Racconti Erotici > tradimenti > Camilla, amore mio (2) - quanti dubbi
tradimenti

Camilla, amore mio (2) - quanti dubbi


di pato3
04.09.2019    |    14.561    |    6 7.7
"Inebriato e sfinito mi scappò la frase: “Ti fa proprio bene scopare con altri! Dovresti farlo più spesso”..."
Da meno di un anno, io e Camilla siamo sposati. Stiamo insieme da moltissimo tempo: avevamo 17 anni; 12 anni fa. Sebbene oggi ci sentiamo indistruttibili, non è sempre stato tutto rose e fiori. I piccoli incidenti, che ci hanno quasi fatto deragliare, hanno reso la nostra storia unica e viva. Rifarei tutto. Anche quello che vi racconto oggi. Vi parlerò di quando la mia Camilla fu assalita da enormi dubbi, che ci portarono quasi alla fine della nostra relazione. Ma fu lì che trovammo la forza per essere quello che siamo.

Stavamo insieme da quasi quattro anni. E così come era stato per tante coppie, anche noi stavamo soffrendo la nostra crisi dei tre anni. Così, dopo qualche mese in cui le incomprensioni continuavano a crescere ed accavallarsi, lei iniziò a vedere un ragazzo. Un italo-marocchino, conosciuto all’università. Karim.

Da quello che so, fu la forte attrazione ad unirli. Tanto che una mattina si sono ritrovati a scopare nei bagni dell'università. Sentendosi subito in colpa, stranamente me ne parlò. Vi assicuro che, nonostante quello che sono ora, all'epoca non fu facile per me accettare questa cosa. Lei però mi stava parlando a cuore aperto ed io la ascoltai allo stesso modo. Capii le sue esigenze. Capii le sue debolezze. Capii la sua voglia di cazzo. Però, la gelosia mi montava dentro e mi impediva di accettare. Capivo sì. Ma non accettavo.

Le chiesi cosa avesse intenzione di fare e volli sapere se aspettarmi un altro colpo di testa. Lei, non capendo che dopo tutta quella verità avevo bisogno di qualche bugia, mi spiegò che era fortemente attratta da Karim e che non poteva garantirmi fedeltà assoluta.

“Però non voglio perderti”, mi disse. “Ti amo e farei qualsiasi cosa per non perderti. Però non chiedermi di non vedere più Karim”.
“Ami me o ami lui?”
“Amo te. Forse anche lui. Non riesco a capire”
“E dovrei capirlo io?”
“Ti prego”
“Presentami questo ragazzo. Usciamo una sera io, tu e lui. Se è così importante per te, devo conoscerlo. E magari lo apprezzerò anche io”. Forse furono le sue lacrime. Forse quel mio istinto da cornuto, che ancora non conoscevo. Forse fu solo la rabbia che mi fece dire qualcosa di cui mi pentii nell’attimo stesso in cui iniziavo a parlare.

Comunque, prima che si realizzasse la cosa ci ritagliammo un po' di tempo per noi. E lei, credo un po' per i sensi di colpa, un po' per la gratitudine verso la mia proposta e la mia “stupenda apertura mentale”, parole sue, si dimostrò più ben disposta del solito quando il giorno dopo riuscimmo a farci una bella scopata. Fu una scopata incendiata. Io andavo a fondo con violenza, le stringevo le tette forte fino a farle male e la sculacciavo con altrettanta veemenza. Lei chiedeva di più. Più forza. Più schiaffi sul culo.

È il caso che vi ricordi brevemente com’è fatta Camilla, nel caso in cui non vi rammentiate dell’ultimo racconto. Camilla è bellissima, lineamenti dolci che la fanno apparire più giovane, occhi verdi, labbra carnose, bionda naturale. Seno generoso e capezzoli rosa, rotondi e larghi.

Inebriato e sfinito mi scappò la frase: “Ti fa proprio bene scopare con altri! Dovresti farlo più spesso”. Nella mia testa doveva essere una provocazione. Come per dire: dovevi proprio tradirmi per farmi fare una scopata così bella? Invece lei dovette pensare che la stessi incoraggiando ad aprire ancora di più quella che ormai sembrava una coppia aperta, ma solo dalla sua parte.

