Fiori di plastica

Stravaccato sul divano, lascio che il chiacchiericcio del televisore mi scivoli addosso; intanto ripenso a LEI e al suo ultimo, breve messaggio: mi scrive che non ci potremo piu' rivedere, "meu amor". Mi lascia per "uma vida diferente" e una vita differente è sempre stato quello che le ho augurato. "Estou multo feliz" conclude il suo messaggio, e io, sempre affascinato dal concetto di felicita', ne immagino il motivo: un Lui, occidentale, generoso, innamorato della sua fragile bellezza, ignaro dei suoi trascorsi ... E ripenso alla nostra di felicita', passata e breve: quando la porta si chiudeva alle nostre spalle e restavamo solo noi al mondo, unici superstiti, aggrappati l'uno all'altra, più come naufraghi che come amanti. E ci amavamo... e ci abbracciavamo ... e ci scopavamo ... e gli altri non esistevano piu', ne' gli uomini che erano passati fino ad ora sul suo corpo, ne' quelli che sarebbero venuti dopo...
Intanto il ricordo ha già' cominciato il suo cammino di idealizzazione, che lo portera' a diventare qualcosa che non è mai stato.
E mentre la gente normale (?) si prepara a cenare esco "per fare un giro", o almeno cosi' voglio far credere a me stesso.
Inforco la moto e prendo l'autostrada verso il confine, la strada che avevo percorso tante volte per andare da lei ... e dopo la dogana, ancora la statale ...e il lungolago ... e la salita ... e i tornanti in discesa e ... poi il locale che cercavo. Entro. Credevo che avrei vissuto la sensazione di vederla ancora li', ma niente: troppo scontato. Mi avvicino al bancone e ordino da bere guardandomi in giro: le solite girls, i soliti clienti...Mi abborda una ragazza, bella, bella della bellezza convenzionale delle puttane. Mi dice un nome che mi dimentico subito, falso come i suoi denti di resina e i suoi seni di silicone. Tratto per il suo tempo e la sua libbra di carne e saliamo di sopra. Faccio fatica a sopportare il copione fatto di finti gemiti, di profumo costoso, di alito misto birra-fumo, del porno scadente sulla TV a circuito chiuso ... e dei passi in corridoio ... e delle doccia che gocciola ... del letto che cigola... La scopo e la stringo e per un attimo le faccio forse male...per un attimo ... cerco di venire più in fretta che posso ... e finalmente mi svuoto dentro di lei.
Dalla doccia mi lancia un "la prossima volta te lo succhio senza preservativo" ."Certo !" le rimando io, anche se vorrei dirle che per quelle come lei non c'e' una prossima volta. Ma non c'e' ragione di dirlo, le lascio un 20 di mancia oltre al pattuito e me ne vado mandando un saluto alla sua sagoma dietro il vetro della doccia.
Di nuovo in strada, finalmente e' scesa la notte di un giorno che sembrava non finire mai. Guido veloce, con la visiera del casco alzata e il buio che mi sbatte in faccia. Mi illudo di essermi liberato ma improvvisamente inchiodo e mi fermo sul ciglio della strada. Lascio passare qualche minuto, scandito solo dal ticchiettare del motore spento, dal tremolio delle luci riflesse nel lago. Allora prendo il cellulare e richiamo il SUO numero sul display. Non ci può essere "uma vida diferente " per nessuno finche' non ci si libera dei propri fantasmi. E cosi' lo cancello.