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L'importanza della lubrificazione...


di Amanda_Dolce_Signora
31.05.2023    |    6.112    |    11 8.4
"L'avevo fatto entrare quasi tutto..."
I travestimenti con relative penetrazioni erano diventante un gioco proibito da fare con estremo piacere. Ad ogni travestimento cercavo di superare nuove barriere e di accettare sempre più il mio lato femminile. Erano la voglia di provare sempre nuove sensazioni e soprattutto la voglia di testare le capacità del mio culetto a dettare i tempi di questo gioco perverso.
In particolar modo, capii che quello che volevo fare era essere capace di mettere in pratica quello che vedevo in alcune riviste porno.
Il mio culetto giovane era sicuramente elastico da poter riuscire a fare quello che vedevo fare ad alcune modelle. Ma ovviamente io avendo un solo buchino ero destinata ad andare oltre.
Era uno di quei giorni di libertà in cui finalmente potevo divertirmi ad essere donna. Fu un giorno memorabile anche grazie alla scoperta di un paio di calze nere autoreggenti. Finalmente un nuovo sexy indumento da indossare sulle mie adorate gambe. Erano fantastiche ed erotiche come non potevano esserlo le tanto adorate collant. Il mio culetto era finalmente libero di poter ricevere molta più attenzione.
Una volta indossate, come sempre, perdevo svariati minuti nel guardami riflessa in tutte le posizioni possibili. L'eccitazione salì come non mai. Il mio culetto bianco era messo molto in risalto ed ora che era libero e reclamava la sua giusta dose di godimento. Ma, pensando che non fosse ancora il momento, cercavo di punirlo con dei decisi schiaffi.
Fu del tutto inutile. Anzi l'eccitazione aumentò e scoprii un ulteriore aspetto del mio corpo (ma di questo ne parleremo un'altra volta).
Quindi, presa dai brividi ormai irrefrenabili e dalla voglia di qualcosa di duro nel mio buchino, cominciai a penetrarmi con una delle mie spazzole. Il gioco era sempre lo stesso: le inserivo lentamente dentro di me per tutta la lunghezza del manico per poi muoverle vorticosamente. Mi piaceva molto questo gioco. Sentire quel manico duro che mi apriva senza troppi problemi era fantastico. Mi facevo violentare con gioia e lussuria.
Quel giorno però tutto questo sembrava non bastare...il mio corpo reclamava qualcosa di ancora più trasgressivo. L'idea nacque proprio guardando una rivista porno: una donna che subiva una doppia penetrazione. C'era una ovvia differenza: io di buco ne avevo solo uno.
Era questo però un dettaglio trascurabile. Avevo il desiderio di provare qualcosa di nuovo ma soprattutto volevo dare al mio culetto quello che cercava. Ricevere due manici di spazzola era una bella sfida!
Così presi una seconda spazzola, la puntai verso il mio buchino già impegnato con la prima e comincia a muoverla nel tentativo di trovare un varco verso l'interno. Ancora una volta il mio buchino mi sorprese dischiudendosi e accogliendo con amore questa nuova doppia intrusione. Il buchino si aprì con naturalezza e ci fu una piccola fuoriuscita d'aria...come per segnalare che l'innesto era completo. Inutile dire come mi potevo sentire. Due manici mi stavano violentando ed io li lasciavo fare sentendomi per la prima volta...una puttana.


Con grande curiosità continuavo a sperimentare sempre nuove cose. Ad ogni sessione erotica cercavo di arricchire le mie esperienze sessuali. Ma ci fu un giorno in cui avvenne una cosa molto particolare che mi svelò nuovi scenari. Ripensandoci adesso...mi viene da sorridere per la mia inesperienza di quei tempi...ma andiamo con ordine.
Era uno di quei giorni magici dove la casa rimaneva deserta per molto tempo. Questo significava libertà di movimento. Libertà di fare le cose con calma.
Ricordo che per l'occasione indossai delle autoreggenti color fumo, reggiseno, mutandine e sottoveste nera. Ai piedi avevo i dei fantastici sandaletti neri con tacco da 10.
Dopo le solite prove davanti lo specchio, decisi che ero veramente sexy! Mi piacevo e meritavo di far godere quel buchino che, ad ogni battito del cuore, richiamava la mia attenzione.
E così cominciai a perlustrare la casa in cerca delle mie spazzole preferite e possibilmente di qualche nuovo "dildo" da assaggiare.
La ricerca mi porto in cucina dove trovai dell'uva e dei würstel molto grandi. Soprattutto quest'ultimi avevano un aspetto del tutto simile ad un vero pene. Erano lunghi, rosa e molto lisci...erano perfetti.
Portai tutto nella mia stanza senza esitare oltre e, una volta sfilate le mutandine, mi sdrai sul letto.
Aprii le gambe e senti subito l'aria fresca scivolare tra le mie cosce. La sottoveste si depositava sulle mie curve esaltandole e portando la mia eccitazione fuori dal controllo.
