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Un incontro (s)piacevole


di VoyeurPride
25.10.2021    |    6.123    |    4 5.0
"Gianni non era un uomo di molte parole e di sicuro ne le mandava a dire e nemmeno ci girava troppo intorno: - Te ne devi andare..."
1. PREDAZIONE
Sono un narratore nuovo del sito. Ho sempre avuto la passione per i racconti porno del genere "Tradimenti e Cuckold" e adesso, in seguito alla mia iscrizione qui, ho deciso di mettere anche il un mio racconto, seppur di fantasia, per vedere che tipo di riscontro potrei avere su voi pubblico per poi chissà, magari cimentarmi nel raccontare quelle che sono state le mie "avventure" e bearne con voi, ripercorrendole lungo le strade della mia memoria.

2.L'INIZIO
Mi chiamo Paolo (nome di fantasia) e sono sposato con Ivana, una ragazza che sinceramente non ha nulla da invidiare alle altre ragazze/donne presenti sulle piazze italiane: alta 1.60 cm, capelli castano chiaro, un viso non proprio bellissimo anzi ma un corpo che sicuramente compensa e supera questa sua lacuna che porta una 5a abb di seno, una taglia 38 di pantaloni, un bel culetto alzato per via degli anni passati a scuola di ballo e una fighetta non grandissima che dona piacere nel momento della penetrazione dato che le pareti vaginali aderiscono così bene al membro che lo scappellamento diventa la cosa più gustosa e divina che possa esistere. Siamo sposati da 4 anni ed entrambi siamo lavoratori e viviamo in un piccolo paese dell'Emilia Romagna; insomma una coppia come tante con tutte le dovute difficoltà che si affrontano quotidiane e purtroppo non esoneriamo da quelle economiche. Io sono un semplice operaio che va avanti a contratti mentre lei è un'impiegata di un'azienda che nonostante la stabilizzazione contrattuale, essendo l'ultima arrivata, rischia il lavoro al primo accenno di crisi e così, una sera mentre si cenava, parlando della situazione ci ritrovammo a discuterne in maniera più o meno accesa:

- Devi darti da fare Paolo, non possiamo restare appesi alla speranza che tutto vada per il meglio in azienda.
- Amore ma cosa posso fare? La mia non vuole stabilizzare per ora e già devo ringraziare il capo che mi sta prolungando il contratto il più possibile.
- Mai che prendi di petto le situazioni tu vero? Devo sempre trovare io le soluzioni. Volevo un uomo e no un figlio a cui badare.
- Sei ingiusta a parlarmi così.... Lo sai quanto sto provando a mettermi in regola così da non avere più problemi.
- Questo è il problema. Provi ma non riesci mai. Domani vedrò di parlare con Gianni e vediamo se riesco a salvare il culo alla prossima crisi.

Ovviamente queste discussioni non aiutano nemmeno nel sesso e anzi, ogni discussione è un passo in più verso l'allontanamento e verso un Ramadan sessuale mai richiesto.
Andammo a dormire e il giorno dopo, dopo la colazione, ci vestimmo e ognuno di noi prese la sua strada ma in una maniera che mai avrei potuto immaginare. Un modo che avrebbe cambiato le nostre e soprattutto la mia vita.

3. LA CARNE È DEBOLE, IL DENARO È MOLTO PIU FORTE
Ivana si recò il ufficio come il suo solito ed entrando nel suo ufficio, trovo Gianni seduto sulla sua poltrona che la scrutava con occhio malcelato. Ivana raggelò. Percepí ogni parola che il direttore le avrebbe detto e così, prima che lui iniziasse a parlare, lei lo anticipò:

- Crisi vero?
- Esatto. Lo vedi anche tu.... La produzione è a rilento dopo la pandemia.

Gianni non era un uomo di molte parole e di sicuro ne le mandava a dire e nemmeno ci girava troppo intorno:

- Te ne devi andare.
- Gianni... Ascoltami ti prego. Io conosco le politiche aziendali e sai quanti amo il mio lavoro e di quanto ne ho bisogno.
- I piani alti vogliono il taglio dei rami e tu sei l'ultima. Del tuo amore e bisogno non so che farmene. Prendi la tua roba e per stasera sgombera l'ufficio.

Ivana, nonostante ciò, sapeva il punto debole di quell'uomo fatto di poche parole e, paragonandolo alla mia smidollaggine, decise di fare valere ogni sua ragione. Anche quelle su donna.

