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» Nell'argomento: Presentazione Racconti
7 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Scusate se intervengo qui, in merito ai mie racconti. Non è il posto adatto ma lo faccio perché so che è un forum frequentato da gente cui piace leggere, intenditori, insomma.
Cerco di chiarire:
- sono iscritto perché m'interessano principalmente i racconti: leggerli, poterli commentare, scriverli. Lo faccio anche fuori dal sito, per divertimento, ma quelli pubblicati qui sono quelli che nascono grazie o per una donna. Sono pochi, ma tutti dedicati;
- non ho mai fatto (per fortuna e finora) incidenti disastrosi sugli sci e Niky non è un'infermiera; non sono un pittore e non dipingo e nemmeno ho uno studio con grande finestra zenitale come i pittori e Pearl, purtroppo, non è mai stata la mia modella;
- i racconti sono TUTTI di pura fantasia per fortuna (perché nel reale c'è già qualcuna che mi affascina) o per sfortuna (perché non mai incontrato nessuna per le finalità per cui la maggioranza è iscritta a questo sito). Gli ultimi racconti non fanno differenza.
- i racconti sono dedicati perché appositamente scritti per le destinatarie, e il nome della protagonista corrisponde a quello delle interessate perché il racconto mette in luce un tratto distintivo della loro personalità. E qui non voglio nemmeno fare misteri (pur rispettando la privacy): quello che ho voluto omaggiare per Niky, è la grande generosità nel prendersi cura di qualcuno, per Pearl e la grande sensibilità a tutto tondo;
- si dice che chi trova un amico, trova un tesoro! Ebbene ho trovato su questo sito pochi ma preziosissimi amici, che mi hanno dimostrato di esserlo al di là degli specifici scopi del sito e in un momento per me difficile. È un tesoro che nessuno può portarmi via e che quindi ho voluto condividere con tutti i lettori. Agli interessati, il grazie, in privato, l'ho già detto.
- qualcuno dirà che questo non è un social forum. Lo so, ma i racconti li ho messi qui perché oltre a stimare amici e amiche come fossero delle persone speciali, ho inteso far sapere alle mie amiche, tramite il racconto erotico, che le stimo anche come desiderabili e splendide Donne (ed è il motivo per cui non ho scritto niente per i maschietti);
- un grosso grazie infine a chi ha inteso i racconti non come frutto della fantasia ma come resoconto d'incontri o episodi reali (sarebbe stata questa, lo ammetto, una grave scorrettezza e un imperdonabile villania nei confronti delle omaggiate). Grazie, perciò, per l'illusione mia, durata un momento, di averli scritti così bene da sembrare veri.


7 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Racconti a parte, io tenterei una definizione di questo tipo, prendendo a prestito una frase dello scrittore Alberto Bevilacqua, che diceva: " L’erotismo si sente, il sesso si fa!".
Quindi la distinzione tra erotismo e pornografia non è nella descrizione dei particolari o delle situazioni. Erotismo è quando il sesso non è fine a se stesso, quando coinvolge la testa e/o il cuore, quando emoziona. Quando coinvolge la persona e i suoi sentimenti. Sesso inteso come pornografia quando è l'atto puro e crudo, quando non c'è spazio per altro o interpretazione diversa che non quella di un gesto istintuale.
Osceno (provo una definizione della categoria più complicata) è, per me, quando non l'erotismo, ma nemmeno il sesso, sono la componete principale dell'atto. Siamo nel campo delle perversioni, dove il sesso è un pretesto, una scusa, dove preponderanti sono motivazioni altre che nulla c'entrano con la relazione (con gli altri ma anche con te stesso) mentre entrano in gioco pulsioni, o turbe, psicologiche.
Riprendo un suggerimento di Yatran1, tanto per fare un esempio che forse la cosa è più chiara e per stare in tema di racconti. Per me (scusate se uso questa precisazione, ma do ragione a boreetoah che ritiene la distinzione tra le 3 categoria un fattore molto personale) è un racconto erotico la descrizione di qualcuno che "assapora" il piede del partner, lo lecca e ne sugge le dita, e tra i due vi è un intenso scambio di sguardi, o magari un contatto delle mani, insomma quando vi è anche "dell’altro" che coinvolge le emozioni e i sentimenti. E lo è tanto più quando questo non stimola in me, lettore, reazioni dalla cintola in giù, ma coinvolge per intero tutto me stesso.
Pornografico è il piacere puro di leccare il piede, quando l'altro, o l'altra per chi sta leccando non ha molta importanza, perché è appagante il semplice fatto di farlo, come componente o preliminare di un atto sessuale. Ma non implica né cuore né cervello, il leccare o la suzione sono gesti istintivi, sono piaceri puri.
Osceno è quando il leccare è il solo modo di provare piacere, in cui il sesso è una componente secondaria e sono invece condizioni particolari (potremo definirle devianze?) che muovono l'atto. Osceno è quando questo gesto provoca in me repulsione. Leccare un piede sporco e maleodorante, perché solo così si prova piacere. È quello che diceva boreetoah, per esempio,dell'umiliazione legata al pissing. Non è un momento di sesso, condiviso ed emozionante (in senso positivo perché l'emozione può nascere anche da azioni negative), non è il gesto tra due amanti, ma è un'azione dove prevalgono sentimenti negativi (la rabbia, la prevaricazione, l'umiliazione, ecc.) e il sesso è semplicemente un tramite attraverso il quale questi sentimenti si manifestano.

8 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Chiedo scusa a tutti. Ho preso alla leggera l’invito di Candido, cosa che invece qualcuno forse ha ritenuto fosse una cosa più seria.
Avrebbe ragione Boreetoah a definirmi un abile marpione se il mio fine fosse quello di sfruttare l’occasione, ma il mio intervento, visto che ci troviamo su un sito di incontri più o meno trasgressivi, è stato più semplicemente quello di fantasticare, di immaginare una specie di simposio, una via di mezzo tra il Decamerone (Il libro che narra di un gruppo di giovani, sette donne e tre uomini, che per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze e che a turno trattano di argomenti- novelle anche a sfondo sessuale) e una cena tra amici o compagni di classe un po’ speciale (magari in un privé).
La mia voleva essere una dissertazione tra incontrarsi su internet e incontrarsi direttamente di persona (per riprendere l’intervento di Candido) e non una proposta concreta, tanto che, se leggete bene il mio intervento, ammetto candidamente che si possa presupporre che mi sia montato la testa.
Scusate quindi se il mio intervento ha dato adito a fraintendimenti e chiedo scusa a Candido, perché non volevo dileggiare il suo desiderio di trovarci tutti insieme a discutere.
Sono invece contento della risposta di Boreetoah, perché, così, andando sul concreto, mi ha fatto capire meglio quello che lei intende per erotico, porno, osceno, pudore e intimità.
Grazie anche a Yatran1 che mi pare abbia colto la goliardia del mio intervento.

