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Gay & Bisex

Un ragazzo facile


di michiamanotu
22.12.2019    |    18.798    |    5 8.3
"Avrebbe voluto che lo abbracciasse anche dopo, o che lo baciasse sulla bocca dopo averlo riempito di sperma..."
“Mi ha detto Edoardo che non ti dispiace”, gli disse Matteo.
Valerio era un po’ spiazzato.
È vero, da un po’ di tempo si era attardato a fine ricreazione nel bagno dei maschi con alcuni suoi compagni di scuola.
Due o tre.
La voce stava cominciando a spargersi ed era venuto a saperlo qualche ragazzo più grande, del quinto anno.
Si era attardato anche con loro.
Ma forse questo non giustificava il fatto che Matteo, anche lui ragazzo del quinto, l’avesse seguito in bagno durante la ricreazione e avesse tirato fuori il cazzo davanti a lui senza dire niente.
La visione però era meravigliosa.
Matteo era uno sportivo, faceva parte della squadra di calcio della scuola. Il suo corpo da diciannovenne risultava già più maturo della sua età, peloso e forzuto.
Il suo cazzo non era da meno.
Sicuramente era il più grande che Valerio avesse visto fino ad allora.
Era ancora un po’ perplesso dal fatto che sempre più ragazzi della scuola, pubblicamente “etero”, fossero curiosi di provare la sua bocca.
Decise però, in qualche secondo, che, davanti a delle dimensioni simili, non era il caso di fare il difficile riguardo i metodi di approccio.
In men che non si dica era in ginocchio vicino ad uno dei gabinetti. Dietro la porta chiusa altri ragazzi facevano avanti e indietro per andare a fare pipì. Valerio invece faceva avanti e indietro sul pisello di Matteo, che stava godendo immensamente del primo pompino mai ricevuto in vita sua.
Gli sborrò in gola e se ne andò soddisfatto.

Il giorno dopo ne parlò a Luca, suo compagno di squadra, che rimase un po’ sorpreso dal fatto che a Matteo, e prima di lui ad Edoardo, fosse venuta la fantasia di provarlo con un maschio.
Tuttavia, non aveva mai ricevuto un pompino in diciannove anni di vita, nonostante agli amici avesse raccontato altro, e la sua curiosità nei confronti di quella pratica era tanta.
Così qualche giorno dopo, appena Valerio si recò in bagno durante la ricreazione, la scena si ripeté tale e quale, stavolta con Luca al posto di Matteo.
Il pisello di Luca era meno grosso, e lui decisamente meno ben messo fisicamente, tuttavia era molto carino in viso e Valerio era molto eccitato quel giorno.
Prese di nuovo la sborra in gola.

Qualche giorno dopo fu la volta di Gianluca, che aveva saputo da Luca. Non si accontentò soltanto del pompino: a un certo punto bloccò con le mani il volto di Valerio e inizio a penetrare la sua bocca come fosse una figa. Era la prima volta che il ragazzo veniva scopato in bocca e scoprì di amare immensamente quella pratica.

Il pomeriggio di quel giorno, Valerio si trovò a riflettere sulla sua situazione. Aveva spompinato ormai tanti dei suoi compagni di scuola e la sua attrazione per gli uomini era innegabile. Per la prima volta iniziò a maturare la consapevolezza di un nuovo desiderio: che il suo lato b ricevesse lo stesso trattamento che aveva ricevuto quella mattina la sua bocca.
Ma non ne fece parola con nessuno.

Le cose intanto a scuola non cambiavano.
Pietro, un altro calciatore molto popolare, che in molte a scuola ambivano a conquistare, si era fatto avanti nel bagno con Valerio, che ormai aveva preso l’abitudine di fare una piccola pausa “pipì” tutti i giorni a ricreazione. Il suo corpo era completamente depilato nonostante la giovane età, appena diciotto anni, e il suo cazzo enorme. Valerio lo gustò con piacere. Aveva ormai imparato ad usare lingua e la bocca nei modi più efficaci per far godere maggiormente i ragazzi e aveva iniziato a spendere più tempo nella stimolazione delle palle e del frenulo.

Affascinati dalle capacità orali del ragazzo, tutti continuavano a tornare da lui.

