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Le vecchie zie e la nipote introversa


di ragazzoserio71
26.07.2018    |    32.600    |    5 9.6
"E poi guarda, l’ho fatto pure io..."
Tratto dal diario di mia sorella.
12/10/2001, i miei 18 anni. Il compleanno si svolse come si svolgeva la mia vita da molto tempo, in modo blando e insignificante. La torta scelta da mia madre, sempre pronta a prendere in mano le redini di ogni situazione; il sorriso di mio padre, tradito da quello sguardo carico di compassione; il nervosismo di mio fratello, costretto a casa per una mezzora al cospetto di una sorella sfigata.
Spente le candeline trattenni a stento il senso di vomito.
L’unica amica che avevo, si era trasferita da poco all'estero con la famiglia.
Non ero grassa, ero solo leggermente in carne, ma il mio fisico non mi piaceva. Quel mio non vedermi bella accompagnato da un carattere chiuso timido ed introverso, creava in me un insicurezza che non mi dava tregua. Compensavo con lo studio e i miei buoni voti a scuola.
Ma per quanto riguardava l’altro sesso, le mie uniche esperienze erano state una bacio sulla guancia che mi aveva dato un ragazzo dopo aver perso una scommessa, e una toccata al mio seno abbondante durante un assemblea di classe in terza superiore.
In realtà avevo anche un ragazzo che mi faceva il filo, ma il problema ero io. Il problema era psicologico ed io lo sapevo, ma non riuscivo ad andarne a capo.
Mio fratello di qualche anno più giovane di me era sempre in bagno a masturbarsi e qualche volta l’avevo anche spiato, ma osservarlo dal buco della serratura non mi aveva procurato alcun stimolo.
Lui aveva già la ragazza e sicuramente aveva perso la verginità, e questo mi faceva sentire ancora più sbagliata.
Mio padre mi comunicò che in giornata sarei dovuta andare a trovare le mie zie, avevano una sorpresa per me. Questa mi mancava! Era la classica ciliegina sulla torta.
In realtà solo una delle due era la mia vera zia, sorella più vecchia di mio padre, zia Stefania. L’altra era una zia acquisita.
65 enni entrambe, si conoscevano fin da piccoline ed erano sempre state grandi amiche. Quando la mia vera zia rimase vedova, dopo un paio d’anni ,di comune accordo decisero di vivere assieme, per farsi compagnia. Lorella la mia zia acquisita non si era mai sposata e accettò di buon grado, anche perché casa di zia Stefania è grandissima. Facendo dei lavori si erano ricavate due appartamenti comunicanti.
Entrambe estroverse e ancora due belle donne, dimostravano dieci anni di meno. Il fatto era anche che zia Stefania era un ex estetista e dopo essere andata in pensione, aveva comunque tenuto il vecchio negozio sotto casa, dove ogni tanto per arrotondare riceveva qualcuna delle sue vecchie clienti. Erano caratterialmente al mio opposto, ed era il motivo per cui non mi ci trovavo. Sapevo già qual’era la sorpresa…La stessa dell’anno precedente! Zia Stefania mi avrebbe rifatto le unghie mentre Lorella avrebbe continuato a punzecchiarmi con domande sulla mia vita sentimentale. Il problema era che da un mese a questa parte , io le unghie me le mangiavo.
Decisi di andare a piedi per svagare la mente, infondo si trattava soltanto di dieci minuti di camminata. Davanti al loro cancello sentivo già un nodo alla gola, suonai il campanello ed attesi.
Arrivò Zia Stefania di corsa, era così piena di vitalità e di energia. Con il suo vestitino corto sfoggiava un fisico da fare invidia ad una 30enne, la odiavo per questo. Aperto il cancello mi sovrastò con un abbraccio carico d’affetto da cui mi divincolai con fatica, non amavo le effusioni in pubblico.
La seguii al piano inferiore nel vecchio negozio e come da copione c’era anche zia Lorella, l’unica cosa diversa era che avevano una bottiglia di spumante e tre calici, mentre l’anno precedente avevamo brindato con l’aranciata. Non ero abituata a bere alcolici ma ringraziando Dio, quel bicchiere di vino mandò via quel senso di oppressione che avevo provato appena varcata la soglia.
Mi dissero che come regalo mi avrebbero fatto un servizio completo: un bel massaggio plantare, unghie mani e piedi e poi alzandomi leggermente il pantalone di cotone “ di portare gonne non se ne parlava” zia Lorella aggiunse pure la ceretta. Ero in balìa delle mie zie e non potevo scappare, chiesi se potevo avere un altro bicchiere di vino, lo bevvi e dovetti soccombere alle loro mani esperte.
