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L'orso quarantenne


di michiamanotu
02.01.2017    |    28.605    |    11 8.2
"Avremmo dovuto incontrarci, salvo poi scoprire che le sue fotografie erano tutte scaricate da internet..."
C’è caldo, un caldo tremendo, umido, di quelli che si appiccicano addosso. È pomeriggio e sono sdraiato sul letto nella mia stanza all’interno del mio minuscolo monolocale da studente universitario, non provvisto di aria condizionata. Il mio corpo esile ma tonico è completamente nudo, non riuscirei a sopportare nemmeno un paio di mutande addosso oggi. Fra le mie gambe esplode già da un bel pezzo un’erezione incontenibile. Il mio pisello, scappellato e pulsante, risponde ai pensieri impuri che oggi non riesco a scacciarmi dalla testa, facendomi sentire ancora più caldo.
Ho passato la mattinata a chattare su Grindr con un toro quarantenne attivo da sballo che mi aveva riempito di foto del suo uccellone duro. Avremmo dovuto incontrarci, salvo poi scoprire che le sue fotografie erano tutte scaricate da internet. Un pacco si, ma di quelli sgraditi. Rimasto quindi con un’acquolina alla gola indescrivibile, ho una voglia di cazzo infinita e non riesco a togliermi dalla testa il pensiero di una bella cappellona rossa da far godere.
Apro di nuovo quella maledetta applicazione dello smartphone, non contento delle numerose fregature già ricevute, e vedo che a soli cinquanta metri da me è apparso un profilo interessante. Ha la foto del suo corpo, è un orso massiccio, con una pancetta pelosissima e due pettorali gonfi e ampi. Gli scrivo subito e dopo un po’ di chiacchiere mi mostra il suo cazzo duro. Il mio buchetto sussulta. Lo voglio. Gli chiedo di scambiare il viso e rimango sconcertato quando scopro che a scrivermi è un mio vicino di casa che credevo sposato, visto che l’ho sempre visto in compagnia della moglie. Mi spiega che lui l’ha lasciata perché ha scoperto delle cose su di se che non immaginava, cioè che ama la compagnia di ragazzi giovani, passivi e sottomessi più che quella delle donne. Si complimenta con me per il mio fisico efebico e mi chiede se l’ho mai fatto con uno della sua età (ha quarantasei anni). Rispondo che non è la prima volta volta, per non dire che la media di età degli uomini con cui ho scopato nella mia vita è superiore ai quarant’anni. Non riesco a farmi piacere i ventenni come me, ho bisogno di uomini forti, maturi, dominanti per eccitarmi. Decidiamo che non è il caso di attendere oltre visto che sembriamo in perfetta sintonia. Passano solo dieci minuti ed è alla porta.
Vado ad aprire completamente nudo, lui ci rimane di stucco, poi i suoi occhi scuri brillano per l’eccitazione. “Eccomi qui, troietta”, mi dice con un sorriso beffardo sulle labbra. Appena realizzo che mi ha chiamato in quel modo così spudoratamente il mio uccello ha un sussulto. Lo voglio subito. Metto le mani fra i suoi capelli castani radi. È stempiatello ma ha una barba foltissima e uno sguardo che mi fa subito sentire docile. Voglio il suo cazzo più di qualunque altra cosa al mondo, non lo porto nemmeno in camera, mi inginocchio lì sull’uscio dopo aver chiuso la porta, gli sbottono la patta e cerco di tirarlo fuori.
“Ma che cazzo fai?”, mi chiede con un tono infastidito. “Ti ho chiesto di succhiarmelo per caso? In chat ho detto sottomesso, non intraprendente, o mi sbaglio?”
“Non ti sbagli”, rispondo eccitatissimo dal suo perfetto tono autorevole.
“Meriti una punizione”, mi dice, poi indica la porta della mia stanza che intravede dalla porta mezza aperta. Ci spostiamo, appena varcata la soglia lui mi prende di forza e si siede sul letto, mettendomi a cavallo delle sue ginocchia. Ricevo una scarica veloce di almeno dieci ceffoni a culo nudo. “Ti piace farti sculacciare, eh, troietta?” Mi domanda.
“Si…”, rispondo io timidamente.