8 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Concordo con Candido 1967 che è stato il promotore di questa bella discussione. Con lui dico: “Come sarebbe bello, davvero!”.
Potrebbe essere erotico. Trovarsi a tu per tu, guardare finalmente negli occhi le sconosciute (specie quelle che hanno partecipato al forum) che si celano dietro gli pseudonimi, sollevare il velo sulle loro reali fattezze e scoprire la loro carica erotica. Sarebbe altamente erotico passare dalla teoria alla pratica e capire che cosa, per ciascuna di loro, è erotico, porno oppure osceno. Se pensate che m i sono montato la testa è vero, ma Candido sogna e per un momento mi sono lasciato suggestionare.
Potrebbe rivelarsi pornografico lo sviluppo della discussione, una volta finito il vinello e i drink e magari ultimati gli argomenti. Come succede spesso, vista la grande disparità tra uomini e donne, potrebbe davvero essere pornografico stare a guardare i pochi fortunati cosa combinano, sempre in materia delle tre categorie trattate, mentre a te sembra di essere un pesce fuor d'acqua, relegato al ruolo di spettatore.
Ma l’incontro potrebbe finire nell'osceno, per le parolacce e gli insulti di chi condivide o meno la nostra posizione, per parole dette magari senza volerlo, in mancanza di una minima riflessione che lo scrivere ci impone, magari lanciandosi sguardi di commiserazione e di denigrazione.
Sì, internet non ci rende pienamente partecipi, ma alle volte ci permette un livello medio di discussione, magari non appagante, ma piacevole (e per me istruttivo) come è stato fin qui questo forum. A meno che a qualcuno non venga un’idea pazzesca….

8 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Arrivo buon ultimo ma la discussione fin qui mi è sembrata interessante e stimolante. Quindi provo rientrare nel tema. Consapevole che la questione trattata è piuttosto complessa, imperniata su due domande fondamentali: cos'è erotico, pornografico e osceno per ciascuno di noi e se, tale distinzione, sia riconducibile a una convenzione sociale, a una sensibilità comune che evolve (o involve) nel tempo, oppure, se vi sia una pensiero di fondo, condivisibile ai più, che possa, seppur in maniera non restrittiva, definire i confini tra queste tre categorie.
La mia declinazione è questa (vale solo per me, ben inteso) e magari faccio un esempio, tanto per cercare di farmi capire.
Erotico, per me è il rapporto con una donna, e più specificatamente (anche se alle volte è esclusa la genitalità) un rapporto sessuale con lei. Pornografico è doverla pagare per questo. Perché introduce nel rapporto, che magari rimane eccitante, un elemento di finzione: lei ci sta ma non è coinvolta, non lo fa per me e nemmeno per il suo piacere: lo fa per soldi.
Osceno è fare sesso con una donna che per le ragioni più svariate, è costretta a farlo. Non lo fa, cioè, di sua volontà.
Avete citato spesso Pasolini (così mi ricollego a molti interventi di spessore) il quale sosteneva, in un’intervista che ricordo a malapena, che il sesso non è pornografia; la vera pornografia è la violenza.
Credo che questa affermazione, costituisca per me, la grande differenza tra i tre termini del topic. Non sono le azioni o i comportamenti che fanno la differenza, non è quello che fai, ma il come lo fai, e soprattutto è il senso di quello che fai. Un rapporto sessuale, con chiunque, nel mio modo di vedere, è un mezzo per comunicare con l’altra/l’altro che trovo, specie se coinvolge la testa, le emozioni, i desideri, altamente erotico. Se è un mezzo per prevaricare il mio partner è semplicemente osceno. E questo mio metro di giudizio (so di essere bacchettone) vale per qualsiasi luogo e per culture diverse.
Esempi, fatti anche da chi è intervenuto prima di me, sono molti e molto spesso condivisibili.
Fare sesso con un disabile è profondamente osceno, quando chi lo fa, ne approfitta della sua condizione. Farlo come "operatrice sociale" (come vengono definite alcune donne che in paesi con più ampie vedute si prestano in un contesto sociale ben definito) è un modo per alleviare, almeno di un poco, la sofferenza di quelle persone, che per convenzione e per opportunità sono escluse dalla sfera sessuale. Una donna che fa sesso con un disabile perché lo ama e accetta la sua disabilità non è solo erotico, trovo che possa essere sublime.
In questi termini credo possa esistere anche una censura, che non distingue la bellezza dalla volgarità, l’erotico dal non erotico, l'accettabile dal riprovevole, ma distingue tra parole, azioni, gesti, atteggiamenti che promuovono la persona, la sua libertà e la sua sensibilità, e non la opprimono o la violentano. Questo vale non solo per la persona ma, alle volte, per le comunità, le etnie, i popoli.
Non so dove ho letto, tanto per chiudere il mio intervento (chiedo scusa della prolissità) che oscenità in termini sessuali, possa corrispondere alla condizione in cui “qualunque sia la posizione del corpo, l’anima è sempre in ginocchio”.

» Nell'argomento: Segnalazione autori.
8 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Ho visto sul forum un recente intervento di Aisha55 ed ho cercato nel suo profilo un nuovo racconto. Non posso non segnalarvi questo sua ultima storia che, con poche sapienti parole, ci svela quanto desiderio arda in una moglie trascurata e come l'eros la possa spingere oltre le convenzioni, oltre i buoni sentimenti, fino a perdere quelle "ali di angelo" che fino a quel momento l'hanno contraddistinta ma anche molto limitata.
http://www.annunci69.it/racconti-erotici/tradimenti/Le-ali-di-un-Angelo_62746.html

8 anni fa
Trentino, Trento
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Post: 30
Quotato da dionisiaci][quote=FREEALL,
Scusate, se per un attimo esco dall'argomento. Sul celibato dei preti ne ho parlato con le mie amiche moldave. Lì, la religione cristiana è di rito ortodosso e quindi ai preti (non ai vescovi, mi pare) è permesso sposarsi. Finalmente qualcuno di avve [...]


Ma veramente è così difficile capire una cosa? Il celibato per un prete non è per niente una scelta (quella caso mai è il diventare sacerdote) è un obbligo legato al voto di castità. Questo non per la religione cristiana nel suo insieme (infatti alcuni pope ortodossi, i pastori delle Chiese protestanti, ....

Per scelta, intendevo appunto quella di farsi prete o di entrare in un ordine religioso. Con tutte le conseguenze del caso. Perciò , se escludete la mia dissertazione sulle implicazioni per i preti sposati di altre confessioni, forse fuori luogo, per il resto mi trovate perfettamente d'accordo con voi. Mi pareva di averlo chiarito nell'ultima parte del mio intervento, ma a scanso di equivoci, lo ribadisco di nuovo.

8 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
La mia era solo una riflessione per dire che non ci sono soluzioni semplici, che alle volte non basta pensare che sia meglio se... Che ci sono spesso implicazioni e conseguenze... Anche per le cose che ci sembrano più giuste.
D'accordo con voi, in ogni caso, che chi si è detto disposto a fare una scelta, la persegua fino in fondo. Ed eventualmente una volta che non se la sentisse davvero di rispettarla, con dignità ma senza pubblicità e vanterie faccia un passo indietro. Credo che ciò non valga solo per la Chiesa, ma anche per tutte le situazioni in cui ciascuno, liberamente, prende un impegno e dichiara la sua disponibilità. Per me, una persona, vale quanto la sua parola! E lo stesso vale per gli impegni presi.

