Lui & Lei
Il risveglio della passione

25.07.2020 |
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"Le friziono i capelli e delicatamente l’asciugo, poi prendo un tubetto di pomata e la spalmo sulle punture di insetti..."
Con Giovanna, 45 anni ben portati, anche se con qualche kilo in più, ed una bella silhouette che evidenzia il seno florido e sodo e gambe ben tornite che si armonizzano con il fondoschiena alto e invitante, stiamo insieme ormai da più di 10 anni. Tra alti e bassi la nostra relazione è stabile, ma negli ultimi tempi la nostra vita sessuale non è più come all’inizio del nostro rapporto, non facciamo più le scintille. Anzi.
Ormai il sesso lo viviamo come un dovere e non è più appagante, lo facciamo sempre nello stesso modo, di rado e svogliatamente, a causa di stanchezza, stress da lavoro, impegni vari giornalieri e anche alla routine che ormai ci accompagna da tempo tra le lenzuola.
In più Giovanna è sempre stata molto pudica, e da sempre mal sopporta tutto ciò che è trasgressivo a cominciare dall’abbigliamento sempre molto casto, anche nella scelta dell’intimo, e nella nostra intimità.
In questo contesto un sabato pomeriggio estivo, con un torrido caldo afoso, decidiamo di andare fuori a cena per stare un po' al fresco, visto anche il mal funzionamento del climatizzatore di casa.
Non avrei mai immaginato che quella sarebbe stata la notte che avrebbe riacceso la passione tra di noi. Complice un articolo letto su un social, e inoltrato a Giovanna, dove una coppia raccontava come ha rinvigorito la loro sessualità dopo un periodo di stanchezza.
Ci prepariamo per la serata e, visto il clima, decidiamo di andare con la moto. Giovanna indossa una gonna non particolarmente corta ma che valorizza le sue belle gambe abbronzate e un top leggero che evidenza il seno. Resto sorpreso dalla scelta, di solito quando andiamo in moto indossa rigorosamente i pantaloni per evitare che salendo o scendendo dalla moto mostri qualche centimetro in più del dovuto delle sue cosce.
Ci avviamo, e considerando l’ora decidiamo di fare una sosta in un locale della movida per un aperitivo. Ordiniamo due Mojito al banco mentre facciamo due commenti sulla varia umanità che frequenta il posto.
Mi fa notare delle donne con delle minigonne inguinali che non riescono a coprire il sedere. Provocatoriamente mostro apprezzamento, aspettandomi una sua reazione di disgusto che invece non arriva, anzi mi fa un sorriso malizioso e si alza per pagare “questa sera offro tutto io” mi dice. Io sono un po' confuso; cosa vuole dire? Questa è la prima volta, da quando la conosco, che non obbietta sull’abbigliamento striminzito che vede in giro e su quanto sconce sono le donne che vestono in questo modo. Nel frattempo, Giovanna torna e andiamo a recuperare la moto per recarci nell’agriturismo che abbiamo prenotato per la cena.
Il locale è fuori città, per arrivarci abbiamo bisogno di circa 15 minuti. Durante il tragitto sento il suo seno che mi fa pressione sulla schiena e noto che mi sta abbracciando un po' più forte del solito, la cosa mi fa molto piacere e complice anche l'aperitivo bevuto prima mi mette in uno stato di eccitazione e comincio a sentire un po’ di pressione nei pantaloncini, qualcosa si sta risvegliando.
Arriviamo, il posto è molto carino, elegante ma informale frequentato da coppie prevalentemente della nostra età, con un giardino stupendo e con i tavoli disposti intorno alla piscina e distanziati tra di loro. L’illuminazione rende magico e molto intimo tutto il contesto.
Il cameriere ci accompagna al nostro tavolo che è un po' decentrato rispetto al centro del locale, la serata e bellissima con un cielo ancora chiaro che è acceso dai mille colori che risplendono dopo il tramonto.
Giovanna mi guarda con uno sguardo ed un sorriso sempre più malizioso io sono confuso, non so cosa sta succedendo ma qualunque cosa sia mi piace.
Nel frattempo, il cameriere viene a prendere l'ordinazione e ci offre un flûte di spumante con degli stuzzichini.