- Non c'è proprio niente che io possa fare per convincerti?
- Ivana, Ivana, Ivana.... Non so se sei più stupida o arrapante.

Ivana sapeva che era quello il capolinea ma il suo lavoro e anche quella voglia di essere, per una volta nella sua vita, "posseduta" fecero in modo che le parole di Gianni facessero centro.

- Perché stupida? Perché voglio mantenere il posto di lavoro?
- Ma tu sai la tua condizione e sai anche cosa voglio. Ciò che non capisco è perché non ti pieghi e non cedi.
- Ho una dignità da difendere e anche un...
- Un che? Un matrimonio con un uomo che non riesce nemmeno ad imporre il suo volere di lavoratore e manda te a combattere contro uno come me?
- ....
- Il tuo silenzio è già una risposta. Ma forse so perché non ti pieghi sai?

Nel terminare la domanda, Gianni si alzò di scatto, prese con forza Ivana per la vita con il braccio destro e con l'altra mano libera le mise prima tre dita in bocca e poi scivolò subito sulle tette:

- Perché vuoi essere posseduta e costretta a cedere.

Ivana a quelle parole crollò letteralmente e gli umori abbondanti fuoriusciti dalla sua fica, bagnarono talmente tanto le mutande che non si poté non notare una goccia che scendeva lungo la sua gamba:

- Difendere.... AHAHHAHAHHAHA, mi fai ridere. Tu diventeresti la tua troia solo per salvare il tuo posto e anche perché finalmente saresti posseduta da un uomo vero.
- Gianni io....
- Tu vuoi essere scopata come si deve, guardati schifosa. Non riesci a trattenerti da due parole volgari.

Ivana finalmente si sentii donna. Lo baciò di getto mettendo le mani sulla patta gonfia mentre la lingua rovistava nella bocca del direttore e iniziò a fargli una sontuosa sega: passionale e vorace:

- Non mo basta troia. Prendilo in bocca e succhiamelo tutto.

Ivana s'inginocchiò e dopo aver passato la lingua sulle labbra, in un sol boccone si prese quel membro enorme in bocca pompandolo come un ossessa:

- Si puttana si.... Continua a succhiarlo tutto che sei brava.
- Mmmmh Gianni... Grazie, grazie, grazie mmmmmm finalmente mmmmm
- Sei una squallida troia. Ti piace il mio cazzone vero?

Mentre l'apostrofava nel peggiore dei modi, Gianni sgrillettava la fica ormai ridotta a colabrodo di Ivana facendola squirtare di brutto.
Ivana non ne poteva più di quella vita e di me, a quanto pare, così si fece alzare la gonna e Gianni glielo mise dentro di prepotenza facendola gridare di dolore e goduria:

- AAAAH!!! mmmmmm siii così Gianni!
- Ti riempo tutta puttana! Ti voglio cavalcare a dovere!
- Gianni mmmmmm scopami così ti prego! Anche più forte.

Ormai i due sembravano due animali da guerra che si scontravano mediante un amplesso fatto di ormoni e volgarità. Le tette di Ivana non si contenevano più e sono uscite da sole per i colpi che riceveva da dietro.
Il tempo stava per scadere ed è lì che prese tutta una piega inaspettata la situazione:

- Troia ora ti lego all'azienda e anche a me per sempre così ti scopo fort per sempre.

Ivana sgranò gli occhi, venne copiosamente e un minuto dopo anche lui ma... Dentro di lei:

- Ti faccio pregna puttana così con un figlio in grembo puoi salvarti e rimanere qui per sempre con me e l'azienda.

1, 2, 3... 7, 8, schizzi copiosi dentro la sua figa.
Ivana in lacrime per quello che aveva fatto lo guardava tra lo schifato e la vogliosa e fu proprio quest'ultimo lato che fece siglare per sempre la sua resa a quell'uomo, andando in ginocchio da lui a ripulirgli la cappella. Gianni soddisfatto si rivestì e se ne andò lasciando ormai Ivana in balia dei suoi pensieri.

4. OGNUNO È QUEL CHE È
È passato un anno da quel giorno. Michele cresce benissimo e super educato dalla mamma Ivana, il papà Gianni e lo zio Paolo. Io ho perso il lavoro ma per concessione di Gianni vivo con loro, con una moglie che non ha voluto il divorzio, sotto comando di Gianni, mi occupo del bambino 24h al giorno e i due amanti se la spassano davanti a me, ormai rassegnato a quella condizione da cuck che, mi fanno sfogare, quando siamo solo noi 3.

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