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M, cioè l'Amicizia oltre ogni cosa (p.1)


di Membro VIP di Annunci69.it OpenMind2019
14.09.2022    |    1.321    |    13 9.8
"Presi ad accarezzargli la patta rigonfia mentre lui si lasciò andare ad un mugolìo di piacere salvo riprendersi subito rendendosi conto della presenza di mio..."
“Quando si è uniti da un legame profondo, c’è la piena consapevolezza che tutto ciò cui diamo luogo riverbera in quelle anime affini che ci circondano”
“L'attesa attenua le passioni mediocri aumentando quelle più grandi.”
(François de La Rochefoucauld –Aforismi- 1653)
Ormai, chi ci ha seguito nel nostro percorso (tanto con l’attuale account quanto con il precedente –SexySwingers1995), vuoi attraverso le foto (TUTTI), vuoi leggendo l’annuncio (quasi NESSUNO) o dedicando un po’ del suo tempo ai racconti già pubblicati, ci conosce a sufficienza per evitarsi la manfrina della presentazione; coloro i quali, invece, si affacciassero alla nostra pagina per la prima volta –se incuriositi ed interessati- possono tranquillamente “approfondire la conoscenza” prestando il minimo di attenzione necessario a quanto abbiamo scritto nel profilo e nelle testimonianze postate in precedenza.
Quanto mi accingo ad esporre, credo rappresenti l’estrema evoluzione di un rapporto di amicizia bellissimo, nato in modo “ordinario” quasi trent’anni fa e che, grazie alla maturità di ognuno dei protagonisti, si è sublimato nella massima manifestazione di affetto, condivisione, confidenza ed intimità.
Ci tengo a scusarmi con chi legge perché la prima parte risulterà certamente un po’ noiosa ma la dovizia di dettagli è importante al fine di rendere ben comprensibile la mia precedente affermazione.
Io (T) e mio marito (S) conosciamo M da quasi trent’anni: incontrammo lui e quella che sarebbe diventata sua moglie (e poi la sua ex moglie) durante una vacanza e fu –come suol dirsi- amore a prima vista! Scattò, in pochissimi giorni trascorsi insieme, una immediata simpatia che evidenziò le profonde affinità di pensiero, la capacità di dialogare di qualsivoglia argomento (pur se, spesso, partendo da idee e concetti radicalmente in contrasto) al punto che, scherzando, ci definivamo gemelli separati alla nascita; eravamo talmente legati da farci reciprocamente da testimoni di nozze (stesso anno, stesso mese: noi, due giorni prima di loro) per poi partire insieme per il viaggio; sono stati il padrino e la madrina di battesimo dei nostri due figlioli e, se ne avessero avuti, sono certa che ci avrebbero “imposto” questo ulteriore, piacevolissimo vincolo.
Si può immaginare, quindi, lo sconforto nel quale ci gettò la notizia –dieci anni dopo- della loro separazione e conseguente divorzio: sebbene alcuni segnali fossero piuttosto visibili già da un anno, pensavamo a quella “fase di stanca” che, spesso, le coppie –specie se prive della gioia della genitorialità- attraversano (in genere, i figli –nel loro essere continue gioie e dolori- sono un vero e proprio collante che aiuta a mantener saldo il rapporto, sempre che, alla base, permangano amore, rispetto e complicità); purtroppo, invece, la frattura si è rivelata insanabile.
Lei, col passare del tempo, ha dato inizio ad un nuovo rapporto e questo l’ha allontanata (oggi, la sento sporadicamente) mentre M è rimasto single: ha avuto, qualche mese dopo, una storia brevissima ma l’intuito femminile mi diceva che, sotto la facciata dello “scapolone impenitente”, si nascondeva una profonda ferita emotiva; per farla breve, si è creata un’ulteriore simbiosi col nostro nucleo familiare favorita dal desiderio reciproco di rimanere uniti.
Nel frattempo, io e mio marito abbiamo intrapreso il ben noto percorso scambista ma, per quanto fossimo sempre stati aperti e trasparenti senza imbarazzi, non ne abbiamo mai fatto cenno ad M…… fino alla notte di S.Silvestro di cinque anni fa.
Avevamo organizzato in Costiera Amalfitana: quattro coppie, con i relativi figli, e lui (che conosceva tutti e non si sentiva affatto a disagio nell’essere l’unico privo di compagna); serata trascorsa in allegria, con qualche momento più “toccante” allo scadere della mezzanotte. Circa alle quattro del mattino, i più piccoli iniziarono a dare segni di irrequietezza (gli adolescenti ci avevano piantato in asso già da oltre due ore per raggiungere gli amici che li attendevano), per cui decidemmo di sciogliere la compagnia e ritirarci nelle nostre camere; M aveva trovato alloggio in un hotel a qualche chilometro di distanza dal nostro e, sebbene insistesse per farsela a piedi, nulla potè contro l’ostinazione mia e di S per accompagnarlo in auto.
Durante il breve tragitto, M ammutolì come immerso in pensieri non molto piacevoli; ce ne accorgemmo e, una volta parcheggiato, decidemmo di accompagnarlo in camera, sebbene lui perseverasse nel dire che non era il caso di disturbarsi e che stava bene. Entrati, lui sedette sul letto, mio marito si accomodò nella poltroncina di fronte ed io, tolto il soprabito, rimasi poggiata allo stipite del balcone: M subitò si alzò invitandomi a sedere ma io gli dissi di rimanere comodo e presi posto al suo fianco.