Facciamo il brindisi, e vedo Giovanna che si agita e fa dei movimenti strani, poi mette sul tavolo qualcosa che sembra un pezzo di stoffa nero, lo guardo meglio. Non ci posso credere.
Sono le sue mutandine di pizzo.
La guardo incredulo, le mi dice:
“Ricorda, questa sera offro io e facciamo come pare a me”
Si avvicina, mi prende la mano e l’appoggia sulla sua coscia. Io sono al massimo dell’eccitazione, comincio ad accarezzarla e risalgo fino a sentire il pube completamente rasato e liscio, mi faccio strada tra le sue labbra, la sento completamente bagnata. Gioco un po’ tra le sue pieghe poi la sua mano accompagna la mia dentro di lei, la vedo chiudere gli occhi e assumere una strana espressione.
Nel frattempo, arriva il cameriere con le prime portate che abbiamo ordinato, ci guarda di sottecchi, sicuramente ha intuito che sta succedendo qualcosa, ma resta impassibile, poggia sul tavolo i piatti e se ne va. Chissà cosa ha capito, per fortuna la tovaglia lunga del tavolo copre i nostri movimenti, ma l’espressione delle nostre facce mostra molto di più di quel che si vede.
Continuo a toccare, e ad accarezzare Giovanna che mostra sempre di più di gradire, fino a quando mi concentro sul suo clitoride e comincio a sentirla tremare, ansimare e diventare tutta rossa in viso, accompagna con la sua mano due dite dentro la vagina, la sento contrarsi ritmicamente e stringere le mie dita con la vulva.
Si calma, la vagina è un lago di umori che hanno bagnato non solo le sue cosce e la mia mano ma anche la sedia, si sistema la gonna in modo che non si bagni dei sui stessi umori.
Porto la mano alla mia bocca e sento l’odore del suo sesso e ne assaporo il gusto salato. Quanto mi piace. Mi avvicino, la bacio come da molto tempo ormai non succedeva e mi sussurra “è stato bellissimo, non ricordo l’ultima volta che mi sono sentita così”.
Ci guardiamo intorno per capire se gli altri commensali hanno visto o notato qualcosa ma non vediamo niente di strano, a parte il cameriere che ogni volta che passa lancia uno sguardo furtivo verso di noi.
Giovanna mi dice che deve andare in bagno a sistemarsi, la guardo, ha uno sguardo radioso, è bellissima. Colgo l’occasione e gli dico: “già che ci sei libera anche il resto”, mi sorride si alza e va.
Torna poco dopo con in mano un altro pezzo di stoffa nero, ma questa volta ho capito subito di cosa si tratta.
Continuiamo a mangiare e mi godo la visione dei capezzoli che spingono sul top lasciando intuire lo stato di eccitazione in cui si trova e cosa si nasconde dietro la stoffa. Quando torna il cameriere che ci chiede se gradiamo il dessert, Giovanna risponde prontamente che siamo a posto così e chiede il conto. Non posso non notare lo sguardo di ammirazione del cameriere che si ferma qualche secondo in più del dovuto sul suo seno.
Sta rinunciando al dolce? Questa è proprio una serata strana, difficilmente rinuncia ai dolci che sono la sua più grande passione. Gli chiedo se è sicura e mi dice che ha fretta di uscire, che vuole qualcosa ma non è il dessert.
Ci avviamo verso l’uscita del locale, e mentre camminiamo vedo il suo seno che si muove sinuoso e ondeggia, nascosto dal top leggero, seguendo il ritmo della camminata, sublime. Con la coda dell’occhio osservo altre persone gradire la visione, soprattutto qualche donna la fissa con insistenza.
Si accorge che la stanno fissando e mi chiede se lo spettacolo è piacevole. Questa volta sorrido io malizioso.
Arriviamo alla moto, il parcheggio è poco illuminato e non posso fare a meno di abbracciare Giovanna e sfiorargli il seno che reagisce immediatamente mostrando i capezzoli turgidi che prepotentemente spingono la leggera stoffa del top.