8 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Scusate, se per un attimo esco dall'argomento. Sul celibato dei preti ne ho parlato con le mie amiche moldave. Lì, la religione cristiana è di rito ortodosso e quindi ai preti (non ai vescovi, mi pare) è permesso sposarsi. Finalmente qualcuno di avveduto e comprensivo. Quello che cambia, stando a quello che mi dicono, è che la frequentazione della chiesa, anche per una semplice messa, implica (o viene caldeggiato) l'acquisto di candele, un ripassare più volte per la raccolta delle offerte, una lettura pubblica delle offerte fatte dai fedeli e cose di questo genere. Un giro di soldi che loro avvertono un po' forzoso, per non dire coercitivo se si vuole frequentare la chiesa. Anche da noi succede questo, ma in occasione di matrimoni e funerali, consuetudine per altro avversata proprio da papa Francesco (vedi vari interventi imbarazzanti di Striscia la Notizia). Ovviamente le mie amiche moldave giustificano la richiesta dei loro preti con la necessità di dover mantenere la famiglia, e di doverlo fare con dovizia di mezzi vista la posizione sociale che si conviene a un religioso. Potrebbe voler dire che da noi, i preti, quelli di parrocchie sperdute e piccolissime, si debbano confrontare con due possibili scelte: fare le valigie per territori più remunerativi o trovarsi un lavoro. Una bella rivoluzione di cui, adesso, non so prevederne le conseguenze, anche se, bisogna ammettere, in altri contesti è già in atto da secoli. Certamente una maggior affinità con i fedeli e un riconoscimento delle esigenze affettive e sessuali dei religiosi, ma immagino ance le critiche per una macchina nuova, per la pelliccia della moglie, per le vacanze passate in chissà quale località rinomata, ecc.
Il celibato, giustamente non è un dogma, ma, come sostenuto da molti, una scelta. Una scelta certamente non semplice, che però almeno sgrava dai presupposti che sopra vi ho menzionato.

» Nell'argomento: Segnalazione autori.
8 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Vi segnalo una scrittrice per me straordinaria per passione ed erotismo, con la capacità di rendere in poche righe atmosfere e situazioni di pura sensualità. Riporto qui un racconto "E tu Dormi" (http://www.annunci69.it/racconti-erotici/altro/E-TU-DORMI_53388.html) ma vale la pena di leggerli tutti. Lei è una singola del Lazio e risponde al nome di Aisha55.

8 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Mi piace sempre di più questa discussione che porta al confronto.
Per chi avesse interesse, e solo per quelli di fede cattolica, vi segnalo il teologo Vito Mancuso, che ha pubblicato numerosi libri interessanti, proprio in tema di sesso e Chiesa.
Anche lui si è spretato e si è sposato, ma senza il clamore e il battage pubblicitario del monsignore polacco. Ed è rimasto nella Chiesa, a discutere per esempio di questi temi in un dialogo con il cardinal Martini. Se vi capita date un'occhiata a "Io Amo. Piccola filosofia dell'amore" Garzanti editore, settembre 2014. Si può non essere d'accordo ma aiuta a riflettere sui temi che anche noi stiamo dibattendo.

A Charlize. Vorrei dire che comprendo il tuo risentimento nei confronti del clero, perché immagino quanto ti abbiano fatto sentire esclusa dalla comunità dei fedeli per il tuo orientamento sessuale. È stupido, credo, allontanare qualcuno che di fatto non ha colpa, per come nasce, per l'inclinazione che si ritrova o che acquisisce prendendo coscienza di sé, per un male che certo non ha fatto. Però, non fare l'intollerante verso tutti. Molti qui hanno testimoniato di uomini di chiesa illuminati e motivati, degni di rappresentare Dio in maniera meno sbiadita di molti. La castità, poi, non va vissuta come privazione ma come dono. Per giunta liberamente scelto. Solo così diventa nobile e accettabile.

A dionisiaci e ai molti che sostengono argomentazioni simili, vorrei dire che mi trovo d'accordo con loro, anche se alle volte mi sembrano troppo severi. Eventualmente scusatemi se ho frainteso. Perché la fede, a mio dire, non contempla la rinuncia a pensare e a discernere con la propria testa e non significa abdicazione dell'intelligenza di fronte alle cose di fede . Anzi! Certo che alle volte ci si deve arrendere davanti al mistero (della cui esistenza hanno cognizione anche gli atei), ma ritengo che sia giusto farlo solo in quei pochi e determinati casi, mentre va cercata una distinzione, per quanto possibile, tra la rivelazione (per chi crede e non parlo delle religioni sapienziali) e quanto invece è frutto di interpretazione umana, e proprio per questo limitata, condizionata, alle volte pure sbagliata.
Permettetemi due esempi, per meglio chiarire quest'ultima affermazione.
In una parte del mondo, musulmani ma anche cristiani, praticano la mutilazione dei genitali femminili, con tutte le conseguenze orribili di tale pratica, convinti che sia un precetto religioso voluto da Dio. Ma sono sempre di più quelli, ovviamente religiosi, che affermano essere questa una tragica bugia o una interpretazione fuorviante e inadeguata del testo sacro.
Per venire a noi, visto il sito, e senza scomodare altre religioni, che senso ha "non desiderare la donna d'altri"? Cioè, ogni volta che mi collego e magari do un'occhiata al palco delle esibizioniste, commetto peccato, perché ditemi voi come si fa a non desiderare le donne, molte certamente sposate, che lì vi si mettono in mostra. Se però leggo il comandamento, il suo contenuto è chiaro e lampante. Poi mi sorge un dubbio, per lo meno quello della discriminazione. E le donne che desiderano l'uomo di altre non fanno peccato? In fondo, non c'è scritto! E qui mi preme un invito! Perciò, care singole o lei di coppia, datevi da fare perché per voi non è peccato, anzi, direi che vista la disperazioni di molto singoli che scrivono sui forum di non battere chiodo, per loro è autentica carità. (spero cogliate l'ironia)
Credo invece, per come l'ho capito io, che il comandamento vada letto nel suo contesto e ragionato all'interno del mondo ebraico, per cui è stato scritto. Il desiderare implica non un vago desiderio, naturale e comprensibile in ciascuno di noi, ma nel mettere in atto comportamenti e azioni, tese a sedurre una donna sposata. Perché, vista la condizione subalterna della donna anche nel mondo ebraico di allora, il comandamento aveva l'intenzione di proteggere la donna oggetto di approcci da parte dei maschi o, peggio, oggetto di molestie, salvaguardando la sua onorabilità, la sua famiglia, i suoi sentimenti, la vita stessa (vedi la lapidazione per le adultere). Ricordo che la donna non poteva testimoniare nei processi e aveva certamente diritti minori degli uomini. Il comandamento quindi, ha un valore più generale: tende a difendere l'onore, che è riconosciuto ad ogni persona, di chi non si può difendere da particolari attenzioni perché soggetto più debole: donne, uomini, gay, minori, disabili, ecc.
Senza l'uso dell'intelligenza e senza una veduta aperta, tesa a capire lo spirito del comandamento (che mi sforzo di credere abbia un senso se riferito al bene nostro e del nostro prossimo, altrimenti è un'inutile coercizione), anche la fede ne risulti menomata e fragile.
Con ciò non voglio negare le differenti visioni che molti hanno già espresso, né conciliarle e ridurre tutto a un buonismo fuori luogo. Il mio, se possibile, è un invito ad approfondire evitando gli stereotipi o le posizioni intransigenti.

