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Matteo diventa troia


di michiamanotu
28.10.2017    |    25.674    |    12 8.5
"Non aveva mai avuto esperienze, ne aveva davvero pensato di andare con uomini, ma improvvisamente si trovò a pompare come un forsennato il cazzo del suo..."
Matteo e Luca erano amici da qualche anno. Essendo entrambi ventiduenni e studenti fuorisede, si erano conosciuti all'università e di tanto in tanto capitava che si ritrovassero a studiare insieme. Luca era un tipo sportivo, con un fisico atletico e moltissimi amici, mentre Matteo era una persona decisamente meno estroversa e fisicamente prestante. Sin dalla prima adolescenza il suo corpo si era sviluppato in maniera totalmente diversa rispetto a quello dei suoi coetanei. Non amava molto giocare a calcio o andare in palestra e per questo era abbastanza magro e curvilineo, soprattutto il suo culetto era morbido, rotondo e femminile. Anche se non amava ammetterlo, Matteo era molto fiero della sua sinuosità e del suo invidiabile lato b: amava il suo corpo e le sue peculiarità e pensava che rispecchiassero a pieno il suo animo. Ogni weekend, da quando aveva all'incirca sedici anni aveva iniziato a depilarsi totalmente. Sebbene fosse molto poco peloso preferiva che il suo corpo fosse totalmente glabro. Amava moltissimo guardarsi allo specchio e vedersi liscio, toccarsi e sentire a pieno la pelle. Di lì a poco iniziò a scoprire di provare un grande appagamento ogni volta che un uomo più grande e virile di lui lo guardava e notava il suo culetto formoso. La cosa, tuttavia, non lo portò a grandi riflessioni, poiché la riconduceva alla sua segreta vanità.
Un giorno Matteo andò a trovare Luca per preparare insieme un esame. Bussò alla porta ma nessuno rispose, finché l'amico non arrivò improvvisamente ad aprirgli. Indossava solo un accappatoio azzurro ed era visibilmente trafelato.
“Scusami, mi sono ricordato all'improvviso che oggi viene a trovarmi mio padre. Dovrebbe già essere in stazione, dovrei andare a prenderlo!” Disse mentre continuava ad asciugarsi freneticamente.
Matteo rispose che non era un problema e che poteva tranquillamente aspettarlo lì. Andarono insieme in camera e il ragazzo si sedette sul letto di Luca, che nel frattempo si tolse spudoratamente l'accappatoio per vestirsi, non trovando però le mutande. Per qualche minuto Matteo ebbe sotto gli occhi il pisello abbondante di Luca, nonché il suo fisico prestante e villoso. I suoi occhi non si staccarono nemmeno per un attimo da quello spettacolo che trovava estremamente affascinante. Era un suo coetaneo, eppure era così diverso da lui, così virile, così dotato.
“Ehi, ma che fai, fissi?” Chiese Luca ancora nudo, accorgendosi delle attenzioni dell'amico.
Matteo, visibilmente imbarazzato, negò, ma l'erezione fra le sue gambe era evidente.
Una luce si accese negli occhi di Luca, che pian piano si avvicinò a Matteo. Si era accorto da tempo delle sue tendenze, sebbene non fossero del tutto chiare nemmeno a lui, e avrebbe sempre voluto provare la bocca di un uomo, così decise di tentare il tutto per tutto. Tenendo in mano la sua asta che diventava sempre più dura si fece spazio tra le labbra di Matteo, che non oppose alcuna resistenza, colto com'era da una voglia sconosciuta. Non aveva mai avuto esperienze, ne aveva davvero pensato di andare con uomini, ma improvvisamente si trovò a pompare come un forsennato il cazzo del suo amico, ad apprezzarne la forma, il sapore e l'odore, a desiderare di farlo godere. Dopo qualche minuto numerosi schizzi di sperma ricoprirono la faccia del giovane succhiacazzi, che non si aspettava di sentirsi così bene con la faccia imbrattata dal seme di un altro maschio.
