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Racconto 1 ma che marito


di Membro VIP di Annunci69.it Perservirti
04.02.2024    |    10.386    |    4 9.7
"L’altro ricambiava ed esprimeva il desiderio di farmi sua..."
Quella Troia di mio marito
Mi chiamo Mara, sono una donna di 35 anni, vivo con mio marito Luca da più di dieci, dopo un lungo fidanzamento ci siamo sposati e per motivi di lavoro abbiamo cambiato città.
Siamo sempre stati una coppia aperta e ci piace il sesso in tutte le sue forme. Durante la nostra vita di coppia, non ci siamo mai annoiati, ci piace frequentare club prive, lo scambio di coppia, e oltre al naturiamo tutto ciò che mette pepe in un rapporto.
La nostra intesa sessuale è forte e alterniamo momenti romantici con situazioni più spinte in cui mi piace sottomettere il mio compagno alle mie voglie, spesso ricorrendo allo strapon per punirlo severamente.
Il mio maritino, dal canto suo, non disdegna tale pratica, anzi spesso mi incita a farlo.
Tempo fa lo sorpresi ad indossare il mio intimo. In un primo momento, trovai la cosa assai strana, ma via via ci feci l’abitudine. Capitava di andare nei centri commerciali, o in luoghi pubblici e sotto l’apparenza di bravo ragazzo indossava perizoma e calze a rete.. Mi piace il suo lato femminile, al punto che abbiamo deciso di destinare una parte del nostro armadio ai suoi vestiti e tutto all’occorrente necessario alla sua trasformazione. Oggi, capita sempre più spesso, che al mio rientro a casa, anziché mio marito, trovo “valentine”( ama farsi chiamare così). Mi prepara il bagno caldo, pulisce la casa e prepara la cena. Io lo prendo in giro dicendogli che è la mia sissy slave, e a lui questa cosa non dispiace..
Un pomeriggio causa mal tempo il mio capo ufficio ci fece rientrare a casa due ore prima. Parcheggiai la macchina e passai come al solito dall’ingresso sul retro. Mano mano che mi avvicinavo alla porta sentii mugolii e frasi di piacere. Un lessico scurrile è una voce da uomo che non era quella di mio marito.. mi avvicinai furtiva e ciò che vidi mi fece gelare il sangue. Un ragazzo, corpulento a petto nudo e col le braghe calate seduto sul divano di casa mia. Quella puttana di mio marito inginocchiato sul giovane ragazzo che gli faceva un sonoro pompino!
Mi tremarono le gambe, ero infuriata, li per li non seppi cosa fare e corsi via e salì in macchina iniziando a guidare verso non so dove.
Ero allibita, incazzata come una tigre. Accostai in una piazzola di sosta. Trattenni a stento le lacrime. Ma come era possibile! Quello stronzo intento a fare un pompino ad un altro uomo! E poi chi cazzo era quello la!
Non so come ma mi venne in mente che qualche giorno prima mi aveva parlato di un ragazzo che nel sito di annunci69 poteva essere il candidato ideale per fare il nostro bull. Io avevo ribadito il concetto che “non mi interessava affatto avere un bull”. Presi il cellulare e controllai le conversazioni. Ebbi un altro colpo al cuore… lessi uno scambio di messaggi tra mio marito e “Andrea”. Dopo una serie di messaggi di presentazione e complimenti da parte di Andrea nei miei confronti, i messaggi si facevano sempre più spinti e insistenti. Mio marito mi descriveva con delle dolci parole e dei lusinghieri complimenti. L’altro ricambiava ed esprimeva il desiderio di farmi sua. I messaggi si conclusero con la mia compravendita! Quel porco di mio marito aveva scritto ad Andrea che se l’avesse “scopato come una troietta”, la sua ricompensa sarebbe stata una serata a tre in cui avrebbe potuto avermi mentre lui faceva da spettatore.
