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Si comincia da.. etero


di alchest
17.10.2013    |    14.400    |    3 9.6
"Ci fermiamo al bancone del nostro abituale pub e ci facciamo servire dalla nostra abituale barista..."
Ciao a tutti, era da molto che volevo scrivere questo racconto ma ho ritardato fin troppo.. Il che mi è dispiaciuto, ma mi ha dato il tempo di fantasticarci ancora un pò su. Questa volta ho deciso di dare un bel pizzicone di erotismo in più, dato che solitamente c'era molto sentimentalismo. Spero che il risultato non vi deluda e grazie a chi leggerà e commenterà!:)


*Ti-du-du* squillò il telefono.
Il messaggio di Teo, sempre preoccupato che gli dia pacco per la serata. 'Ti aspetto 22.30 sotto casa che andiamo alla serata.. Ci facciamo un drink in centro, così entriamo già un pò sballati?'. Dannazione.. Chissà quando avrà riposo il mio fegato.. Meno male che il venerdì mattina ho il tempo di riprendermi prima di andare a lavoro! 'Sì, tranquillo.. Stasera però bevo un pò meno, ti avverto! A più tardi..'
Erano ancora le 16, avevo il tempo di farmi un riposino per svegliarmi fresco fresco per ora di cena e andare a prendere Teo. Tiro giù le tapparelle, alzo le coperte e mi ci infilo; le cuffie nelle orecchie mi cullano fino ad adormentarmi. Mi sveglio alle 19.30, spegnendo la sveglia del cellulare. Mi alzo dal letto, mi faccio un piatto di pasta e mi scaldo la carne al pomodoro del giorno prima. Vado in bagno, mi faccio una doccia, mi asciugo.. 'Che palle, non ho più il culo sodo da nuotatore' penso passando davanti allo specchio. "Copriti, scostumato" mi intima il mio rigidissimo coinquilino. "Che palle Giulio.. io avrò le mie manie da perfettino, ma tu sei un pò troppo chiuso mentalmente.. Stai sciallo!" gli dissi sorridendo dondolando l'uccello come se fosse una mano con cui fargli ciao. Lui semplicemente chiuse gli occhi sistemando i suoi occhiali e continuò la strada per la cameretta. A volte mi chiedo se avere un coinquilino così casto che però mi lascia fare qualsiasi cosa, sia un bene o un male. Ma finché io sono il coinquilino più anziano, in quanto sto qui da 3 anni, non ho problemi. Siamo in 4 qui dentro, ma solitamente non ci si vede mai per gli orari di lavoro. Solo e io e Giulio abbiamo orari simili e ci si incontra, anche se lui sta spesso chiuso in camera a studiare.
Vado in camera, prendo una maglietta aderente e spruzzo un pò di profumo. Infilo i jeans, le scarpe e scendo. "Ciao Giulio!" "Ciao pene incontrollato" mi urla dalla sua cameretta.
Entro in auto e mi dirigo verso casa di Teo, a cinque minuti da casa mia e altri cinque per il centro. Infatti parcheggio l'auto nel suo parcheggio numerato, tanto lui non è automunito, e andiamo a farci un cocktail.
Ci fermiamo al bancone del nostro abituale pub e ci facciamo servire dalla nostra abituale barista. "Hey rossa di capelli.. ci fai due negroni?" le dice Teo "Tu continua a chiamarmi così e ogni sera ti berrai un bel negroni con la mia saliva sciolta dentro!" Non è una super gnocca, ma ci facciamo sempre tante risate tutte e tre assieme.. Ma stasera il locale è pieno e non può fermarsi troppo a chiacchierare. "Ti lasciamo lavorare - le dico - ci mettiamo al tavolo" "Scusate ragazzi, salutate quando andate!"
