo in mezzo ad una strada. Se fossimo rimasti in zona, sarebbe potuto tornare a casa tranquillamente. Girai il quartiere e mi fermai al primo parcheggio tranquillo che trovai. Nel tragitto rimanemmo in silenzio, io imbarazzato lui probabilmente preoccupato. Accese la radio, io abbassai il volume. Una volta parcheggiato presi un momento per inspirare e prendere coraggio. Non mi ero preparato un discorso, quindi cominciai da dove ritenni opportuno. "Ho scoperto chi ci ha mandato quei messaggi" "Ah bene" "No, non va bene" lo interruppi subito. "Questa persona non è collegata a me. O almeno, è un'amicizia in comune. Ma la sua ossessione è per te, non per me" lui un pò dubbioso cominciò a pensare a chi potesse essere, poi ci rinunciò "Chi è? E tu come l'hai saputo?" "L'ho saputo da un'altra nostra conoscenza in comune. Ricordi per caso Tano e Sergio?" al dire quei due nomi si bloccò, fissandomi con uno sguardo quasi vuoto. "Sempre che i clienti con te si presentino per nome" aggiunsi. Seguì un lungo silenzio, aspettando che si riprendesse e mi desse una spiegazione, ma si chiuse in sé stesso abbassando la testa con quegli occhi vitrei. "Senti, io sono qui non per puntarti il dito contro... Anzi, non so perché sono qui. Forse voglio sentire le tue motivazioni, voglio sentirti dire che non è vero. Voglio che dici qualcosa però" gli dissi. Ma lui non si smosse da lì. "Dimmi qualcosa!" gli urlai. Ma lui non rispose. Tirò su col naso. Stava piangendo. Ero confuso, spiazzato. Ero andato lì con la precisa intenzione di accusarlo, ma già da subito avevo detto che non ero lì per puntargli contro il dito. Mi stavo contraddicendo, ero più confuso di prima. "Giancarlo ascolta, io questa cosa l'ho saputa da Sergio. Non ho parlato con Tano e non voglio parlarci. Prenderò delle precauzioni contro di lui e se sarà necessario lo denuncerò. Ma tu devi parlarmi, ok? Voglio sapere perché l'hai fatto, se lo fai ancora.. Ti prego parlami". Tirò sul naso un'altra volta, prese un pacchetto di fazzoletti dalla tasca e si asciugò il naso e le guance. "E' cominciato anni fa, avevo 16 anni. Ma fu un gioco, assieme a due compagni di classe. Eravamo migliori amici: io, Kevin e Giulia. Inizialmente non era per soldi, ma per un semplice voto. Il professore di fisica mostrò interesse per me e Kevin che eravamo gay dichiarati, così in un'aula vuota gli facemmo un lavoretto e lui ci tolse l'insufficenza nella sua materia. Quando lo raccontammo a Giulia, ci confessò di essersi venduta anche lei ma per soldi. Cominciammo così a divertirci con chi chiedeva, ma capitava una volta ogni tre o quattro mesi, tanto per farci qualche risata. Loro non sapevano però che io lo facevo anche per conto mio. E devo anche dire 'fortunatamente', perché se non fosse stato per quello che facevo, non saremmo più rimasti amici." riprese il fazzoletto, si soffiò il naso e poi riprese a parlare riuscendo a fermare le lacrime. "Ricordi quando ti parlai di mia madre?" "Sì, scherzasti sul fatto che non ti cagava mi pare" "Beh lei non mi caga perché... Mia madre è un'alcolista. Spende molti soldi per bere e questo problema dura da anni" "E perché nessuno le dice nulla? Hai mai provato a chiedere aiuto a qualcuno?" "Mai servito a nulla. L'ultima volta che cercai di toglierle la bottiglia dalla mano avevo 15 anni e mi picchiò così forte che finii in ospedale." "Che cosa?! Ma sei pazzo? Perché vivi ancora con lei? Tuo padre, i tuoi fratelli?" "Non ho fratelli e mio padre l'ha mollata quando ero piccolo. Per questo lei ha iniziato a bere.. Il problema è che, spendendo tutti i soldi in alcol, a me manca tutto. Pensa che gli anni scolastici me li sono pagati da solo. E, prima che tu possa pensar male, non ho pagato tutto vendendomi. Nella stagione parto sempre per qualche villaggio turistico con i miei cugini, almeno mamma firmava la liberatoria per quando ero minorenne. Lì si guadagna decisamente bene, così potevo pagarmi gli studi. Ma come dire.. un ragazzo ha bisogno anche di altro, qualche vestito, un compleanno.. Un pacchetto di sigarette! Dannazione, mi mancava tutto. Così quando cominciai ad avere rapporti e a scoprire quanti pochi problemi mi facessi, ne approfittai. La mia fortuna era avere un bel viso e piacere sempre a tutti così potevo fare una sorta di selezione. La mia sfortuna? Che la voce cominciò a girare. Tutti pian piano cominciarono a parlare di 'Giancarlo la troia'." "Aspetta aspetta... mi stai dicendo che tu fai questo... 