Un giorno accadde che Valerio trovò in bagno sia Matteo che Pietro. I due erano amici fraterni e non si vergognarono a tirare entrambi fuori il cazzo per la bocca di Valerio. Fece quindi il suo primo doppio pompino, come sempre in ginocchio a terra in uno degli stretti bagni della scuola. Mentre ne prendeva uno in bocca, trastullava l’altro con le mani e non mancava di fare contatto visivo coi due ragazzoni che stava soddisfacendo. Fu in quel momento che Matteo lo chiamò senza nemmeno rifletterci “troia”. L’erezione di Valerio, nascosta come sempre nelle mutande, ebbe un sussulto. Gli era piaciuto sentirsi chiamare così.
Quel giorno bevve più sperma del solito e la cosa lo rallegrò. Si masturbò tre volte quel pomeriggio.

Il giorno dopo a Matteo si era aggiunto Luca. Ancora una volta Valerio fece una doppia pompa.

Qualche settimana dopo si concesse a Matteo, Gianluca e Pietro al contempo.
I ragazzi lo chiamavano oramai troia con estrema disinvoltura e Valerio era contento, perché era proprio ciò che sentiva di essere per loro.
Non gli importava essere pudico. Valerio era da sempre stato innamorato del cazzo. Delle sue forme, dei suoi odori. Era sempre stato curioso di vedere quelli altrui, sin da bambino, e quella curiosità non era mai andata via. Se essere troia voleva dire vedere (e prendere) quanti più cazzi possibile, era proprio quella la sua vocazione.

Fu per questo che un giorno, sempre nel bagno della scuola, disse si senza esitare alla richiesta Matteo , che palesò la voglia di “scoparlo come una femmina”.
Valerio non era esperto e nemmeno Matteo lo era di rapporti fra uomini. La sua prima volta fu dolorosissima, schiacciato contro il muro del bagno, ma si consolò perché per tutto il tempo il compagno lo aveva tenuto stretto fra le sue braccia, che aveva potuto baciare, mordere e sentire intorno a sé.
Avrebbe voluto che lo abbracciasse anche dopo, o che lo baciasse sulla bocca dopo averlo riempito di sperma. Ma non fu così, e in fondo pensò che la sensazione calda che provava nelle viscere era una ricompensa più che sufficiente per essersi fatto scopare da un altro uomo.

Ricercò e scoprì i lubrificanti. Spiegò la cosa a Matteo, che se ne procurò subito uno. Non voleva fargli del male, voleva anzi averlo tutto per se quando voleva e in perfetta salute. Ma Matteo non aveva molto di cui preoccuparsi: la cosa era favorita dal fatto che lui per Valerio era diventato il compagno di giochi preferito, l’unico che lo stringeva e toccava più a fondo senza farsi problemi, nonché l’unico che desiderava il suo buchetto. Almeno per il momento.

Questa simpatia accentuata non impedì a Valerio di incontrarsi nei bagni con Andrea G., Stefano, Mario, un ragazzo biondo di cui non ricordava più il nome, Andrea S. e Giovanni nelle settimane successive.

Matteo, Pietro e Luca avevano anche preso l’abitudine di passare da casa sua in auto e portarlo nella casa al mare dei genitori di Pietro, disabitata d’inverno.
Qui si divertivano a spogliare Valerio e ad usare a turno la sua bocca. Durante questi incontri Valerio arrivava ad ingoiare sette o otto sborrate, che i ragazzi nella classica eccitazione adolescenziale non riuscivano a contenere.
Nel corso di questi incontri, venne fuori che Matteo aveva più volte scopato Valerio.
Gli altri due ragazzi decisero che prima o poi dovevano provare. In realtà entrambi i ragazzi erano effettivamente principalmente etero. Valerio era un ragazzo esile, dalle forme tondeggianti, con appena un accenno di barba, e questo li aveva aiutati a considerarlo per il piacere orale. Tuttavia il suo corpo, per quanto dotato di un culo molto femminile, era innegabilmente maschile. Quando lo portarono nella casa di mare per scoparlo i due risultarono titubanti: vedere il suo corpo in posizione da monta gli faceva notare i peli e il cazzo duro. Valerio propose che i due si bendassero. Poi con le sue magistrali operazioni di bocca li fece diventare duri e, guidati dalle mani di Matteo, i due penetrarono a turno il ragazzo a novanta. Entrambi godettero molto immaginandosi di cavalcare una compagna avvenente e sessualmente generosa e si lasciarono totalmente andare. Pietro, nello specifico, diede del suo meglio, scopando senza sosta Valerio, che dopo aver ricevuto dentro la sua sborra si disse esausto.
Pietro e Luca si andarono a lavare e Valerio notò che Matteo era infastidito. Capì che il ragazzo c’era rimasto molto male per essere stato lasciato fuori dalla monta.
Gli chiese scusa, lo spompò, bevve tutto lo sperma che il ragazzo aveva da offrirgli e fece per rivestirti.
“Voglio vederti da solo, qualche volta, come ai vecchi tempi”, gli disse Matteo.
Valerio era sorpreso e disse di si.