Ci prendiamo un tavolo alto, con 5 sgabelli attorno; ci sediamo e iniziamo a raccontarcela.. Il lavoro, le amicizie, i coinquilini, la partita.. Solita roba. Dopo poco si avvicinano due ragazze "Sono libere queste sedie?" ci chiede la mora. "Sì, certo" le risponde Teo, e loro prendono posto "Allora ci mettiamo a tenervi compagnia.." mi dice la rossa. Succede sempre così, siamo due bei ragazzi carismatici e sorridenti e spesso molte ragazze ci si avvicinano. E a noi non dispiace affatto, voglio dire.. Basta che ce la diano, è quello l'obiettivo delle nostre uscite. Chiacchieriamo un pò e sono molto simpatiche, oltre che belle. La rossa, Samantha, è quella che ci prova piuttosto spudoratamente con me.. La mano sulla coscia continua a salire ad ogni cambio di discorso. Elena, la mora, sembra meno da contatto fisico e più da 'sguardo da zoccola': ciuffo davanti agli occhi, spalle chiuse a stringere le sue bocce rifatte e labbra in fuori. Mi sa che stasera non c'è bisogno di andare a ballare.
Stiamo ancora un'oretta al pub ma poi, con la scusa degli sgabelli scomodi, Teo le invita a casa sua per un drink un pò più privato. Sam accetta, ma Elena rifiuta l'invito per i suoi turni di lavoro scomodi del venerdì mattina, e lascia nelle mani di Teo il suo biglietto da visita. "Trattate bene la mia amica, a me toccherà la prossima volta.. - ci dice - Raccontami tutto domani" dice a Sam, baciandole le guance. Un pò scocciato, Teo saluta la sua ragazza, poi torna da noi. Sam prende entrambi per mano e comincia a tirarci saltellando da buona alticcia qual era diventata dal secondo cocktail. "Andiamo dai, dov'è l'auto?" ci dice. "Sotto casa di Teo, in pochi minuti siamo arrivati, promesso!" le dico "Davvero? Mi fate camminare.. ahi ahi, la vostra serata non comincia bene, dovete trattare questa principessa un pò meglio.." ci dice, poggiando un indice sulle labbra di entrambi. E dopo questa battuta, era sicuro che ce la saremo trombata. Solitamente ne abbiamo una ognuna, ma non penso Teo si farà dei problemi a condividerla.
Arrivati al portone, Teo estrae le chiavi dalla tasca e apre mentre io tengo Sam sotto braccio. Ci invita ad entrare e, neanche entrati Sam si appoggia al muro freddo emettendo un gemito "Mmm... com'è freddo" dice, mordendosi il labbro e tirando giù il vestito striminzito. Le prendo la mano sul vestito e la tolgo, mentre le bacio il collo spingo la mia mano sotto il vestito. Lei intanto afferra Teo per una mano dicendogli "Sei da erezione facile, eh?" e lo guida verso se. Ci sbottona il pantalone ma io la blocco: siamo ancora nel cortile e, anche se sono le due di notte, qualcuno potrebbe entrare dal portone o scendere dalle scale. "Andiamo su, fa anche meno freddo che su questo muro.. no?" Lei mi sorride con quella sua faccia ubriaca come se non avesse sentito una parola dell'invito che le stavo facendo, poi dopo qualche secondo di strofinamento ci propone un patto: "Facciamo così.. io vengo al vostro appartamento, se voi salite le scale col cazzo di fuori" ridacchiando un pò, come se facesse la timida. Ma quale timidona farebbe una richiesta del genere?
"Bella porca che sei, come piacciono a me" gli dice Teo tirando giù la zip. "Attento alle parole!" gli risponde subito Sam, tirandogli uno schiaffetto sulla guancia. "Attenta a provocarlo - le dico - perché poi gli schiaffi arrivereranno a te!". Scoppiando in una risata civettuola, sfrega le sue dita fredde sui nostri cazzi caldi che non possono far altro che pompare sangue al suo tocco. Perdo un attimo l'equilibrio che mi ricorda che nemmeno io sono poi così sobrio. "Andiamo dai" le dico, girandola di forza per schiaffeggiarle il culo. Lei impugna i nostri arnesi e ci guida all'ascensore, quelli antichi con griglia protettiva e porte che si aprono all'interno. Stretto a sufficienza per puntarle le cappelle sul vestito. "Oh no, questo no! Il mio vestito non può sporcarsi, cattivi.." dice alzandosi il vestito e scoprendo le sue mutandine.. invisibili. Non le aveva! Sempre più troia, si leggeva la voglia di romperle il culo negli occhi di Teo.