Dovetti prendere fiato e rilassarmi un po’ per digerire tutte queste novità. Ero incazzata nera! Pensai di fargliela pagare nel modo più crudele possibile. Girai la macchina schiacciai sull’acceleratore e mi diressi verso casa. Il tragitto sembrava infinito nonostante i 140 km orari.
Arrivai a casa e feci il percorso fatto prima, giunsi in prossimità della porta.
La scena che mi si presentò davanti era inverosimile.
Valentine stava piegata sul tavolo, le sue lunghe gambe divaricate e il sedere all’aria, il petto poggiato sul tavolo e le braccia all’indietro aprivano i glutei. In piedi dietro di lui il famoso Andrea, petto nudo e braghe calate, si accingeva a impalare mio marito. Con le mani armeggiava il suo pene e lo puntava nel didietro di valentine. Si accingeva a scoparselo. Quella Troia si raccomandava di far piano e quell’altro gli rispondeva “ zitta cagna, ti copierò questo bel culetto e poi mi farò pure tua mogli”
Rimasi attonita a guardare quello spettacolo, ero furibonda, ma il mio fisico era in totale disaccordo con la mia testa, perché mi stavo bagnando come una ragazzina. Istintivamente poggiai la mano sul mio sesso e quando sollevai lo sguardo, mi accorsi che Andrea mi stava guardando. Abbozzo un sorrisetto malefico, aveva uno sguardo accattivane e ne rimasi preda.
Presi coraggio e apri la porta. La faccia di mio marito divento di tutti i colori, schizzo in piedi e venne verso di me. Gli assestai un ceffone così forte da farlo trasalire. Si gettò ai miei piedi, l’unica parola che riusciva a dire era “scusa scusa scusa”.
Lo guardai dall’alto in basso
“Sei proprio una puttana! Vattene in camera, e lascia la porta aperta, mettiti in ginocchio ai piedi del letto e non muoverti da lì.”
Si alzò di fretta e scappo su…
Andrea nel contempo aveva iniziato a rivestirsi, mi avvicinai a lui lo guardai dritto negli occhi, e gli dissi “ non è necessario che ti rivesta, non è me che volevi?”
Mi sorrise, e andò a sedersi nel divano. Io andai a sistemarmi un poco. Quando tornai in salotto, Andrea mi squadro da testa a piedi. avevo indossato un tacco alto e delle auto reggenti, un perizoma in pizzo nero e reggiseno abbinato. Misi solo una camicetta bianca, sbottonata il tanto giusto da lasciar un vedo non vedo sul mio seno.Mi misi davanti a lui che ancora sedeva nel divano. “ Wow quel frocetto di tuo marito aveva ragione, sei proprio splendida!”. Sorrisi, ringraziai. Si alzò e si mise dietro di me e con un gesto delicato spostò i miei capelli e comincio a baciarmi il collo e le orecchie. Un brivido mi pervade, era massiccio alto, caldo, delicato. Le sue mani scivolarono sui miei fianchi, io ebbi un sussulto e inarcai la schiena spingendo il mio fondo schiena verso il suo sesso. Lo sentivo diventare sempre più duro e grosso. Mi sbottono la camicetta e con un gesto elegante e veloce slacciò il reggiseno. Fece scivolare i vestiti per terra, e iniziò ad accarezzarmi i seni, prima delicatamente e poi torturando i miei capezzoli.
Ma chi è quest’uomo, mi sentivo pervasa da una sensazione di paura ed estrema eccitazione. Cominciai a bagnarmi tutta. . Mi fece poggiare le mani sul tavolo e piegandomi in avanti, gli offrivo tutta la mia nudità. Prese a leccarmi, prima dietro e poi pian piano arrivo alla mia figa già grondante.
Mentre martoriava i miei capezzoli, con la lingua stuzzicava il mio sesso. Era un vero maestro, non capivo più niente e cominciai a mugolare. “ Ho cazzo.. scopami dai! “
Mi prese di peso senza quasi sforzarsi, mi mise sul divano e partendo dall’interno coscia comincio a baciarmi fino a tuffarsi con la lingua tra le mie gambe. Io mi contorcevo di piacere, gli misi una mano sulla testa e lo spinsi a leccarmela ancora, stavo per venire con un fragoroso orgasmo.