'lavoro' per mantenerti perché tua madre non ti dà nemmeno un centesimo?" "Beh, detta così sembra una storiella strappa lacrime ma.. E' così. Ora non voglio né impietosirti né nulla ma.. Ero felice di averti conosciuto perché eri fuori dai giri e finalmente potevo essere Giancarlo e non Giancarlo la troia. E invece cosa succede? Un cliente mi sputtana tutto.. Ora sono incasinato. Non voglio che tu ti metta dentro questa situazione, non voglio che tu sappia oltre e soprattutto non posso continuare questa storia con te" "Hey aspetta, aspetta.. Mi stai dicendo che mentre ci frequentavamo io e te vedevi.. clienti?" "No coglione, al contrario. Da quando ti ho conosciuto ho iniziato ad evitare appuntamenti e ora non ho un soldo. Se ti faccio così schifo puoi anche tornartene a casa" si slacciò la cintura di sicurezza e fece per uscire, ma bloccai le porte. "Aspetta Gianca aspetta" lo bloccai afferrandogli un braccio, ma lui cominciò a strattonare per liberarsi dalla presa. "Gianca aspetta, ti prego... Io voglio sistemare questa cosa" appena lo dissi, lui si calmò. Non dico di averlo convinto all'istante ma si stava calmando. "Ho bisogno di chiarire il tutto, di capirci meglio... Devo... Devo... Io ho promesso una cosa Gianca: ho promesso di proteggerti da tutto e tutti. E questo è quello che farò" si placò, abbassando le braccia e girandosi piano verso di me "Davvero? Tu lo dici ma non lo farai" "Sì che lo farò, te lo prometto. Come ho fatto fino ad ora" "Certo. Lo farai. E come? Vivo con mia madre, non mi dà un soldo, tu non sei nemmeno dichiarato e a neanche due mesi da quando ci vediamo ho una stalker alle calcagna. Cosa vorresti fare? Cosa?! Io non mi accontento delle buone intenzioni" le sue parole divennero più forti, alzò il tono e scoppiò in lacrime "Ne ho abbastanza di persone che fanno i gentili, che si preoccupano e che mi lasciano la speranza di uscire da questo incubo solo per avere il mio corpo e poi abbandonarmi." "Col cazzo che ti abbandono" lo interruppi prendendogli le mani "Ora che ti ho trovato, non ti lascio. Verrai da me per qualche giorno, cercheremo un lavoretto facile e veloce con cui potrai mantenerti. Se non vorrai stare da me, ti cercherai una casetta coi soldi che metterai da parte. Per ora penseremo a questo, qualunque problema si paleserà in mezzo a noi verrà affrontato. Assieme. Va bene?" "Non voglio abbandonare mia madre.. Pensi che non abbia mai pensato a tutto questo? Pensi che non abbia mai considerato l'idea di andarmene di casa? Ho un sacco di soldi da parte.. Gli studi sono finiti, gli sfizi anche.. Nulla mi tratterrebbe dall'andarmene, ma è mia madre. Lei è in questo stato per colpa di mio padre. Esce per comprarsi l'alcol e basta. Non sa badare a sé stessa e non le interessa farlo" "La tua assenza sarà lo scossone che le serviva, vedrai che senza te che gli porti da mangiare lei si rialzerà. Ora fa troppo affidamento su di te, e tu hai 23 anni. Hai bisogno di iniziare una vita che sia tua. Devi iniziare ad avere una professione, crescere. Lei è adulta, tu lo sei diventato per qualcun altro. Nessuno si occupava di te, ma ora lo farò io. So che non è semplice ma puoi farcela. Mi fai un favore?" "Sentiamo.." mi rispose titubante abbassando lo sguardo. Gli posai due dita sotto il mento, gli alzai il viso e gli dissi "Vai in casa, prendi qualche vestito e quello che ti serve, scrivi un biglietto a tua madre e da stanotte dormi da me" lui mi stampò un bacio forte, cercando poi la portiera. La aprii, sgattaiolò fuori e tornò dentro casa. Io posai la testa al volante. Avevo accellerato le cose, non avevo pensato a mente lucida. Ma era ciò che volevo, avrei solo dovuto pensare per due anziché solo per uno. Lui l'aveva fatto per anni. Non potevo rimangiarmi la parola.