Dovevo far presto! Dovevo subito colmare la voglia di essere riempita. Cercai di appagare questo desiderio facendomi penetrare da uno di quei fantastici salsicciotti rosa. Per prima cosa lo succhiai un pò, non per cercare di renderlo più scivoloso, ma solo per sentirmi più simile ad una donna eccitata.
Forse inconsciamente speravo di renderlo più duro e grosso...
Dopo qualche minuto, giunse il fatidico momento di provare questo nuovo cazzo...lo volevo tutto. Lo portai alla mia entrata e con una leggera pressione lo lascia entrare dentro il mio culetto.
Ah che delizia! Era bello lungo, fresco e rigido al punto giusto. Quel colore mi ricordava un vero pene. Lo tenevo dentro di me con grandissima lussuria. L'avevo fatto entrare quasi tutto. Ad ogni movimento del mio corpo, lo sentivo adattarsi con facilità rimanendo ben saldo nel mio culetto.
Credo che in quei momenti sia stato piantato dentro me il seme che con il tempo mi avrebbe cambiata fino a portarmi ad accettare l'idea di poter avere un rapporto sessuale con un vero uomo. In ogni caso all'epoca ancora non riuscivo ad accettare questo genere di pensieri...pensavo solo ad eccitarmi e a giocare con il mio corpo cercando sempre muove forme di piacere...
Proprio per perseguire questo scopo sfilai dal mio culetto il würstel: era il turno dell'uva.
Ovviamente un chicco d'uva non poteva garantire una penetrazione degna di questo nome, ma tanti chicchi insieme potevano diventare un fantastico gioco erotico!
Ne presi una decina, li leccai tutti e poi uno ad uno li inserii nel buchino dell'amore.
Ad ogni chicco che entrava, lo spazio disponibile diminuiva e sentivo le pareti interne allargarsi mentre l'uva, come se fosse dotata di vita propria, si muoveva cercando di insinuarsi nei nuovi spazi che si rendevano disponibili. Fu un'esperienza molto forte. Decisi di trattenere dentro di me l'uva, mentre, una volta alzata dal letto, giravo per la casa sculettando.
Ad ogni passo seguiva un brivido causato dal movimento presente dentro di me. Inoltre dovevo fare attenzione a non farla uscire. Fu una dolce tortura cercare di controllare le contrazioni del mio buchino.
Poi tornai nella mia stanza e, dopo essermi distesa nuovamente sul letto, cominciai a far uscire l'uva.
Ad ogni singola pressione muscolare, riuscivo a far emergere dal mio culetto i vari chicchi. Li guardai: erano belli lucidi ed invitanti...li mangiai...assaporando il frutto del mio piacere.
La frutta si era rivelata una compagna di giochi fenomenale...dentro di me pensai che avrei dovuto ripetere quelle esperienze estendendo la scelta anche su altri alimenti (di questo ne riparleremo in futuro).
Ora era il turno dei manici delle spazzole. Finalmente qualcosa di duro, di deciso.
A rotazione le feci entrare dentro di me. Passavo dalle spazzole piccole alle più grandi e ad ogni spazzola dedicavo il giusto tempo ripassando le posizioni del mio personalissimo Kamasutra.
Questa danza pornografica durò per quasi un'ora e il tempo a mia disposizione stava ormai cominciando a scadere...quando ad un tratto avvenne qualcosa di imprevisto.
Ricordo che avevo una spazzola di colore nero dentro di me ed ero nella posizione dello smorza candela.
La spazzola fuoriuscì dal mio culetto senza che io riuscissi minimamente a controllarla con i miei muscoli interni.
In pratica mi stavo "bagnando"! Non so come avvenne, ma il mio buchino era diventato incredibilmente scivoloso.
Sfruttai l'occasione per farmi penetrare dalla spazzola rossa, quella più grande...e lei entrò scivolando senza nessuno attrito. Quando fu tutta dentro lancia un piccolo gridolino di gioia e godimento.
Questa lubrificazione non prevista mi permise di poter cavalcare la spazzola facendola entrare e uscire da me come un pistone di fuoco.
Mi faceva godere come una puttana in calore. Sentivo il manico che mi seviziava senza limiti...ed io lo assecondavo rilasciando e contraendo i muscoli rettali. Fino a poche ore prima le penetrazioni si limitavano solo a far entrare degli oggetti e al limite a muoverli circolarmente, mentre adesso il movimento era dentro-fuori.
Continuai facendomi scopare a lungo dal quel pezzo di legno instancabile tenendo d'occhio l'orologio per non perdere il controllo del tempo.
Infine l'orgasmo arrivò incontrollato: con le mani tenevo le chiappe bene aperte per agevolare ulteriormente la penetrazione e all'ultimo affondo ben deciso strinsi la spazzola dentro di me godendo di tutte le nuove emozioni che avevo collezionato durante quella fantastica giornata.
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