8 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Rispondono a JEEPSTER per ristrettezza di tempo e poi spero di farlo, brevemente, anche con altri interventi molto interessanti (Charlize, Profumo di bosco, ..)
Un primo disaccordo con una tua opinione. Io credo che chi propone una discussione, ne detenga una specie di diritto d'autore. L'idea è stata tua, e, per come l'hai posta, rispecchia un tuo modo di sentire e di vedere. Poi, la natura stessa del forum presuppone che vi sia una discussione sul tema da te proposto ed è ovvio che tu non faccia il "padrone", nel senso che ti metta a impedire il confronto, o che possa rifiutare ragionamenti magari non condivisibili. Ti riconosco però un ruolo che potrei definire di arbitro, o meglio di moderatore, perché credo che tu abbia il diritto di non vedere stravolta la tua proposta, denigrata, scippata, offesa da chi non intende confrontarsi ma rompe i c? per il solo gusto di farlo, o, come spesso succede, si intromette nella discussione per fuorviarla, per appropriarsi dello spazio e della visibilità allo scopo di argomentare su cose che nulla c'entrano con quanto avevi proposto. Io, conscio di aver travalicato di molto quello che invece era una semplice constatazione, anche abbastanza circostanziata, mi sono preoccupato di non "rompere le uova nel paniere!"
Per tornare invece all'oggetto della discussione ti dirò che sono molto meravigliato. Seguo spesso i forum anche se intervengo assai di rado. Per la verità mi aspettavo, come ormai avviene piuttosto spesso, una valanga di critiche e di attacchi, spesso gratuiti, visti i miei lunghi interventi specie su temi e argomenti che toccano opinioni personali, spesso molto distanti. Invece, con grande stupore ho assistito a una discussione accalorata, interessante, argomentata, lontana anni luce dalle zuffe e dalle offese che ammorbano altri forum.
Come sono contento della precisazione che fai in merito a quanto ho espresso sui professori. Contento, non perché tu ti sia detto d'accordo, ma perché credo che tu abbia capito il senso di ciò che volevo comunicare, che riguarda un discorso teorico e generalizzato, ben conscio che poi la realtà ha mille sfumature e mille distinguo.
È che leggendo il tuo intervento, mi è venuta in mente la professoressa di storia che ho avuto al liceo, la quale faceva partire l'era moderna dal 1571 (per essere più precisi dal 7 ottobre di quell'anno - vedi le coincidenze con la data odierna) corrispondente alla vittoria dei cristiani sui musulmani nella battaglia di Lepanto. Per un po' ci ho creduto, ma poi me ne sono fatta una ragione, visto il forte orientamento della professoressa. Così, in generale, nessuno vorrebbe essere assistito da un medico che ha particolari obiezioni e ti nega o t'impone delle cure fondamentali per la tua salute, come nessuno si augura di essere fermato da un poliziotto con determinati principi, per cui se sei di certe idee hai già un connotato di colpevolezza. Ho portato in questo caso, come per tutto il resto, dei ragionamenti che mi sono sembrati di buon senso.
Sulla vicenda del monsignore polacco, non ho espresso un giudizio, perché per poterlo argomentare bisognerebbe conoscere i risvolti della vicenda e sentire, come sempre, le due campane, magari non distorte dalla stampa che spesso ci mette del suo(condivido con Pier).
Sarebbe interessante capire quali vicende hanno portato al suo "licenziamento" e da parte di chi. Dal preside della sua facoltà (che non rappresenta tutta la Chiesa) che magari si è sentito spiazzato dall'outing? Che, forse, ha pensato di risolvere questa vicenda in cui si è reso conto di aver dato fiducia a un prelato che non la meritava? O che forse sapeva già tutto (probabile) ma che alla vigilia della pubblicazione di un libro scomodo (un libro non si scrive in tre giorni) ha voluto prendere le distanze non solo dallo scritto, ma anche dallo scrittore. Le mie sono congetture, per dire che non si può giudicare con superficialità.
Ho espresso l'opinione non che la Chiesa avesse ragione, ma che potevo comprendere i motivi dell'espulsione del prelato dall'insegnamento in quella università. Quindi, non una condanna del comportamento e della relazione del monsignore (come molti hanno sottolineato, compresa buona parte dei pensatori cristiani), che magari sarà esploso in un moto di protesta, in seguito a chissà quale calvario personale e relazionale e che non ha tenuto conto della portata del gesto.
Per chiudere, mi sento in accordo con chi ha portato una riflessione sulla distinzione tra sacerdote e sacerdote, in quanto non tutti sono uguali (vedi intervento di sipuofareseciva). Proprio in materia di omofobia (e volutamente lascio stare la pedofilia) a fronte di un intervento indegno, proprio ieri, di un parroco della mia città (Trento), per cui l'omosessualità è paragonabile a una malattia, ho ascoltato con piacere le parole del Papa, che con decisione ha chiesto, verso gli omosessuali, non pietà, ma rispetto. E questo non mi pare poco, se paragonato ad atteggiamenti e condanne tutt'ora largamente presenti in certi ambienti.

PS. Vedo solo ora l'ultimo tuo intervento, che mi chiarisce, oltre ogni dubbio, il tuo pensiero. Non è l'orientamento sessuale che può far distinguere un buon professore da un cattivo professore. Concordo! La sua bravura è determinata dalla qualità del suo insegnamento (professionalità con le accezioni che sopra un po' tutti hanno menzionato e capacità di comunicare) e dall'esempio (che per me è molto importante). Il riferimento alla vicenda del monsignore credo abbia invece connotato in maniera vivace l'originario quesito.

8 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero sui comandamenti... se lo ritieni ot, puoi rispondere in privato
ciao[/quote]

Io non vorrei approfittare della pazienza di JEEPSTER che vede fuorviato e maltrattato il suo argomento.
Inoltre ribadisco che non ho titoli per trattare la cosa, miscredente quale sono, ma mi piace condividere delle osservazioni, attingere a delle logiche per poter avere un confronto. Quindi non verità, ma sviluppare, se possibile, dei punti di vista.

Cerco di chiarire qui il mio pensiero, perché attinente a tutta la faccenda fin qui trattata.
A mio parere non dobbiamo mai dimenticare che l'uomo è "un animale culturale". E a questo soggiace anche la religione (non la fede!).
Le frasi e i comportamenti degli uomini, seppur ispirati (per ci crede) non possono essere avulsi dal contesto storico-culturale in cui si sono svolti i fatti. È la nostra miopia nel interpretare correttamente il messaggio che provoca i più grandi casini.
La vicenda di Galileo è esemplare. Nella Bibbia si afferma che Giosuè tenne fermo il sole e quindi, necessariamente, doveva essere quest'ultimo a girare e non la terra. L'estensore del testo di allora, non poteva descrivere diversamente la cosa, privo delle conoscenze che abbiamo noi oggi. A meno che qualcuno non creda che Dio in persona si sia preso la briga di suggerigli all'orecchio cose che lui non poteva capire.
La stessa cosa si può dire della creazione in Genesi. Abbiamo letto pedissequamente il testo, confondendo il mito che lì vi si narra con la realtà. Siamo stati così ciechi da guardare alla storia con un pessimo occhio umano, curvi sul libro e aiutati da una lente fatta di pregiudizi e di ignoranza, mentre ora possiamo guardare a quel mito con altri occhi, e capirlo, almeno in parte, usando addirittura gli occhi di una macchina (il telescopio Hubble). Per secoli abbiamo creduto (sempre per chi ci crede) in un dio hobbista, che impasta, modella, crea, distribuisce, attacca, ecc. che lavora impolverato e sudato, fino a stancarsi tanto da dover riposare per una giornata intera, mentre solo da poco possiamo osservate con Hubble quanto la realtà sia più stupefacente perché solo oggi possiamo percepire la bellezza, la complessità, l'armonia dell'universo e mettetela a confronto con una lettura infantile della creazione. È la religione che si adatta, non la fede, la quale ci dice semplicemente che Dio, in principio, ha creato la luce e questo fatto, guardato con i giusti occhi, non contraddice quello che Hubble ci fa vedere o intuire: perché tutto ebbe inizio con un'esplosione di energia, di luce appunto.
La stessa cosa vale per i comandamenti. Anche lì c'è un'evoluzione, tanto che osservo che quello che fino a metà del medioevo era proibito (il prestare soldi con un interesse, era considerato usura e da qui nacquero le ricchezze di talune famiglie ebree perché per loro il precetto non valeva), ora invece è un’attività che porta avanti anche il Vaticano, con un proprio istituto bancario (anche se sappiamo bene quali scandali ci siano dietro a questa istituzione).
Lo stesso interrogativo sui comandamenti sembra sia stato posto a Cristo da uno scriba: uno che la sapeva lunga e che osservava tutti i numerosissimi comandamenti, ovviamente aggiunti dai preti di allora, ai dieci scritti sulle tavole di Mosè (ricordo che sono 613 le prescrizioni scritte nella Torah, 365 divieti e 248 obblighi). Come noi, davanti alla dottrina della Chiesa inadatta a comprendere la complessità del nostro tempo, stravolta da scandali e da scismi, interpretata in tanti modi, lo scriba vuole sapere che cosa sia giusto osservare o meno, e anzi, quali siano le regole principali da seguire.
Gesù non tira fuori un manuale, non si richiama al complesso ordinamento della religione. Semplifica tutto e dà la risposta che sappiamo: ama Dio e il prossimo come te stesso! E le 613 prescrizioni? Sparite! E i comandamenti? Superati, non disattesi.