L'imbarazzo non lasciò che i due ragazzi si scambiassero molte parole, con qualche convenevole Luca chiese a Matteo di aspettare il suo ritorno a casa e di lavarsi mentre lui raggiungeva il padre in stazione. Il giovane tuttavia era ancora scosso dall'accaduto e non riuscì a muoversi per qualche minuto. Pensava intensamente a quanto gli era piaciuto far godere il suo amico, a quanto avrebbe voluto farlo ancora, ancora e ancora. Improvvisamente sentì una chiave girare nella porta. Cercò di prendere al volo dei vestiti e coprirsi, ma non fece in tempo. Dopo qualche secondo il padre del suo migliore amico era all'ingresso della camera e Matteo, girato di spalle nel tentativo di recuperare qualunque oggetto che potesse coprirlo, dovette arrendersi all'idea di essere visto nudo dall'uomo. Cercando di coprire il possibile con le braccia si girò piano, dimenticando il viso marcato dal pompino precedente. Quando se ne ricordò fu troppo tardi: il padre del suo migliore amico aveva visto il suo culo rotondo, il suo intero corpo nudo e la sborra sul suo volto. Nonostante ciò non aveva distolto lo sguardo.
“Piacere, Andrea” disse spudoratamente l'uomo, che era un tipo sulla cinquantina, anche lui fisicamente molto prestante.
Matteo avrebbe davvero voluto rivestirsi e andare via, ma lo stesso istinto che prima lo aveva portato a succhiare il suo primo uccello lo bloccò. Rimase fermo a fissare il padre di Luca che, visibilmente eccitato, non riusciva a staccare gli occhi dalle sue gambe lisce e dalla sborra sulla sua faccia. Aveva capito tutto. Senza dire niente si avvicinò a Matteo e gli poggiò una mano sul culo. Poco dopo i due si stavano già baciando appassionatamente, le loro lingue si intrecciavano e si scambiavano i sapori, mentre ormai entrambe le mani di Andrea stringevano forte il culo del migliore amico di suo figlio, totalmente nudo fra le sue braccia. Mentre il suo pisello era già duro e bagnato, il ragazzo si avventò improvvisamente sulla patta dell'uomo, inginocchiandosi e liberandone il cazzo di marmo. Ne seguì un lungo pompino, durante il quale Andrea spingeva forte la testa di Matteo sul suo uccellone. Era il secondo pompino di Matteo, e il cuore gli batteva all'impazzata: niente lo aveva mai attratto come quel superbo palo di carne che entrava e usciva dalla sua bocca. Quando Andrea sussurrò: “Ora ti scopo, troia”, Matteo capì dentro di se di essersi preparato per quel momento da una vita. Con calma, ancheggiando, si diresse verso il letto e si mise a novanta, come aveva visto fare mille volte alle donne nei porno. In quel momento desiderava soltanto essere trattato come una di quelle donne e scoprire com'era la sensazione di avere un pisello dentro il proprio corpo, così incitava Andrea a fotterlo senza pietà. L'uomo non se lo fece ripetere due volte e dopo un'abbondante leccata conficcò la sua verga dentro il buchetto vergine del giovane, che urlò forte. L'uomo era in estasi, mai prima di quel momento aveva provato il culo di un maschio, ma sicuramente avrebbe riprovato. Scopato con foga, Matteo provava un misto di dolore e piacere che lo stava mandando in estasi. Da uno specchio sul lato destro della stanza poteva vedere benissimo il suo culetto liscio che accoglieva quel pisellone rosso e venoso e l'immagine lo faceva sentire tremendamente eccitato.
Dopo diversi minuti di colpi serrati dentro l'ano di Matteo, Andrea finalmente decise che era il momento di uscire. Diede un forte schiaffo sul culo del ragazzo e gli ordinò di inginocchiarsi ai suoi piedi. Matteo, scattante, obbedì e subito ricevette fiotti e fiotti di sborra calda sulla faccia, che si unirono a quelli già ricevuti prima. L'uomo, soddisfatto, uscì dalla stanza e si diresse in bagno, mentre Matteo, in ginocchio e col cazzo duro e grondante di presperma si ritrovò a masturbarsi con foga mentre ancora stuzzicava l'ano con le dita. Venne per terra, pulì il più possibile, si rivestì e andò via.
Matteo non fece mai più sesso con Andrea, né parlò mai più con Luca, ma dopo quegli avvenimenti qualcosa dentro di lui cambiò drasticamente. Era giunto ad un'importante conclusione: il suo corpo era fatto per appagare gli uomini e da quel giorno non mancò di usarlo ripetutamente per questo scopo.
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