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Era mio padre , parte 1


di MaranelloSuco
18.06.2023    |    34.180    |    22 9.3
"Per qualche istante non capii cosa stesse accedendo, fin quando non strusciò nuovamente il cazzo duro sul mio petto..."
Come ogni anno aspettavo impaziente le vacanze estive e quella del '96 fu in assoluto la più ricca di esperienze. Fu l'estate nella quale mamma accettò un viaggio di lavoro e quindi io rimasi solo con mio padre. Mio padre era un uomo del sud, severo, incapace di mostrare i propri sentimenti e io ero infelice all'idea di passare un intera estate con lui.
Le mie giornate trascorrevano spensierate tra piscina, uscite con amichetti, videogiochi nel bar sotto casa e una convivenza rivelatasi divertente. Mio padre era diverso dal solito, ci vedevamo poco e nei pochi istanti insieme era buffo, tanto che faticavo a riconoscerlo e la cosa mi piaceva tantissimo.
Quando il caldo si faceva insopportabile io mi rifugiavo nel suo mondo, nel garage sotterraneo del palazzo, dove il fresco era piacevole e tutti gli attrezzi di mio padre erano un ottimo rimedio per riempire il tempo.
Quello era un luogo off limit e ogni volta che mi beccava soggiornare e toccare i suoi gioielli mi beccavo una ramanzina. Un giorno mi chiese di prendergli una determinata chiave e stranamente, quel giorno vidi sopra la cassetta degli attrezzi un giornale.
Sfogliandolo mi resi conto che era un giornaletto porno, nel giro di pochi secondi vidi cose a me sconosciute, proibite e sporche.
Ero duro mentre guardavo quelle donne a gambe aperte che accoglievano con espressione goduriosa i membri di quei maschi perfetti. Rimasi qualche minuto a fissare quei corpi e mi chiesi cosa significassero determinate foto, come quelle dove le donne, sorridenti avevano la bocca imbrattata di una sostanza biancastra a volte trasparente, altre color perla.
Qualcuna ne aveva la bocca piena, ad altre invece colava dal mento.
Era tutto eccitante e senza neanche accorgermene sfregai il polso sul mio cazzo da adolescente, una sensazione decisamente nuova ma dannatamente piacevole,
non conoscevo il significato della masturbazione e fino a quel giorno non avevo neanche mai provato impulsi sessuali, mi sembrò strano e in preda a un senso di colpa misto a vergogna corsi in casa, dove mio padre ovviamente mi sgridò per il tempo impiegato.
I giorni trascorrevano lenti e torridi, ripensai spesso a quelle immagini, soprattutto nel letto, nel quale cominciai a sfregarmi a pancia in giù.
Sembravo un gatto impazzito, iniziai ad avere impulsi sessuali, ricordo perfettamente come mi sentivo, una sensazione stranissima, ti senti impotente, vorresti fare, provare cose,
trovarti in mezzo alle pagine di quel giornaletto, non tanto con le donne ma con quei maschi e l'unico simile a quegli attori era mio padre.
Non avevo pensieri su i miei coetanei, anzi, cominciai a fare pensieri malsani su mio padre, pensavo a come fosse nudo, se avesse anche lui un cazzo grande e se anche a lui colasse quella sostanza biancastra dal cazzo.
Nei giorni a seguire diventai ossessivo nei suoi confronti e ovviamente notò che qualcosa non andasse.
Quando andava in bagno lo spiavo dal buco della serratura ma non vedevo mai bene sentendomi frustrato. Un giorno aspettai che uscisse e mi fiondai nel cesto della biancheria sporca ad individuare le sue mutande,
guardai bene quale fosse il lato interno e le misi sulla faccia.
Ero durissimo, sentivo l'odore di ammorbidente ma anche di altro, un odore forte piacevole ed eccitante. Le mutande conservavano ancora la forma importante del suo cazzo,
almeno, così sembrava e con la mente fantasticavo di fare
quello che quelle donne facevano in quel giornaletto, nel mentre mi segavo e un giorno in particolare finalmente capii cosa fosse quel liquido bianco.
Ormai vivevo ogni giorno per il momento in cui mio padre faceva la doccia, cambiandosi la biancheria e un giorno come gli altri, una volta uscito di casa, nel cesto della biancheria trovai un altro giornaletto. Rimasi pietrificato ma anche duro e sfogliando le pagine mi resi conto che non era un giornaletto come quello trovato in garage, c'erano solo uomini che si baciavano e che facevano le stesse cose che vidi nelle foto con le donne ma erano in piu' persone, 3 o 4, o comunque in gruppo.
Cominciai a segarmi il cazzo che era bagnatissimo fin quando con la coda dell'occhio vidi mio padre dritto davanti alla porta con un espressione che non saprei descrivere.
Quel giornaletto mi aveva portato altrove e dimenticai la porta aperta, mi ricomposi sentendo il fuoco sulle guance chiedendomi come avesse fatto ad entrare e io a non sentirlo.
Ero mortificato, pieno di vergogna e non sapevo che dire ma lui disse semplicemente "vieni a mangiare".