Ci baciamo e infilo le mani sotto la gonna per stringergli il fondoschiena, poi la giro e l’abbraccio baciandogli il collo e iniziando a far risalire le mani fino al suo seno, stringo dolcemente i suoi capezzoli, comincia a gemere. La sensazione del suo seno che mi riempie le mani mi fa impazzire. Scendo a cercare il suo sesso. Delicatamente le sfioro la fessura delle labbra e sento che è ancora bagnata e pronta ad accogliermi. Cerco il clitoride, inizio un movimento circolare che ha l’effetto di farla piegare in avanti per l’ondata di piacere che riceve. Si appoggia alla moto per non cadere, porta le mani dietro e comincia a toccare il mio pene che ormai è in erezione da quando siamo arrivati.
Dobbiamo fermarci. Anche se il parcheggio e buio e poco frequentato comunque ogni tanto entra ed esce qualcuno e non vedo posti dove appartarci.
Ci stacchiamo, mettiamo i caschi e mentre Giovanna sale sulla moto alza la gamba e mi mostra tutto lo splendore del suo sesso esposto, aperto e gocciolante degli umori che lasciano piccoli segni sulle sue cosce. Non ricordo di averla mai visto così eccitata e bagnata.
L’eccitazione ha ormai superato ogni limite conosciuto.
Partiamo, siamo in aperta campagna. Mi dirigo verso una strada secondaria che costeggia un ruscello, trovo uno spiazzo e ci fermiamo, non posso aspettare di arrivare a casa.
Giovanna mi prende per mano e si sdraia su una spiaggetta sabbiosa sulla riva del ruscello mi apre i pantaloni e libera il mio pene dallo slip.
Lo accarezza, lo bacia, e lo fa sparire nella sua bocca. Io sono al limite non posso più aspettare oltre, la faccio sdraiare, apre le gambe e con un colpo secco entro dentro Lei, già pronta ad accogliermi, con un gemito.
Bastano pochi colpi e la sento di nuovo tremare e gemere, sul pene sento la contrazione della vagina come a volerlo risucchiare più in profondità, le sue gambe stringono forte sui miei fianchi e le mani mi graffiano la schiena. Dopo qualche minuto, si sfila il pene e si gira; si mette in ginocchio appoggiandosi sui talloni poi si sdraia a terra offrendomi lo spettacolo del suo posteriore completamente aperto. Con la mano tiene il pene, che sale e scende lungo il solco delle sue natiche partendo dalla vagina, capisco cosa vuole fare, gli chiedo se è sicura e mi risponde di sì, che non è mai stata sicura e pronta come questa sera.
Struscia il pene tra la vagina e l’ano in modo da lubrificarlo con i sui stessi umori, poi prende il pene e l’appoggia sul buchino e comincia a spingere piano finché non è entrato. Fa un lungo gemito. Si ferma.
Gli chiedo se vuole che esca e per risposta comincia a muoversi, prima lentamente poi sempre più velocemente.
Io avevo sempre chiesto a Giovanna di provare un rapporto anale ma non mi era mai stato concesso questo privilegio.
Adesso sono dentro di Lei e sto ricevendo quello che per anni gli ho chiesto e non ho mai ricevuto. Sono al settimo cielo.
Poco dopo sento montare l’orgasmo accelero il ritmo e arriva. Come un’esplosione, mi lascia senza fiato.
Resto ancora dentro Lei, malgrado la posizione scomoda sulle ginocchia ed il luogo all’aperto. Anche se ormai è notte la luna quasi piena ed il chiarore del ruscello diffondono un bagliore che permette di vedere bene anche dalla vicina strada, non è molto trafficata ma qualcuno potrebbe passare e vederci. Il pene fuoriesce da solo, ci baciamo. Corro il rischio che qualcuno ci veda, la giro e mi chino sulla vulva per baciarla, leccarla e succhiarla.
Nel mentre Giovanna si massaggia il clitoride, finché non la sento di nuovo contrarsi e iniziare a tremare, gemere rumorosamente. Le infilo la lingua nella fessura e sento il suo orgasmo potente e intenso, nella mia lingua e nel mio viso, godendo della vista del suo sesso pulsante, del suo odore e del suo sapore.
Restiamo abbracciati, a riprendere fiato e con la mano sulla vagina sento le ultime contrazioni dell’orgasmo affievolirsi.
Le zanzare e gli altri insetti notturni ci obbligano a ricomporci, rimettiamo il casco e ci incamminiamo per tornare a casa ormai esausti ma estremamente soddisfatti come da tempo non ci succedeva. Lei mi abbraccia forte sulla moto come da anni non la sentivo.