Tornò in auto pochi minuti dopo, una sacca in spalla piccola e leggera. "Cos'hai lì dentro? Resterai qualche giorno, non uno" "Ho qualche maglietta e l'intimo. Se mi servirà qualcosa lo comprerò stai tranquillo" poggiò la testa sulla mia spalla e mi invitò a partire.
Tornati a casa, lo invitai a sedersi ma lui mi si gettò tra le braccia in un bacio passionale. Mi si avvinghiò al collo passandomi la mano tra i capelli mentre mi limonava con passione. "Ora sei mio, lo sai" gli sussurrai all'orecchio baciandogli il collo. "Sono tuo, completamente. Lo giuro. Voglio fare di tutto per te..." mi rispose sottovoce mentre mi passava la mano giù per la schiena fino a dentro al pantalone. "Rimani qui, vado a preparare il nostro preferito". Andai in bagno, aprii l'acqua del box doccia e accesi qualche candela per profumare la stanza. Chiusi la finestra per lasciare il calore all'interno, poi lo chiamai. Aprì la porta e mi feci trovare vestito seduto sul water. "Vieni qui, spogliami e lecca tutto quello che scopri" Così si inginocchiò davanti a me, afferrando le scarpe e sfilandole, prese i calzini e sniffandoli li fece scorrere tenendo la mano sulla carne che veniva scoperta. Prese a baciarmi il collo del piede arrivando fino all'alluce che prese a succhiare mentre mi denudava l'altro piede. Mise entrambi i miei piedi davanti alla sua faccia, io mi appoggiai indietro lasciandolo fare. Mi leccò bene i piedi, stringendoli e massaggiandomi la pianta dolcemente. Era dolce e sensuale, tanto che mi inebriava la mente. Le sue mani salirono su per le gambe infilandosi sotto i pantaloncini, toccando appena le mutande. Ma non voleva staccarsi dai miei piedi. "Staccati bambino.." gli dissi togliendo i piedi. Mi alzai in piedi, sfilai i pantaloncini e abbassai le mutande davanti a lui. Fece per avvicinarsi ma lo spinsi via dalla fronte, lasciandolo lì in ginocchio. Entrai in doccia, con la maglietta addosso e mi girai per guardarlo. Mi presi il cazzo in mano e lo segai ansimando. "Vuoi venire, vero?" gli dissi "Certo che sì, ti prego fammi venire lì" "Vieni allora" gli dissi, girandomi. Misi il culo in fuori per lasciarglielo leccare e lui ci si lanciò infilando subito la gola e afferrando il cazzo. Gli tolsi la mano subito, poi spinsi la sua testa bene in mezzo alle mie chiappe. Amavo farmi leccare il culo. La sua lingua lavorava a fondo, passionale, sentivo la sua voglia di soddisfarmi deciso. Lui cominciò a bagnarsi, con l'acqua che percorreva giù dalla mia schiena cadendo a cascata su di lui. Mi girai, lo presi per i capelli e gli ficcai la testa sul mio cazzo. "Annusalo.. Ti piace?" "Sì, Manu... voglio succhiarlo, posso?" mi chiese con quegli occhioni da ragazzino. "Se non lo infili fino in gola non ti faccio più toccare i miei piedi, d'accordo?" nemmeno finito di dire, se lo prese fino in gola quasi strozzandosi ma lo infilò così in fondo che sentii la cappella quasi entrargli nella gola facendomi strozzare un gemito da spalancare gli occhi. Gli spinsi la testa fino a che non si soffocò, poi lasciai la presa per lasciarlo respirare e di nuovo ce lo spinsi sopra. Feci così qualche voltam fino a che non lasciai succhiare al suo ritmo. Lavorava con la lingua tutta la lunghezza, alternando succhiate alla cappella per poi di scatto scendere fino in gola. Poi prendeva a leccare le palle, segandomi, scendendo a leccare fino al perineo. "Basta devo scoparti" chiusi leggermente i rubinetti, lasciando