Fare quei pochi passi e ritrovarmi a tavola con lui non fu una bella esperienza.
Ringraziai il cielo per non aver avuto tempo di prendere le sue mutande.
Mio padre mi aveva sorpreso a masturbarmi su un giornaletto porno gay,
pensai che potesse bastare così.
La notte trascorse serena fin quando non vidi le luci del corridoio accendersi, mio padre girava per casa, beveva cose dal frigo e tornava a letto.
E' stato così per qualche giorno e non riuscivo piu' a ritrovarmi da solo in casa, quindi anche le mie seghe annusando l'odore del suo cazzo erano praticamente finite.
Tre giorni di completa astinenza a tredici anni corrispondono a due settimane di astinenza di un adulto....
Non ce la facevo piu' e una notte rubai dal cesto della biancheria un paio di mutande.
Erano nere, mi accorsi che avevano all'interno dei segni, sembrava pre cum secco, non persi tempo a leccarle, mi masturbai nel letto, addormentandomi.
La mattina seguente mio padre venne a svegliarmi, come ogni mattina, il caldo era devastante e giravamo per casa in intimo, mi alzai stropicciandomi gli occhi mi accorsi che mio padre rimase li fermo in piedi. Fissava le sue mutande, sul mio letto. Lo guardai, rosso di vergogna e lui chiese come mai fossero li. Non riuscendo a parlare, l'unica parola che riuscii a dire con voce rotta fu "scusa" sottovoce. Allungandosi mi prese contro, per riprendere le sue mutande e io lo abbracciai come per chiedere perdono, ero visibilmente in imbarazzo e lui mi accarezzò le spalle tenendomi così per qualche istante. Ero felice perchè se avessi potuto avrei scavato una buca per nascondermi dentro. Non mi sgridò conoscendolo era il minimo per non parlare degli schiaffoni... Invece niente.
All'altezza del mio petto sentii piano piano che si stava eccitando, sentii il gonfiore del suo cazzo e il mio cuore batteva a mille, feci per allontanarmi ma lui mi strinse più forte a sè.
Per qualche istante non capii cosa stesse accedendo, fin quando non strusciò nuovamente il cazzo duro sul mio petto.
Non so se quel comportamento fosse dato da settimane di astinenza senza mia madre ma mio padre si stava eccitando contro di me.
Quando mi segavo nel bagno e fantasticavo, immaginavo fosse una cosa piacevole ma in quel preciso istante provai solo paura e iniziai a sudare freddo.
Avrei dovuto fare qualcosa? E se l'avessi fatto mi avrebbe sgridato?
La figura autoritaria di un padre mette sempre in soggezione e io ero troppo giovane per capire che i giornaletti erano solo un test, che le mutande erano l'amo per farmi abboccare e che, come io spiavo lui dal buco della serratura, lui spiava me.
Mio padre mi accarezzava la testa mentre continuava a premere contro il mio petto il suo cazzo durissimo, alzai il capo, vidi un espressione diversa da sempre, socchiudendo gli occhi iniziò a premere con le mani sulla testa, portandomi in basso, verso la sua vita. Una volta giunto all'obbiettivo, mise le mani dietro la mia testa, spingendola contro il suo cazzo, io ero rigido e per prendere respiro inalai un odore che conoscevo molto bene. Fu li che capii...
Mio padre non parlava, non dicevamo nulla sentivo solo i suoi gemiti di piacere, ogni volta che premeva il suo cazzo con le mutande contro la mia faccia e quindi iniziai ad annusare quelle mutande, il tempo di un breve contatto visivo che le abbassò per rivelare il suo cazzo. Era come immaginavo, durissimo, grosso, era larghissimo e lungo e la pelle era di un colore scuro, classico cazzo del sud. Senza neanche accorgermene iniziai a toccarlo, a segarlo, cercando sul suo volto un segno di approvazione, lui aveva sempre quello sguardo,
gli occhi socchiusi non parlava ma apriva la bocca, suggerendo la mossa successiva,
aprii la bocca e lui la usò. La usò come se fossi un adulto e la mia paura tramutò in eccitazione, ero duro, il cazzo pulsava nei mei slip diventati ormai troppo stretti.
Sentii il sapore del cazzo, ricordo che colava parecchia saliva mista a pre cum, lui ne produceva parecchia.
Sentivo alternarsi sapori contrastanti, dolce, poi salato, poi dolce e ancora salato, le sue mani mi tenevano ferma la testa mentre mi scopava la bocca umida,
a volte diceva "apri" quando sentiva i segni di stanchezza e in un misto di piacere, soffocai, il cazzo nella gola mi causava conati di vomito, le lacrime mi segnavano il viso.
Poco dopo, uscì di prepotenza, e dalla mia bocca colò un grosso quantitativo di saliva, lo guardai con gli occhi gonfi di lacrime mentre si segava sul mio viso, lo guardai, suggerì nuovamente la mossa successiva, lo assecondai, aprii la bocca e lui, accompagnato da un gemito fortissimo, fece una copiosa schizzata sul volto e dentro la mia bocca...
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