Arriviamo al sesto piano, Sam apre la porta e finge di cadere in avanti per piegarsi e mostrarci la sua mercanzia: si infila due dita tra le gambe seguendo l'interno coscia e si tocca le grandi labbra emettendo un gemito. Teo subito si fa avanti puntandole il cazzo tra le dita, ma lei si rialza. "Troppo veloce, amico mio!"
Così teo si avvicina alla porta di casa e riprende in mano le chiavi, sempre col cazzo fuori dal pantalone. "Dai entrate, prima che mi buttino fuori dal palazzo!"
Lei entra, con un passo più felino spostando il peso da chiappa a chiappa. Si approfittò subito del morbido divano, sdraiandosi con un piede a penzolone e l'altra gamba sullo schienale, lasciando intravedere nuovamente la sua stretta figa. Teo le andò davanti, col suo cazzo svettante mentre si sfilava la camicia, e cominciò con le dita a sfiorarle la passera. "Sembra bella stretta.." le dice. "Sembra.." gli risponde lei mentre mi fa cenno di avvicinarmi. mi sfilo anch'io la maglia quindi, così mi avvicino al divano all'altezza della sua faccia poggiando un ginocchio. "Ti piace vedere i nostri cazzi soffrire o ti decidi a succhiare?" le dice Teo col suo solito fare da rozzo. "Non si fa così - gli dico - con le donne devi essere gentile" mentre le accarezzo la faccia e le sposto il vestitino bianco per far uscire il seno. Cominciò a guizzare dal piacere, forse l'alcol le amplificava fin troppo i sensi.. Così Teo decise di darle un buon motivo per godere, cominciando a leccarle la figa. Lei non oppose resistenza, quindi era fatta: mi abbassai puntandole il cazzo sulle labbra. Lei tirò fuori la lingua spalancando la bocca e comicniò a leccare l'asta con la stessa faccia da zoccola che usava Elena. Questo fece andare fuori di testa Teo che mi chiese di cambiarci postazione. "Ok, allora io le inauguro la figa.." dissi, entrando col cazzo insalivato a sufficienza. Aveva ragione, era larga solo apparentemente.. Ma all'inizio del rapporto non lo era così tanto. Così, mentre le scopavo la figa, Teo alzò la gamba per mettersi a scoparle la bocca come io le stavo scopando la figa.. Ci alternammo di posto e lei sembrava godere come una pazza lasciandosi fare quel che volevamo. Finché non prese l'iniziativa: scese rovinosamente dal divano, mettendosi a pecora, e fece cenno a Teo di sedersi. Lui, sedendosi la invitò a sedersi su di lui e io da dietro le puntai il culo. Cominciò a muovere il bacino come se volesse farlo entrare al più presto, quindi con un pò di pressione entrai. La cavalcammo per bene, e lei non oppose la minima resistenza.. Forse guidata dall'alcol o forse dall'esperienza di chissà quanti uomini se l'erano scopata. Teo si trascinò fino alla spalliera, stando sdraiato sotto di lei. Io mi alzai sulle ginocchia, tenendomi alle sue spalle, per ficcarglielo tutto bene dentro. Io ero quasi ormai all'orgasmo, ma Teo voleva ritardare. Si sfilò dalla posizione e si mise dietro di noi a guardare mentre si smanettava. "Chissà se te ne entrano due nel culo" le disse avvicinando un piede al divano. Io mi alzai ancora un pò, così che lui potesse avere lo spazio adeguato per stare dietro di me ed entrare nel culo di Sam. E così fece. Sentii il suo cazzo scorrere dentro e il piacere venne amplificato.. Il buco si fece più stretto e lo scorrere del cazzo di Teo mi regalava il doppio del piacere. Sam non fece una piega, continuava a gemere toccandosi la figa. Ma Teo, ubriaco come noi, cominciò a perdere un pò