Mi ritrovai sulla poltroncina in reggiseno e mutandine e mentre zia Lorella mi massaggiava i piedi, zia Stefania iniziò con ceretta ascellare. Il massaggio ai piedi fu molto rilassante e complice il vino che mi aveva stordito non poco, accettai pure le battute sul mio seno. A dire delle zie la mia quarta abbondante, avrebbe fatto girare la testa a molti ragazzi.
Poi zia Lorella ci salutò, e restammo solo io e zia Stefania.
Stava per iniziare con la ceretta quando mi guardò in mezzo alle gambe:
- Vuoi che facciamo una depilazione totale? A parte l’inguine guarda come sei messa ragazza mia..
I peli spuntavano da sopra le mutandine.
- Dai che rasiamo la patatina, vedrai che bella sensazione di fresco.
- Zia ma cosa stai dicendo?
- Guarda che le ragazze della tua età sono tutte depilate, ora va di moda e devo dire che è molto più igienico.
- Zia ma io…io…
- Dai dai..vedrai che dopo mi ringrazierai. E poi guarda, l’ho fatto pure io.
Dicendo quelle parole alzò il suo vestito e con una mano si calò un po’ le mutandine mettendo a nudo la sua intimità. Era completamente depilata, le due labbra aperte e il clitoride sporgente mi colpirono, non avevo mai visto a distanza così ravvicinata una vagina dal vivo.
Si ricompose e mi tolse le mutandine senza attendere una mia conferma, chiusi gli occhi e la lasciai fare.
Con gli occhi chiusi continuavo ad avere l’immagine della vagina di mia zia e il tocco delle sue mani in mezzo alle mie gambe mi stava procurando delle sensazioni mai provate prima. Mi lavò anche l’ano prima di applicare la crema depilatoria anche in quella zona. Quando ebbe finito mi applicò una crema nella zona dove oramai non avevo più neppure un pelo. Mi massaggiò, presumo in modo professionale, ma voglia o non voglia sfiorava di sovente il clitoride. Io ansimavo tra i denti cercando di non farmi scoprire, sentivo che oramai l’orgasmo era vicino. Per fortuna disse di aver finito,salvandomi in extremis.
- Ora puoi aprire gli occhi sciocchina…Ma di cosa avevi paura?
Prese uno specchio e mi fece vedere da sotto il suo capolavoro. Avevo ano e vagina completamente lisci e depilati. Rimasi senza mutandine mentre iniziò con la ceretta alle gambe. Aveva praticamente finito quando vidi entrare mia zia Lorella. Stupita di vedermi senza mutandine mi osservò in mezzo alle gambe e poi guardò con ammirazione zia Stefania.
- Che bella patatina rasata…Questo si che è un lavoro ben fatto.
Vi appoggiò la mano sopra per verificare, sfiorando il clitoride..Io ebbi un sussulto.
Rossa in viso mi rivestii, ringraziai le mie zie e me ne andai.
Arrivata a casa andai in bagno e mi masturbai con foga,con una mano mi strizzai i capezzoli fino quasi a sentire male. Venni urlando! Non sapevo si potesse provare un simile piacere.
Bussò alla porta del bagno mio fratello che nel frattempo era rientrato a casa, mentre i miei genitori erano ancora fuori.
- Marzia..stai bene?
- Si sto bene…Sono scivolata e ho preso uno spavento ma non mi sono fatta niente.
Non rispose. Poi udii i suoi passi che si allontanavano.
Per una settimana continuai a pensare alla vagina di mia zia, alle sue mani mentre mi depilava. Mi svegliavo di notte e mi masturbavo.
Una sera, oramai erano passati 10 giorni dal mio compleanno, suonarono il campanello mentre stavamo a fine cena. Erano le mie zie, di passaggio per un saluto. Quando le vidi entrare in cucina diventai rossa in viso, la loro presenza mi faceva sentire a disagio.
Rimasero per il caffè mentre io e mio fratello ci defilammo.
Alla mattina durante la colazione, mia madre disse che le zie le avevano confidato che il loro regalo per il mio compleanno “ceretta alle gambe e unghie delle mani “secondo loro era troppo poco.
Quindi si erano offerte per quando ne avessi avuto voglia, per farmi un massaggio Shatsu.
Non dissi nulla.
Mia madre strizzandomi l’occhio disse che mi conveniva approfittare. Mia zia era sempre stata brava con i massaggi e visto che ero sotto esami, un bel massaggio rilassante avrebbe potuto farmi bene.
L’idea di farmi fare un massaggio da mia zia dopo quello che avevo provato con la depilazione, mi metteva ansia. Continuavo a sognare la depilazione e il tocco delle mani delle mie zie sulla mia “patatina” come la chiamavano loro. Passò un’altra settimana, e mia madre vedendomi sempre più nervosa, convinta fosse soltanto per gli imminenti esami, chiamò mia zia dicendogli che l’indomani sarei andata a farmi fare il massaggio. Come sempre aveva preso in mano le redini.