Così l'indomani incontrammo Karim, molto meno aperto, che si sentiva l'unico gallo nel pollaio, convinto che io fossi un totale idiota e chissà quanti altri poco lusinghieri aggettivi. Effettivamente, Camilla si comportava come una pornostar particolarmente troia, davanti a me che ero solo un passivo cameramen. Se io non piacevo a Karim, nemmeno lui mi andava tanto a genio. Però vedevo lei come cambiava tono di voce quando parlava con lui o di lui. Vedevo i suoi occhi felici quando lo guardavano e poi guardava me per capire se fossi d'accordo con quello che lui diceva. Io finsi tutta la serata. Lei credette che Karim mi piacesse. Si sentii fortunata. Quando restammo soli mi disse: “Forse sono la donna più fortunata del mondo. Ho due ragazzi che mi adorano e che adoro”.

Mi aveva messo sullo stesso livello di quel coglione. Avrei dovuto lasciarla lì e non rivederla mai più. Un vero peccato che la amassi al punto tale da scavare una fossa e seppellire la mia dignità. Più di una volta. Tutte le volte che me lo avesse chiesto. Anche quando aggiunse: “Io non ti voglio più tradire. Se si scopa, si scopa tutti insieme”. Dentro di me gridavo: “Sei una troia!”, ma non ebbi il coraggio di farlo lì.

Così, il trio, che lo volessi o meno, si apprestò a funzionare. La settimana dopo, una sera andammo a casa di Karim, dove viveva in affitto con altri ragazzi dell’università. Quella sera non c'era nessuno. Eravamo solo io, Camilla e Karim.

Ordinammo delle pizze e le mangiammo insieme. Era una situazione paradossale. Camilla prima di andare da lui mi aveva preparato. Quello che voleva fare era molto chiaro, d’altronde l’aveva ampiamente preannunciato. Solo che passare dalle parole ai fatti non è sempre così facile. Per l’ennesima volta mi ricordò che dovevo fare parte anche io di quella cosa.

“Voglio solo che tu sappia che...”, aveva il vizio di aprire argomenti delicati mentre guidavo.
“Che?”
“Che stasera potrebbe succedere”
“Fumerò una sigaretta”
“Se dovesse succedere, voglio che ci sia anche tu”

Mi limitai ad annuire. Continuai ad accettare tutto, anche quando a tavola, finita la pizza, lei si mise sulle ginocchia di lui mentre parlavamo del più e del meno. Mi guardava con un sorriso che doveva darmi calma e sicurezza. Devo dire che in parte lo faceva. Era sulle sue gambe, ma era a me che sorrideva dolcemente. Non so se avesse preparato anche lui per quello che sarebbe successo. Ma immagino di sì.

Fu imbarazzante per qualche secondo quando lei ci lasciò per andare a prendere le birre. Ne avevamo bevuta una prima e una durante la pizza. Questa era la terza. Credo che anche lei avesse bisogno di sciogliersi un po’, sebbene fosse la più convinta.

Le birre durarono poco. Forse tutti e tre avevamo fretta di arrivare lì. Non era più seduta sulle ginocchia, ma un po’ più su, sul suo pacco. E si muoveva quasi impercettibilmente. Karim non era altrettanto delicato. Quando si stufò di quel movimento seducente le afferrò un seno in maniera quasi brutale e lo palpeggiò come una palla antistress. Non gli interessava sapere se apprezzassi o no quei palpeggiamenti su Camilla. Non mi guardava. Forse gli dava fastidio condividere Camilla con me.

Lei si tolse la maglietta e rimase con il reggiseno e la minigonna di jeans (ai tempi andava di moda). Karim sganciò immediatamente il reggiseno. Lei con un gesto istintivo, forse fasullo, andò a tenere il reggiseno per evitare che le tette rimanessero nude. A quel punto, stanco della farsa, mi alzai e andai a levarle il reggiseno. Iniziai a baciarle i seni, mentre Karim andava giù con la mano ed entrava sotto la gonna. Camilla iniziò a gemere.