Il tragitto lo facciamo lentamene così abbiamo modo di godere della fresca brezza notturna che profuma d’estate e ci accarezza il volto. Silenziosamente, ripensiamo a quanto accaduto poco prima, godendone ancora. Arriviamo a casa.
Siamo storditi dalle intense emozioni che abbiamo appena vissuto e che nemmeno nei nostri sogni più remoti pensavamo di vivere.
Facciamo una doccia per levarci l’odore del sesso e liberarci dalla sabbia che si è infilata dappertutto e ci accorgiamo che abbiamo diverse punture di zanzara sparsi qua e là sulla pelle.
Stendò un asciugamano sul letto e la faccio sdraiare a pancia in giù ancora bagnata. Le friziono i capelli e delicatamente l’asciugo, poi prendo un tubetto di pomata e la spalmo sulle punture di insetti.
Giovanna è completamente rilassata e si gode le mie attenzioni che piano piano si stanno trasformando in un massaggio sul corpo.
Sono estasiato nel vederla così: nuda, soddisfatta e tranquilla. Lei è bellissima con le gambe leggermente divaricate che lasciano vedere il suo sesso semiaperto. Godo della visione e nell’accarezzarla specie quando mi avvicino alle sue zone intime. Non posso fare a meno di indugiare nel solco posteriore che tante soddisfazioni mi ha dato poco prima.
Ma la serata è stata intensa, così rimuovo l’asciugamano, Giovanna si gira su un fianco io mi sdraio attaccato a Lei. L’abbraccio tenendo la mano sul suo seno. Lei porta indietro il braccio e delicatamente mi prende il pene. Ci addormentiamo così.
Sento qualcosa di bagnato, non capisco se sono sveglio o sto sognando. Piano piano riacquisisco la piena coscienza, e percepisco il pene dentro la sua vagina. Lei si muove impercettibilmente, sta dormendo o è sveglia? Resto immobile anche se vorrei muovermi, la lascio fare. Ogni tanto sento un gemito appena accennato. Ho ancora la mano sul suo seno, i capezzoli sono molto turgidi. Adesso si muove più decisamente, continuo a fingere di dormire.
Va avanti ancora un po’, poi la sento di nuovo tremare e contrarsi ed il mio pene percepire ancora le carezze delle sue contrazioni. Lascio passare la piena del suo orgasmo e comincio a muovermi anche io. Mi sussurra: “Scusa ti ho svegliato, non volevo. Ma il tuo pene ha avuto un’erezione, io ero ancora eccitata dal massaggio di prima e da come eravamo abbracciati ha trovato la strada giusta da solo”.
Mi muovo come mi piace, le stringo i seni e gioco con i capezzoli, le geme e mi asseconda nei movimenti. Vario un po’ il ritmo e la profondità, percepisco le sue reazioni, finché non sento arrivare l’orgasmo, intensifico le spinte e spingo in profondità.
Restiamo così, il pene perde l’erezione ma resta dentro la vagina. Sento colare i nostri umori e bagnare il letto, ma non ci muoviamo, non vogliamo interrompere questo momento. Quasi già nel sonno gli dico: “buona notte Amore”, Lei mi risponde: “buon giorno”. È già domenica mattina ed abbiamo una lunga giornata davanti a noi.
Quello che succederà domenica, forse, lo racconterò un’altra volta.
Tutta la serata è stata come una macchina del tempo che ci ha riportato indietro di 10 anni, ma con la complicità e la consapevolezza dei propri corpi che solo una coppia affiatata può avere.
E pensare che tutto è iniziato con un banale articolo che raccontava la storia di una coppia con problemi simili ai nostri. Ed ho anche capito cosa intendeva dire quando mi ha detto “offro tutto io”.
A saperlo prima che bastava così poco per riaccendere la passione e portarla a questo livello. Perché non ci abbiamo mai provato?
Inutile dire che è stata una delle più belle serate passate con Giovanna fino ad adesso, che tra l’altro mi ha promesso che sarà meno pudica e più trasgressiva almeno quando siamo in intimità, e stasera mi ha dato prova di cosa è capace di fare. Da parte mia non permetterò a niente e nessuno di rubare tempo alla nostra sessualità, ma se dovesse succedere so perfettamente come agire.
Grazie di tutto quello che mi hai dato in questi anni Amore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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