Non voglio addentrarmi, ma se avete voglia date un’occhiata alla lettera di san Paolo ai Corinzi. Per inciso, se avete voglia leggetevi (e su questo do ragione a Jeepster) anche parti del Corano, o le massime del Buddha, o il Capitale di Marx o al limite qualcosa dal Mein Kampf di Hitler, non per trarne insegnamento, ma il tutto per avere una conoscenza che vi permetta di ragionare sulle cose, non dando niente per scontato o accettando supinamente i luoghi comuni.
Leggetevi Paolo che ammonisce i Corinzi dicendo loro: "Se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne, ma non avessi la carità (parola che sta per amore), non sarei nulla". Non basta che tu non ammazzi il vicino, che smetta di raccontargli falsità, che non lo derubi, non basta nemmeno che lo riempia di regali e di soldi e che lo inviti a nozze tutti i giorni, perché se non lo fai con il cuore, se non lo fai per amore, cristianamente, e come se non facessi niente.
E in tema di letture, io aggiungerei anche il Cantico delle creature di San Francesco. Per cui, se volete, una corretta interpretazione dello spirito evangelico, un'evoluzione dettata dalla nostra cultura e dalla nostra conoscenza, ci chiede di amare a tutto tondo, non solo Dio e gli uomini (tutti indistintamente), ma anche gli animali, la natura; in uno slancio ecologico che mai si era avvertito prima con tale chiarezza.

Così credo possa succedere in materia sessuale (visto il sito). Ritengo che sia moralmente condannabile il marito che costringe la moglie a soddisfarlo sessualmente, incurante magari della sensibilità e del soddisfacimento di lei, semplicemente giustificato perché porta la fede al dito. Come forse verrà un tempo (per qualcuno è già in atto) in cui i rapporti prematrimoniali non sono censurabili come immorali, ma sono perfettamente legittimi se improntati a uno scambio amoroso, a un incontro dei due. Poi, forse, toccherà alle nostre trasgressioni, ma temo dovrete aspettare...
Per i diversi orientamenti sessuali sta succedendo la stessa cosa. Mai come in questo campo ci sono stati pregiudizi e forzature, con giudizi non riscontrabili nei testi religiosi se non interpretandoli con ignoranza e malafede. Anche qui, la moderna psicologia ha aiutato a capire e a conoscere. Una volta erano rigettati come peccati contro natura (perché mancava un fine procreativo), poi sono divenuti delle devianze da condannare, oggi sono derubricati a dei disturbi, domani (forse troppo tardi e dopo troppo dolore di chi ha dovuto sopportare arbitrarie interpretazioni) capiremo che sono solo modi diversi, linguaggi diversi di esprimere amore, intimità, tenerezza. Ci sarà ancora la condanna, certo, ma non rivolta verso di loro perché liberata dall'ipocrisia. Condanna che invece rimane immutata per chi sfrutta, per chi specula sul bisogno di amare ed essere amati, per chi avvilisce, per chi approfitta, ecc..

Torno al topic, dopo un lungo giro. Non mi rattrista che la Chiesa abbia destituito il monsignore per una palese ipocrisia tra quanto insegnato (teologia in una università cattolica) e liberamente abbracciato e quanto, invece, vissuto e rinfacciato ai suoi fratelli come disumano. Mi rincresce che un trattamento di simile disapprovazione e di pari efficacia, non sia riservato ai pedofili, ai vescovi che vivono in attici di 700 mq. o che hanno patrimoni personali incoerenti con la carità, ai religiosi che si mettono in prima fila nelle manifestazioni pubbliche crogiolandosi del potere che l'abito che indossano concede loro, a quelli che lucrano sui matrimoni e sui funerali, a tutti quelli che, proprio come diceva il Vangelo, mettono insieme dei fardelli (di regole, di precetti, di scomuniche, ecc.) che poi addossano sulle spalle degli altri.

Per chiudere, e promettendo di non cadere più nel peccato di orgoglio intellettuale (per citare "Il nome della Rosa" , romanzo ma anche storia verosimile che la dice lunga sulle discriminazioni religiose di cui si parlava), mi scuso se ho urtato, senza volerlo, la suscettibilità di qualcuno, davvero molto più credente di me e più addentro ai temi che ho solo voluto sfiorare.
E maggiormente, mi scuso se ho annoiato i molti che frequentano il sito e i forum semplicemente per divertirsi, come cerco di fare anch'io.