Avevo capito che a Karim piaceva il pelo da quando lei aveva iniziato a lasciarlo crescere. Era da un po’ che non vedevo la figa della mia ragazza e quando finalmente Karim alzò la gonna fino all’ombelico e scostò le mutandine per strusciare meglio le sue dita sulla sua femminilità, potei finalmente vedere in tutto il suo rigoglio la chioma intima di Camilla.

L’amante di Camilla la fece alzare e chinare in avanti. A quel punto lei mi sbottonò i jeans e prese il mio cazzo in bocca, mentre Karim la masturbava e le leccava il buco del culo. Lui non era tipo da girarci molto attorno, da carezze, da preliminari prolungati. Cominciò subito a martellare con la mano e presto decise di infilarci dentro il cazzo. Così, senza troppi preamboli, glielo sbatté dentro e iniziò a scoparla con forza e rapidità, prendendola dai capelli ed impedendole di continuare a farmi un buon pompino.

Mi venne istintivo togliere la mano di Karim dai capelli di lei e rimetterglielo in bocca. Mi sembrava una scena già vista. Come quando all’asilo litigavo per i giocattoli con altri bambini. Forse per quello passammo da un dolce pompino a una vera e propria scopata in bocca. Non era più lei a fare su e giù con la bocca, ma io a tenerle ferma la testa e fare avanti e indietro lavorando di bacino.

Intanto Camilla, messa in mezzo a una competizione tra galli… a proposito, il suo era più lungo e grosso del mio… dicevo, Camilla godeva, anche se faceva fatica a tenere in bocca il cazzo che voleva raggiungere profondità mai esplorate.

Lei amava essere scopata ed amava essere un oggetto. Avrebbe amato ancora di più quello che venne dopo. Deciso a scoparle la figa e ribadire il controllo di ciò che era mio, sfoderai il cazzo dalla sua bocca, e mentre quello continuava a trapanare con forza la tirai dal braccio per portarla verso il divano. Entrambi si adeguarono e mi seguirono. Mi sdraiai sul divano, facendola mettere sopra di me e indicando a Karim la via del culo. Già lo vedevo infastidito dal fatto che gli avevo interrotto lo sfogo sessuale, così gli offrii il culo, con un ampio gesto della mano, alle spalle di Camilla, e divaricando il culo con le dita.

“Amore non l’ho mai fatto così”, si riferiva alla doppia penetrazione.
“Siamo due ragazzi… come volevi farlo?”, una domanda che non ammetteva alcuna risposta.

La tirai verso di me in modo da offrire a Karim tutto lo spazio di manovra necessario per sfondare il culo, non vergine, della mia ragazza-troia. Andammo a fondo allo stesso tempo, una sincronia pazzesca che si concretizzò nella profonda gratitudine di Camilla, esplicitata da un urlo a bocca chiusa, nel tentativo di soffocarlo. Nell’entrare con quella coordinazione, le nostre palle si toccarono e nello stesso momento ci guardammo come a chiedere scusa. Ridemmo. Improvvisamente il dialogo tra me e Karim decollò e, se possibile, anche il piacere di Camilla aumentò.

“Perché ridete?”
“Perché sei una troia”, risposi io, ancora col sorriso.
“È vero”, confermò il mio nuovo amico.
“E voi state scopando una troia”, disse lei, scherzosa, col tono della ragazzina che ti ha fregato, un po’ come a dire ‘stupido è chi lo stupido fa’.
“Infatti: per questo sei troia!”, le dissi. E poi le feci tirare fuori la lingua e gliela leccai. Perché amavo il suo essere troia.

Karim ricominciò a prenderla dai capelli. A lei piaceva un po’ di primordiale brutalità. Le piaceva molto. Io ero sempre stato troppo delicato con lei. La tirò al punto che ebbi quelle belle tettone in impennata davanti a me, fu più che normale a quel punto sferrare uno schiaffo e colpire entrambe le bombe. Mi guardò stupita e mi sorrise. “Ancora”, gridò. Io e Karim spingevamo a più non posso, lui continuava a tirare i capelli e iniziò a sculacciarla. Io schiaffeggiavo le tette e le stringevo forte.