Tentai di accampare scuse collegandomi allo studio, dicendogli che dovevo effettuare alcune ricerche e non avevo tempo; ma oramai l’impegno era stato preso e mia madre non voleva fare figuracce.
Alla sera mi buttai sui libri per non pensarci e per fortuna mi addormentai sulla scrivania e feci un sonno tranquillo e ristoratore.
L’ansia iniziò ad aggredirmi alle tre del pomeriggio del giorno successivo, alle tre e mezza avevo appuntamento dalle zie per il massaggio.
Suonai il campanello con la mano che mi tremava e la zia Stefania dalla finestra mi fece cenno di salire di sopra. Avevano preparato il lettino per il massaggio al centro della stanza.
- Ti sei degnata finalmente, dissero in tono scherzoso.
Erano entrambe con pantaloncini corti aderenti e maglietta a maniche corte bianca.
Mi offrirono un bicchiere di vino che accettai di buon grado, ma non mi procurò l’effetto dell’ultima volta.
In mutandine e reggiseno e sempre più impacciata mi distesi di pancia sul lettino.
- Avrai l’onore di ricevere un massaggio a quattro mani. Ho insegnato a tua zia Lorella le basi. Sarai la sua cavia oggi! Disse zia Stefania ridendo.
Zia Stefania iniziò dai piedi mentre zia Lorella si posizionò dalla parte della testa ed iniziò a massaggiarmi le cervicali.
- Quanto sei tesa ragazza mia! Aspetta che ti mettiamo dell’olio che hai la pelle molto secca.
Iniziarono a spalmarmi l’olio, poi zia Lorella senza chiedermelo mi slacciò il reggiseno.
Cercai di concentrarmi sul massaggio e iniziai a rilassarmi, forse le mie paranoie stavano sparendo finalmente. Mi ripresi da quel torpore dallo schiaffetto sulle natiche di zia Stefania che mi comunicò che ora dovevo girarmi.
Mi girai e zia Lorella mi tolse completamente il reggiseno liberando le mie grosse tette, i miei capezzoli si drizzarono. Zia Stefania me le fissò per un attimo e abbassando lo sguardo notai che sotto la maglietta non indossava il reggiseno e pure a lei i capezzoli erano diventati duri, sembrava volessero bucare il tessuto.
Iniziai a sentirmi umida in mezzo alla gambe.
- Su dai..distenditi chiudi gli occhi e goditi il massaggio, mi disse per sciogliere la tensione.
La ascoltai. Le loro mani iniziarono a spalmarmi l’olio, quando si avvicinavano all’interno coscia o sul seno il mio respiro aumentava di intensità. Avevo voglia, tanta voglia. I miei ormoni stavano impazzendo.
Più mi massaggiavano e più mi bagnavo , a stento riuscivo a rimanere ferma con le gambe , chiudevo ed aprivo le dita dei piedi per tentare di fermare qualcosa che mi stava letteralmente travolgendo.
Poi zia Stefania disse “ Vediamo come sta la patatina dopo la rasatura” e mi sfilò le mutandine.
Non dissi nemmeno una parola. Mi allargò le gambe e dopo avermi massaggiato l’interno coscia, roteò l’indice sul mio clitoride. Ebbi un forte sussulto e mi misi seduta, avevo il respiro accelerato.
Zia Lorella mi sussurrò di stare tranquilla e da dietro mi mise le mani sul seno, toccandomi i capezzoli con le dita. A quel punto zia Stefania affondò la faccia in mezzo alle mie gambe ed iniziò a leccarmela.
Misi le gambe attorno al collo della zia e strinsi , come fosse una mossa di lotta.
Gridai a zia Lorella di stringermi di più i capezzoli ed inizia ad avere delle forti contrazioni nel basso ventre, zia Stefania continuava a leccarmela. Urlai travolta da un orgasmo infinito, quasi svenni dall’intensità di quel piacere. Ero tutta sudata, non so se stavo ridendo o piangendo , o forse tutte e due le cose assieme.
Le zie continuarono a coccolarmi con carezze sul viso e sul collo, fin quando mi calmai.
Da quel momento in poi cambiò il nostro rapporto. Mi iniziarono al piacere lesbico.
Io ero il loro giocattolo e loro le mie insegnanti.
Fu zia Lorella a sverginarmi con un fallo legato in vita.
Mi staccai da loro quando iniziai l’università. Ebbi anche qualche avventura con dei ragazzi, ma ora a distanza di anni so qual è la mi direzione: “ sono lesbica”.
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