Il giorno dopo nei bagni fu circondato da un gruppo di ragazzi di quinta. Non conosceva i loro nomi e non glieli dissero. Erano più espliciti dei ragazzi che aveva già avuto e mentre si avvicendavano nel bagno, dove li attendeva in ginocchio, lo apostrofavano come “cagna” e “succhiacazzi”, dispensandogli anche degli schiaffetti sul viso e degli sputi. Bevve sei sborrate. Alla quinta era venuto per errore dentro i pantaloni.
Quel giorno ricevette una nota per essere rientrato per l’ennesima volta oltre un quarto d’ora dopo la fine della ricreazione.

A quel punto ormai a scuola tutti sapevano di lui. Alcuni lo prendevano in giro, ma lui non se ne curava, anzi, era fiero di ciò che faceva e si riservava di rifiutare i pompini a quelli che poi sapeva lo avrebbero schernito fuori dal bagno.

Nonostante la sua bocca forse ormai di proprietà pubblica Valerio continuava a dare il buchetto principalmente a Matteo. Pietro e Luca preferivano in genere soltanto la bocca, anche se qualche volta lo sfondavano ancora. Matteo iniziò a coccolare Valerio dopo il sesso. A chiacchierare con lui. A spiegargli che iniziava a scoprirsi gay. Valerio si innamorò di lui. Era la prima volta e non sapeva come conciliare quel sentimento con la sua natura libertina, che per nulla al mondo avrebbe mai cercato di contenere.
Matteo capì i suoi dubbi e un giorno lo rassicurò, dicendo che per lui bastava che le coccole rimanessero una sua esclusiva.
Si sentì sollevato.

Il giorno dopo incontrò Gianluca in bagno, che dopo avergli scopato la bocca gli disegnò, con un pennarello che aveva portato dalla classe, un pisello eretto sul braccio, e accanto scrisse “troia”.
Valerio non lo cancellò e si masturbò a casa guardandosi il braccio scarabocchiato allo specchio.

Gli anni passarono con questa routine, Matteo era ormai al secondo anno di università, ma continuava a sentirsi regolarmente con quello che era a tutti gli effetti il suo ragazzo.
Valerio era al quinto e si apprestava ad andare in gita fuori dall’Italia.
Arrivò quell’occasione e la prima sera cinque compagni di classe si riunirono nella sua stanza. Daniele, Davide, Gianmarco, Gioele e Andrea erano tutti etero e quasi tutti fidanzati con ragazze di altre scuole. Volevano comunque scopare in gita. Farsi Valerio era come una preparazione, un rito di passaggio. Sebbene avesse subito angherie da molti a scuola, i suoi compagni di classe cercavano di proteggerlo, e per lui essere il loro giocattolo, anche soltanto per una sera era perfettamente ok. Li desiderava. Tutti. A prescindere dalle loro caratteristiche, voleva conoscere i loro corpi, voleva sapere com’erano fatti, come scopavano. E quella sera li conobbe tutti e cinque. Gli legarono le mani dietro le spalle e a turno si alternavano infilando i cazzi nella sua bocca e nel suo culo, che, con cura, si era lubrificato da solo prima del loro arrivo.
Quando finirono Valerio era quasi stordito, la gang bang era durata quasi un’ora e entrambi i suoi buchi erano stracolmi di sperma. Il suo compagno di stanza rientrò tardi, lui si era già ripulito ed era andato a dormire.

La sera dopo era prevista la discoteca.
Valerio si era appartato in bagno con un compagno di un altro corso, Andrea. Un locale sui trentacinque li aveva beccati in bagno mentre Valerio dava la bocca. Si era aggiunto. Poi, di fronte ad Andrea, che rimase a godersi la scena, il ragazzo si era fatto aprire nei bagni della discoteca da quello sconosciuto, che non ci era andato leggero, finendo per sborrargli sulla camicia scura.
Valerio aveva ballato tutta la notte noncurante delle evidenti macchie di sperma.

Tornato a casa Valerio iniziò a provare il desiderio di un altro incontro con qualcuno di diverso, più esperto, come quel tipo che lo aveva scopato in discoteca.
Riuscì a trovarlo di lì a poco, ma questa è un'altra storia..
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