L’atmosfera era così rilassata adesso, che oltre a i vari ciaf, ciaf sul culo, e gli ululati di lei, si sentiva molto diffusamente chiamare Camilla con vari epiteti, sia da parte mia che da parte di Karim.

“Sei una troia”, “Sei la mia troia”, “Puttana”, “Prendilo qui, prendilo lì”, “Ti piace il cazzo, lurida troia”… e così via. Non inventammo nulla di nuovo, ma a un certo punto diventò una gara a chi la insultava di più. Ed il suo godimento continuava a crescere. Ogni tanto lui, sempre tirandola dai capelli, la faceva girare leggermente per baciarla in bocca. Geloso, poi, la baciavo anche io. Era condivisione perfetta.

Siccome stavo per venire, ma non volevo essere il primo a farlo e non volevo interrompere il piacere del trio, mi sfilai dalla figa e strisciai fuori dalla mischia per rimettermi in bocca, seduto sul bracciolo del sofà mentre a pecorina Camilla lo prendeva nel culo.

Più che pompino però, dato che era così stanca, si può dire che stesse più che altro quasi esanime con la faccia sul mio cazzo, strillando ogni tanto e gemendo sempre. Io glielo sbattevo sulla guancia e riprendevo fiato. Lei mi cinse alla vita mentre vibrava tutta sotto i colpi di Karim. Abbracciata, avvinghiata a me, mi baciava il cazzo e ci sbavava sopra in estasi. Non per il mio cazzo. Per quello che prima le stava rompendo il culo e che presto tornò nella figa.

Karim voleva affrontare il rush finale guardando Camilla in faccia, e soprattutto nelle tette. Così lei, rimanendo adagiata sul mio bacino, si girò e lui ripartì a scoparla. Immerse la sua faccia tra le tette un po’ bagnate di sudore e saliva di lei.

Mentre lui non la guardava, Camilla guardava me e mi baciava. Mentre non la guardava, io mi sentivo amato. Poi lui tornava a lei guardava lui.

Alla fine, lui uscì e si avvicinò col cazzo in mano. Capii che voleva finire in bocca. Mi spostai. Lei aveva la testa sul bracciolo e lui gli scopava la bocca e la gola, al momento di venire rallentò e lasciò tutto il suo seme dentro di lei. “Fai vedere!” disse lui. Lei ci mostrò la lingua e tutto lo sperma prima di mandarlo giù. “Tu non vuoi?”, mi chiese Cami. Certo che volevo. Non aspettavo altro. Lasciai che fosse lei a lavorarmi il cazzo. Adoravo i suoi pompini. Finalmente venni anche io.

Avevo capito che il suo piacere era ciò che dava piacere a me. E in quella scopata lei aveva goduto tantissimo. Adesso quel trio mi convinceva di più. Il triangolo infuocato si ripeté volentieri – almeno per quanto riguardava me e Camilla. Credo però, che a Karim la condivisione non piacesse quanto piaceva a me. Infatti, dopo qualche settimana, aumentarono i loro momenti insieme, da soli. Sempre più spesso mi ritrovavo senza Camilla perché lei era con lui.

Di fatto mi lasciò senza dirmelo. Solo pochi mesi fa mi confessò che effettivamente in quei giorni non si sentiva più la mia ragazza. Non ebbe il coraggio di dirmelo però. Per due settimane non ci vedemmo. Mentre era sempre con lui, come alcune foto online dimostravano. Poi qualcosa si ruppe. Ricominciò a cercarmi. Ed iniziò ad allontanarsi da lui. Capii che con lui era finita. Le proposi una cosa a tre con Karim. Non volle. Evidentemente per il trio era finita. Ora doveva dimenticare Karim
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Camilla, amore mio (2) - quanti dubbi:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni