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Gay & Bisex

L'uomo dei miei sogni 1 ---- Il suo odore


di michiamanotu
15.05.2013    |    9.983    |    1 9.8
"Andavo su e giù come un ossesso, leccando ed inspirando a pieni polmoni alternatamente..."
Era Dicembre e c’era molto freddo.
Tanto freddo.
Tuttavia, completamente nudo, aspettavo ansiosamente sdraiato sul letto, senza cercare nulla per coprire il mio corpo magro e un po’ peloso.
Volevo che mi trovasse così : nudo e visibilmente eccitato.
Mi ero posizionato in modo che l’erezione fra le mie gambe fosse ben evidente.
Alle 9 in punto sentii il rumore della chiave che apriva la porta principale e i suoi passi che mi raggiungevano, attraversando il corridoio di casa mia, di cui solo io e lui possedevamo le chiavi.
Appena varcò la porta della camera da letto lo vidi finalmente : John era arrivato.
Aveva il solito abbinamento di giacca e pantaloni grigi che usava per il lavoro. Sotto la giacca portava una camicia bianca molto aderente, agghindata da una cravatta scura.
Quando mi vide sorrise dolcemente, si tolse la giacca, poi immediatamente la camicia, scoprendo le braccia possenti, i suoi pettorali pelosissimi e larghi, e la pancia altrettanto pelosa e un con qualche minimo chiletto in più.
Poggiò tutto su una sedia e pochi secondi dopo venne verso di me.
“Ciao cucciolo mio...” Mi sussurrò.
Il suo volto sorridente, i suoi occhi scuri e i capelli neri acconciati col gel in maniera disordinata erano sempre più vicini a me.
Le sue labbra carnose si unirono poi alle mie, un po’ più piccole.
Avvertii la sua barba ispida mischiarsi alla mia sul mento e intorno alla bocca, mentre la sua lingua esplorava la mia bocca come aveva già fatto centinaia di volte.
Continuando a baciarmi, mi cinse con le braccia e si sdraiò su di me.
Adesso potevo sentire il calore del suo corpo. Potevo sentire i suoi peli solleticare la mia pancia e il mio petto, decisamente meno villosi dei suoi.
La sensazione di freddo sparì, mentre io stesso sembravo sparire nel suo abbraccio.
Mi faceva sentire completamente al sicuro.
Ci girammo, adesso ero io a stare sopra.
Poggiai la testa sul suo petto, e lui mi strinse forte le braccia poco sopra le spalle.
Da quella posizione sentivo con la guancia i peli del suo petto sfiorarmi; inoltre mi raggiungeva dal collo l’odore del suo dopobarba, che si mischiava ad un lieve odore di sudore che provocava il caldo.
Dannazione, sarei potuto morire felice in quel modo. Era la posizione più bella e tranquilla del mondo e gli odori familiari del mio maschio mi facevano sentire al sicuro.
Restammo in quel modo per quasi dieci minuti, quando, improvvisamente, John mi afferrò per la testa, e iniziò a pressarla verso il suo petto.
Iniziava il divertimento.
Quando il mio uomo faceva così sapevo bene che voleva che lo leccassi un po’ dappertutto, così tirai fuori la lingua ed iniziai.
Mi fece leccare prima il capezzolo destro.
Giocai per bene a farlo inturgidire, poi iniziai a godermi i peli intorno, stuzzicandoli con la punta della lingua.
Poi, con leccate ben più decise e profonde, passai per bene su tutta la parte superiore dei suoi pettorali.
Il contrasto fra le zone pelose e lisce che sentivo in quella zona mi eccitava da morire.
John mi fece ripetere il giochino dall’altro lato.
Mentre mi concentravo a leccare la striscia di peli compresa tra i due pettorali, all’improvviso John mi spinse forte con la mano sulla nuca fino a farmi arrivare sotto l’ascella sinistra.
Sapevo bene cosa fare anche in quel caso.
Il mio maschio impazziva vedendomi sniffare gli odori più privati del suo corpo.
Iniziai ad odorare e leccare spudoratamente la sua ascella pelosa.
Il contatto con il sudore (che comunque non era in quantità eccessiva) e il suo odore mi facevano impazzire.
Andavo su e giù come un ossesso, leccando ed inspirando a pieni polmoni alternatamente.
La sua mano spingeva ancora sulla nuca.
Mi sentivo “affogare” tra il suo braccio e il suo petto.
Era una sensazione fantastica.
Ripetuto il gioco con l’altra ascella John mi ritirò verso di se, baciandomi appassionatamente sulla bocca.
Intanto con la mano destra mi masturbava.
“Sei proprio bravo, maschietto mio.” Mi disse sorridendo dopo essersi staccato.
Io sorrisi a mia volta e poi mi tuffai sulla sua pancia.
I peli erano numerosi anche lì, e, ripresa la posizione della sua mano sulla mia nuca, John ricominciò a guidarmi nel farsi leccare.
I fianchi erano la zona che preferivo.
Anche perché da lì intravedevo la “v” che mi avrebbe portato al tesoro nascosto.
Ben presto, infatti, le mani prepotenti di John mi condussero da lì fin sopra il suo pacco, ancora coperto dai pantaloni.
Iniziai a ripassarne il contorno con le labbra mentre lui pressava sulla mia testa.
Quando i pantaloni iniziarono a bagnarsi un po’ della mia saliva, aprii la cerniera e continuai il gioco attraverso la stoffa fine dei boxer bianchi che portava.
Il pisello di John era durissimo, e il colore dei boxer mi lasciava intuire perfettamente ogni dettaglio.
Di scatto il mio uomo tirò giù le mutande, e mi spinse a succhiare il suo pene di 18 cm (personalmente certificati), facendomi subito sentire la cappella in gola.
Succhiai senza sosta, sempre guidato dalla sua mano, per almeno 10 minuti.
Dedicavo molto tempo al frenulo, stuzzicandolo con la lingua, cosa che faceva impazzire John (e lo potevo vedere dal suo colorito, sempre più rosso, e dalla sua espressione, rilassata ed appagata).
Quando il suo ansimare mi avvisò, mi preparai a ricevere in bocca la sua sborra.
Ingoiai tutti i suoi copiosi schizzi, e quando mi staccai dal suo cazzo, che si ammosciava, appoggiai la testa sul suo pube pelosissimo mentre lo guardavo negli occhi.
Mi addormentai lì poco dopo.
Il nostro rapporto mi aveva spossato e non ero nemmeno riuscito a venire.

Mentre dormivo sognai il mio primo incontro con John.
La prima volta che avevo avuto rapporti con lui risaliva a circa 6 mesi prima.
Io ero diciottenne, uno studente come tanti.
Lui trentaduenne, lavorava in banca.
Dovevo semplicemente fare delle operazioni per creare un conto in cui mettere i tanti soldi che avevo ricevuto per il mio diciottesimo.
Il contratto venne iniziato da lui, ma non ci fu il tempo di finirlo, perché durante l’incontro gli sguardi che ci lanciavamo avevano già reso tutto chiaro.
Dopo dieci minuti ero chiuso in bagno con lui a fare il primo pompino della mia vita (su cui, adesso, il mio sogno indugiava).
Quando uscimmo ci scambiammo i numeri, e da allora iniziammo a vederci almeno una volta a settimana.
Oggi io ho le chiavi di casa sua e lui ha le mie e ci incontriamo molto più spesso.
Non abbiamo mai usato la parola “fidanzati” ma con i tanti gesti d’amore che ci scambiamo oltre il sesso direi che è un po’ come se lo fossimo.

Mi svegliai dopo una mezz’ora circa, ancora appoggiato con la testa sul suo pube, con i peli che mi invadevano la bocca.
Quando mi mossi, mi accorsi che lui era già sveglio (forse non si era mai addormentato).
“Siediti qui.” Mi disse, battendosi due volte il petto con la mano.
Lui era sdraiato, e io mi sedetti sul suo petto, mettendo le gambe ai lati del suo busto.
Mentre con la mano destra mi tastava il culo, iniziò a masturbarmi con la sinistra.
Pian piano il mio pene tornò ai suoi 16 cm di lunghezza da duro.
Quando fu gocciolante di presmerma John avvicino la bocca e iniziò a succhiarlo avidamente, mentre mi guardava negli occhi.
Dopo poco stavo già per sborrare.
John si allontanò, e, dando gli ultimi colpi decisivi, mi fece godere, ricevendo il mio sperma abbondante, su tutta la faccia e il collo.
Vederlo mentre sorrideva beato e mi guardava negli occhi fradicio del mio seme, che, dove era più liquido, gli rigava il viso, colando sul collo e poi sulle sue spalle, passando per la barba, mi fece sentire quanto lui mi desiderasse e fosse totalmente disinibito nel mostrarlo.
Era l’uomo dei miei sogni.
Ma d’altronde, lo avevo capito già da un po’.

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