l'equilibrio, quindi mi afferrò per i fianchi per tenersi stabile. Questo cambiò tutto: i suoi affondi si fecero più forti e godevo come un pazzo. Le sue mani sul fianco mi davano una sensazione di sballo più forte di quella che mi dava l'ebrezza di quei tre cocktail. Lui cominciò a scorrermi la mano destra sulla schiena mentre con la sinistra si teneva stabile, ma comicniò ad avvicinarla alla coscia. Alzai la mia, senza pensarci due volte. La misi sulla sua e la indirizzai sempre più all'interno della coscia, andando sulla piega del mio culo. Mi alzai, portando la schiena al suo petto e mi girai lievemente sussurrandogli sottovoce "Che ne dici di provare un altro buco?" portando la sua mano che ancora stringevo fino al mio buco. Non so cosa mi prese, fu una cosa naturale guidata da sensazione e.. dall'alcol. Lui mi guardò e sorrise, senza fiatare. Afferrò il suo cazzo sfilandolo dal culo di Sam che nemmeno se ne accorse, spinse la mia schiena col braccio sinistro per sdraiarmi su quella di Sam e cominciò a menarsi il cazzo guardando il buco che gli avevo appena proposto. "Sto per sborrare" disse. "...mmmm ok.. sai cosa fare.." disse Sam in un tono di semi incoscienza. "Sai cosa fare" dissi a Teo. E lui infilò la cappella nel mio buco, lentamente, tirando un gemito con voce grave. Cominciò a spingere ma il mio buco era stretto, io sentivo quel pò di dolore che veniva alleviato dal godere del mio quasi orgasmo. Teo cominciò a rallentare il ritmo e sentii un calore pervadere il mio culo, lasciandomi andare ad un orgasmo forte che mi fece grugnire dal piacere. Accasciandomi sulla schiena di Sam, ormai praticamente addormentata, non ebbi la premura di doverle spiegare quanto successo. Teo uscì dal mio culo e fece quel che faceva sempre con le donne. Guardò il mio culo, aprendolo bene con le mani per vedere la sua sborra colare giù. Cominciò a giocarci col pollice masturbandomi il culo col lubrificante di sperma caldo e me lo spalmò sulle labbra. Mi afferrò le palle, tirandole indietro per far schizzare fuori il mio cazzo ancora durissimo schizzando il mio sperma sul suo divano. Mi strofinò l'asta, regalandomi ancora quei gemiti post orgasmo che mi fecero ritirare in me stesso. Mi accasciai sul divano, sfregando il suo cazzo che aveva quasi perso completamente l'erezione. Mi prese una mano per alzarmi e mi mise il braccio intorno al collo per dirmi, come di consueto "E' ora di andare a casa, amico.. O domani non ti svegli più!"
Capii che era tutto a posto e non feci domande, andai solo al bagno per darmi una pulita e lui entrò per fare lo stesso. Si mise vicino al bidet appoggiandosi alla lavatrice, aspettando che finissi. "Che figata" si fece sfuggire. Non gli chiesi a cosa si riferisse, annuii semplicemente con un sorriso ampio come per dire "Puoi dirlo forte!". Mentre si sciacquava, ripresi la mia roba per vestirmi e guardai Sam.. Quella povera zoccola che si era addormentata al momento giusto. Le misi una coperta sulle spalle e aspettai Teo per salutarlo.
Il giorno dopo mi scrisse come al solito "Ti sei svegliato in tempo?". Era questo il bello della nostra amicizia: il mio essere un pianificatore compulsivo veniva costantemente alimentato dalla sua innocente premura.
"Sì, mi sono svegliato.. Ma non riesco a stare seduto, immagini il perché?" gli risposi con malizia. "Guarda, non so cosa combini il giovedì sera! Ciao Chris, alla prossima!"
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