8 anni fa
Trentino, Trento
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Mi sono molto divertito nel leggere il pensiero e le argomentazioni di tutti e nell'apprendere da ciascuno una parte di verità.
Perché è innegabile che ci sia una distanza, spesso abissale, tra la fede, la religione e la Chiesa. Ed è chiaro come la luce del sole, quanti siano stati gli sbagli della Chiesa nei secoli scorsi, quanto male e violenza abbiano provocato, ed è altrettanto evidente quanti siano ancora oggi le incoerenze, le mercificazioni e le incrostazioni del messaggio evangelico originario.
Un messaggio talmente connaturato con la nostra natura umana, perché un messaggio d'amore, tanto da essere creduto e condiviso anche da chi professa di ignorarlo se non di disprezzarlo. Chi può vivere senza amore? E ancora, chi ama viene da Dio, dice San Paolo, indifferentemente che sia cattolico o cristiano, o che sia ebreo o musulmano, o ateo. Perché amare è una cosa che possono fare tutti e non è appannaggio di nessuna religione, anche se dovrebbe costituire la base di tutte.
Se letto sotto questa luce, la promessa della castità (per i preti è una promessa e non un voto come lo è invece per gli appartenenti agli ordini religiosi) non la percepisco come un'imposizione normativa dettata dalla Chiesa, ma la intendo come la scelta di una condizione di vita di chi si dice innamorato (possiamo definirlo vocazione?) di un ideale, quello di amare Dio e i fratelli (intendo tutti).
Il celibato dei preti ha senso non come imposizione e rinuncia, come coercizione verso un comportamento (tra l'altro naturale), ma ha valore solo se vissuto come innamoramento e quindi libera scelta di una cosa che ti prende talmente tanto, da non avere testa e tempo per altri stili di vita e interessi.
A voi è mai capitato? È la stessa cosa di quando ci s'innamora di una donna (io dico strafiga soprattutto nelle prime fasi – lasciatemi nella mia fede etero), ma vale anche per un'altra persona di qualsiasi orientamento sessuale, come vale anche per un ideale, per una professione, per cui non si vede nient'altro che l’oggetto del nostro desiderio. Il bello è che lo si fa senza fatica.
È una scelta che facciamo per essere liberi di amare e desiderare in modo esclusivo e totale quella persona (vedi matrimonio), quell'ideale, quell'oggetto del nostro innamoramento. Quante volte ci capita, nel nostro piccolo, di "innamorarci" di una cosa, un hobby, un film, una partita, al punto che ci dimentichiamo di mangiare, di andare a dormire, che facciamo gli straordinari per comprarcelo, ecc.. E tutto questo ci piace e ci appaga.
Ecco! Quello che contesto al monsignore, non è la sua omosessualità, non è la convivenza con un'altra persona, è il tradimento di un innamoramento che, probabilmente nel suo insegnamento, additava come assoluto e appagante. Condivido l'opinione di chi ha ritenuto comprensibile il gesto della Chiesa, che ovviamente ha colpe e guai ben peggiori, ma che lo ha messo alla porta giudicando incoerente quanto insegnava in contrasto con la sua condotta.
Molti di voi hanno colto questo non come un peccato (mancanza sulla base di un precetto religioso) ma come una difetto della persona (poteva essere anche comunista come si diceva una volta, o ateo o chissà cosa), e come tale inadatto a insegnare in quel contesto (università cattolica), quella materia specifica (che non è matematica o latino che non comportano coerenza con particolari principi morali).
Per fare un esempio, è come chi per soddisfare una sua intima passione e un sogno di felicità progettasse di salire sull'Everest. Lo sappiano tutti quali sacrifici comporta una tale scelta: un esborso di soldi, il mangiarsi tutte le ferie, il lasciare a casa moglie e figli, rinunciare agli amici di sempre, ecc.
Rinunce che l'interessato non giudica insormontabili, ma bensì una cammino necessario verso il raggiungimento del suo sogno. Una volta arrivato in Tibet si aggrega a una compagnia, ne diventa il leader e il promotore, convincendoli che non vi è niente di meglio che immedesimarsi nella natura, che interpretare lo spirito della montagna, che inebriarsi della salita, ecc. Che opinione vi fareste se lo trovaste un giorno al campo base, di ritorno perché ha rinunciato alla salita divenuta troppo dura, e sfottesse i compagni che sono rimasti in vetta, adducendo che sono tutte stronzate e che la montagna è bella anche vista dalla televisione? Direste che, forse, non è che la montagna non sia bella, semplicemente è che per lui sarebbe più indicato il mare, contenti che si sia ricreduto, ma sconcertati per questo cambio di rotta o dubbiosi che quello che andava affermando siano state, per lui, cose vere. Forse l'esempio non è calzante, ma vorrei sottolineare un discorso di incoerenza.
Per tornare al monsignore, la critica è mossa alla sua incoerenza, sorvolando sulla tempistica del gesto, sulla opportunità o meno di farlo proprio in concomitanza del sinodo, in modi plateali e pubblicitari.
La rivoluzione, per rispondere a qualcuno di voi, si può fare, magari più difficilmente, ma anche dal di dentro. E non è quella di sbattere la porta e di andarsene, è invece quella che io riconosco (e lo hanno riconosciuto in primis i non cristiani) di Madre Teresa di Calcutta.

Per tornare agli insegnati e dire la mia a Jeepster (al quale sono grato per aver aperto la discussione). Credo che compito dell'insegnante sia quello di dare uno strumento critico e di comprensione in mano ai loro allievi. Per fare questo ritengo che l'insegnate, come il medico, il poliziotto, ecc. si deva un po' svestire delle sue opinioni personali per dare un sevizio il più imparziale possibile, pur nella pluralità delle vedute. Nel momento in cui connoto il mio insegnamento con un'ideologia (cattolica, comunista, musulmana, atea, ecc.) deformo lo strumento che dovrei trasmettere ai miei alunni e faccio loro un cattivo servizio.

Vorrei dire a charlize che la Chiesa non è un'associazione, che perciò appartiene di più agli iscritti che alla dirigenza (leggi vescovi, preti e religiosi). La chiesa è di Cristo e il suo messaggio viene interpretato (compito della Chiesa) purtroppo dagli uomini, secondo la loro cultura, la loro storia, la loro intelligenza. Lo scandaloso è che questa interpretazione sia dipesa troppo spesso, e lo è tutt'ora, da vizi e bassezze, da potere e invidia, da ignoranza e odio. Qui sta la vera immoralità, lo schifo dei credenti che tu avverti, giustamente, e che allontana la gente non solo dalla religione, ma anche dalla fede. Che vuoi che sia il clamore di un prelato che fa outing di fronte a tanti silenzi, a tante coperture per nefandezze ben più gravi, come anche il nascondere o, peggio, il giustificare le incoerenze verso un messaggio originariamente improntato all'amore, che viene continuamente vilipeso e distorto? Credo che tu non abbia ragione di farti una religione cristiana a tuo piacimento (puoi fartene una tua però non un fai da te), ma che invece tu abbia tutto il diritto di interpretare a modo tuo il messaggio evangelico, sapendo di dover rispondere a nessuna altro che alla tua coscienza. Nessuno ha diritto di estrometterti dalla Chiesa, ma anzi, proprio per la tua critica e per le tue scelte, abbia il dovere di accoglierti e di ascoltarti.

Infine, condivido molto le opinioni della coppia dionisiaci. A parte l’affermazione: "di incalliti peccatori di ogni risma come siamo noi che patiremo chissà quali tormenti nelle fiamme dell'Inferno a cui i nostri comportamenti trasgressivi e lussuriosi ci condanneranno senza alcun dubbio”.
Non dimenticate la famosa frase evangelica, detta ai Farisei (leggi agli ipocriti di tutti i tempi e a chi si professa giusto) che le puttane li precederanno nel regno dei cieli. Se quindi ci troviamo in paradiso anche coloro che qui vorremmo esclusi dai nostri giochi perché mercenari, tanto più dovrebbero fare posto a noi (sto scherzando).
Se però interpreto bene l'unico comandamento cui siamo tenuti, non verremo condannati per i comportamenti trasgressivi e lussuriosi, ma verremo giudicati esclusivamente sulla base dell'amore. Se cioè questi comportamenti saranno stati conseguenza di inganni, menzogne, soprusi, mobbing, violenze più o meno palesi, ecc. o non siano stati invece un dono, un momento pieno di desiderio, di passione, di armonia con chi abbiamo incontrato e con le persone che sono oggetto dei nostri sentimenti. È quello il metro di giudizio, non la lista delle marachelle sessuali stilate via via nei secoli e, per fortuna, in via di evoluzione.

A tutti. Scusate la lunghezza dello scritto e tenete presente che non ho nessuna preparazione in materia, se non il fatto che mi piace leggere e capire.