Andrea capi tutto e si sollevò piazzandosi sopra di me. Potevo vedere bene la sua eccitazione, era bello, lungo il giusto e grosso. Volevo sentirlo dentro di me!
Comincio a scoparmi con una lentezza disarmante, infilò dentro la cappella, e il mio sesso si preparo ad accoglierlo, ma lui, quasi per punizione non andava oltre, mi torturava con questo gioco lento e perverso.
Non riuscì a resistere e venni con un folgorante orgasmo! Urlai di piacere, vibrai e presi i suoi fianchi affondando le mie unghie nel suo sedere. “Scopami cazzo! Ti prego” mi sorrise e entrò brutalmente dentro di me, come un pugno nello stomaco mi arrivò dritto al cervello. Quel cazzo così grosso e duro mi riempiva di piacere! Comincio a scoparmi come mai nessuno aveva fatto. Alternava ritmi duri a ritmi delicato, io godevo, ansimavo mentre un altro orgasmo montava dentro me.
Per un attimo pensai a Luca, in ginocchio ai piedi del letto che sentiva la propria moglie urlare e godere.
L’idea mi eccito così tanto che tutte le mie energie e le mie forze esplosero in un orgasmo folgorante, mi arresi sotto i colpi costanti e infiniti del mio amante, ci sapeva davvero fare. Mi scopo per un tempo infinito e io godetti di ogni singolo attimo.
Aumento il ritmo e capi che stava per venire anche lui. Io avevo smesso di oppormi ai suoi colpi e godevo di ogni singola spinta, le mie mani sui suoi fianchi e le sue sui miei seni.
Il suoi viso si contorse in una smorfia di piacere, e una quantità infinita del suo nettare, riempi il mio sesso e fini sulla mia pancia e sui miei seni.
Ci guardammo, avevamo entrambe il fiatone, ci scambiammo un sorriso. Mi bacio sulle labbra, le nostre lingue si unirono. Era bravo anche in quello!
Si alzò e si sistemò un attimo, io stavo sdraiata e tutta piena dei suoi umori.
“È stata una scoppiata epica” io gli sorrisi e di rimando gli dissi che nessuno mi aveva mai fatto provare quelle sensazioni…
Chiamai Luca che scese dalla camera da letto come un cane che segue la pallina, si mise in ginocchio ai piedi del divano, non ebbi nemmeno bisogno di aprir bocca. Si precipitò a leccare e pulire tutto il mio corpo, mando giù tutto, proprio come un cagnolino famelico, leccò la mia figa, ripulendola da tutto il sesso che Andrea aveva riversato in me.
Quando ebbe terminato, mi guardò, io con un cenno del capo indicai Andrea, e lui si precipitò a ripulire il mio amante. Leccó tutto, e con la scusa di ripulirlo, ne approfitto per prenderlo tutto in bocca.. Andrea lo prese per i capelli e gli disse “basta puttanella. Per oggi ho già dato abbastanza.”
Ero esausta, stanca e appagata. La sera quando andammo a letto, mi sdraiai e Luca si avvicinò ai miei piedi. Comincio a baciarli e a chiedermi scusa per ciò che aveva fatto. In realtà avrei dovuto ringraziarlo, ma non gli avrei mai dato la soddisfazione. Lo guardai e gli dissi “ prendi i tuoi tacchi e mettiti in ginocchio qui accanto al letto. Lui Obbedì prontamente. “ adesso fatti una sega e vieni sulle tue scarpe, e se vuoi riusarle, ripuliscile. In ginocchio come un cagnolino, accanto al letto, mentre io lo ignoravo e continuavo a leggere, venne sopra le sue scarpe, Lecco e ripulì tutto prontamente. Si sistemò e venne a dormire accanto a me, soddisfatto d’essere la mia puttana cornuta.
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