degli schizzi molto deboli ma che potessero mantenere il suo splendido corpo bagnato. Mi sedetti, prendendo per qualche secondo a succhiargli il cazzo. Lui probabilmente non aspettandoselo, cominciò ad urlare di piacere, nemmeno io gemevo così forte qualche secondo prima. E sicuramente non ero bravo quanto lui. Allungai le gambe e mi sedetti completamente col culo a terra. Presi lui per i fianchi, girandolo, e lo invitai a scendere. "Metti i piedi lungo i miei fianchi e vai giù a leccarmi i piedi" lui si girò sorridente e mi baciò "Grazie... Grazie per farmi ancora leccare i tuoi fantastici piedi" e si rigirò piegandosi a pecora fino a leccarli. Io cominciai a lavorargli il buchetto, lì davanti a me che si dilatava tra le sue chiappe sprangate. Ci sputai su, facendo scorrere dentro il pollice mentre con l'altra mano mi segavo. Gli infilai poi un dito, poi un terzo, togliendo il pollice e tenendo dentro indice medio e anulare. Gliele infilavo dentro scopandolo con la mia mano. Ma volevo infilargli il cazzo. Così gli puntai la cappella, che entrò appena in quella posizione. Mi alzai facendo forza sulle braccia e riuscii ad affondargli metà lunghezza lasciandolo nella posizione in cui poteva comunque leccarmi i piedi. In quella posizione era un pò difficile scoparlo, ma lui era così preso dal leccare che non volevo togliermi. "Cazzo è bellissimo, questa posizione è geniale Manu.. Ma voglio farti venire" così si alzò, infilandosi tutto dentro. Rimase appena sporto in avanti, muovendo il bacino roteandolo per farmi godere. Ed effettivamente quel semplice movimento mi mandava fuori di testa. Quando riprese i movimenti da affondi ampi, sentii l'orgasmo salirmi. "Se fai così..." "Manu.. Riempimi il culo" ecco. Quelle porcate diedero ciò che mancava. Gli schizzai dentro, sentendo il mio seme fluire così forte da dilatare l'uretra. "Cazzo lo sento schizzare.." mi disse. Gli misi una mano al collo, con l'altra gli afferrai i capelli e lo tirai verso di me. Cominciai a scoparlo forte, con colpi secchi e potenti facendogli sbattere le mie palle sulle sue. "Ora ti farcisco di nuovo.. va bene?" "Fai di me cosa vuoi, io sono tuo" "Allora adesso il tuo padrone ti riempie..." gli dissi. Cominciò a gemere forte, tappato dalla mia mano mentre con la sua si segava. Il mio orgasmo arrivò poco dopo il suo, quando eiaculando stringeva il culo al ritmo dei suoi schizzi. Si alzò, lasciando fluire il mio seme dalle sue chiappe fino al mio uccello. Ci baciammo, poi ci sciacquammo da tutto quello sperma.
Usciti dalla doccia, andammo a dormire. Abbracciati. Non mi pentii della decisione presa, quelle cose non le avrebbe più fatte se rimaneva a casa mia. Gli avrei dato tutto ciò che gli sarebbe servito.
Fino a quel giorno giudicavo con superficialità tutto ciò che mi si presentava, ma Gianca mi aveva cambiato. Su di lui mi soffermai a pensare. E feci bene. Così bene che ancora oggi dorme qui nel mio letto.





La saga è finita, grazie a tutti per la pazienza e per i complimenti. Non ringrazierò mai abbastanza tutte le persone che mi seguono in un qualcosa che ho iniziato per gioco. Chiedo a tutti voi un consiglio: vorrei fare una sorta si spin-off sul racconto di Giancarlo e i suoi due compagni ai tempi delle superiori. Se fosse apprezzato e se non fosse merito di giudizi negativi del tipo 'sesso con dei minori', lo scriverei volentieri. A voi la scelta!
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