Mentre, finalmente, si lasciava andare a sfoghi e confidenze (l’assenza di una compagna si faceva sentire in certi frangenti), mi venne spontaneo carezzargli il viso e tirarlo a me in un abbraccio; guardai il mio uomo negli occhi e vidi un sorriso dolcemente malizioso dipingersi sul suo volto: forse, anche per l’ebbrezza causata da vini e spumanti, le mie labbra cercarono quelle di M per unirsi in un bacio lungo ed appassionato che fu accolto con uguale passione. Presi ad accarezzargli la patta rigonfia mentre lui si lasciò andare ad un mugolìo di piacere salvo riprendersi subito rendendosi conto della presenza di mio marito; con gli occhi sbarrati, cercò lo sguardo di S per scusarsi ma io lo tranquillizzai: “Non preoccuparti e rilassati: io e S ti vogliamo un gran bene ed io sono felice di darti un po’ di gioia…” e, nel dire ciò, abbassai le spalline dell’abito mettendo in mostra il seno; quindi, con la bocca, sono andata a baciargli la patta e, lentamente, gli ho aperto la lampo…. La forte eccitazione, dovuta alla situazione impensabile (ma, forse, qualche volta immaginata), lo portò a scaricarmi in gola fiumi di sperma caldo dopo solo pochi colpi di lingua…. Poi, sono andata a baciare sensualmente il mio uomo e, nel ricompormi, M –che non aveva smesso di guardarmi attonito- con un fil di voce, ha detto: “Ragazzi: noi dovremmo parlare…” “Non preoccuparti” gli ha risposto S “ lo faremo…”
Nelle settimane successive M scomparve, come volesse a tutti i costi evitarci; io ero alquanto dispiaciuta ma mio marito mi rassicurava dicendo: “Stai tranquilla: sta sedimentando la cosa, sta cercando di mettere ordine ai suoi pensieri: vedrai che, presto, si farà vivo…” S aveva ragione (anche se “presto” ha significato attendere altre tre settimane): un pomeriggio, mi chiama per dirmi: “M mi ha telefonato: vorrebbe incontrarci stasera per far quattro chiacchiere: che gli dico?” “Va benissimo ma più sul tardi….”.
Appuntamento fissato per le 23.30 in un localino tranquillo appena fuori Napoli; al vederci, la sua espressione si fece imbarazzatissima ma tanto io quanto mio marito gli corremmo incontro ad abbracciarlo e ce lo “spupazzammo” un bel po’ ridendo e prendendolo in giro; quest’atmosfera lo rasserenò e lo ben dispose ad ascoltarci.
Tra un drink ed una risata, gli raccontammo del percorso scambista intrapreso dettagliando le varie tappe raggiunte, lo spirito che ci animava, gli spunti di rivalutazione del rapporto sui quali la Trasgressione porta inevitabilmente a riflettere, il piacere che deriva dal darsi ad altri per amore del partner e più la narrazione incalzava più le espressioni sul volto di M passavano dall’incredulo, all’attonito, al divertito, all’interessato; S gli mostrò anche la nostra pagina di A69 e quello credo sia stato il colpo di grazia perché ha potuto verificare quel che gli raccontavamo…
Ormai, il senso di imbarazzo e di pudicizia erano stati soppiantati da un cameratismo goliardico, un cocktail di divertimento, eccitazione e curiosità; sapeva dell’esistenza di certe “realtà” ma aveva sempre pensato che appartenessero ad altri “mondi”, ad altri tipi di “vissuto” e non alla coppia della porta accanto, agli amici quasi trentennali… E, a quel punto, si è aperto completamente, dicendo che –qualche volta- aveva fantasticato sul fare sesso con me ma che aveva sempre respinto il pensiero ritenendolo non consono al senso di amicizia che legava noi tre; quando S ha ribadito il concetto che, quelle che erano le sue fantasie, ora sarebbero potute diventare il completamento ideale di un rapporto basato sulla lealtà e sulla condivisione più totale, M ha reagito come un bambino che sa di poter entrare in gelateria e chiedere qualsiasi cosa: era un fiume in piena, inarrestabile, ormai fuori dagli argini. L’entusiasmo fanciullesco da un lato ci inteneriva dall’altro ci inebriava ed eccitava; il nostro carissimo amico, però, è stato categorico su di una cosa: noi saremmo sati la “sua” coppia! Non aveva intenzione di iscriversi ad A69 (né ad altre piattaforme analoghe) perché, pur consapevole dell’unilateralità della cosa, desiderava fortemente conservare quel rapporto privilegiato di esclusività. Ne fummo commossi.
Nei mesi a venire, oltre a continuare nei nostri incontri “normali”, saltuariamente –per non far sì che l’abitudine soppiantasse il piacere e l’adrenalina della situazione- ci vedevamo a casa sua dove ne combinavamo di tutti i colori (ma sempre dietro nostra richiesta: lui non si è mai proposto, spiegandoci che –essendo, comunque, il “beneficiario” di questa bellissima intesa- non voleva dare in alcun modo l’impressione di voler forzare gli incontri)
E veniamo agli eventi recentissimi….
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