“È ovvio, a tutte le cagne come te piace. Lo sapevo dentro di me ogni volta che ti beccavo per il palazzo che eri un frocetto servizievole… te lo si legge in faccia. Finalmente posso dartelo come ti meriti” mi dice mentre continua a sculacciarmi con un ritmo adesso meno serrato ma con forza sempre maggiore. La sua mano è grande, prepotente, ruvida. Ad ogni pacca lancio un urletto. Dopo un paio di minuti comincia a farmi male, ma lui prosegue imperterrito e io non voglio chiedergli di fermarsi: mi eccita troppo essere in balia di quell’uomo maturo che mi tratta come una troia.
Ad un certo punto si stanca emi ordina di spogliarlo. Gli tolgo la maglia e comincio a sbavare perdendomi nella fitta trama di pelo che ricopre il suo splendido fisico da daddy. Dopo gli sfilo anche i pantaloni.
“Leccami”, mi ordina. Mi fiondo sul suo petto sudato e inizio a percorrerlo con la lingua. I peli mi solleticano, ma adoro sentirli scorrere mentre passo da un lato all’altro di quei pettorali mozzafiato. Lecco a lungo anche i capezzoli larghi, poi lui mi ordina di lavargli le ascelle. Mi sposto prima sulla destra e i suoi odori maschili mi inebriano. Lui alza le braccia e io inizio a leccare dall’alto verso il basso lungo i peli scurissimi. Faccio lo stesso sull’ascella sinistra, poi lui mi ordina di guardarlo negli occhi. Mi stacco dal suo corpo, mi fermo e ubbidisco. Mi sputa sul viso, colpendomi al centro della faccia. La sua saliva cola lungo le mie guancie.
“Cazzo, sei davvero una cagna, eh? Eppure hai solo vent’anni, come hai accumulato tutta questa voglia di uccello?” Mi chiede. Cerco di rispondere, ma lui mi agguanta la testa e mi spinge verso le mutande bianche dalle quali si vede già una pronunciata erezione. Mi soffoca spingendo il mio viso verso il suo pacco. Sento un odore di cazzo inebriante, anche se non riesco a vedere bene. Tutto ad un tratto mi sposta e lo tira fuori. Ho il tempo di vederlo solo per qualche secondo: è pelosissimo, grosso, tozzo, lungo probabilmente 16 o 17 centimetri, dopo poco lo sento già in gola. Non succhio come speravo, vengo scopato in bocca e intanto ricevo continui sputi sul viso e sul corpo e offese di ogni genere: frocetto, succhia cazzi, troia, cagna. Mi sento in paradiso. Ogni tanto mi strozza quasi, tossisco, prendo aria e di nuovo mi fa ricominciare.
Dopo dieci minuti mi fa mettere a pecora sul mio letto.
“Pronta a farti montare, troia?” Mi domanda. Io annuisco e poi lo sento tutto dentro me. Urlo, ma non serve a far rallentare il mio toro. Pian piano mi abituo mentre ricevo continue pacche sul culo e ancora tanti insulti. Sono totalmente sottomesso al ritmo del suo cazzo, sono il buco che sta usando per il suo piacere. Da uno specchio che sta dietro di noi riesco ad intravedere il nostro riflesso: il mio culo è rosso come un peperone. Lo sento quasi emanare calore tanto è stato maltrattato. Ad un certo punto sento il mio uomo ansimare più forte e subito dopo la sensazione della sborra che mi scorre dentro. Dopo essere venuto tira fuori il pisello. Io mi giro verso l’alto e comincio a toccarmi il cazzo, pronto a venire, lui però non vuole e scosta la mia mano dal mio cazzo.
“Mettiti a terra”, mi ordina. Obbedisco e appena sono in ginocchio ai suoi piedi inizia a pisciarmi addosso. Sono allibito, ma non mi muovo. Il mio uccello sta per esplodere mentre sento la sensazione calda ed umiliante del suo piscio su di me. Finisce e lo sgrulla soddisfatto.
“Sei una cagna fantastica. Tornerò presto!” Mi dice, poi si riveste ed esce dalla porta. Sono troppo stremato per reagire e rimango lì, sospirando. Mi ha fottuto ad un ritmo serratissimo, mi ha sfiancato, poi riempito ed infine mi ha pisciato addosso, andandosene non curandosi minimamente della mia erezione e della condizione in cui ha lasciato la mia stanza. L’uomo perfetto per una troietta come me, insomma.
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