9 anni fa
Trentino, Trento
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Carissimi amici appassionati di racconti
Ho trascorso questo lasso di tempo nel tentativo di capirci qualcosa con i diritti d'autore, prima di pubblicare i racconti.
Una cosa è certa: nella eventuale ripubblicazione dei racconti non ci sarebbero fini di lucro, non ci sarebbe manomissioni dei testi e degli altri contenuti, né l'intento di disconoscere gli autori e, in definitiva, secondi fini se non quello di rileggere i racconti.
Come sapete, però, la legge italiana è spesso fumosa e contraddittoria, e quella in materia non sfugge a queste difficoltà interpretative, tanto che ho ascoltato autorevoli pareri ma discordanti tra di loro in tema di diritti d'autore, licenze Creative Commons, possibilità di citazioni, e chi più ne ha più ne metta.
Aggiungo che spesso il buon senso non è il senso della norma, la quale, in materia di diritti d'autore prevede che: ogni testo, anche breve, compresi quelli su Internet, in quanto opera creativa è tutelato da copyright per il solo fatto di essere creato; non può essere copiato o riprodotto senza il formale consenso dell'autore, né si può appropriarsi della sua paternità, anche nell'ipotesi in cui il sito web contenente il testo non espliciti che tale contenuto è soggetto a copyright.
Ho sentito anche il parere della Redazione, che pur plaudendo all'iniziativa, nemmeno loro sanno darmi certezze. Specie per gli autori non più presenti sul sito, che potrebbero non volere la ripubblicazione del loro racconto (ci possono essere mille motivi che mi sfuggono), appellandosi magari a quelle poche righe di diffida aggiunte al testo del profilo di presentazione o richiamando il diritto all'oblio, tanto discusso anche per i contenuti dei social forum. È una forma di rispetto verso di loro, prima che per gli aspetti legali della vicenda.
Ci sto ancora riflettendo, ma il mio invito è quello di superare il passato e di ripetere l’iniziativa, magari con forme e contenuti diversi, ma ugualmente accattivanti e stimolanti. Qualcuno vuol raccogliere il testimone? Nel qual caso, inserendo nel nuovo bando la cessione dei diritti relativi alla riproduzione dei testi.

9 anni fa
Trentino, Trento
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Scusate se ritorno su un argomento fuori tema: la pubblicazione dei racconti del famoso concorso letterario promosso da CoppiaNemo.
Sto scambiando alcuni ragionamenti con la redazione, per evitare di mettere in rete materiale coperto da una specie di diritto d'autore, specie per gli scrittori non più presenti sul sito. Vi chiedo un minimo di pazienza e poi, sarò ben lieto di renderli pubblici, magari per stralci, dovendoli recuperare dal formato PDF.
Mi metterò d'accordo anche con @emmegei (che saluto) in quanto, come me, ha ancora traccia di quei testi.
A presto!

9 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
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Non vorrei fare un torto a @emmegei, ma siccome considero la mia partecipazione su A69 una specie di gioco, l'unico errore sarebbe quello di tenersi la palla e non condividerla con chi vuole giocare.
Perciò, per @Roberto che chiedeva luni sulle linee guida e per tutti quelli che sono interessati (che non c'erano o che ricordano con piacere il concorso) riporto qui di seguito quello che era il bando (divertente e fatto bene) e l'esito del concorso stesso, per come me l'hanno inviato la formidabile coppia (coppiaNemo) che ha dato il via a quella divertente iniziativa.
Non so poi come pubblicare i racconti, che ho solo in PDF (è molto lungo riportarli a testi normali) perciò accetto di buon grado suggerimenti utili.
Ecco le linee guida e l'esito del concorso!
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CONCORSO LETTERARIO PER VOYEUR, SEGAIOLI E COPPIE ALLEGRE.
BANDO :
Il candidato scriva un racconto breve (10 righe al massimo) dal titolo "UNA NOTTE A ZERO GRADI" in cui esponga una fantasia (o cronaca di un fatto realmente vissuto) dai risvolti psico-erotici. La vicenda si svolge in tarda serata, Scenario : un parcheggio di periferia, luna piena, temperatura vicina allo zero.
Gli elaborati dovranno essere "postati" entro le ore 24 del 15/02/2014 indifferentemente in uno dei due forum presenti in questo sito : "La casa dell eros" ovvero "Racconti & Libri"
Previsti un "Vincitore assoluto" e tre segnalazioni per a) La miglior ambientazione b) L'accadimento più originale c) La miglior qualità letteraria

La GIURIA :
Il verdetto risulterà dalla composizione del voto espresso dalla "Giuria di qualità" (con un peso pari al 40%) unito al voto espresso dalla "Giuria Popolare" (con un peso pari al 60%)
Il risultato sarà inappellabile.
Qualunque iscritto alla Comunità di Annunci69 può partecipare alla Giuria Popolare facendone richiesta con un messaggio da inviare a CoppiaNemo. Nel messaggio dovrà anche essere indicato un indirizzo E.Mail (che rimarrà riservato) al quale verrà recapitata l'intera raccolta dei racconti (in formato Pdf) nonché la scheda per l'espressione delle preferenze.
La Giuria popolare dovrà esprimersi entro sabato 22/02 e fino a tale data saranno accettate nuove adesioni alla stessa.

IL PRIMO PREMIO :
Il Vincitore verrà premiato con il soddisfacimento di un suo desiderio da realizzare con la complicità di un "Soggetto" (Coppia, Singolo, Singola, ecc) selezionato (a discrezione del vincitore) dalla "Lista Premi" posta in calce al Bando.
La "Lista premi" è composta da tutte le Coppie, Singole, Singoli, ecc. (aderenti alla comunità di Annunci 69) che avranno fatto domanda al Comitato Promotore di far parte della suddetta lista.
Gli aderenti alla "Lista premi" (Soggetti premio) accettano a priori di svolgere nobilmente e con dedizione tale funzione, e qualora prescelti, accettano di concordare con il Vincitore i particolari della "Cerimonia di Premiazione".
Per aderire alla "Lista premi" i volontari dovranno inviare entro sabato 22/02 un messaggio d'adesione a CoppiaNemo che provvederà ad aggiornare la lista pubblicandola in calce al bando.
Il Vincitore unitamente al "Soggetto Premio", a conclusione della "cerimonia di premiazione", dovranno in collaborazione pubblicare la cronaca dell'evento postandola nel forum "Racconti & Libri" onde ottenere (per il tempo di tre giorni di pubblicazione) il contributo di commenti e lazzi da parte della rete.

PUBBLICAZIONE FINALE :
Tutte le opere, con preminenza di quella vincitrice e poi delle opere segnalate, verranno raccolte in una pubblicazione illustrata e completata dal racconto della "cerimonia di premiazione" e dei commenti ricevuti.
L'opera editoriale (in formato Pdf) verrà messa a disposizione di tutti i partecipanti, di tutti i componenti della Giuria Popolare, dei "Soggetti Premio" nonché di tutti gli iscritti alla Comunità di Annunci69 che ne richiederanno l'invio tramite E.Mail.

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CLASSIFICA FINALE CONCORSO LETTERARIO VOYEUR, SEGAIOLI E COPPIE ALLEGRE

Primo posto : AliceRobertoHot con racconto n.50 (Punti 51)
Secondo posto : FiglioDiMatusalemme con racconto n.35 (Punti 42)
Terzo posto : Clorofille con racconto n.11 (Punti 35)

Miglior ambientazione : Dexcartes con racconto n.38
Accadimento più originale : Ocrec con racconto n.1 parimerito Silti con racconto n.39
Migliore qualità letteraria : Clorofille con racconto n.29

Premi speciali :
I concorrenti più rompicoglioni parimerito Ocrec e Ghoto
Il concorrente più mestatore : parimerito FiglioDiMatusalemme (Per campagna elettorale) e Ocrec (per baci alla giuria)
I giurati più meticolosi : Parimerito FreAll e PierPatty6151 (Per aver le attente recensioni)

47 giudici popolari ammessi al voto (fra aventi diritto ed abusivi)
15 giudici popolari anche autori (compresi nei 47)
Numero imprecisato di giudici corrotti
42 espressioni di voto ricevute

Ad ogni votante sono state richieste tre preferenze (in ordine di gradimento)
Alla prima preferenza sono stati assegnati 3 punti, alla seconda 2 punti, alla terza 1 punto
Alcuni giurati hanno recensito e commentato tutti i racconti esprimendo parere (non vincolante ma comunque apprezzato) anche sulla qualità letteraria, sulla miglior ambientazione e sull'accadimento più originale

La Giuria di Qualità (ormai succube di simpatie, corruzione, stress, ecc ecc) ha ritenuto d'astenersi demandando la classifica finale a quanto espresso dalla giuria popolare.

Vincitore assoluto è quindi AliceRobertoHot cui viene assegnato il "primo premio" che verrà consegnato secondo le modalità previste dal bando.

Il comitato promotore esprime profondo rincrescimento per FiglioDiMatusalemme che dopo tre mesi di sole seghe dovrà perdurare nella pratica. Come premio di consolazione gli verrà recapitata un Brochure illustrativa di CoppiaNemo con dedica. :-*
Ringraziamo tutti per la simpatica e qualificata collaborazione
CoppiaNemo

__________________________________________________________________________________________________________
Sperando di aver accontentato i curiosi e gli appassionati, attendo vostri suggerimenti per le modalità di pubblicazione dei racconti (forse @emmegei ha modo di farlo meglio di me) . Un grazie mio personale va alla coppia Nemo, che non essendo più iscritta forse non potrà vederlo, ma che mi sembra comunque doveroso per la bella idea avuta a suo tempo e per l'impegno, non del tutto trascurabile, di aver portato fino i fondo questa iniziativa.
C'è qualcuno che ha voglia di raccogliere il testimone?




9 anni fa
Trentino, Trento
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Se a qualcuno interessa, ho trovato nel mio archivio l'intera raccolta dei racconti, perché mi ero proposto, a suo tempo, nella "giuria popolare", tanto per stare al gioco e commentare i vari testi.
Fu per me (pur non avendo nessuna competenza specifica e comunque nessuna intenzione di esprimere un giudizio che superasse il semplice apprezzamento) un'esperienza utile e divertente, come credo lo fu per chi partecipò in veste di autore.
Sul fatto di ripubblicare i racconti penso che non dovrebbero esserci dei problemi, considerato che chi li scrisse lo abbia fatto anche con l'intenzione di renderli pubblici. Certo, qualcuno potrebbe aver cambiato idea e potrebbe chiedere di rispettare questa nuova scelta.
Lascio ad alicerobertohot, promotori di questo topic, anche se l'argomento è un po' fuori tema, la valutazione sulla opportunità di pubblicare quei racconti, magari una volta sentita la redazione di A69.

9 anni fa
Trentino, Trento
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Iscritto: 19.07.2012
Post: 30
Ho sentito proprio ieri sera una battuta in un programma televisivo: "Le misure non contano, conta come uno lo sa usare. E' un detto che, in Africa, non esiste!". Ho riportato la battuta per sdrammatizzare, convinto che nell'approccio con una lei serva: un pizzico di ironia, molta intelligenza, una buona dose di autostima. Perché la concorrenza è spietata (disparità tra domanda e offerta, come più volte ribadito anche sul Forum) e perché, in alternativa alla prestanza, servono altre strategie certamente non trascurabili. Te lo dice uno che, nel suo profilo, ha voluto deliberatamente trascurare il fattore "attributo maschile". Concordo con i suggerimenti di chi mi ha preceduto.

» Nell'argomento: Rompere gli schemi
9 anni fa
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Concordo con l'intervento di mau_niky. Credo loro abbiano ragione quando parlano di prodotto di nicchia. La questione è, prettamente, culturale (lo dico in senso antropologico, non per fare della saccenteria). Leggendo i racconti e soprattutto i commenti dei lettori, osservando i voti e il numero di quanti hanno aperto il racconto, si individuano abbastanza chiaramente i gusti della maggioranza, le preferenze degli iscritti, che sono, a mio parere, uno spaccato della società italiana. Dove le tematiche sessuali sono in lenta e costante progressione, ma dove ci sono ancora numerosi retaggi di un passato oscurantista e perbenista. Vedi la difficoltà a parlare di sesso, vedi le incomprensioni verso comportamenti più liberi o la difficoltà ad accettare i diversi orientamenti sessuali, vedi i giudizi e i pregiudizi, ecc. E' un processo in evoluzione, che spero dia meno peso a una dimensione orizzontale del sesso (spesso quella scontata , del ricorso al volgare, al godereccio, legata alle pruderie, al vizio, a una sensualità che la commedia all'italiana di molti film ha riconosciuto e preso in giro), per dare più importanza, invece, a una dimensione verticale, dove il sesso è vissuto come un elemento fondamentale, non una parte, delle persone e della loro vita. Una visione olistica del sesso, dove prevale l'erotismo sulla pornografia
Ovviamente i tuoi racconti tendono a quella dimensione verticale che, pure sempre praticabile su questo sito, non trova una degna accoglienza e una valutazione adeguata alla qualità che esprimono.
Per tornare al paragone del cibo proposto da mau-niky, trovo un convincente parallelismo con il vino.
Rilevo come la maggioranza dei lettori apprezzi maggiormente, come succedeva tempo addietro, la quantità e il grado alcolico della bevanda, mentre adesso, in tema enologico, si va sempre più diffondendo una cultura del bere, che privilegia la qualità e tutte le caratteristiche organolettiche una volta trascurate (i sapori, i profumi, i retrogusti, ecc.)
Parafrasando, in tema di racconti, ci vorrà pazienza, ci vorrà il tempo perché la maggioranza incominci ad apprezzare, come per il vino, tutte le componenti anche secondarie del sesso: la sensualità sottile, il fine erotismo, la citazione e l'allusione, l'eccitazione dei sensi integrata con i battiti del cuore e con la sublimazione del cervello. E, come per il vino, ci vuole chi coltivi vitigni particolari, chi vinifichi con cura e amore per sollecitare i palati più svogliati, per attirare sempre più persone verso un bere più consapevole, sempre più interessate al gusto gusto e alla qualità.
Bisogna, con semplicità e coraggio, che ci siano i momenti per farlo (vedi la bella iniziativa della redazione con il primo volume di Erotika, dove mi sembra privilegiato un certo modo di raccontare - vedi la premessa all'e-book) e ci sia chi propone il prodotto da assaggiare per poterlo apprezzare.
Perciò, conscio di questo ruolo, non farci mancare la possibilità di "degustare" i tuoi racconti, consapevole che stai proponendo un prodotto di nicchia, ma che potrebbe attirare estimatori attualmente distratti e incrementare la qualità dei racconti presenti sul sito.
Forse dai lettori non ti verranno grandi e immediate soddisfazioni, ma potrà essere certamente un motivo di gioia aver coltivato con dedizione e aver potuto divulgare una tua intima passione.


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